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Sviluppo inteso in senso evolutivo

VILUPPO inteso in senso evolutivo, cioè come progressione per stadi volta al raggiungimento, in età adulta, di una situazione di relativa stabilità. Tale modello di sviluppo, prevede che il soggetto costruisca le proprie strutture mentali attraverso una serie di successive ristrutturazioni effettuate sulla base di una fitta rete di relazioni continue con l'ambiente. In quanto successione di stadi di "equilibrazione progressiva", lo sviluppo psichico si configura, in tal modo, come il prodotto dell'azione del soggetto nel mondo, dell'interazione continua tra organismo e ambiente, tra natura e cultura.

Questo modello di sviluppo sequenziale, esito di una catena di equilibrazioni e riequilibrazioni fino all'età adulta, è stato, in anni più recenti, revisionato e integrato da studiosi appartenenti alla stessa scuola piagetiana. Rispetto al modello classico elaborato da Piaget, si accentua l'idea della

negativo la seconda), il modello di sviluppo discontinuo e reticolare suggerisce che il processo di crescita e sviluppo sia caratterizzato da continui cambiamenti e adattamenti lungo tutto l'arco della vita. Questo implica che non esistano fasi di sviluppo statiche o predefinite, ma piuttosto una serie di transizioni e adattamenti che si verificano in risposta alle sfide e alle opportunità che si presentano lungo il percorso di vita di ciascun individuo. Inoltre, questo modello mette in evidenza l'importanza di considerare la diversità individuale e le influenze ambientali nel processo di sviluppo, sottolineando che ogni individuo ha un percorso unico e personale di crescita e sviluppo.negativo laseconda), si va affermando una visione della vita come una successione di «cambiamenti» che contrassegnano le differenti età, senzache tale differenza venga stigmatizzata secondo una logica del più e del meno. Lo sviluppo, per tanto, sia nei suoi aspetti cognitivi,sia in quelli sociali e affettivi, non si interrompe al raggiungimento dell’età adulta (tradizionalmente considerata come la fase della«maturità» del soggetto). Esso, al contrario, si profila permanentemente aperto alle sollecitazioni degli influssi sociali e culturali dell’ambiente di vita e di esperienza. In tal senso, è evidente come lo sviluppo si presenti strettamente correlato, sostenuto e potenziato dai processi di apprendimento e di formazione.Ciò che avvalora tale tesi è, tra l’altro, l’idea della strutturale «incompiutezza» alla nascita della specie umana (rispetto alla dotazione istintiva delle

altre specie) che interpreta lo sviluppo come un processo costruttivamente aperto e mai definitivamente concluso. L'essere umano, in quanto "essere non finito", trova nell'"apertura al mondo" (alle cose e agli altri) e nella necessità di "appropriarsene" e di "modificarlo" (per renderlo più funzionale al proprio adattamento) la possibilità della sua originale realizzazione, ossia la possibilità di sviluppare la creatività e la libertà del pensiero umano che si esprime nei mondo della cultura (arte, scienza, tecnologia). Tutto ciò pone in primo piano la funzione dei processi dell'apprendimento. L'essere umano, infatti, "cresce apprendendo" nel senso che, per sopperire alle proprie carenze biologiche, egli costruisce tanto le proprie strutture mentali, quanto il mondo in cui vive. Di qui, il nesso inscindibile sviluppo-apprendimento e la considerazione

Dell'apprendimento come "strategia di sopravvivenza biologica" altroché culturale (per vivere occorre "imparare a vivere", ossia occorre imparare a riconoscere e selezionare le informazioni, memorizzarle, trasmetterle, comunicarle, scegliere quelle più funzionali alla vita stessa).

L'apprendimento, in tal senso, si configura come la condizione attraverso la quale bambini, giovani, adulti e anziani, elaborano in modo originale la realtà, la "trasformano" in sistemi simbolici (tecnologia, arte, scienza, filosofia) contrassegnati dalla infinita libertà creativa che agli uomini e alle donne rinviene proprio dalla loro originaria incompiutezza biologica.

Potenziare le caratteristiche di complessità e multidimensionalità dello sviluppo (cognitivo, linguistico, motorio, affettivo, relazionale) comporta, pertanto, la predisposizione di un progetto pedagogico in grado di offrire occasioni apprenditive.

molteplici edifferenziate (scolastiche ed extrascolastiche). La produttività di esperienze «cariche» positivamente sui piano intellettuale, emotivo-affettivo e sociale non può che snodarsi lungo il percorso che, in linea con un modello di crescita-sviluppo-apprendimento aperti e incontinuo divenire, si strutturi anch’esso in forma continua e permanente, funzionale al superamento della rigida e non più proponibilecesura tra un «tempo dello studio», un «tempo del lavoro» e un «tempo del pensionamento».G . Il gioco, coinvolgendo la molteplicità delle dimensioni dello sviluppo infantile, costituisce un’esperienza totalizzante, inIOCOgrado di appagare, contemporaneamente, il bisogno di fare, di conoscere e di sperimentare, il bisogno di «smontare» e «rimontare» la6realtà, modificando creativamente l’ordine delle cose e delle idee, sovvertendo discorsi e parole,

