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Bretagna (Inghilterra-Scozia-Galles). Tuttavia Inghilterra e Scozia avevano condiviso lo stesso

monarca sin dal 1603, quando James VI di Scozia divenne James I d’Inghilterra (l’unione dinastica

delle due corone). Inghilterra, Galles e Scozia erano nel frattempo diventate in maggioranza

protestanti come conseguenza della riforma protestante e la rottura di Enrico VIII con il papato di

Roma. L’Irlanda invece rimase cattolica e cercò di prendere le distanze dall’Inghilterra. (UK:

unione tra l’Irlanda del Nord e la Gran Bretagna). La Britagna dunque non è un paese singolo ed

omogeneo, ma un’unione recente e potenzialmente instabile di 4 vecchie nazioni. La Gran Bretagna

è solo leggermente più anziana degli USA (1707), mentre il Regno Unito è più giovane (1801). Gli

inglesi trattavano i celti, loro vicini, come coloni più che come loro eguali e l’inglesità divenne più

preponderante nella definizione di britannicità per il ruolo dominante che l’Inghilterra ha avuto

nella formazione della Gran Bretagna. Nonostante le tensioni e l’astio tra i 4 paesi ci fu una

migrazione interna: molti scozzesi, gallesi e irlandesi del nord migrarono in Inghilterra, mentre

pochi inglesi migrarono fuori. L’immigrazione verso le isole britanniche continuò anch’essa sia per

il commercio che per le persecuzioni politiche e religiose. Gli immigrati hanno avuto un grande

impatto sulla società e a sviluppare e influenzare vicendevolmente le istituzioni e i settori lavorativi.

I cambiamenti nella coltivazione e le rivoluzioni industriali, hanno condizionato la crescita della

Bretagna e la mescolanza delle sue genti. La Bretagna si espanse economicamente e

commercialmente dal settimo secolo e con la conquista dei normanni, i prestasoldi ebrei entrarono

in Inghilterra seguiti poi dai banchieri lombardi del Nord Italia. Queste competenze commerciali

crearono grande benessere tra la popolazione che fu influenzata anche dalla lega anseatica tedesca,

che mise le sue stazioni commerciali a Londra e nella costa est dell’Inghilterra. Nel 1300, con

l’arrivo degli olandesi e dei fiamminghi, tessitori che per la fine del 1400 avevano trasformato

l’Inghilterra in una importante nazione per l’allevamento di pecore, produzione di stoffe e

conseguente esportazione. Alcuni immigrati si adattarono, mentre altri mantennero le proprie

identità. In ogni caso le competenze estere erano sempre bene accette, anche se gli stranieri non

avevano diritti civili e i primi immigrati, i mercati europei dell’hansa e gli ebrei potevano essere

facilmente allontanati. Dal periodo dei sassoni fino al 1800, la Bretagna aveva un’economia basata

sull’agricoltura e l’80% delle persone vivevano nei villaggi e nelle zone rurali nel sud e ad est.

Quando l’ago si spostò verso un’economia di produzione di tessuti e di allevamento, le

concentrazioni si addensarono verso i porti che esportavano la lana, a Bristol nella costa ovest e

nelle coste dell’Anglia dell’est, oppure nelle città produttrici. Altri nuovi arrivati d’oltremare

aumentarono la densità della popolazione e l’economia: ebrei (1655 crearono la prima comunità

fissa in Inghilterra), zingari e neri che erano associati al commercio di schiavi. Tra il 500 e il 600 il

paese divenne la meta di un gran numero di rifugiati come gli Ugonotti francesi e i protestanti

danesi per cause di guerra, persecuzioni politiche e religiose ma anche per bisogni di impiego.

Questo portò all’inurbamento e a nuovi sistemi d’agricoltura di massa. Dal 700 l’immigrazione subì

una battuta d’arresto che continuò lentamente per due secoli: con le nuove tecnologie e trasporti,

molte persone potevano spostarsi agilmente soprattutto in America del Nord e nelle colonie inglesi.

Sempre di questo periodo (700-800), come si diceva, sono le più grandi rivoluzioni industriali.

Queste diedero il via all’industrializzazione e alla produzione. Venne sfruttata la potenza del vapore

generata dalla combustione di carbone, e le industrie puntarono alla produzione di beni di massa.

Nei campi di carbone, e presso tali industrie, la popolazione crebbe rapidamente. Nel tardo 700 cosi

ci si spostò dalle zone rurali alle città. Nell’800 molti agricoltori divennero forza lavoro per le

industrie, e in questo periodo la rivoluzione industriale raggiunse il suo picco. In questo periodo non

era richiesta forza lavoro estera, perché c’erano sufficienti lavoratori e commercianti qualificati fra

gli inglesi, e con l’avvento del Regno Unito, le nazioni dell’Unione fornivano già di loro forza

lavoro non qualificata. Queste migrazioni interne accesero i conflitti etnici che divennero a volte

violenti a Liverpool , ma aiutarono anche l’integrazione. L’industrializzazione e l’espansione del

mercato attrassero immigrati qualificati in materia economica e d’affari , che si stabilirono a Londra

e nelle istituzioni finanziarie e nei commerci d’importazione ed espansione. Per la fine dell’800 la

Bretagna divenne una delle più ricche nazioni del mondo e leader industriale indiscussa.

Immigration from 1900

Sebbene storicamente gli immigrati abbiano avuto libero accesso in Inghilterra, essi godevano di

pochi diritti e potevano essere allontanati. Presto poi furono applicate delle leggi restrittive.

