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TRA QUESTE FASI SI INSERISCE il BUSINESS PLAN INIZIALE/STUDIO DI
FATTIBILITA’
Le fasi fino a qui svolte vengono formalizzate in un Business plan iniziale o
studio di fattibilità.
Su tale business vengono fatto delle verifiche, in modo da decidere se il
modello di business merita di essere portato avanti, apporvi delle modifiche
oppure abbandonare il tutto.
Se le verifiche avranno esito positivo allora si prosegue con le restanti fasi.
6) MAPPA STRATEGICA
Dopo che il business viene validato è utile formalizzare la mappa strategica su cui si
fonda la sua esecuzione in questo modo si formalizzano i nessi casuali tra obiettivi e
FCS, articolati nelle diverse prospettive (economico-finanziaria/azionisti, clienti,
processi, sviluppo organizzativo) in un modello logico coerente.
7) FORMULAZIONE DEI PIANI D’AZIONE
La formalizzazione della mappa strategica con l’evidenziazione dei FCS agevola
l’identificazione dei progetti dalla cui esecuzione dipende l’attuazione dell’idea di
business.
8) ELABORAZIONE DEFINITIVA DEI RISULTATI ATTESI 33
Per concludere è possibile aggiornare i risultati attesi in base ai nuovi elementi
acquisiti.
→ Se una start-up presenta e dimostra di avere un’attitudine a generare redditività
soddisfacente, essa intesa come la capacità di generare un ROI > al costo medio del
capitale, se ne giustifica l’avvio ed il successivo sviluppo, e si può pensare di attrarre il
capitale di investitori interessati.
→ CON START-UP IN SENSO STRETTO:
Con questo tipo di start-u si hanno però maggiori complessità.
Tali complicazioni sono legate dal fatto sono imprese che non hanno una storia più o
meno consolidato alla spalle, e presentano spesso modelli di business nuovi, per i
quali è difficile rapportarsi per analogia ad altre realtà già note.
STRUTTURA DI UN BUSINESS PLAN DI UNA START-UP (a titolo di esempio):
1. Executive summary
2. L’imprenditore e management team
3. Analisi del settore: domanda e struttura
4. Business overview
5. Piano operativo
6. Risultati attesi
7. Struttura finanziaria dell’iniziativa ed exit strategy
8. Allegati
AZIENDE IN CRISI
“CRISI” = incapacità corrente dell’azienda di generare flussi di cassa, presenti e
prospettici, sufficienti a garantire l’adempimento delle obbligazioni già assunte e di
quelle pianificate.
rappresenta quindi una situazione temporanea di difficoltà
“INSOLVENZA” = stato di illiquidità assoluto e definitivo
rappresenta una situazione di aggravamento irreversibile dello stato di crisi
Questi 2 termini vengono utilizzati dal Legislatore per indicare i presupposti oggettivi per
accedere ad alcuni istituti previsti nella Legge fallimentare per il superamento della crisi
d’impresa.
STRUMENTI/ISTITUTI inseriti dalla Legge fallimentare come soluzione della
crisi
essi hanno tutti lo scopo di favorire, laddove possibile, la continuità dell’impresa.
(Con la riforma della Legge Fallimentare il legislatore ha posto come principale obiettivo la
valorizzazione del recupero e del rilancio dell’azienda, dopo la rimozione dell’insolvenza nella
consapevolezza che un’azienda che sopravvive, che produce e che dà lavoro è sempre la
migliore soluzione tra quelle possibile per l’intero tessuto economico) 34
PIANO DI RISANAMENTO per l’imprenditore che deve rimediare ad una situazione
di crisi reversibile nella quale l’insolvenza non si è ancora manifestata.
ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI utili a fronteggiare crisi
patrimoniale e finanziarie, con la semplice convalida da parte del tribunale.
NUOVO CONCORDATO PREVENTIVO concordato in continuità, più flessibile e
adatto alla regolazione di crisi anche più gravi, con l’intervento più invasivo del
tribunale fallimentare.
FALLIMENTO nei casi in cui l’insolvenza non sia più superabile con le precedenti
azioni della crisi.
La caratteristiche di questi istituti è il raggiungimento di un accordo tra
l’azionista/imprenditore ed i suoi creditori, costituiti dagli intermediari finanziari che
coprono fabbisogni per investimenti fissi e capitale circolante, dai fornitori che sono
esposti con i loro crediti e garantiscono il funzionamento dell’azienda in oggetto, e
dall’Erario e dagli enti previdenziali, che attivano meccanismi inderogabili di
penalizzazione.
Un fattore molto importante è quello di identificare le cause di crisi e intervenire
modificando pesantemente il funzionamento dell’impresa, eliminando ciò che ha
contribuito alla distruzione di ricchezza e definendo le modalità nuove che possono
generare valore e quindi i flussi finanziari che saranno poi oggetto di negoziazione di
un accordo quindi si può affermare che è il BUSINESS INDUSTRIALE IL VERO
OGGETTO DEL RISANAMENTO (si tratta di un vero turnaround del soggetto
imprenditoriale).
