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PANIERE SCIENZA DELLE FINANZE
Economia
Docente: Mattia Giuseppe
Generato: 29/07/2020
LEZIONE 03
10) I due teoremi dell'economia del benessere
- 1° Teorema: Dove c'è concorrenza perfetta l'operato di ciascun soggetto per il raggiungimento del proprio massimo benessere, determina ciò che è auspicabile per la società nel suo complesso. Infatti in un regime di concorrenza perfetta la produzione dei beni e l'allocazione delle risorse esprimono l'ottimo paretiano.
- 2° Teorema: Afferma che, modificando in modo opportuno la distribuzione iniziale delle risorse principalmente con imposte e sussidi per poi affidare al libero mercato l'efficiente allocazione delle risorse, è possibile raggiungere l'ottimo paretiano.
11) La teoria del Pareto con i grafici
La teoria dell'Ottimo paretiano elaborata da Vilfredo Pareto è un concetto per cui un sistema è efficiente se non è possibile aumentare il benessere di
un individuo senza diminuire il benessere di qualcun altro. L'efficiente allocazione delle risorse è data da 3 condizioni: - Efficienza produttiva (non è possibile diminuire la produzione di un bene senza diminuire la quantità prodotta di un altro bene) - Efficienza nello scambio (quando ciascun membro della collettività riceve o cede ciò che desidera) - Efficienza sociale (preferenze della collettività rispetto a situazioni economiche alternative). La funzione di benessere è rappresentata dalle curve di indifferenza sociale e l'ottimo paretiano si ha quando la curva di trasformazione è tangente ad una di queste curve di indifferenza. Dal punto di vista grafico tale situazione si realizza nella "curva di trasformazione" o "frontiera delle possibilità produttive" che è una curva decrescente nel senso che mentre aumenta la produzione di un bene diminuisce quella dell'altro. E' unacurva concava verso l'origine degli assi proprio perché è possibile produrre un bene in maggiore quantità solo sacrificando in misura sempre maggiore la produzione di un altro bene. E' detto "saggio marginale di trasformazione" l'inclinazione della frontiera ed esprime la quantità di un bene a cui la collettività deve rinunciare per avere più disponibilità di un altro bene. Dal punto di vista grafico la funzione del benessere è rappresentata da curve di indifferenza sociale (C1, C2, C3) e l'ottimo sociale si ha nel punto in cui la curva di indifferenza sociale più alta, che esprime il massimo benessere, è tangente alla curva di trasformazione. Dove le curve si incontrano (punto E) si verificano contestualmente le tre condizioni essenziali per la migliore allocazione delle risorse. LEZIONE 0405) L'analisi costi - benefici Per analisi costi - benefici "deve intendersi"qualsiasi analisi che, a prescindere dalle tecniche di fatto adottate, sia basata sull'idea che sia utile intraprendere un'attività solo nel caso in cui i benefici siano superiori ai costi e che permetta di sommare costi e benefici, valutando tutte e solo le conseguenze dell'attività in esame senza il ricorso a norme o principi etici". In Italia l'adozione dell'analisi costi benefici ha trovato ampia applicazione con il D. Lgs. 228/2011.
Il metodo di analisi consiste nel riportare ad unità i costi elementari e i benefici elementari. A queste unità si cerca, per quanto possibile, di dare un valore il più possibile oggettivo per la misurazione ed il confronto.
Le fasi dell'analisi costi - benefici possono così riassumersi:
- Ambito di analisi: devono essere delineati lo spazio e il periodo degli effetti da valutare avendo riguardo al territorio, ai soggetti su cui riscontrare i benefici netti all'arco
Le caratteristiche distintive dei beni pubblici sono:
- Non rivalità: un bene è "non rivale" se il consumo di quel bene da parte di un soggetto non riduce le possibilità di consumo della stessa unità del bene da parte di un altro soggetto. Ad esempio, le forme di arte come la pittura o la musica.
- Non escludibilità: un bene è "non escludibile" quando non è possibile impedirne il godimento da parte dei consumatori. Ad esempio, l'illuminazione stradale.
