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FONDAMENTALE LA RELAZIONE TRA EDUCAZIONE E UTOPIA
E’ sbagliato dire che l’utopia punta alla perfezione, l’utopia non è perfezione.
L’utopia è un’immaginazione che cerca di immaginare come potrebbe essere un altro mondo.
III LEGGE DEL LUOGO UTOPICO
Tutti i nostri problemi derivano dal fatto che il nostro centro non è dentro di noi (come gli animali)
ma fuori di noi, siamo esseri eccentrici. Solo Dio e i narcisisti hanno il centro dentro di se. Il centro
è una domanda e la risposta è fuori di noi.
L’eccentricità dell’uomo dice che la sua “casa” può essere da qualunque parte o da nessun parte. Il
luogo utopico, dunque, possiamo solo immaginarlo o rappresentarlo con il linguaggio simbolico.
Utopia significa non-luogo, significa che io vado a mettere in luce quello che non va nella società,
smascherare le ingiustizie del tempo presente.
UTOPIA = NON LUOGO
• E’ stato concepito come qualcosa di irrealistico, quindi di irrealizzabile. Concepito
negativamente, perché il senso ce l’ha solo la realtà così com’è, l’utopia, invece, non ha senso.
• Non vuol dire che è fuori dalla realtà perché utopia deriva dal greco u-topos, significa quindi
che non esiste un luogo che possa realizzare pienamente ciò che l’utopia immagina, questo
mondo non può contenere una completa realizzazione dell’utopia.
• Non-luogo vuol dire che io parto dal luogo in cui mi trovo e capisco che non è il luogo della vita
compiuta.
Si può dire che l’uomo utopico è un disadattato; c’è da preoccuparsi quando una persona trova il
suo posto troppo facilmente; l’uomo è un disadattato perché è un essere per definizione
eccentrico. (homeless mind = spiritualmente senza casa)
UTOPISTICO ± UTOPICO
UTOPISTICO = qualcosa che ha una valenza negativa; voler realizzare qualcosa a ogni costo,
quando qualcuno scrive una cosa che pretende di realizzi. Dovremmo, invece, augurarci che non si
realizzi, perché se si realizzasse creerebbe l’inferno sulla terra (esempio di Hitler e la deportazione
nei campi di concentramento).
UTOPICO = utopia intesa come tensione, l’uomo utopio ha un atteggiamento volto sempre al
cambiamento, tensione verso il bene compiuto. 2
UTOPIA = descrizione del mondo da una part così com’è e dall’altra come dovrebbe diventare.
Luoghi possibli immaginati ai quali l’uomo deve tendere.
EUTOPIA = il bel-luogo
l’utopia è sempre una eutopia: il vero luogo dove si realizza la pienezza della vita umana.
L’educatore sociale deve essere un uomo utopico, ha senso diventare un educatore sociale solo se si
mira a costruire una eutopia.
L’educatore non deve essere solo un sognatore, ma un immaginatore (il cuore dell’immaginazione è
il desiderio).
Tre cose che servono all’educatore:
DESIDERIO PASSIONE IMMAGINAZIONE PROGETTAZIONE
Dal DESIDERIO nasce la PASSIONE, dalla PASSIONE nasce l’IMMAGINZIONE e
dall’IMMAGINAZIONE nasce il PROGETTO.
L’uomo utopico parte dalla realtà;
1) Parte dalla realtà, prova a immaginare e butta giù i passi per provare ad avvicinarsi;
2) Mediare tra il reale e il possibile.
3)
“In questo mondo non ci sarebbe il possibile se non ci fossero uomini che tentano l’impossibile”
Costruire dentro di noi un meccanismo essenziale che consiste nel non accontentarsi mai, NO
1) lamentarsi;
Partire sempre dal fatto che l’uomo è un processo di personalizzazione continuo , per tutta la vita
2) Non perdere mai di vista l’alterità (=cosa potrei fare d’altro? Altrimenti? Come potrebbe essere
3) altrimenti questa situazione?)
Sapere che il mezzo fondamentale per l’utopia è la pedagogia, l’educazione (non c’è pedagogia
4) senza utopia, non c’è utopia senza pedagogia)
Principio di recuperabilità: il carcere parte dall’assunto che il delinquente non è recuperabile. LA
pensa ha senso solo se è recuperabile.
Oggi l’educazione vive questo problema perché il clima contemporaneo è narcisistico (=non puoi
fallire). Noi il fallimento lo vediamo narcisisticamente, il fallimento è la negazione dell’utopia.
3
Dipende da come si elabora il lutto del fallimento: se lo elaboro alla luce dei processi di
approssimazione scopro che il fallimento è una risorsa. 2ª lezione 24/10/2014
MODERNITA’ frammentazioni, saperi e conoscenze
Avere uno strumento, una forma che devo riempire con la pratica (intelligenza ermeneutica). Forma
intesa come sostanza, come le cose essenziali. Allora bisogna saper cogliere l’essenziale, la struttura
portante: 1) Visione dell’uomo; 2) Tensione etica (trovare delle motivazioni personali, fonti
spirituali e morali); 3) Visione pedagogica di tipo comunitario. Sono tre punti che ci permettono di
vivere nella frammentazione contemporanea.
Desiderio devo cercare di partire dal desiderio che c’è, ma l’eccesso, l’aver tutto, ha ucciso
1) bisogni e i desideri
Simbolo
2) Persona
3) Riconoscimento
4) Dono
5)
Bisogni indotti ± bisogni costitutivi
i bisogni indotti sono prodotti dal capitalismo, li soddisfi senza aver bisogno di quel bisogno. I
bisogni costitutivi sono i bisogni fondamentali, senza questi non mi costituisco come uomo.
