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Le scimmie del Vecchio Mondo (Africa-Europa-Sud America)

Le scimmie antropomorfe04. Descrivere le caratteristiche generali di Catarrine e Platirrine America) e raggruppano le Antropomorfe e l'Uomo.Le Platirrine sono le scimmie del Nuovo Mondo (Nord America), mentre le Catarrine del Vecchio Mondo (Africa-Europa-SudLe principali differenze tra le due tipologie di scimmie si può dire che le Catarrine presentano un naso stretto con narici vicine orientate avanti verso il basso e separate da un piccolo setto. Una dieta onnivora, foglifora, frugivora. Le platirrine, di contro presentano un naso largo e piatto con narici lontane, laterali e separate da un largo setto, non presentano un condotto uditivo a differenza delle Catarrine in cui si sviluppa durante l'accrescimento. Infine presentano numerose differenze con le catarrine del Vecchio Mondo, come essere animali dalle abitudini perlopiù arboricole e diurne, con una coda più o meno prensile, mancano della

visione tricromatica di cui invece sono capaci le scimmie del Vecchio Mondo. Le catarrine si dividono in due superfamiglie, ovvero Cercopithecoidea e Hominoidea.

Lezione 0320

  1. Lo scheletro fossile di Lucy dimostra che la stazione eretta era acquisita, nonostante:
    • Manca delle estremità inferiori
    • Mancano gli arti superiori
    • Non si può fare nessuna ipotesi visto lo scheletro frammentato
    • Manca delle ossa del bacino
  2. Australopiteco è una parola inventata da Raymond Dart per:
    • Il ritrovamento di una mandibola
    • Il ritrovamento di un cranio infantile
    • Il ritrovamento di evidenze fossili dell'origine del linguaggio
    • Il ritrovamento di arti superiori evoluti
  3. Gli Australopitechi:
    • Si sono evoluti e diversificati in Europa
    • Appartengono ad un gruppo diversificato dove solo alcune forme sono ritenute ancestrali
    • Sono stati studiati grazie ai molti ritrovamenti fossili
    • Rappresentano l'anello mancante di un'evoluzione umana graduale e lineare
  4. La famiglia Hominidae comprende
due sottofamiglie, di cui quella delle Australopithecinae che comprende:
  • Tutte le precedenti
  • Tutte le forme umane, estinte e attuali
  • Le forme estinte non incluse nel genere Homo
  • Le scimmie del Nuovo Mondo (Nord America)
05. Gli Australopiteci vengono distinti in funzione delle differenze di costituzione ossea nelle due forme gracile e robuste; qua li tra le specie elencate non appartengono alla forma gracile:
  • A. anamensis
  • A. africanus
  • A. afarensis
  • Paranthropus
06. Gli australopiteci sono costituiti da un mosaico di caratteristiche morfologiche umane e delle scimmie antropomorfe; quali tra quelle elencate non appartengono al genere:
  • Sono bipedi
  • Hanno perso completamente la capacità di arrampicamento sugli alberi
  • Presentano mandibole molto robuste con denti grandi e con smalto spesso
  • Hanno il cervello piccolo
07. Il ritrovamento forse più famoso che viene ricordato è Lucy, un reperto fossile appartenente a:
  • A. africanus
  • A. Garhi
  • A. anamensis
  • A. afarensis
08. Descrivere le differenze tra

forme gracili e robuste delle australopeticine. Gli Australopithecus possono essere suddivisi in due forme, gracili e robusti. Esse si distinguono in forme "gracili" (afarensis, africanus, anamensis) e forme "robuste" (boisei, robustus, aethiopicus) per le differenze di costituzione ossea che ci sono, in particolare i "robusti" vengono a volte inseriti in un altro genere: quello dei "parantropi".

Le forme "gracili" al centro del capo, là dove si incontrano le ossa parietali, sporgeva una cresta ossea (Paranthropus). Inoltre, negli individui più grossi e robusti, a differenza di quella sagittale dove si andavano ad attaccare i muscoli temporali; questa cresta corrisponde a quella che si osserva sul cranio dei gorilla maschi, ma ha dimensioni minori. La faccia (splancnocranio) mostrava zigomi prominenti e larghi là dove l'arcata zigomatica si attacca sotto le orbite; essi delimitavano un ampio spazio ovale.

Corrispondenza delle ossa temporali e masseteri. La mascella e la mandibola sporgevano verso l'avanti, armate di molari e premolari massicci mascellari; entro questo spazio scorrevano i potenti muscoli con la superficie triturante più che tripla rispetto a quella dell'uomo moderno (che ha taglia molto più grande) protetta da uno strato di smalto di grande spessore.

Quali sono stati i ritrovamenti fossili più importanti per il genere Australopithecus? Tra i più importanti ritrovamenti fossili che permettono un inquadramento fisico dell'Australopithecus, si ritrovano i resti di Lucy, nel '74, l'ominide più noto mai ritrovato e vissuto 3,2 milioni di anni fa. È stata fondamentale per disegnare l'evoluzione della specie umana. Lo scheletro fossile di Lucy manca delle estremità inferiori, ma le ossa delle gambe e il bacino dimostrano che la stazione eretta era acquisita.

