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DEI CORPI; 2)RICORDANDO IL MONDO D’ORIGINE
L’anima non possedendo coscienza di sé agisce erroneamente: dobbiamo quindi
ricorrere a quella parte di anima che, necessariamente, non abbandona il nous.
Plotino è più ottimista di Platone e pensa che l’uomo possa arriv are ad av ere una
conoscenza adeguata e piena delle idee, v iv endo nel mondo dei corpi v edendone
l’origine div ina.
4
L’argomentazione plotiniana è a spirale, comincia dando un’idea preliminare di tutto
quello che sta per dire […] per poi fare approfondimenti progressivi e secondo prospettive
div erse.
La PRI MA SESSI ONE DI SOMMARI O è molto oscura, si tratta di una matassa che plotino
sbroglierà in seguito.
UNO, INTELLETTO E ANIMA SONO I NCORPOREI – CORPI E MATERI A CORPOREI
Paragona la condizione dell’anima a una condizione anfibia: la realtà intellegibile a cui il
mondo dei corpi è più prossimo. I ndagare sull’anima permette, quindi, sia di indagare sui
principi superiori all’anima, sia di cosa l’anima stessa è principio: i corpi. Possiamo quindi
v edere il cosmo nel suo insieme.
E indagando l’anima seguiremo il precetto delfico di conoscere sé stessi. Non è solo un
trattato sulla realtà ma anche su ciò che siamo noi. Questa ricerca non è solo astratta ma
una ricerca intellettuale su chi noi siamo.>> il FI NE di tutto questo è arriv are alla più
amabile delle v isioni.
Si tratta dell’UNO? No, non è oggetto di conoscenza, ciò che dà causa di qualcosa non
ha le proprietà di quello che ha causato (altrimenti sarebbe indistinguibile). L’Uno, origine
di pensiero e conoscenza, non è né pensiero, né conoscenza, né essere.
L’oggetto massimo della conoscenza è ancora nel pensiero, ma raggiunto questo ci
sentiremo come spinti fuori dal pensiero.
L’oggetto massimo sarà quindi l’I NTELLETTO ed è sempre qualcosa di duale pur se
perfettamente unificato. ANIMA*
Investigando sul principio incorporeo dei corpi (L’ANIMA), indaghiamo noi stessi e
indagando noi stessi indaghiamo il processo per arrivare all’intelletto. I gradi della
realtà sono i gradi che trovo in me stesso. 3
Per PLATONE l’anima è ciò che spiega la v ita in un corpo; per PLOTI NO l’anima ha v arie
articolazioni interne, è un principio intellegibile ma internamente molteplice. Ad esempio il
tempo è ciò che la caratterizza meglio. Ma esiste anche un’anima del cosmo, ognuno di
noi ha un’anima. 4
ANI MA UNI VERSALE L’anima è div ersificata al suo interno ma non in
ANI MA DEL MONDO “parti” è un tutto omogeneo
ANI MA I NDI VI DUALE
Gli STOI CI concepiscono l’anima come un corpo potenziato. Per P questo è un errore,
cioè conoscere l’anima a partire da ciò che è animato (v edi Aristotele)> critica di P
all’ilemorfismo.
P separa nettamente i corpi dagli incorporei ed ev ita di usare analogie con il mondo
reale (div ersamente da platone). La molteplicità dell’anima non è assimilabile a quella
dei corpi L’ESTENSIONE DA UN’INESTENSIONE? SI TRATTA DI UNA IRRADIAZIONE DI SÉ
COME PUÒ ESSERE CAUSATA
i corpi non sono altro che anima degradata
>
Vuole ev itare di elev are la materia ad anti-principio dell’intellegibile. Tutto è una
questione di GRADUALI SMO METAFI SI CO, si può capire la gradualità dell’essere
5
L’ANI MA è un oggetto completamente eterogeneo al mondo dei corpi, essa in tutte le
sue articolazioni interne è comunque sostanza (ousia)
Riprende argomentazioni aristoteliche “non tutta l’anima è di qualcosa (tynos)”, l’anima
non è un predicato del mondo fisico né un attributo, essa È UN’ESSENZA A SÉ STANTE.
Nel caso in cui qualcosa dell’anima appartiene a qualcuno (anima di socrate/del
mondo) si usa effettiv amente tynos; questo P non lo nega, L’ANIMA SI ASSOCIA PUR SEMPRE
A QUALCOSA MA È UN ACCIDENTE E NON FA PARTE DELL’ESSENZA DI ANIMA.
L’anima è una sostanza incorporea a sé stante> per ARI STOTELE non potrebbe esistere
senza il corpo a cui è associata, per P è solo ACCIDENTALE.
Parla delle parti dei corpi perché v uole rimuov ere un certo modo di considerarli, ov v ero
come punto di partenza – lui cerca la struttura della sostanza incorporea 5
RI MUOVERE I CORPI
COMPRENDERE LE CAUSE I NTELLEGI BI LI
COMPRENDERE I CORPI
L’anima ricorda la struttura di un corpo le sue parti sono omogenee a tutto.
OMEOMERO,
Si può dire che la parte di un corpo omogeneo è uguale alla parte di un incorporeo? No,
perché è una parte secondo la massa e non secondo la forma. Considerare un corpo
come massa significa prescindere da ciò che di intellegibile v i è in essi. Caratteristica di
questo elemento materiale è l’estensione quantitativ a. , massa
NON ESISTE QUALCOSA CHE È SOLO MASSA, SONO SEMPRE PRESENTI PRINCIPI INTELLEGIBILI
significa considerare un corpo solo per la sua estensione. I n questo modo tra un corpo
v iv o e un corpo morto non c’è differenza.