Crescita fine a se stessa: l’idea che i nostri bisogni devono crescere esponenzialmente
1) Furia bulimica del consumo: ciclo del consumo, lavorare – per produrre – per prendere soldi –
2) per consumare
Godimento immediato: avere tutto e subito
3) Assenza di accumulazione: quello che abbiamo non ci basta mai
4) Dissipazione illimitata: lo spreco
5)
• Promessa
• Rimettere in circolazione la parola rinuncia (in vista di una prospettiva positiva)
• Rimettere in circolazione memoria e ricordo (ciò che mi sta a cuore) 3ª lezione 31/10/14
Come educatori siamo di fronte a un NUOVO DISAGIO DELLA COMUNITA’ 4
Bisogna ave occhio per cogliere questo nuovo disagio, l’educatore sociale deve attrezzarsi per
discernere con due cose: conoscenza ermeneutica (lettura della realtà) e competenza riflessiva
Oggi non ci sono più gli anziani di 10 anni fa, oggi l’anziano è convinto che non diventerà mai
vecchio. Anche i giovani sono cambiati.
Tre cose che deve fare l’educatore:
• CREARE LE CONDIZIONI (no obbligare)
• PER UN’AUTENTICA UMANIZZAZIONE (far si che i giovani scoprano da soli che
l’umanizzazione una cosa che vale)
• POST-INDIVIDUALISTICA bisogna andare oltre l’individualismo. Oggi ci sono troppi diritti,
e i diritti di uno si scontrano contro i diritti dell’altro.
Valore dello scambio nella comunità quando un educatore fa un progetto per una persona deve
far capire che quello che vuole fare sulla persona vuole farlo alla società.
Partire da un discernimento del disagio per ricollocare bisogni e risorse.
Confronto del nostro disagio (Recalcati) con quello da cui proveniamo (Freud)
FREUD Per Freud il disagio è la repressione della sessualità, oggi è tutto il contrario = c’è
banalizzazione e pubblicizzazione della sessualità.
Il disagio è basato sulla bellezza, la pulizia e l’ordine che sono l’educazione civica del tempo di
Freud, ma queste tre cose facevano reprimere la sessualità e l’aggressività. Il desiderio di libertà e il
principio di piacere sono stati sacrificati. Disagio = repressività.
OGGI il nostro disagio è diverso:
• DEREGULATION GENERALE non ci sono più regole
• Il principio di piacere ha scalzato il principio di realtà
• La libertà individuale regna sovrana, tutto è sentito come una minaccia alla nostra autonomia.
Sembra che l’educatore, per esempio dando delle regole, voglia limitare, minacciare
l’autonomia.
Una volta avevamo solo doveri, oggi ci sono solo diritti 5
Il contrario della libertà non sono le regole, ma la repressione.
« Il nostro disagio oggi deriva da una ricerca del piacere talmente disinibita che è impossibile da
conciliare con quel minimo di sicurezza che l’individuo libero tenderebbe a richiedere. »
Il disagio precedente era che c’era troppo ordine, erano inibiti. Oggi è il contrario. Prima c’era
troppa repressione, oggi c’è troppa libertà, disinibizione.
Il problema della disinibizione è che arrivi al disastro prima che te ne accorgi, quando è troppo
tardi.
La ricerca del piacere mette a repentaglio la sicurezza sociale.
Il principio di piacere dominante induce gli uomini a cercare nuove esperienze che mettono a
repentaglio la loro stessa sicurezza.
L’uomo prima aveva barattato l felicità per un po’ di sicurezza, l’uomo moderno ha perso un po’ di
sicurezza per più libertà.
CONCLUSIONE Abbiamo un problema: ripensare tutti i parametri del disagio sociale.
RISCHIO!
30 anni fa il modello educativo era liberare la spontaneità, oggi rischiamo di tornare al modello
repressivo di Freud. bisogna creare le condizioni perché le regole vengano dall’interno.
Oggi l’educatore sociale deve chiedersi: cosa vuol dire oggi umanizzazione sulla linea di
deregulation/inibizione?
Autoregolazione dei giovani…stanno iniziando, per esempio quando si mettono d’accordo su chi
guida e chi beve. 4ª lezione 07/11/2014
DISAGIO DELLA MODERNITA’ DISAGIO DELLA IPER-MODERNITA’
• •
Disagio nasce dall’ECCESSO DI DEREGULATION = niente regole, ognuno
CONTROLLO (repressività) deve sentirsi libero, spontaneo
• Principio di piacere ha scalzato il principio
• Delle due PULSIONI: sessualità e di realtà (usa e getta), coazione al consumo
aggressività degli oggetti (godimento)
• La libertà individuale regna incontrastata:
tutto è sentito come una minaccia alla
• Principio di piacere sacrificato per il 6
principio di realtà (=c’era più ordine ma sovranità dell’autonomia individuale
sacrificavano la libertà)
• Educazione = disciplina
MUTAZIONE ANTROPOLOGICA: i tre punti del disagio della iper-modernità sono invertiti
rispetto ai tre punti del disagio della modernità
Spontaneità (tirar fuori quello che è represso)
1) Pluerocentrismo
2) Autostima
3) Autorealizzazione
4) Benessere
5) 5ª lezione 14/11/2014
Noi stiamo cercando di capire a che cosa serve una pedagogia che si chiama soc