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Obiettivi di apprendimento per la lettura dell'orologio e l'uso del denaro
Il curricolo sia per la lettura dell'orologio che sull'uso del denaro prevedono tra gli obiettivi preparatori generali la motivazione al compito, l'attenzione, le abilità fino-motorie di manipolazione. Per la lettura dell'orologio gli obiettivi si specializzano in quelli relativi alle abilità matematiche (riconoscimento dei numeri, orientamento, successione dei numeri), alla consapevolezza del significato del tempo, quelli concernenti la lettura dell'orologio fino alla gestione del tempo. Per l'utilizzo del denaro l'insegnamento si sofferma sui prerequisiti matematici del contare, del riconoscimento del denaro fino ad obiettivi avanzati di decisioni su un acquisto, attribuzione di un prezzo, muoversi all'interno di un negozio. Cap. 9: Intervento educativo sulle abilità prelavorative. Con questo termine si intendono quelle attività di laboratorio che favoriscono il potenziamento dell'autostima del soggetto che si.rispecchierà nel prodotto del proprio lavoro, giungendo a comporre un'immagine di sé molto diversa da quella di soggetto passivo e dipendente che emerge dall'etichetta stereotipata e di portatore di handicap. La distinzione tra lavoro e attività prelavorativa è stata sottolineata da Montobbio: il lavoro consente di dispiegare per intero il significato terapeutico del ruolo che invece perde valenza nel contesto di esperienze più protette e meno integranti. Nell'attività prelavorativa il soggetto è chiamato a eseguire delle prestazioni che richiedono l'attivazione sinergica e coordinata di importanti funzioni: - attentive - fino-motorie - grosso-motorie - oculo-manuali - di coordinazione bimanuale - discriminative - linguistiche. L'uso della tecnica del chaining. Le tecniche di concatenamento si basano sulla scansione temporale che regola la diversa successione dei passi. Il chaining anterogrado è una delle metodologie.più in uso nelle attività di laboratorio. L’insegnamento prende le mosse dal primo passo del compito, che corrisponde a quello eseguito da qualsiasi persona competente per poi procedere con il mettere in sequenza il secondo e così via fino a compimento dell’operazione. Il chaining retrogrado partendo invece dall’ultimo passo costituisce un efficace approccio per compiti più complessi. Nell’esecuzione di molte mansioni prelavorative l’utente può essere chiamato a svolgere azioni che richiedono abilità fino-motorie o di coordinazione culo-manuale. In tal caso risultano efficaci le tecniche di modellaggio o shaping che partendo da livelli di performance motoria espresse dall’utente, modellano a poco a poco il comportamento giungendo per approssimazioni successive al conseguimento dell’obiettivo. Se l’attività richiede abilità anche discriminative il laboratorio può richiedere un intervento
educativo preliminare legato agli aspetti discriminativi. Da questo punto di vista può mostrarsi utile la tecnica di apprendimento discriminativi senza errori.Cap. 10: Attività educative per le abilità motorie.
Nei soggetti portatori di handicap neuropsichico le difficoltà motorie sono presenti o perché affetti da un danno neurologico o neuromuscolare, o per impaccio motorio originato da scarsa integrazione dello schema motorio o da emotività. A ciò può aggiungersi la frequente tendenza alla passività o al comportamento ipercinetico di difficile controllo da parte dell'educatore. L'intervento educativo è finalizzato al mantenimento delle strategie motorie già acquisite e ad evitare che nel tempo insorgano o si aggravino problemi motori. Dal momento che corpo e attività motoria sono strettamente legati all'attività psichica, allo sviluppo intellettivo l'intervento educativo deve essere
preceduto dalla comprensione dei bisogni e di ciò che il soggetto prova. Quando poi è presente un'insufficienza mentale, l'utente non è consapevole delle sue risorse, per cui l'aiuto principale è quello di indirizzarlo per utilizzarle al meglio. Nei soggetti più gravi che presentano pesanti deficit motori e intellettivi, la possibilità di intervento motorio è caratterizzata dall'utilizzazione di esercizi di ginnastica passiva che mantengano un certo trofismo ed evitino rigidità muscolari. Dopo aver accertato le condizioni dell'utente, gli esercizi vanno somministrati quando questo è calmo, va controllato che li esegua in modo autonomo utilizzando supporti sonori al fine di stimolarne l'attenzione. L'attività fisica può essere condotta all'esterno del centro attraverso passeggiate o anche in piscina, in quanto l'acqua favorisce la riduzione dei problemi della gravità e,Facilitando il rilassamento, consente di conseguire un'attività motoria globale, lo sviluppo della motricità fine, la correzione del respiro.
Cap. 11: Tecniche educative per il decremento dei comportamenti problematici.