Per superare una situazione di crisi è fondamentale che in primis cambi la mentalità
imprenditoriale, ovvero:
Superare le tradizionali resistenze da parte di un management spesso padronale
verso la sua “creatura”(azienda)
Reinventare lo stile di leadership che ha guidato l’azienda fino a quel momento
Valorizzare le risorse interne e non apprezzate fino a quel momento
La continuità si esplicita nella capacità di proseguire l’attività aziendale, che richiede
un lungo processo articolato in fasi successive:
L’assessement della situazione esistente, delle cause e delle aree di intervento
La definizione del piano industriale
La finalizzazione del piano finanziario
L’interazione con “ceto” creditizio
L’approvazione degli istituti giuridici
SCHEMA degli STRUMENTI GESTIONALI DI PROGETTAZIONE e DI ESECUZIONE
DEL RISANAMENTO 35
Fase di progettazione del risanamento gli output prodotti sono costituiti da:
analisi della situazione esistente, cause del dissesto e principali aree su cui intervenire
(detto: Assessment)
linee strategiche del piano industriale
piano industriale vero e proprio esso indicante lo sviluppo strategico del
soggetto industriale, aree di intervento e proiezioni sulle variabili quantitative
risultanze economiche, finanziarie e patrimoniali del piano
manovra finanziaria definizione dei fabbisogni finanziari, revisione delle linee
di credito e flusso di ripaga mento del debito
action plan di breve termine
Fase di esecutiva:
master plan esso espone il programma complessivo di attività di risanamento
e risultati attesi
reporting di avanzamento trimestrale
IL PROCESSO DI RISANAMENTO DELL’IMPRESA IN CRISI
Il processo di gestione della crisi d’impresa prevede un programma complessivo di
attività volta alla gestione della crisi sotto un profilo giuridico, finanziario, industriale
ed operativo, in cui le attività sono tra loro correlate esse sono suddivisibili in 2
aree/tipologie:
aree di carattere PROCEDURALE
aree di carattere GESTIONALE 36
Questi vari filoni/aree si articolano in 4 macro-fasi, le quali a loro volta si sviluppano in
specifiche attività:
1) manifestazione della crisi aziendale è rilevata da:
performance aziendali e difficoltà di equilibrio finanziario
eventuale avvio di azioni di tutela finanziaria-patrimoniale
2) preparazione dell’accordo giudiziale o extra-giudiziale pre-concordato
avvio del check-up gestionali, finanziari e legali/contrattuali della situazione
esistente
avvio rapporti con i fornitori strategici
attivazione e costruzione del p9iano industriale nelle linee, nello sviluppo del
copro strategico industriale, del master plan, nelle risultante economico-
patrimoniali
richiesta conferma della posizione di creditori, debitori, banche, clienti…
perfezionamento del piano industriale
attestazione del piano
presentazione del piano al tribunale e al ceto creditizio
ammissione della domanda da parte del Tribunale e nomina di un commissorio
giudiziale (esso sarà responsabili della verifica degli elementi del piano, della
regolarità contabile, della fattibilità)
3) negoziazione del Piano e della Proposta fino alla sua approvazione e successiva
omologazione da parte del Tribunale
4) esecuzione del piano con emissione del master plan definitivo e attivazione
delle linee di credito contrattualizzate e avvio del turnaround
DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ DELL’AMBITO GESTIONALE PER ARRIVARE
ALLE 4 MACRO-FASI SOPRA DESCRITTE:
ASSESSMENT – attività per conoscere situazione in essere dell’azienda in
crisi
PIANO INDUSTRIALE – insieme di attività volte a conoscere il mercato attuale
in opera l’azienda; le strategie generali per il suo rilancio; le azioni e impatti
a livello economico-finanziario e patrimoniale
PIANO FINANZIARIO – analisi della situazione economico-patrimoniale del
piano industriale e il relativo fabbisogno di risorse
RUOLO COINVOLTI e LE LORO RELAZIONI NEL PROCESSO DI RISANAMENTO
MANAGEMENT/IMRENDITORE
ADVIROS INDUSTRIALE = esso, in collaborazione con il team interno identificato insieme al
management/imprenditore, raccoglie le informazioni ed identifica la posizione dell’impresa nel
settore, verificandone le principali criticità e stabilendo una strategia complessiva e valutando i
gap dell’azienda rispetto alla stessa strategia, inoltre definisce un rielaborazione del business plan
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eventualmente disponibile.
ADVISOR FINANZIARIO = professionista esperto del profilo finanziario delle imprese, degli
strumenti finanziari disponibili a supporto dell’impresa e di tutto il modo finanziario, inoltre deve
possedere buona conoscenza delle procedure concorsuali. Egli formula ipotesi di piano e di
manovra finanziaria compatibili con le normative in materia di diritto fallimentare, giudiziali e si
interfaccia con l’advisor legale incaricato dal cliente.
ADVISOR LEGALE DEL CLIENTE = rappresenta la figura-chiave del processo, in quanto definisce la
soluzione normativa attuabile in base al piano che verrò presentato dagli advisor tecnico-finanziari.
Egli redige istanze rivolte alle autorità giudiziarie, difende eventualmente il cliente e definisce
l’eventuale accordo interbancario.
L’ATTESTATORE = professionista indipendente (con precisi requisiti), nominato dall’impresa in
crisi, che deve attestare la veridicità dei dati aziendali alla b