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DIMENSIONI DELLA CULTURA
La valutazione soggettiva non è un criterio da utilizzare per dire quanto una cultura sia affine o distante da un'altra. L'osservazione con orientamento scientifico vorrebbe sistematizzare le differenze fra culture fino a poterle confrontare su una serie di parametri condivisi in modo da capire le somiglianze fra culture spazialmente diverse. Se si vogliono comparare le culture su una base stabile e non soggettiva devo chiedermi se ci sono degli elementi confrontabili e su cui si possono trovare misure relative altrimenti le culture sarebbero tutte uguali o tutte diverse. Bisogna individuare delle dimensioni sulla base di una capacità di selezione non soggettiva ma sulla base di qualcosa che sia dimostrabile come esistente.
La dimensione è l'elemento che è presente in una cultura e che è in grado di determinare una gamma di comportamenti in una varietà di contesti esistenziali.
Hofstede individua 4 dimensioni della cultura:
potere bassa, dove l'individuo ha una posizione di potere e influenza limitata sui subordinati. In questo caso, non c'è una grande disuguaglianza tra coloro che detengono il potere e gli altri membri del gruppo. distanza dal potere alta, dove la collettività prevale e c'è una grande disuguaglianza tra coloro che detengono il potere e gli altri membri del gruppo. La distanza dal potere può essere influenzata anche dal grado di legittimità della dichiarazione di potere. Se una persona è riconosciuta come legittima nel suo ruolo di potere, allora la distanza dal potere sarà più evidente. In sintesi, la distanza dal potere è un concetto che riguarda l'influenza e la disuguaglianza tra coloro che detengono il potere e gli altri membri del gruppo. Può essere influenzata dal grado di individualismo o collettivismo presente nella società.Potere molto ampia. Alta distanza dal potere: I genitori insegnano ai figli l'obbedienza: modelli educativi diffusi A genitori ed anziani è dovuto rispetto: gli anziani hanno esperienza, sanno molto del passato, visione che si fonda sulla conoscenza accumulata e non generata I figli sono fonte di sicurezza per il futuro dei genitori: ricchezza come capacità di sopravvivenza, sorta di assicurazione sulla vita L'istruzione è considerata bene elitario: si investe nell'istruzione universitaria in misura maggiore, il resto della popolazione può stare senza o averne una di base Le persone esprimono valore autoritari e atteggiamenti di subordinazione verso ogni tipo di figure di potere: accettazione di ruoli che manifestano autorità e sottomissione, imbarazzo, ammirazione per le persone che li sovrastano Nelle organizzazioni la gerarchia rispecchia la diseguaglianza sociale tra livelli superiori e inferiori: chi comanda, comanda sempre,
comanda su tutti, può ordinare qualsiasi cosa; gli inferiori sono inferiori dappertutto Centralizzazione e verticalizzazione organizzativa prevalgono: il vertice è comporto da pochi che decidono I collaboratori si aspettano che venga loro detto sempre cosa fare Il capo ideale è un autocrate benevolo e percepito come un buon padre Privilegi e status symbol sono considerati normali Il lavoro impiegatizio (d'ufficio) è valutato come superiore e preferibile al lavoro operaio (manuale). • distanza dal potere molta ridotta. I genitori trattano i figli alla pari e i figli trattano i genitori e i parenti più anziani alla pari I figli non sono fonte di sicurezza per i genitori quando invecchiano Le politiche legate all'istruzione si focalizzano sulla scuola secondaria Le disuguaglianze dovrebbero essere minimizzate: le persone meno potenti e quelle più potenti dovrebbero essere interdipendenti, le persone con minorPotere sono aloro agio nell'interdipendenza, le relazioni sociali dovrebbero essere gestite con attenzione.
Nelle organizzazioni la gerarchia implica una disuguaglianza di ruoli, stabilita per convenienza.
La decentralizzazione è diffusa. Ridotta forbice salariale tra i livelli organizzativi.
I manager si affidano all'esperienza e ai loro collaboratori e i collaboratori si aspettano di essere consultati.
Il capo ideale è un democratico competente: le relazioni capo-collaboratore sono pragmatiche.
Privilegi e status symbol sono mal visti. Il lavoro manuale gode del medesimo status del lavoro d'ufficio.
Collettivismo/Individualismo. L'individualismo riguarda società in cui i legami tra individui sono deboli. Ci si attende che ciascuno si occupi di sé e della propria famiglia stretta. Il collettivismo riguarda società in cui le persone sin dalla nascita vengono integrate in forti e coesi ingroup, che continuano a
proteggerle nel corso della vita in cambio di una lealtà indiscussa.
Caratteristiche del collettivismo:
- Le persone nascono e vivono in famiglie estese e altri ingroup persistenti: i singoli individui sanno di appartenere a raggruppamenti ampi e tutta l'esistenza passa attraverso gruppi di persone, nessuna relazione individuale (ci si incontra tra gruppi e non tra singoli individui)
- L'identità è fondata sulla rete sociale di appartenenza
- I bambini crescono pensando in termini di "noi"
- Armonia preferita e confronto diretto da evitare: evitare la contrapposizione manifesta, è preferita l'armonia (armonico fluire delle divergenze sociali, mantenere un contatto aperto e non mettere l'altro con le spalle al muro; lasciare spazio per modificare l'idea espressa senza dare l'impressione di avere cambiato idea) → negoziato americano - giapponese (possono generarsi incomprensioni dovute al modo di comunicare
Diventa morale per l'imprenditore ma anche per il dipendente (es. ottenimento di un'offerta migliore da parte di un'altra azienda - dispiacere del dover andare via dalla propria azienda con la quale si è creato un legame di tipo affettivo).
Assunzioni e promozioni vengono decise tenendo conto dell'ingroup: nessuno è trattato come singolo e tutti sono trattati come membri di un gruppo più grande.
Preferenza di assunzione di persone conosciute (es. chiedo ai miei, agli amici dei miei, e così via; persone che garantiscono per il soggetto).
Il management è management di gruppi: i manager gestiscono il gruppo di lavoro, i premi del lavoro svolto a livello di gruppo sono del gruppo.
Viene associato a tutto ciò ad un orientamento ad alta distanza dal potere, il valutato non ritiene di poter obiettare (presume che quella sia la valutazione migliore).
Vi è un rappresentante del gruppo (vox populi). La relazione prevale.
lavoro•sono basate su un contratto considerato di mutuo vantaggio Assunzioni e promozioni•vengono decise tenendo conto solo di regole e abilità Il management è management di• •individui Il compito prevale sulla relazione La comunicazione è del tipo “low context”.
3. Femminilità/Mascolinità. La terza dimensione è la mascolinità, contrapposta allafemminilità. L’autore si riferisce alla distribuzione dei ruoli all’interno dei sessi,addentrandosi nell’analisi di valori quali la modestia e l’assertività (polo femminile) o lacompetitività (polo maschile). In ambito manageriale, la considerazione più interessante èche una cultura maschile enfatizza lo status (che deriva per esempio dalla posizione e dalsalario), mentre una cultura femminile ha maggiore attenzione per le relazioni umane e laqualità della vita. Dove i valori “femminili” sono
In paesi con un indice di mascolinità più alto (Usa, Giappone, Italia, Hong Kong etc...), gli individui cercano principalmente la remunerazione per il proprio impegno, opportunità di carriera e di accedere a posizioni migliori, incarichi più impegnativi e difficili come fonte di soddisfazione. Caratteristiche delle società maschili: - Valori dominanti sono il successo materiale e il progresso - Denaro e beni sono importanti - Gli uomini devono essere impositivi, ambiziosi e "tosti"