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Si sviluppano le scienze umane che cercano di comprendere le sensazione umane, ma se prima le
scienze matematiche e umane erano insieme adesso sono separate. Si evolvono la sociologia e la
psicologia. Un grande sociologo è Webber, egli rivede le posizioni di Marx, la colonna portante della
società non è l’economia ma sono altri fattori. Un altro paese sono gli Stati Uniti che sono stati
interessati dallo studio dell’integrazione delle minoranze etniche e il lavoro. La sociologia si frammenta
in diverse scuole: alcune della psicologia limitano il programma di ricerca all’elaborazione dei dati
statistici si adeguano ad un modello fisico-matematico, altri studiano i comportamenti osservabili,
escludendo l’introspezione. Tra le scuole c’è la teoria dei riflessi in Russia o il comportamentismo
statunitense, altre come la psicologia della forma sono più complesse. Nel 1900 nasce la psicoanalisi,
con Freud che osservò i comportamenti nevrotici della borghesia e creò una teoria della psichiatria però
poi diventa del genere umano, lui studia l’inconscio che è vissuto da istinti soprattutto aggressivi e
sessuali. Nell’inconscio fanno parte anche ricordi, traumi infantili, sensi di colpa che la mente mette da
parte con un processo che si chiama rimozione, l’inconscio è la causa degli atteggiamenti nevrotici ma
anche nei comportamenti normali, la psicoanalisi ci fa capire che il confine tra normalità e follia è sottile
e fragile. L’io cosciente è uno strato sottile in bilico perché tutto dipende da un gioco di forze in
contrapposizione che sfugge al suo controllo. Presenta una figura scissa tra razionalità e irrazionalità, lui
cerca di spiegarla e non è irrazionale, le sue teorie sono molto pessimiste. Nel 1927 nel saggio “il
disagio della società” presenta come vivere nella società civile impone all’uomo sofferenza e dolore, in
altri saggi parla dello scatenarsi degli istinti negativi. Studiando l’inconscio cerca anche i linguaggi
attraverso cui si ispira, l’inconscio si esprime attraverso i sintomi nevrotici ma anche il sogno, gli incubi
e i lapsus, i giochi di parole e le barzellette. Anche la letteratura e l’arte diventano espressione delle
nevrosi umane, si cimenta nell’analisi di alcune opere attraverso cui riesce a trovare le caratteristiche
nevrotiche dell’autore. La letteratura del 1900 è di disagio e ha una spaccatura che è di consumo che
vede l’affermarsi di una società di massa che ha bisogno di un determinato genere, e la letteratura alta è
negativa nei confronti di quella di consumo, rifiuta la mercificazione dell’arte. Si diffonde un nuovo
linguaggio nuovo, il cinema. Si presenta come uno svago per la società di massa e propone attraverso
l’immaginazione in cui la società borghese e di massa si possono rappresentare. Molti intellettuali
saranno chiamati a partecipare, ma molti autori si trovano in difficoltà perché la scrittura di un film è
frutto di una cooperazione. La spaccatura tra le due letterature aumenta. Nel primo 1900 Agatha Christie
scriverà varie opere che però vengono considerate con disprezzo dai vari intellettuali. La narrazione si fa
più nervosa e prevalgono il dialogo e l’azione e viene meno la descrizione. In contrapposizione alla
letteratura di massa la letteratura alta diventa più alta e un linguaggio astruso e incomprensibile e più lo
è e più corrisponde alla richiesta ad un gruppo ristretto di persone. Nel 1900 si userà il verso libero. La
capitale della cultura e arte è Parigi. Grandi novità artistiche interessarono anche Berlino e Vienna.
Esiste un profondo conflitto tra cultura elevata e di massa e si modifica il rapporto tra arte e società,
nascono le avanguardie artistiche che caratterizzano il 1900. Questa parola deriva dal linguaggio
militare ed erano quelli che dovevano vedere territori sconosciuti e cosi fanno dal punto di vista
letterario i nuovi autori. Nascono dei nuovi gruppi che esprimono le idee attraverso le riviste. Sono
gruppi che coltivano insieme l’amore per la letteratura, le arti figurative ed il cinema, vengono create
diverse mescolanze tra le arti. Hanno in comune il rifiuto delle tradizioni, praticano nuove
trasformazione delle arti e criticano tutto ciò che è asservito al pubblico. Non vogliono che la loro arte si
mercifichi, cercano consenso, fanno spettacoli. Polemizzano con il gusto borghese e si ispirano al
vitalismo, celebrano l’istinto irrazionale e contrappongono queste idee con la razionalità e si
propongono di cambiare la vita rifacendosi a Remou, ma le avanguardie parteciperanno anche alla
politica. Producono tantissimi programmi parla di spontaneità e questa è una contraddizione perché si
devono dare delle regole. Accentuano l’auto riflessione accentuate nelle loro scelte poetiche, l’eredità è
più di idee che di opere. La prima avanguardia fu il futurismo, sfoggiato a Parigi nel 1909 da Filippo
Tommaso Marinetti, nato ad Alessandria d’Egitto nel 1866 frequentò gli studi francesi e si laurea a
Padova in giurisprudenza, si trasferisce in Francia e si dedica alla letteratura, questo impegno gli fa
redigere il manifesto futurista. Il futurismo influenzerà moltissimi altri ambiti. In tutta la vita fu un
benestante che investì i suoi risparmi nella letteratura. Nel 1929 diventa accademico d’Italia e muore a
Bellagio nel 1944. Il futurismo si sviluppa in Europa ma anche in Russia come l’opera del poeta
Majakoski. I futuristi vogliono distruggere i musei, le accademie perché accettano un atteggiamento
vivo ma disprezzano le donne. Vogliono un realismo a livello metropolitano. Il futurismo ebbe anche
una forte vocazione politica, esaltano la violenza, la guerra, e il futurismo prende parte al fascismo. Nel
1922 si trasformerà in una accademia di regime. In Francia fu formato da riviste cenacoli,
l’espressionismo si formerà nelle arti, esalta l’irrazionale, tutto ciò che è soggettivo e il massimo è l’urlo
di Munch espressionista. Successivamente il termine verrà usato per indicare altri caratteri. Nel 1907
venne formata in svizzera il dadaismo, il nome fu scelto perché non significa niente, rifiuta il passato ma
vuole riformare un futuro. Si esprimono attraverso beffe, esaltando la spontaneità assoluta. Il fondatore è
Zara. Nel 1924 viene fondato a Parigi il surrealismo con Breton, critica la mediocrità dell’esistenza
quotidiane e vuole la liberazione dell’individuo nel 1925 Breton dirà che il surrealismo è un grido dello
spirito che torna verso se stesso, si impegna a liberare le forze creative dell’animo umano, avvicinandosi
a Freud e porle nella letteratura, nasce la scrittura automatica che è un trascrivere ciò che l’animo dice.
