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Problema: un’imposta capitaria non è distorsiva ma penalizza maggiormente i meno abbienti;

un’imposta sul reddito da lavoro non ha negative implicazioni distributive ma è distorsiva e

potrebbe ridurre l’offerta di lavoro, con conseguente riduzione della base imponibile.

Pressione fiscale: rapporto tra ammontare del prelievo obbligatorio e PIL. Fino a inizio ‘900 la

pressione fiscale in Europa e USA era circa al 10%; con le 2 guerre mondiali e con i cambiamenti

strutturali avvenuti al loro termine si è verificato un considerevole aumento (in tutti i paesi sono

stati introdotti sistemi pensionistici e forme di assicurazione sociale finanziati almeno in parte con il

prelievo obbligatorio). Negli anni 70 e 80 del 900, in Europa si è assistito ad una espansione

continua del welfare finanziato dal prelievo, mentre negli USA il finanziamento del settore sanitario

e pensionistico diventa a carico del settore privato.

Modalità di prelievo: può essere imposto definendo in modo univoco l’impiego (imposta di

scopo) o per finalità generali (imposte generali); inoltre il prelievo può essere stabilito,

realizzato e percepito da soggetti diversi (amministrazione locale, che ha limitata autonomia, e

amministrazione centrale, che fissa il livello di prelievo). In presenza di autonomia fiscale, le

autorità locali possono competere tra loro offrendo condizioni fiscali favorevoli per attrarre residenti

e imprese. Da un lato, questa concorrenza è benefica perché consente ai cittadini di valutare

comparativamente la politica tributaria della propria giurisdizione; dall’altro, la concorrenza può

portare ad una compressione dei servizi nelle giurisdizioni con minori dotazioni, sia in termini di 12

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base imponibile sia strutturali. Una parte del prelievo viene quindi destinata all’amministrazione

locale in quanto conosce meglio le preferenze dei cittadini su beni pubblici locali.

I tributi possono inoltre essere diretti, che hanno come imponibili il reddito o il patrimonio, (imposta

personale sul reddito IR, imposta sulla società IS, imposta sulla produzione per le imprese,

contributi) o indiretti, che hanno come imponibili il consumo di beni (IVA); L’imposta diretta è

modulabile sulle caratteristiche del contribuente (IR tiene conto del numero di figli e dell’età degli

stessi); l’imposta indiretta non è modulabile. La principale implicazione di questa osservazione è

che solo le imposte dirette possono essere utilizzate a fini redistributivi.

Teoria economica della PT: composta da un’analisi positiva che affronta il tema dell’incidenza

fiscale(chi paga le tasse), mentre l’analisi normativa indaga sulla forma ottima di prelievo conforme

ai fini della PT.

1) Incidenza fiscale in equilibrio parziale:

-Se i bene è di consumo in Italia l’onere di versare l’imposta sul consumo ricade sull’offerente del

bene, mentre se il bene è un servizio di lavoro in Italia l’onere ricade in parte sull’offerente

(lavoratore) e in parte sul domandante (impresa).

-Per offrire la quantità Q1, gli offerenti non richiedo P1 ma

P1+t perché la curva si sposta verso l’alto; il prezzo di

equilibrio si è alzato ma di un ammontare inferiore rispetto

alla tassa t, quindi gli offerenti sono chiamati a versare

l’imposta anche se l’onere è diviso con i consumatori.

Incidenza di fatto e incidenza di diritto non coincidono: se

la domanda è insensibile al prezzo (no elastica),

incrementi di prezzo non modificano la quantità

domandata e l’offerente può far ricadere l’onere

interamente sul consumatore (contrario per domanda

elastica)—> al diminuire dell’elasticità della domanda,

aumenta l’incidenza di fatto sui domandanti di una tassa

con incidenza di diritto sugli offerenti

Se l’offerta è rigida l’incidenza di fatto ricade sugli offerenti.

-Discussione sulla tassazione dei redditi da capitali: Se il risparmio è molto mobile sui mercati

internazionali, i rendimenti del capitale si dovranno eguagliare tra i diversi paesi e per ogni singolo

paese la curva di offerta di capitale sarà orizzontale al tasso di rendimento mondiale. L’incidenza di

diritto pesa sugli offerenti di capitale, ma di fatto interamente sui domandanti di capitale, vale a dire

le imprese che potranno a loro volta trovarsi o meno nella condizione di traslarla sui propri clienti o

sui lavoratori.

-Discussione su come l’introduzione dell’imposta porta a riduzione della quantità

scambiata: si verifica una perdita di surplus sia per consumatore che per produttore.

Senza imposta: surplus del consumatore A+B+C; surplus produttore D+E+F

Con imposta: la quantità diminuisce a Q1 scambiata al

prezzo Pd, mentre il produttore percepisce Ps (Pd-Ps= t);

surplus cons. A; surplus prod. F; l’amministrazione riceve una

somma pari a B+D; mentre C+E formano il triangolo di

Harberger che rappresenta la perdita di benessere subita

dagli operatori in quel mercato dopo l’introduzione

dell’imposta. La dimensione della perdita dipende dalla

sensibilità di domanda e offerta al prezzo (misurata dalla

elasticità al prezzo). Se la domanda [offerta] è rigida,

variazioni nel prezzo non comportano variazioni nella

quantità e quindi azzerano il triangolo di Harberger. Tanto più

la domanda [offerta] è elastica, tanto maggiore è la perdita di

benessere associata all’imposizione.

