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C
AMP , vanno ad attivare delle altre proteine, innescando quindi un ulteriore meccanismo
C
di amplificazione.
Meccanismo d’Azione
1. Il legame con il neurotrasmettitore modifica la conformazione del recettore
esponendo il sito di legame per la proteina G,
2. La diffusione del neurotrasmettitore attraverso il doppio strato fosfolipidico della
membrana determina l’associazione del complesso neurotrasmettitore-recettore,
con la proteina G, attivando quest’ultima mediante lo scambio GDP-GTP,
3. La sostituzione di un GTP al posto di un GDP determina la dissociazione del
!,
complesso G, e la conseguente esposizione sulla subunità di un sito di legame
per l’Adenililciclasi.
!
4. La subunità si lega alla ciclasi e la attiva. La ciclasi attivata inizia a produrre
parecchie molecole di AMPc, !
5. L’idrolisi di GTP della subunità fa tornare quest’ultima alla sua conformazione
originale e ne determina il distacco della ciclasi, che diviene inattiva, e la
!"
ricombinazione del complesso
6. Il processo di attivazione della ciclasi si ripete finché la dissociazione del
neurotrasmettitore dal recettore non fa ritornare quest’ultimo nella sua
condizione originaria.
L’AMPc, all’interno della cellula andrà ad incontrare una molecola particolare, chiamata
protein-chinasi AMPc dipendente. È un enzima che serve a fosforilare altre proteine.
Si tratta di un complesso di 4 molecole proteiche, di cui
-2 subunità catalitiche, sono quelle che fosforilano. In condizioni normali queste due
subunità sono bloccate, ma nel momento in cui arriva AMPc vengono esposte, una volta
svolto il loro compito, vengono nuovamente bloccate.
-2 subunità regolatrici, tengono bloccate le due subunità catalitiche.
-Sistema del Fosfoinositolo
L’Acetilcolina si lega al recettore muscarinico per l’Ach. In questo modo vengono attivate
una serie di proteine di trasduzione, si tratta delle proteine Go, le quali vanno ad attivare
la FosfolipasiC (PLC), che funge da effettore primario. Infatti questo enzima aggredisce i
fosfolipidi della membrana e degrada alcune molecole, fino a trasformarle in secondi
messaggeri. Si ottengono dunque IP3 e DAG. Alla fine di questo processo si ottiene
l’attivazione di una Protein-chinasiC.
L’inizio del meccanismo d’azione è lo stesso del sistema per l’AMPc, la prima differenza
sta nella molecola PLC (FosfolipasiC), la quale aggredisce i fosfolipidi di membrana per
sintetizzare un secondo messaggero. Questo, divide la molecola in due parti, IP3 e DAG.
L’IP3 si diffonde nella cellula, e va a legarsi in alcuni siti specifici a livello del reticolo
endoplasmatico all’interno del quale si trova una certa quantità di calcio. Quando l’IP3 si
lega al reticolo endoplasmatico fa liberare Ca2+, il quale va ad attivare la Protein-
chinasiC, che si deve legare anche al DAG, quindi si va a piazzare in corrispondenza del
sito iniziale in cui il DAG era rimasto incorporato.(
Il Calcio si può anche andare ad attivare una molecola di calmodulina, la quale fa attivare
una protein-chinasi calcio-Calmodulina dipendente.)
-Sistema dell’Acido Arachidonico
L’Istamina si lega al recettore, e attraverso un meccanismo di trasduzione viene attivato
un effettore primario, la fosfolipasi A2. Questa produce come secondo messaggero
l’Acido arachidonico.
Per il meccanismo d’azione abbiamo sempre lo stesso schema di base, ossia con una
proteina G. questa volta però si ha una fosfolipasi diversa. Parte sempre dai fosfolipidi di
membrana, ma produce Acido Arachidonico, si tratta di una sostanza non polare, che ha
delle caratteristiche importanti. Può passare attraverso la membrana, questo comporta
delle possibilità di lavoro molto più flessibili. Dalla cellula postsinaptica, l’acido
Arachidonico si libera nella cellula e poi può spostarsi nella cellula vicina, o addirittura
può retrodiffondere fino ad andare a lavorare nella cellula presinaptica.
Meccanismo del secondo messaggero: Le proteine G possono agire indirettamente sui
canali ionici attraverso diversi enzimi (adenilatociclasi, fosfolipasi C e A2) con
à à
formazione di secondi messaggeri attivazione di protein-chinasi fosforilazione di
proteine bersaglio. La velocità di desensitizzazione del recettore ionotropico per Ach è
modulata da diversi secondi messaggeri tramite l’attivazione di diverse
PK che fosforilano il recettore in siti distinti.
I recettori della tirosin-chinasi, funzionano con lo stesso meccanismo di quelli accoppiati
a proteine G. La tirosina è una molecola abbastanza grande, che attraversa la membrana,
e ha un legame per il neurotrasmettitore all’esterno della cellula. Ha un’unità catalitica
all’interno della cellula.
7. Meccanismi d’integrazione sinaptica (modello del riflesso miotatico, tipi di sinapsi,
potenziale d’inversione, sommazione spaziale e temporale)
La maggior parte dei neuroni del SNC riceve numerosissimi input sinaptici che attivano
combinazioni differenti di canali ionici, e di recettori accoppiati a proteina G. Il neurone
postsinaptico integra tutti questi segnali e da origine ad una forma semplice di output,
che sono i potenziali d’azione. Questo processo attraverso cui i potenziali sinaptici
multipli si integrano nel neurone postsinaptico è chiamato Integrazione Sinaptica.
