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PLACENTA
La placenta è un organo
complesso che permette
prima all’embrione e poi al
feto(detto così dal 3 mese) di
NUTRIRSI , RESPIRARE,
ELIMINARE le sostanze di
rifiuto e DIFENDERSI da
sostanze nocive e agenti
patogeni(batteri e virus) a
cui può essere esposto durante la vita nell’utero.
Questo organo svolge funzioni importanti anche per la
madre perché infatti le fornisce gli ormoni necessari per
il proseguimento regolare della gravidanza.
Durante lo sviluppo,la placenta presenta due tipi di
organizzazione: PLACENTA PRIMITIVA con villi
presenti su tutta la superficie del corion e PLACENTA
DEFINITIVA di forma discoidale con villi presenti solo
nella porzione embrionale del corion.
PLACENTA PRIMITIVA
Verso la fine della 2° settimana, sulla parete del sacco
coriale, il citotrofoblasto comincia a produrre cellule come delle colonne lungo il sacco
che si inseriscono nel sinciziotrofoblasto. Questi sono i cosiddetti VILLI CORIALI
PRIMARI disposti a raggiera su tutta la superficie
esterna del corion.
in seguito , all’interno di questi villi coriali si
introduce anche il mesoderma extraembrionale e
diventano VILLI SECONDARI. Per cui la loro
superficie è formata dal sinciziotrofoblasto
disposto su uno strato di cellule del
citotrofoblasto che rivestono a loro volta un’asse di mesoderma
extraembrionale.
Durante la 3° settimana di sviluppo in questi villi le cellule mesodermiche al centro
del villo iniziano a differenziarsi in cellule del sangue e in piccoli vasi sanguigni, dando
origine al sistema capillare
dei villi e si parla di VILLI TERZIARI.
Si forma così una PLACENTA PRIMITIVA e siccome il sincizio raggiunge piccole
arteriole e venule dell’endometrio,si crea una
prima circolazione utero-placentare in cui il
sangue materno porta ossigeno e nutrimento
all’embrione e rimuove i prodotti di rifiuto di
questi.
Verso la fine della 3° settimana le cellule del
citotrofoblasto continuano a proliferare
,perforano lo strato in cima del sincizio
trofoblasto ed entrano nel endometrio
materno andando a formare uno strato di
rivestimento esterno detto GUSCIO CITOTROFOBASTICO che ancora il corion alla
mucosa uterina(endometrio).
I villi che connettono il guscio
citotrofoblastico con il disco corionico
vengono chiamati VILLI ANCORANTI. Dai
villi ancoranti si ramificano ai lati dei VILLI
FLUTTUANTI, che formano una struttura
simile a quella di un albero e si inseriscono
nelle lacune sanguigne (o spazi intervillosi)
che li circondano e in questo modo lo
scambio tra embrione e sangue materno
diventa più ampio. Durante la 4°
settimana ,la rete dei capillari che si
sviluppa all'interno dei villi presto entra
in connessione con i capillari della
placca corionica e del peduncolo di
connessione, dando origine in questo
modo al sistema vascolare
extraembrionale. In seguito,le
ramificazioni laterali dei villi perdono lo
strato di citotrofoblasto invece i capillari
si dilatano e il mesoderma e il sincizio
trofoblasto che li circondano diventano
più sottili. In questo modo , la parete dei capillari aderisce al sincizio trofoblasto e così
la barriera che separa sangue fetale e sangue materno diventa sottile di 2um
favorendo gli scambi tra sangue materno e fetale.
Dalle cellule del guscio citotrofoblastico si
distinguono cellule che possono fondersi a formare
dei sincizi molto invasivi e sono dette CELLULE
GIGANTI. Le cellule giganti che invadono la
decidua e parte del miometrio(la tonaca muscolare
dell’utero ,al di sotto dell’endometrio) sono dette
INTERSTIZIALI invece quelle che invadono le
arterie spirali dell’utero sono dette
ENDOVASCOLARI. La proliferazione e la capacità
invasiva delle cellule del citotrofoblasto dipendono
dalla percentuale di ossigeno nei tessuti. Infatti le
cellule proliferano quando vi è poco
ossigeno(stadio della placenta in cui vi è poco
flusso sanguigno negli spazi intervillosi) e diventano invasive quando vi è una buona
ossigenazione (quando aumenta il sangue negli spazi.
REAZIONE DECIDUALE : L'endometrio dell'utero trasformato per la gravidanza è
chiamato decidua:in altre parole, nella zona della mucosa uterina che viene a
contatto con il sinciziotrofoblasto si hanno una serie di modifiche di forma e funzioni
note come REAZIONE DECIDUALE. Le cellule connettivali della mucosa uterina si
rigonfiano,si caricano di glicogeno ,proteine,lipidi e sostanze di riserva e questi
cambiamenti hanno lo scopo di favorire la sopravvivenza dell’embrione e di
contenere l’invasione del trofoblasto. La parete dell’utero è indotta a subire questi
cambiamenti dalle cellule polinucleate giganti del trofoblasto che hanno diverse
funzioni: all’inizio permettono il contatto,l’impianto e l’invasione nella parete
dell’utero. Poi producono citochine e ormoni che regolano il sistema
immunitario,l’ovaio e la produzione di cellule del sangue nella madre in modo che si
ha la sopravvivenza dell’embrione e la crescita del feto. Con l’avanzare della
gravidanza,la reazione deciduale si diffonde su tutta la
parete dell’utero.