All’inizio del 900 ebrei e polacchi scapparono dalle persecuzioni dell’Europa dell’est e si

stabilirono a est di Londra. Si diffusero presto sentimenti xenofobi alimentati dal nazionalismo e

dalla mania di spionistica, portata dalla prima guerra. L’Alien Act del 1905, progettato per limitare

le entrate straniere, si dimostrò poco efficiente. Successivamente con la recessione degli anni 30 e la

Seconda Guerra Mondiale, i rifugiati dei regimi nazisti europei e di quelli sovietici entrarono

insieme ai migranti lavoratori. Dopo la guerra i rifugiati polacchi, ucraini e lettoni scelsero di

rimanere in Inghilterra. Più tardi nel 900 arrivarono i rifugiati delle altre nazionalità oppresse dalla

Guerra Fredda e dal medio-oriente (Vietnam, Iran, Ungheria, Europa dell’est ecc.). I lavoratori

dell’EU occidentale, cinesi e provenienti dai paesi del Commonwealth poi formarono delle

comunità stabili che tutt’oggi formano i grandi gruppi etnici compresenti in Inghilterra. Alcuni di

questi subirono discriminazioni, alcuni più di altri e soprattutto gli immigrati non bianchi del

Commonwealth furono al centro del dibattito sull’immigrazione dal dopoguerra (II) in poi. Dai tardi

anni 40, infatti, i membri non bianchi del Commonwealth immigrarono in massa dall’India, dal

Pakistan e dalle indie occidentali (isole dei Caraibi) spesso sotto invito del governo che richiedeva

manodopera a basso prezzo. Gli indiani occidentali lavoravano nei trasporti pubblici,, ristorazione,

nel sistema sanitario nazionale e nell’ambito manovale a Londra, Birmingham e altre città. Indiani e

pakistani andarono a lavorare nelle industrie tessili e del ferro. Dagli anni 70 i non bianchi crearono

comunità in molte città, negli ultimi anni tale fermento di ghettizzazione è alimentato e ha sollevato

la preoccupazione della popolazione bianca per l’isolamento da parte di questi gruppi, anche dalle

istituzioni. Alcuni indiani e cinesi si sono fatti strada in campo economico e professionale, mentre

bangladesi, pachistani e indiani dell’ovest hanno avuto a che fare con paghe base. Svantaggi

nell’istruzione, disoccupazione, isolamento, abitazioni fatiscenti e discriminazione (anche da parte

di altri gruppi etnici). L’Inghilterra possiede un razzismo istituzionale profondo, basato sull’eredità

dell’impero e anche una certa superiorità razziale che ha ostacolato l’integrazione. I giovani non-

bianchi nati in Inghilterra sono amareggiati per la loro relativa mancanza d’istruzione, impiego e

possibilità nell’.. nella scala sociale. Una corrente opposta (soprattutto dopo le violenze a Londra

nel 2005) asserisce che le comunità etniche dovrebbero risolvere i loro problemi interni e integrarsi

con la maggioranza e le sue istituzioni. Gli immigrati del Commonwealth che migravano in

Inghilterra negli anni 60, furono etichettati come stranieri e il governo seguì una politica a due

punte sull’immigrazione. Consisteva negli Immigration acts (che restringevano il numero

d’immigrati) e nel Race Relations Acts, che proteggeva i diritti degli immigrati già stabiliti in

Inghilterra. Quest’ultimo (1976) bandì le discriminazioni contro gli individui su base di razza, etnia

e origini nazionali etc... Venne istituita la commissione per l’equità razziale (CRE) nello steso anno

che aveva il compito di far rispettare il Race Relations Acts. Fu rimpiazzato nel 2007 dall’Equity

and Human Right Commission, il cui ruolo era di far finire le discriminazioni e gli abusi sugli

individui per handicap, età, razza, generi, religione, credenze e orientamento sessuale. Nonostante le

buone intenzioni, entrambe le istituzioni furono criticate per i loro insuccessi e la mancanza di

obiettivi chiari. Le critiche sono state mosse anche contro le leggi: secondo alcuni non si può

legiferare in modo soddisfacente contro la discriminazione, mentre altri vorrebbero più rigore nel

controllo degli immigrati e dei rifugiati. Alcune preoccupazioni dei bianchi sono sfociate in

qualcosa di più allarmante: la nascita di partiti nazionalisti come il Fronte Nazionale, il partito

nazionale britannico (BNP) e Combat 18 (movimento neonazista britannico). I non bianchi si

sentirono i capri espiatori di qualsiasi questione o problema e alcuni cominciarono a dissociarsi

dalle istituzioni come la polizia, il sistema giuridico e le strutture politiche. Sin dagli anni 40 il

governo non aiutò spesso l’integrazione e l’immigrazione e le etnie rimangono problematiche.

Molti non bianchi e i loro figli nati in Inghilterra si sono adattati alla società mantenendo le loro

identità etniche e culturali. Tuttavia la ghettizzazione è un problema di molte aree. Lo scoppio di

tensioni razziali, violenze ed abusi avvengono anche verso la polizia, e nei tribunali vengono mosse

accuse di ignorare o sottovalutare i crimini contro i gruppi etnici all’interno del presunto clima di

correttezza politica. La popolazione non bianca era inizialmente composta da uomini non coniugati.

La struttura cambiò quando le persone a carico si unirono agli immigrati stabilitisi precedentemente

e i figli non bianchi si adattarono alle organizzazioni e favorirono la nascita di rapporti interraziali

con altri gruppi etnici. Attualmente a parte coloro cui potrebbe essere garantito l’ingresso o il

soggiorno permanente (come per i parenti o persone a carico di chi già si è stabilito in Inghilterra),

tutti gli a

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A.A. 2014-2015
29 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher NDR di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lingua inglese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Internazionali di Roma - UNINT o del prof Vizzaccaro Massimo.