reinterpretando fantasticamente esperienze e relazioni. La complessa e variegata morfologia del gioco e del giocare - il suo essere contemporaneamente libero e regolato, adattivo e trasgressivo, individuale e di gruppo - offre, infatti, ai bambini e alle bambine una straordinaria ricchezza di sollecitazioni cognitive, emotive e sociali. La ricchezza della dimensione ludica, tuttavia, pur trovando nell'infanzia il tempo della sua più libera espressione, è una risorsa a cui l'essere umano continua ad attingere per l'intero corso della vita. In tale prospettiva, il gioco implica l'intreccio di due fondamentali dimensioni formative: la dimensione cognitiva e la dimensione emotiva. a) La dimensione cognitiva. Il gioco si afferma come un insostituibile strumento di attivazione dell'intelligenza, consentendo al bambino di sperimentare una serie di funzioni cognitive irrinunciabili: - la funzione esplorativa, da soddisfare attraverso la manipolazionedegli oggetti con cui questi entra in contatto e attraverso l'osservazione degli avvenimenti che compongono la sua esperienza; - la funzione costruttiva, capace di dare via libera all'esigenza (vitale per il bambino, come ben sottolineava Maria Montessori) di fare da sé, di acquisire cioè autonomia e competenza di pensiero e di azione, esercitando liberamente e pienamente le proprie potenzialità cognitive a diretto contatto con la realtà; - la funzione comunicativa, attraverso la quale il bambino utilizza e perfeziona i suoi linguaggi verbali e non verbali, aprendosi a nuovi orizzonti di relazione con i coetanei e con gli adulti, a partire dai primissimi mesi di vita; - le funzioni creativa e inventiva, grazie alle quali il bambino ha la possibilità di modificare, trasfigurare e reinventare la realtà, discomporla e riprogettarla in un processo permanentemente ricostruttivo. b) La dimensione emotivo-affettiva. Si tratta di

una dimensione che fa riferimento principalmente alla funzione simbolica del gioco. Attraverso il gioco simbolico (del «fare finta di») il bambino ha modo di mettersi nei panni di un altro (persone, cose e animali), prendendo consapevolezza che esistono modi di essere diversi dal proprio. Egli sperimenta, in tal modo, la possibilità di vivere direttamente e concretamente esperienze di decentramento affettivo, relazionale e conoscitivo, nel corso delle quali «uscire» dal proprio mondo, comprendere l’esperienza affettiva dell’altro e scoprire la ricchezza del confronto e dello scambio. Allo stesso tempo, il gioco simbolico svolge un’efficace azione diagnostica e terapeutica rispetto a situazioni di disagio emotivo e relazionale che, proprio attraverso i giochi di drammatizzazione, trovano l’opportunità di essere rappresentate e, quindi, elaborate e spesso risolte. Il gioco, dunque, ricopre un ruolo irrinunciabile per la costruzione

dell'identità personale, per la promozione dell'autonomia e dell'ampliamento degli scambi sociali, affettivi e relazionali. La consapevolezza pedagogica della funzione educativa e creativa del gioco comporta una progettazione dei contesti di vita dell'infanzia (la casa, la scuola, la città) che preveda spazi specifici, opportunamente pensati e organizzati per favorire la libera espressività ludica. Ci si riferisce a spazi domestici e scolastici, a ludoteche e palestre, a giardini attrezzati e campi-gioco.

La diversità attraversa la soggettività individuale a livello biologico, psicologico, etnico-linguistico-culturale. A livello biologico, ciascun individuo è caratterizzato da una sua specifica identità (da un suo specifico genoma) che lo differenzia tanto dagli individui delle altre specie, quanto dagli altri individui della propria specie. Su questa costitutiva singolarità genetica, si innesta

La differenziazione delle esperienze che ciascun soggetto conduce nel proprio ambiente di vita. Le attuali conoscenze neurobiologiche sul cervello dell'uomo hanno rilevato come il numero e la struttura delle interconnessioni neuroniche (e cioè la mappa identitaria di ciascuno) variano da individuo a individuo, in relazione alla particolarità del patrimonio genetico, delle condizioni organiche dello sviluppo cerebrale durante la crescita, delle stimolazioni sensoriali e intellettive dell'ambiente di appartenenza.

Gli studi psicologici, d'altra parte, confermano come ciascun soggetto si caratterizza per una sua specifica e unica identità cognitiva e affettiva. La costruzione di tale specifica identità si realizza attraverso la singolarità del fare ed elaborare esperienze (sensoriali, percettive, linguistiche, espressive, comunicative, sociali, emotivo-affettive), in un gioco dinamico e complesso di corpo e sensorialità, di logica e fantasia.

di logos ed eros, di conscio e inconscio, di "io" ed "altri". Si tratta di complessi processi di costruzione delle strutture mentali che il soggetto realizza a contatto con il mondo fisico e simbolico ma, soprattutto, a contatto con le persone con le quali entra in relazione, a partire dalla prima "alterità" di cui fa esperienza: la madre. Per tutto questo, cias
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
13 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Romano Rosa Grazia.