Le varie zone interessate dalla reazione deciduale
hanno nomi diversi:
- DECIDUA BASALE: è la parte di mucosa
dell’utero che subisce la reazione deciduale e si
trova dove avviene l’impianto. Essa andrà poi a
formare la parte materna della placenta
- DECIDUA CAPSULARE: è parte rimanente di
mucosa che circonda il sacco coriale impiantato.
All’inizio è uno strato sottile di tessuto ma durante
la gravidanza cresce e sporge nella cavità uterina.
- DECIDUA PARIETALE: è il resto della parete
dell’utero che subisce intensa reazione deciduale.
Al momento del parto ,le decidue vengono espulse e rimane solo lo strato
connettivale più profondo dell’endometrio e la regione basale delle ghiandole
endometriali. PLACENTA
DEFINITIVA :
Durante il 3 mese
con l’espansione
del corion e
dell’amnios ,i villi
che si trovano dal
lato della decidua capsulare
vengono stirati fino a scomparire. Dal lato opposto, a
livello della decidua basale,i villi diventano più folti ,lunghi e si ramificano per
compensare la scomparsa dei villi dall’altro lato.
La zona in cui sono presenti i villi nel polo embrionale
prende il nome di CORION FRONDOSO mentre la
parte rimanente senza villi diventa liscia e si chiama
CORION LAEVE. Con l’avanzare della gravidanza, la
decidua parietale e quella capsulare si fondono in un unico strato detto DECIDUA
VERA occupando tutta la cavità dell’utero. La decidua basale insieme al corion
frondoso formeranno la placenta definitiva a forma discoidale.
Dall'inizio del 4 ° mese, la placenta è formata da due componenti:
parte fetale,
una formata dal corion frondoso, e una
parte materna, decidua basale.
formata dalla Il lato
fetale della placenta è delimitato dalla placca
corionica , mentre il lato materno è delimitato dalla
decidua basale, della quale la placca deciduale entra
a far parte integrante della placenta.
Dalla placca deciduale si formano dei setti connettivali
che si spingono negli spazi intervillosi ma non
raggiungono la placca corionica. Questi setti dividono
la decidua basale in 10-30 zone dette lobi o
COTILEDONI MATERNI. Ogni cotiledone materno raggruppa, a sua volta, fino a 4
cotiledoni fetali (20-40 tot). Il cotiledone fetale può essere considerato l’unità
funzionale della placenta ed è formato dalle ramificazione di primo, secondo e terzo
ordine di un singolo tronco villoso, che si riforniscono di sangue di una singola arteria
spirale.
Con la crescita del feto e l’aumento del volume dell’utero,si ha anche la crescita della
placenta che copre il 25-30 % della superficie interna dell’utero. Alla fine della
gravidanza ,la placenta ha un diametro di 15-20 cm ,spessore 3 cm e peso di 500-600
gr.
Alla nascita, si distacca dalla
parete uterina e dopo la nascita
del bambino, viene anch'essa
espulsa dalla
cavità uterina. Una volta espulsa,
sulla placenta si può osservare il
lato materno,con le aree rigonfie
cioè i cotiledoni con dei solchi che
sono i setti deciduali , rivestiti da
un sottile strato di decidua basale.
La parte fetale della placenta è
interamente rivestita dalla placca corionica e un certo numero di arterie e vene di
grosse, i vasi corionici, si incontrano verso il cordone ombelicale .Il corion, a sua volta,
è rivestito dall'amnios.
ALLANTOIDE e SACCO VITELLINO :
L’allantoide era un’estroflessione dell’endoderma che trasformatosi in
diverticolo,viene compreso nel peduncolo di connessione. Sulla parete del’allantoide è
presente un plesso vascolare cioè i VASI ALLANTOIDEI o allanto-coriali che
provenienti dall’aorta dorsale ,raggiungono il corion e qui si ramificano.
Il sacco vitellino è rivestito da mesoderma in cui dalla 3° settimana ha inizio
l’emopoiesi.
Il sacco vitellino e l’allantoide non hanno
funzioni nell’embrione (tranne per la parte
terminale dell’allantoide che porta alla
formazione della vescica) ma sono essenziali
per il normale sviluppo embrionale.
La circolazione tra embrione e corion all’inizio
è assicurata dai vasi che circondano il sacco
vitellino e il suo dotto. In seguito,ha la meglio
la rete di capillari che circonda l’allantoide, in
cui una volta che si sono formati i vasi , essi andranno a formare le vene e le arterie
ombelicali.
CORDONE OMBELICALE:
Il cordone ombelicale è un funicolo lungo 50-60 cm
del diametro di 2 cm,che collega l’embrione e la
madre. Viene chiamato peduncolo ombelicale, il
peduncolo di connessione che teneva sospeso
l’embrione e che alla fine della 3° settimana presenta
vasi sanguigni. In seguito, con l’espansione
dell’amnios e i ripiegamenti dell’embrione ,il dotto
vitellino e il peduncolo ombelicale con i propri vasi,si
avvicinano.
La linea di giunzione tra l'amnios e l'ectoderma dell’embrione è ovale ed è chiamata
anello ombelicale primitivo. Attraverso l'anello passano:
connessione,
- il peduncolo di contenente l'allantoide e i vasi ombelicali , formati
da due arterie e una vena;
sacco vitellino (condotto vitellino)
- il accompagnato dai vasi vitellini;
canale che collega le cavità celomatiche intra- ed extraembrionale
- il .
Il sacco vitellino vero e proprio occupa lo
spazio tra l’amnios e la placca corionica.
Duran