Per quanto riguarda l’analisi normativa (teoria della

tassazione ottima): Per raccogliere un dato gettito con la minima perdita è quindi opportuno

tassare maggiormente quei beni la cui domanda sia meno sensibile al prezzo. La sensibilità al

prezzo di un bene dipende dalla dimensione dell’effetto di reddito (può essere annullato con

appropriati trasferimenti) e dell’effetto di sostituzione di una variazione di prezzo. Per quanto 13

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riguarda quest’ultimo effetto la regola di Ramsey afferma che bisogna tassare maggiormente i

beni con limitati sostituti. Ciò implica che vengono tassati di più i beni di prima necessità che

costituiscono la spesa anche dei meno abbienti.

L’analisi condotta sull’incidenza ci ha mostrato che al crescere dell’imposta si riduce la quantità

scambiata e quindi si riduce la base imponibile. Tra aliquota media di imposta e gettito fiscale c’è

una relazione a U rovesciata (curva di Laffer): per bassi valori dell’aliquota, incrementi della

stessa incrementano il gettito; per elevati valori dell’aliquota incrementi della stessa riducono il

gettito. La curva di Laffer non genera una teoria della tassazione ottima perché definisce l’aliquota

che massimizza il gettito, ignorando implicazioni di efficienza o distributive.

2) Incidenza in equilibrio generale: prende in considerazione gli effetti sul mercato generale

dell’introduzione di un’imposta su un bene. Consideriamo il consumo di due beni Y e X. Entrambi i

beni hanno elasticità di domanda e offerta diversa da zero e finita. Con un’imposta sul consumo di

Y, il prezzo di equilibrio di Y diminuisce e quindi per effetto di sostituzione e di reddito il consumo di

Y diminuisce. Il consumo del bene X potrebbe aumentare, se i beni sono sostituti, oppure diminuire

ulteriormente se sono complementi. in tal caso: il prezzo di equilibrio del bene X si riduce e il

vincolo di bilancio del consumatore si allenta di nuovo e può raggiungere un più elevato livello di

utilità.

Caso di tassazione del capitale in eco aperta: il tasso

rendimento netto del capitale in ciascun paese deve

*

eguagliare il tasso di rendimento mondiale r . Ne segue

che il rendimento al lordo della tassa è pari a r*+t e la

curva di offerta è una retta orizzontale con intercetta

r*+t. L’introduzione dell’imposta comporta una riduzione

dell’investimento di eq e un incremento del prezzo di eq

sul mercato dei capitali pari a t. in teoria l’intero onere

dell’imposta ricade sui domandanti di capitali e quindi

sulle imprese perché l’offerta è perfettamente elastica.

In pratica ricade sui consumatori, anche se in generale

la domanda da parte dei consumatori sarà sensibile al

prezzo e quindi non sostiene una larga parte dell’onere.

D’altra parte una riduzione degli investimenti comporta

una riduzione della produttività marginale del lavoro e

della domanda di lavoro. Se l’offerta è rigida si ha una

modesta caduta dell’occupazione e una sostanziale

caduta del salario: l’onere dell’imposta sul capitale

ricade sul lavoro.

Sintesi: la teoria suggerisce di imporre imposte con

aliquote basse su basi imponibili ampie e inelastiche al fine di minimizzare le predite di efficienza.

Questo deve conciliare con l’obiettivo di redistribuzione che prevede imposizioni su redditi da

lavoro più elevati, quindi bisogna riuscire ad avere progressività dell’imposta e allo stesso tempo

non scoraggiare l’offerta di lavoro. Un’imposta è progressiva quando se il reddito cresce del 10%

l’ammontare corrisposto aumenta di più del 10%, ovvero l’elasticità dell’imposta alla base

imponibile deve essere maggiore di 1.

Sia T(Y) l’ammontare corrisposto (debito di imposta) e Y il reddito. La variazione di T(Y) dovuta ad

una variazione in Y è pari all’aliquota marginale t(Y)= dT(Y)/dY. L’elasticità di T(Y) rispetto al

reddito Y: E= dT(Y)/dY x Y/T(Y)= t(Y)/ta. L’elasticità dell’imposta è maggiore 1, se e solo se

t(Y)>ta, ovvero se l’aliquota marginale è maggiore dell’aliquota media. Aliquote marginali crescenti

nel reddito possono essere disincentivanti e avere effettivi redistributivi avversi nella misura in cui

erodono la base imponibile e incentivano l’elusione e l’evasione così riducendo l’aliquota media.

Distinzione tra aliquota marginale e marginale effettiva: In molti sistemi fiscali i soggetti con

redditi al di sotto di una certa soglia ricevono sussidi. Al crescere del reddito questi sussidi non

vengono più corrisposti e quindi l’aumento del reddito comporta un aumento del debito di imposta

che eccede l’aliquota marginale. Per redditi bassi l’aliquota marginale effettiva eccede l’aliquota

marginale. Tassa negativa: al fine di migliorare la partecipazione al mercato del lavoro, riceve

sussidio anche il soggetto che lavora in misura tanto maggiore quanto minore è il suo reddito da

lavoro. 14

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Esternalità: un i

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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher thenickx1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politiche economiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Natale Piergiovanna.