Lezione 1008: L'impresa pubblica
L'impresa pubblica è un'impresa dotata di un capitale conferito totalmente o parzialmente dallo Stato o da altri enti pubblici. Le imprese pubbliche possono vendere sul mercato beni e servizi ricevendone i relativi corrispettivi oppure possono erogare servizi finanziati con le entrate fiscali.
1208) Le teorie volontaristiche Le teorie volontaristiche affermano che in un'economia di mercato devono avvenire gli scambi dei beni. Secondo queste teorie il fenomeno finanziario si svolge su basi volontarie sotto il profilo dell'utilità e del costo marginale. Le teorie volontaristiche cercano di avvicinare il funzionamento della finanza pubblica a quello del mercato con l'applicazione di un sistema con prezzi e imposte. LEZIONE 1305) Le teorie politico-sociologiche In Italia si sono affermate due diverse teorie conflittuali di cui una definita "politica" e l'altra "sociologica" in quanto espressioni nell'ambito della scienza delle finanze di modelli economici propri della classe sociale dirigente e di quella elitaria. In generale per i sostenitori delle teorie politico-sociologiche va posta l'attenzione sull'elemento essenziale dell'agire dello Stato costituito dalla coazione. Per gli esponentidelle teorie politico-sociologiche. Il testo fornito può essere formattato utilizzando i seguenti tag HTML: 1) Per evidenziare il concetto di sovranità nella teoria politico-giuridica, possiamo utilizzare il tag : Teoria politico-giuridica per cui l'attività finanziaria è una manifestazione di sovranità e quindi gli obiettivi dello Stato sono esclusivamente politici; 2) Per evidenziare il concetto di interessi di parte nella teoria delle illusioni finanziarie, possiamo utilizzare il tag : Teoria delle illusioni finanziarie per la quale la classe dominante compie scelte finanziarie alla luce dei propri interessi e le scelte stesse sono adottate in modo da limitare il dissenso dei contribuenti e far apparire come bisogni pubblici azioni che sono dettate da interessi di parte; 3) Per evidenziare il concetto di possibilità di errori nella teoria delle scelte pubbliche, possiamo utilizzare il tag : Teoria delle scelte pubbliche che analizza l'attività dello Stato considerando, in primo luogo, la possibilità di errori in quanto ad agire sono esseri umani mossi, inoltre, dalle loro.Aspirazioni di ricchezza, successo, ecc., senza dimenticare che le decisioni sono condizionate da vincoli istituzionali per cui, in definitiva, le scelte di finanza pubblica non sempre sono dettate da principi di razionalità economica.
LEZIONE 146) La spesa pubblica secondo Keynes
Come detto la spesa pubblica, secondo Keynes, non avrebbe dovuto essere finanziata dall'emissione di carta moneta perché avrebbe generato inflazione. Il finanziamento sarebbe dovuto derivare da prestiti pubblici (deficit spending) che avrebbero generato reddito senza intaccare le risorse; si trattava, in sostanza, di utilizzare i risparmi per gli investimenti. Altro sistema per finanziare la spesa pubblica è costituito dal classico prelievo fiscale.
LEZIONE 157) La curva di Phillips con i grafici
Nel 1958 l'economista inglese A.W. Phillips pubblicò un articolo nel quale analizzava empiricamente la relazione fra la variazione percentuale dei salari monetari e il tasso di
disoccupazione in Gran Bretagna nel periodo fra il 1861 e il 1957. Dall'analisi di Philips emerse:- In presenza di tassi di disoccupazione superiori al 5,5% i salari si riducevano;
- Con il tasso di disoccupazione intorno al 5,5% i salari rimanevano costanti;
- Ad un tasso di disoccupazione inferiore al 5,5% i salari tendevano a crescere;
- Quando il tasso di disoccupazione era intorno al 2,5%, l'aumento dei salari monetari risultava intorno al 2% all'anno; tale valore era compatibile con la stabilità dei prezzi poiché la crescita della produttività si attestava anch'essa sul 2% annuo, quindi il costo del lavoro era costante per unità di prodotto;
- Via via che si riduceva il tasso di disoccupazione, aumentava il tasso di crescita dei salari monetari;
- Il tasso di disoccupazione non è mai sceso al di sotto dell'1%.