6
La nostra anima, inizialmente riv olta ai corpi, dev e negare le proprietà dei corpi e –
intellettualmente - cogliere le cause, per tornare poi al sensibile (degradato).
[Galeno, per es, cercav a di comprendere la natura del Demiurgo a partire dai corpi]
DIVISIBILITÀ E PARTI DEI PRINCIPI INTELLIGIBILI
La non riguarda la forma ma la massa:
DIVISIBILITÀ
è un corpo considerato solo per estensione. I principi intelligibili sono indiv isibili (es.
MASSA
la bianchezza del latte non si separa v ersandone un po’ bicchiere)>
>Sv iluppo plotiniano della teoria platonica nel Parmenide: le forme possono essere
plurilocate senza essere div ise (una stessa cosa, una e identica, in più luoghi
contemporaneamente).
LE PARTI DEI PRI NCI PI I NTELLI GI BI LI SONO MOLTEPLI CI TÀ DI TI PO NON-SPAZI ALE, parti
indisgiungibili dal tutto, mentre le parti di una massa sono esteriori le une dalle altre (cap. II
linea 16: “bianchezza del latte”) + linea 25
L’essenza del latte non è connessa alla sua spazialità, mentre lo è la sua massa.
(fedele al Parmenide) non assimila la molteplicità dei principi a elementi spaziali
Per Platone arriv iamo alle idee attrav erso la geometria e il calcolo – Plotino assimila la
geometria e la matematica, in quanto quantitativ e, ai corpi. Non hanno in sé già
l’intelligibile come per Platone, v eniamo distolti dagli incorporei. 6
Nel MONDO I NTELLIGIBILE – NON SPAZI ALE E NON QUANTI TATI VO – non v ale la regola per
cui la parte è minore del tutto. La quantità in sé sembrerebbe non quantitativ a e quindi
pone molti problemi. [I l mondo di Platone v a dequantificato
RAZI ONALI TÀ DELL’UOMO
L’uomo è l’unico a possedere un’anima razionale – il principio della sua razionalità si trov a
nel mondo delle idee 1 2
Esistono due tipi di razionalità: quella temporale dell’anima incarnata quella
inconsapev ole della parte superiore della nostra anima
L’anima di ciascuno è razionale nella misura in cui si trov a parzialmente ancora nel
mondo delle idee
NELL’ANI MA NON C’È UNO SPAZI O, PUR TROVANDOSI UNA MOLTEPLICI TÀ: la strutturazione
interna dell’anima ammette che ci siano tipi di anime.
Potremo allora distinguerle in base ai corpi di cui si occupano? P rifiuta perché farebbe
dipendere l’anima dal corpo
Comprendere le sostanze – Linguaggio - Scienza
Come si distinguono le sostanze se non possiamo farlo spazialmente? NOZI ONE DI
DI FFERENZA I NTELLETTUALE. Si distinguono per grado d’essere
Uso del linguaggio – bisogna concepire le sostanze intelligibili per sé stesse. Questa
conoscenza archetipa supera il linguaggio
L’uso delle analogie, che si trov ano nel linguaggio, sarà utilizzato dal filosofo che ha una
conoscenza oltre il linguaggio, cercherà di tradurre in linguaggio qualcosa di
extralinguistico, che sarà sempre inferiore alla conoscenza diretta. I l filosofo ha
conoscenza piena delle idee e, attrav erso le analogie, cerca di spiegarsi.
Bisogna pensare alla scienza come un corpus di teoremi, la scienza esiste “come intera”,
come insieme di un sistema di conoscenze. Ogni teorema è potenzialmente un’intera
scienza, questa è l’immagine imperfetta di una totalità spirituale.
ANALOGI A DI GENERE E SPECI E (Categorie aristoteliche)
Per Aristotele non v ediamo mai il genere di animale ma la sua specie
P la riprende ma la modifica:
il genere non è solo dentro ciascuna specie ma esiste anche come intero e ha la
capacità di manifestarsi in tutte le specie: potremo, quindi, trov are in un v iv ente tutte le
specie di v iv enti comprendendo tutto l’insieme
all’interno della spazialità qualcosa di simile a questo tipo di totalità è il frattale.
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Plotino associa l’estensione al corpo
La struttura delle analogie puo’ esprimere un tipo di conoscenza intellettuale non
linguistica (cerchio e i suoi raggi, la luce e i gradi di luce, …)
I l mondo è multiprospettico: il filosofo v ede nei corpi gli intell, noi v ediamo l’unica realtà
PERCEZIONE e ANIMA*
Cap. 3 Comincia a trattare il problema della percezione: perché è il luogo in cui l’ambito
degli incorporei e l’ambito dei corpi sembra possano essere collegati. Dev e esserci una
connessione tra l’incorporeo, anima e l’oggetto percepito. Plotino dirà che la percezione
è un’ATTI VI TÀ DELL’ANI MA LEGATA AL CORPO
P intende chiarire come funziona l’ANI MA per chiarire come siamo noi.
[p.539] È v ero che l’anima è nel tutto ma ha delle funzioni che si realizzano in alcune parti.
Non ha tutte le funzioni ovunque ma nelle parti del corpo adatte (gli occhi hanno la
proprietà di v edere)
Ogni organo è preposto ad una funzione e in questo modo si esplica una funzione
dell’anima. Ma non c’è una parte di anima che serve a v edere, le funzioni sono ov unque:
è il PRI NCI PI O NON LOCALI ZZATO DELLA PERCEZI ONE
Attrav erso la sensazione noi giudichiamo in quanto essa è legata all’anima> LA
PERCEZIONE OTTIENE UN RUOLO CONOSCITIVO CON CUI SI DÀ UNA PRIMA ORGANIZZAZIONE DEL
MONDO
Non si v edono le cose