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Anche la Corea divenne un territorio pericoloso in quanto Silla, affermatasi su
patrocinio Cinese, entrò in crisi e il suo dominio terminerà nel 934).
Nonostante questi fossero i motivi principali per l’interruzione dei rapporti con
queste due nazioni, anche dopo la riunificazione di queste ultime, ci volle un
po’ prima che si ristabilissero i rapporti tra il Giappone e il continente (in
periodo Kamakura). Questo, però, riguardava le relazioni diplomatiche, perché
con l’interruzione di questi ultimi, cominciò a fiorire un florido commercio non
ufficiale tra le due nazioni, questo avvenne perché in periodo Nara erano vietati
i rapporti commerciali non ufficiali e per questo era stato creato nella baia di
Akata (attuale Fukuoka) un ufficio che costituiva un punto di passaggio per
chiunque viaggiasse verso l’esterno, di modo da controllare i traffici ai confini
per evitare che coloro che erano ostili alla famiglia imperiale accedessero alle
informazioni prima della famiglia imperiale stessa. Questi quartieri generale
comprendevano una serie di posti di guardia che rendevano la zona
strettamente controllata a livello militare dai Sakimori. I controlli si allentarono
in periodo Heian e questi quartieri generali divennero un punto di controllo per i
commerci, infatti, il governo cercò di mettere delle regolazioni al commercio di
modo da ottenere un guadagno da questi scambi. Questi scambi sono favoriti
anche dalle situazioni in Cina e Corea, le quali non esercitano il loro controllo
sugli scambi commerciali permettendo ai commercianti senza autorizzazione di
viaggiare verso il Giappone. Divenne, però, difficile controllare gli scambi e al
fenomeno del commercio si affiancò quello della pirateria (intesa come
pirateria vera e propria e anche come commercio irregolare e illegale). Si
trattava di pirati provenienti da Cina, Corea e Giappone stesso e, molto spesso,
non vi erano distinzioni vere e proprie a livello etnico, infatti, molto spesso si
trattava di gruppi di popolazioni marittime a sé che in seguito verranno
chiamati Wako. Questo fenomeno non si fermerà sino al periodo Tokugawa.
-La famiglia imperiale perde progressivamente potere perché cominciano a
riprendere potere economico e politico l’aristocrazia Kuge (vecchi Uji). La
famiglia più simbolica di questo periodo è la famiglia Fujiwara, che divenne una
sorta di eminenza grigia (come i Soga) alle spalle della famiglia imperiale. A
sostegno di questa presa di potere da parte delle famiglie di corte c’è il sistema
degli Shoen, in quanto la fonte di introiti di queste famiglie sono proprio i
terreni affidati in maniera privata alle singole famiglie. L’altro fattore che porte
al deterioramento del potere imperiale è l’ascesa della classe guerriera che
diverrà progressivamente una minaccia per il potere centrale e che porterà, in
seguito, alla perdita del potere da parte della famiglia imperiale che rimarrà
solo simbolicamente al potere (periodo Kamakura).
In questo contesto, il prestigio della Cina non viene meno, infatti, essa
continuerà a rappresentare un grande punto di riferimento culturale, in
particolare per coloro che si occupano di politica e burocrazia che devono
conoscere la lingua Cinese, in quanto lingua della burocrazia e con cui si
conducono gli scambi nell’area dell’Asia Orientale. Il Giapponese era utilizzato
per scopi privati. Però, non si importano più innovazioni. Tutto ciò che era stato
importato in precedenza ed è stato acquisito continua ad essere rielaborato e
fuso alle forme culturali autoctone. In periodo Kamakura riprenderanno le
importazioni. (È in questo periodo che la produzione culturale giapponese
assume un carattere autoctono, sia dal punto di vista architettonico – Heian
non è più basata sullo stile cinese, ma ha uno stile più propriamente
giapponese – sia dal punto di vista letterario, infatti il periodo Heian è uno dei
periodi più ricchi dal punto di vista letterario. Questa produzione, però, non ci
dà uno specchio della condizione dell’intero Giappone, ma solo della corte dove
erano, appunto, prodotte le suddette opere.) Le soluzioni culturali originali sono
principalmente in termini linguistici e in termini letterari, infatti, si pensa che
all’inizio del VIII siano stati inventati i Kana e delle forme di scrittura Kanji Kana
Majiri, molto simili al metodo di scrittura moderno. I due alfabeti Kana erano
utilizzati per scopi differenti, l’Hiragana era utilizzato per i testi di carattere
letterario, mentre i Katakana erano usati per i testi Buddhisti. Continuano, però,
ad essere prodotti testi in cinese. Dal punto di vista letterario fiorisce una
produzione letteraria scritta in Hiragana, soprattutto raccolte poetiche
patrocinate dalla famiglia imperiale e una produzione in prosa (anche se la
distinzione non è rigida in Giappone), come i Monogatari e i Nikki (=diari). La
poesia è prodotta sia da uomini che da donne, mentre la prosa è prerogativa
femminile (il Tosa Nikki è scritto da un uomo che si finge donna per presentare
un diario al femminile). I monogatari avevano scopo di intrattenimento, anche
se non erano ben viste a corte a causa dei pregiudizi nei confronti delle opere
non basate sulla realtà e per questo erano visti come una distrazione. I Nikki,
invece, avevano una fama migliore a corte perché diari privati con chiaro
intento letterario e, molto spesso, erano scritti con scopi precisi (Izumishi Kibu
Nikki, scritto da Izumishi Kibu, una poetessa che scrisse questo diario per
giustificare la sua vita sentimentale molto tormentata. Il Tosa Nikki, invece,
viene scritto per la morte della figlia dell’autore avvenuta mentre lui era stato
inviato a fare il Kokushi in periferia). (In teoria, in questo periodo, le donne non
dovevano conoscere il Cinese perché le donne cominciano ad essere escluse
dall’amministrazione pubblica. In realtà, alcune donne conosce benissimo il
Cinese – come Seishonagon, autrice di Makurano Soshi, nel quale racconta che
di notte insegnava all’imperatrice il cinese. Per questo scrivevano
principalmente in Giapponese). Anche le forme artistiche, paesaggistiche e
architettoniche si distaccano dall’esempio cinese – come il Byodoin di Uji, una
villa privata che venne tramutato in un tempio di Amida, e lo stile di pittura
Yamato’e, praticata sui Byobu (=paraventi) e sugli Emaki Mono (=supporti per
la produzione letteraria, rotoli che si srotolavano leggendo il testo scena per
scena i quanto non avevano trame vere e proprie ma una serie di episodi
sconnessi). Non esiste la figura dell’artista vera e propria, una figura che nasce
solo in periodo Kamakura, mentre in periodo Tokugawa l’arte viene
commercializzata e gli artisti cominciano a firmare le proprie opere.