già 3,2 milioni di anni fa. Altro ritrovamento fossili fondamentale per l'inquadramento dell'AuTaung” è il nome con cui è comunemente conosciuto il fossile di un cranio infantile di un Australopithecus africanus risalente a 2,3 milioni di anni fa, ritrovato a Taung (Sudafrica)nel 1925 da Raymond Dart, un paleoantropologo dell'epoca, fece una scoperta eccezionale a Taung in Sud Africa, trovando dunque un cranio infantile datato circa 2 milioni di annifa. Chiamò il reperto con una parola di sua invenzione, "Australopiteco": un termine composito derivato dal latino "australe" (meridionale, del Sud) e dal greco "pithecus"(scimmia), nome che avrebbe poi avuto un grande successo e che identificherà gran parte dei reperti Ominidi africani datati dai 4 ai 2 milioni di anni fa. . Il ritrovamento fossilecomprende la faccia, parte del cranio, una mandibola completa ed il calco del cervello. Un ultimo importante

Il ritrovamento avvenne nel 1936 con Robert Broom che rinvenne a Sterkfontein. Questo esemplare, prima di essere riconosciuto come Australopithecus africanus, venne chiamato Plesianthropus transvaalensis, ossia "prossimo all'uomo", in maniera informale "Mrs. Ples".

Descrivere le caratteristiche del genere Australopithecus e quali specie comprende:

Il genere Australopithecus visse in Africa tra 4,4 e 1,2 milioni di anni. Esso presenta delle specie che possono essere distinte geograficamente in un gruppo meridionale (Australopithecus africanus) e in un gruppo orientale (Australopithecus anamensis, Australopithecus afarensis, Australopithecus ghari), cui vanno aggiunti i resti rinvenuti in Africa centrale (Australopithecus bahrelghazali). Gli Australopiteci vengono spesso distinti in funzione delle differenze di costituzione ossea in due forme: Gracili, comprendenti A. afarensis, A. africanus, A. anamensis; Robuste, invece, comprendenti specie inserite nel genere Paranthropus.

Ossia P.boisei, P. robustus e P. aethiopicus. Rientrano tra i primi ominidi che avevano iniziato a muoversi in posizione eretta, facendo leva solo sulle gambe. Erano inoltre bassi di statura, misuravano in genere meno di un 1 metro e 30. Il loro cranio era molto piccolo, ma il cervello era più sviluppato, era più grande, di quello delle scimmie e forse gli australopitechi erano più intelligenti delle scimmie. La faccia invece era ancora simile a quella delle scimmie, con una mascella robusta. Gli australopitechi vivevano nella savana ma non sempre nello stesso posto, si spostavano continuamente. Infine vivevano in gruppo con gli altri ominidi per difendersi meglio dai grandi animali feroci e per cacciare più facilmente gli animali che erano il loro cibo. Erano dunque bipedi, sebbene conservavano residue capacità di arrampicamento sugli alberi ed un notevole prognatismo sotto-nasale e da mandibole molto robuste che contengono denti grandi con smalto spesso.

e massa corporeaUn aumento della complessità delle connessioni neurali04. Quale delle seguenti specie del genere Homo è considerata la nostra diretta antenata?Homo habilisHomo erectusHomo neanderthalensisHomo sapiens05. Quale delle seguenti caratteristiche è tipica del genere Homo?La capacità di fabbricare e utilizzare strumenti complessiLa presenza di una cresta sagittale sul cranioLa presenza di un grande prognatismoLa capacità di arrampicarsi sugli alberi Formattazione del testo

Lo sviluppo embionale del SNC

04. Qual è stata la prima specie di Homo:

  • Habilis
  • Ergaster
  • Neanderthal
  • Sapiens

05. Quale tra quelle elencate non è una caratteristica della mano del genere Homo:

  • È presente la pentadattilia
  • Il pollice si sposta fino ad arrivare a completa opponibilità
  • Le falangi presentano una curvatura che permette la completa estensione delle dita
  • Gli artigli sostituiscono le unghie

06. Nel corso dell'evoluzione il genere Homo è andato incontro a modificazioni anatomiche, preannunciatesi al momento della divergenza dalle antropomorfe; quali, tra quelli elencati, non rappresenta un carattere che ha portato alla sua evoluzione:

  • La verticalizzazione del tronco
  • Allineamento del foro occipitale
  • Un femore più lungo e robusto
  • L'acquisizione della piena opponibilità dell'alluce

07. Il genere Homo:

  • È caratterizzato dal susseguirsi di habilis, erectus, neanderthal e sapiens
  • Si distingue in rudolfensis, erectus, afarensis

africanusNessuna delle precedentiRacchiude più specie diverse tra loro in modo meno lineare di quanto si pensasse08. Il genere umano ha avuto le sue origini in:
America del Nord
America del Sud
Europa
Africa

09. Descrivere i processi di encefalizzazione e postura bipede del genere homo

Il genere Homo, per giungere alla postura bipede segue il continuo cambiamento dell'ambiente in cui vive, al contrario di quanto si pensasse con le teorie precedenti, ovvero che l'uomo avesse acquistato la stazione eretta per poter vedere in lontananza sopra le alte erbe della savana. La specie umana ha evoluto alcuni adattamenti scheletrici particolari che hanno comportato un riarrangiamento di tutto lo scheletro, dal cranio all'alluce. Questo ha permesso di caricare tutto il peso sulle due gambe e di bilanciarlo su una sola gamba durante ogni passo. Dunque, nel corso del suo percorso evolutivo il genere Homo è stato accomunato dal processo di encefalizzazione, ossia da un progressivo sviluppo

delle dimensioni del cervello.In p

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Publisher
A.A. 2021-2022
66 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Peppetrm di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Piombo Mattia.