Breton porta il movimento ad entrare nel partito comunista francese ma poco dopo egli esce perché il
dominio del partito è troppo forte. Ci sono avanguardie che riguardano solo l’arte come il cubismo
massimo pittore è Picasso. Del futurismo importanti sono Boccioni, Balla. Nel primo 1900 assumono
nuovi caratteri la narrativa e la poesia che assume un carattere lirico per la estrema elaborazione formale
dei testi, la poesia del 1900 vive in un suo isolamento formale e usa un linguaggio fatto di metafore
inusuale. È un esasperazione del simbolismo, effetti sonori, sinestesie, si avvale di una linguaggio
oscuro, che non vuol raccontare esperienze ma vuole raccontare un avvenimento e ceda l’iniziativa alle
parole. Si affermano due poetiche: la poetica dell’analogia, imparentata con il simbolismo e crea
atmosfere evocative, ed alludono a temi psicologici, tra i maggiori esponenti c’è Richel e Ballerì ed
Ungaretti, la poetica degli oggetti crea un mondo formato da tantissime cose che sono simboli allegorie
difficile da decifrare non si fondano su una simbologia comprensibile a tutti, esponenti sono Eliott e
Montale. C’è una grande crisi perché il narratore non è più il padrone assoluto della vicende e dei
personaggi. Un esponente è Proust e la coscienza di Zeno di Svevo, romanzi della memoria e la realtà si
trasforma in ricordo. È tutto incentrato su ciò che ha vissuto e ciò che vive nel ricordo. Importante è
Joyce, Ulisse dove presenta gli eventi filtrati dalla memoria dei personaggi, non c’è distinzione tra ciò
che è vero, fantasia e la rievocazione. Opera simile è “gita al faro” dove il carattere soggettivo gira
dentro e fuori dai personaggi. Ma il culmine c’è nell’opera di Kafka, uno scrittore Ebreo scrittore in
lingua tedesca, interessanti sono le storie che sono totalmente assurde, enigmatiche allegorie dell’uomo
moderno. Nella narrativa del 1900 entra in crisi il tempo e c’è una grande discrepanza tra la durata degli
eventi narrati e la narrazione. Anche i personaggi entrano in crisi e si sgretola. La narrazione del 1900
ogni minimo evento diventa fulcro della narrazione e la vita ha la stessa intensità in ogni istante. In
Italia c’è un miglioramento della alfabetizzazione e amplia il pubblico. Si sviluppa l’editoria e si
sviluppa la casa editrice Treves e nel 1907 nasce Mondadori. Altra casa editrice importante è editore “la
terza” di bari che pubblicò croce. Si sviluppa la stampa quotidiana, cresce il numero delle testate
milanesi e romane dal punto di vista politico e nazionale. Ne 1922 viene inserita la terza pagine,
caratterizzata da corrispondenza, e sarà fino al 1950 e aiuterà le grandi opere del tempo. Nel primo 1900
la diffusione della lingua è lenta ma favorita dalla crescita dell’industria, dai contatti obbligati dalla leva
militare che mette a contatto milioni di combattenti, si sviluppa la radio, il cinema e si diffonde l’italiano
parlato. Con il fascismo si ha un blocco dell’espansione della lingua, perché il fascismo critica
l’espansione del dialetto ma si vuole creare una lingua che non abbia parole di origine straniera. Ma alla
fine della prima metà del 1900 si parlava sia l’italiano che il dialetto, ma l’italiano parlato non è quello
standard della lingua scritta e il divario aumenta, perché l’italiano parlato derivava dai dialetti e la scritta
dai rigori della grammatica. La vita culturale in Italia ha la massima espressione a Firenze, con i dibattiti
nelle riviste, Firenze è il gruppo di idee che discutono, esprimono le diverse idee. Riviste come: il
Regno(1903-1906) diretta da Corradini, autori come: Papini e Prezzolini; rivista Leonardo(1903-1907)
celebra l’imperialismo e si fa portatrice del pragmatismo di origine americana, giornalisti: Papini e