Dal punto di vista religioso, si cominciano a diffondere due scuole Buddhiste, la
scuola Shongon e la Tendai. Entrambe, in modi diversi, favoriscono una prima
riformulazione di come il Buddhismo è percepito, prima a corte e poi a livello
popolare.
La scuola Shingon è molto intellettualista, infatti colui che la importò in
Giappone era un filosofo che scriveva opere molto complesse. Esso tendeva ad
assorbire forme autoctone locali, come pratica mistiche appartenenti alla
cultura popolare, il che favorisce una sua popolarizzazione nella corte.
La scuola Tendai ha molto successo perché alla base di questa scuola vi è l’idea
che tutti possano raggiungere il Nirvana con tecniche di meditazione, lettura
dei testi sacri e invocazione di Buddha. Comincia, così, ad essere percepita
come una dottrina volta alla salvezza personale. Essendo una dottrina
sincretica, esso ingloba anche il Jodo o Buddhismo della Terra Pura che venera
Amida. Questa forma di Buddhismo include la dottrina del Mappo
(=degenerazione della legge), secondo la quale ci si era allontanati talmente
tanto dal messaggio originale del Buddhismo che risulta complesso
raggiungere il Nirvana attraverso pratiche che non siano l’invocazione di Amida
fatta con vera fede che richiama Amida che salva il credente e lo porta in
quello che viene chiamato Paradiso Occidentale di Amida (sinonimo
dell’illuminazione). Il Buddhismo Tendai comincia ad includere alcuni elementi
dello Shinto e i Kami cominciano ad essere percepiti come manifestazioni di
Buddha, il che porterà ad una prima popolarizzazione di questa dottrina.
Si mantiene il proposito di allontanare il Buddhismo dalla politica, ma esso
rimane molto influente a corte.
L’altro grande processo storico che interessa il periodo Heian è il progressivo
deterioramento dell’autorità della famiglia Imperiale. Dopo la centralizzazione
si ha una decentralizzazione del potere, in quanto gli antichi uji cominciano a
rivendicare spazi di potere autonomi sia in ambito politico che economico.
Queste famiglie comprendevano sia le grandi famiglie di corte, sia le piccole
famiglie rimaste nella loro località di origine che cominciano a cercare di
accumulare potere a livello locale e sono agevolate dal fatto che viene
progressivamente affidata a loro la difesa delle varie zone, così iniziano a
militarizzarsi. Anche le istituzioni religiose si comportano allo stesso modo. Così
nascono i primi centri di potere al di fuori della famiglia reale.
La famiglia Fujiwara era rimasta una fedele alleata della famiglia imperiale e
molti suoi membri rivestivano incarichi di rilievo a corte, oltre ad essere
divenuta una delle maggiori famiglie dalle quali venivano scelte le consorti
imperiali. I Fujiwara erano una grande famiglia composta da molti rami
periferiche che non sempre erano d’accordo tra loro, quindi fino alla prima
metà dell’800 tendono a non riuscire a prevalere a corte perché attraversati da
conflitti interni. Intorno alla metà del IX secolo i conflitti interni vengono risolti e
il ramo Nord prevale sugli altri aprendo la strada per lo sfruttamento della loro
influenza a corte.
-Nell’857 Fujiwara Yoshifusa diviene Dajodaijin e l’anno successivo sale al trono
l’imperatore Sewa, nipote del Dajodaijin. In virtù di questa parentela, Yoshifusa
si fa dichiarare Sessho, ovvero reggente dell’Imperatore. Yoshifusa
contravviene alle norme, cioè il fatto che il Sessho fosse un membro della
famiglia imperiale. La grande novità è che nel momento in cui Sewa diventa
maggiorenne, Yoshifusa non abbandona la sua carica e la figura di reggente per
un sovrano adulto viene istituzionalizzata quando, nell’887 Fujiwara Mototsune
ottiene dall’imperatore Koho, che gli era grato per averlo supportato in una
vicenda di successione, il titolo di Kampaku. Questa carica diviene la carica con
peso più elev