Dal momento che dietro ogni comportamento problematico, anche il più bizzarro e apparentemente privo di alcuna logica, si nasconde un significato, preliminare ad ogni intervento è l'analisi funzionale del comportamento per riuscire a capire quale particolare messaggio di disagio l'utente ci comunica con quella modalità fuori dal comune. Approcci assolutamente tecnici non permettono di cogliere l'insieme di significati sottostanti al comportamento e di far procedere attraverso metodi che potrebbero condurre all'effetto paradossale di incrementarne le emissioni. Uno dei metodi applicabili è il trattamento educativo meno restrittivo, quello cioè meno avversivo e intrusivo per l'utente. Foxx li
articola in tre livelli. Intervento di primo livello. Tecniche meno intrusive e prive di forme punitive tese ad ampliare il repertorio positivo del soggetto giungendo a sostituire il comportamento problematico. La prima metodica è definita DRO (Rinforzamento Differenziale di Comportamenti Alternativi). È l'approccio più blando fondato sul principio di rinforzare, in modo differenziale, tutta la svariata serie di comportamenti che non ricadano sotto la veste di problematici. L'intervento prevede una raccolta di informazioni sulla frequenza del comportamento. Un secondo tipo di intervento è denominato DRA (Rinforzamento differenziale di Comportamenti Adeguati). Rispetto al primo non si limita a rinforzare in modo differenziale qualsiasi altro comportamento che non sia problematico, ma promuove il rinforzamento solo di quelli utili alla pratica didattica, affinché l'utente possa emetterli con maggiore frequenza. Tuttavia tale approccio noninterviene direttamente sul comportamento problematico e può indurre l'utente ad associare il comportamento rinforzato a quello problematico. È utile quindi scegliere un comportamento positivo incompatibile con l'azione problematica utilizzando la metodica DRI (Rinforzamento Differenziale di Comportamenti Incompatibili). In ogni caso comune denominatore delle tre metodiche è quello che la proposta alternativa all'evento problematico non sia dello stesso valore funzionale.
Secondo livello. Prevede tecniche di intervento che cominciano ad assumere caratteristiche minima mente intrusive e più mirate alla costruzione di comportamenti alternativi, rivolgendosi più direttamente all'interno dei comportamenti problematici. La prima tecnica è quella dell'estinzione per il quale, essendo molte volte il comportamento rinforzato involontariamente dall'educatore, si procede con l'ignorare sistematicamente le emissioni.
problematiche per evitare di fornire attraverso l'attenzione un rinforzamento dello stesso. L'estinzione deve essere esercitata in modo assolutamente contiguo all'evento problematico, sovrapponendosi cronologicamente. La sospensione di ogni forma di attenzione deve durare tutto il tempo di emissione dell'evento problematico per poi essere ripristinata appena l'utente torna ad assumere un comportamento socialmente accettabile.
Un'altra tecnica è quella del timeout senza isolamento, tecnica punitiva, attiva, di sottrazione dei rinforzatori, che consiste nel sospendere qualsiasi tipo di rinforzo che l'utente possa ricavare dall'educatore o dall'ambiente. Affinché la tecnica abbia effetto è necessario che sia contigua all'evento problematico, che abbia breve durata, che il luogo in cui l'utente viene sospeso abbia caratteristiche rinforzanti, che il timeout sia accompagnato dall'individuazione e dal
Rinforzamento differenziale di un comportamento positivo che possa efficacemente sostituire quello negativo.
Terzo livello. Contempla interventi maggiormente avversivi verso l'utente, utilizzabili solo quando gli altri due non abbiano effetto. Una tecnica è quella del timeout con isolamento che deriva da alcuni limiti di applicabilità della tecnica di secondo livello dal momento che alcune variabili non controllate dall'educatore possono annullare l'efficacia del provvedimento punitivo. Ad esempio, l'utente in timeout continua ad emettere il comportamento o ritorna nel gruppo a fare ciò che faceva. L'isolamento quindi elimina ogni possibilità per l'utente di accedere a dei rinforzi accelerando il processo di eliminazione. Affinché si producano effetti positivi è necessario che la tecnica sia utilizzata solo quando le altre non abbiano prodotto effetti, che l'isolamento non duri oltre i 10 minuti, che tanto.
maggiore è l'intrusività di una punizione tanto marcato deve essere il rinforzamento differenziale di alcuni comportamenti positivi dell'utente. Altra tecnica è l'ipercorrezione che si pone come un'azione riparativa nei confronti degli effetti del comportamento problematico andando al di là degli effetti provocati. Talvolta si rende necessario accrescere gli aspetti intrusivi ed avversivi al fine di velocizzare il conseguimento del compito, soprattutto quando l'utente si mostra ostile all'intervento. La tecnica del blocco fisico, più avversiva ed intrusiva di tutte è applicabile in risposta ad alcune gravi forme di comportamento problematico: autolesionismo, aggressività e distruttività. Occorre ricordare che il blocco fisico è un atto necessario e non una resa.