La risposta postsinaptica più semplice consiste nell’apertura di un singolo canale ionico.
Una corrente entrante attraverso questi canali depolarizza la membrana postsinaptica
provocando un potenziale postsinaptico eccitatorio (PPSE). Il numero di canali che
vengono attivati durante la trasmissione sinaptica dipende dalla quantità di
neurotrasmettitore che viene liberato. L’unità elementare di neurotrasmettitore rilasciato
equivale al contenuto di una singola vescicola sinaptica.
Modello del Riflesso Miotatico
Il riflesso miotatico è un arco riflesso monosinaptico che rileva il grado di stiramento
muscolare, mediante le informazioni ricevute dal fuso neuromuscolare, e risponde
all'estensione del muscolo con una modulazione della contrazione delle fibre extrafusali.
Il riflesso miotatico, in altre parole, aumenta la "forza" di contrazione del muscolo quando
su di esso varia la necessità di compiere uno sforzo. Il fuso neuromuscolare, sente gli
allungamenti del muscolo. Infatti, si attiva quando il muscolo viene allungato, e a questo
punto dal fuso neuromuscolare parte una serie di potenziali d’azione. All’arrivo del
!-motoneurone,
segnale il neurone, dunque va ad attivare un il quale va ad attivare il
musco estensore.
Quando il muscolo è stirato, la frequenza di scarica aumenta, mentre quando è contratto,
la frequenza di scarica si abbassa. [Questo riflesso ha un ruolo molto importante anche
nel farci stare in piedi, infatti quando stiamo in posizione eretta, questo meccanismo è
continuamente in azione, poiché, non appena il ginocchio si flette, il muscolo sente
l’allungamento, e quindi si contrae. Si dice infatti che il muscolo resta sempre in una
situazione di contrazione intermedia, e per questo motivo è anche detto riflesso
antigravità]. Nel momento in cui vado ad estendere una gamba, si attiva la muscolatura
estensoria, ma allo stesso tempo avviene un’inibizione della muscolatura flessoria.
L’assone che porta l’informazione dell’allungamento del muscolo, attraverso
l’interneurone inibitore, va ad inibire l’!-motoneurone del muscolo flessore. Quindi, così
come un riflesso che parte dal muscolo estensore, va ad attivare il muscolo estensore
stesso e ad inibire il muscolo flessore, allo stesso modo un riflesso che parte da un
muscolo flessore va ad attivare il muscolo stesso e ad inibire il muscolo estensore. Quindi
possiamo dire che l’!-motoneurone, riceverà delle afferenze di tipo eccitatorio dai fusi
neuromuscolari del muscolo stesso, e influenze inibitore dai fusi neuromuscolari che
vanno al muscolo che compie l’azione inversa, il muscolo antagonista.
Modello Sperimentale del Riflesso Miotatico:
Si ha un motoneurone da cui registrare un potenziale interno, e quindi osservare le
variazioni di potenziale. Si hanno una serie di terminazioni sinaptiche di tipo eccitatorio,
che possono essere attivate una per una, e una serie di terminazioni sinaptiche di tipo
inibitorio che possono anch’esse essere attivate una per una. Dallo schema del modello
sperimentale emerge che le terminazioni sinaptiche eccitatorie, vanno a finire sul
dendrite, e quindi diventano delle sinapsi Asso-dendritiche. Le terminazioni sinaptiche
inibitorie vanno a finire sul corpo del neurone, diventando quindi delle sinapsi Asso-
somatiche.
Tipologie Morfologiche di Sinapsi:
Esistono diversi tipi di sinapsi distinguibili in base a caratteristiche morfologiche.
Sinapsi Asso-Dendriticheàil terminale assonico è in contatto con un dendrite,
(di tipo I) sono solitamente delle sinapsi eccitatorie.
Sinapsi Asso-Somaticheàil terminale assonico si trova tra l’assone e il corpo cellulare
(di tipo II) (soma), sono solitamente delle sinapsi inibitorie.
Sinapsi Asso-Assonicheàil terminale assonico prende contatto con un bottone sinaptico
di un altro assone.
Il Potenziale di Inversione
È il valore critico del potenziale di membrana a cui la direzione del flusso di corrente si
inverte. Se un neurotrasmettitore, cambiando la permeabilità relativa della membrana ai
differenti ioni, induce Vm ad avvicinarsi ad un valore molto più positivo della soglia per il
potenziale d’azione, allora l’effetto del neurotrasmettitore è considerato eccitatorio. In
genere i neurotrasmettitori che generano l’apertura dei canali per il sodio Na+, sono
eccitatori. Se un neurotrasmettitore induce Vm ad avvicinarsi ad un valore che è molto
più negativo della soglia per il potenziale d’azione, l’effetto del neurotrasmettitore viene
detto inibitorio. I neurotrasmettitori che fanno aprire i canali permeabili al Cl- e al K+
sono inibitori.
La sommazione di PPSE
Rappresenta la forma più semplice di integrazione sinaptica del SNC. Esistono due tipi di
sommazione: spaziale e temporale.
La sommazione spaziale si ha quando vengono sommati insieme i PPSE generati
simultaneamente da molte sinapsi diverse su un unico dendrite. Se prendo due neuroni
eccitatori, che si trovano su due dendriti differenti, questi non genereranno un PPSE
perfettamente sincrono, ma il segnale A arriverà un po’ prima del segnale B. Andando ad
esaminare l’attività dei due neuroni, si osserva che si ha una costante di spazio, la quale
può essere breve o lunga.
1) Nel primo caso, dopo poco spazio (0,33 mm)