Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
I poteri devono condividere il potere tramite un sistema di controllo e contrappesi. Il
presidente nomina i giudici federali e quelli della corte suprema ma il senato deve
confermarli. L’approvazione è necessario anche per i trattati negoziati dall’esecutivo e
approvare i candidati del presidente alle alte cariche degli uffici federali. Il presidente può
porre il veto sulla legislazione approvato dal Congresso; ma il veto può essere scavalcato
se si raggiungono i due terzi in entrambe le camere. Il Congresso può rimuovere un
funzionario dal proprio ramo tramite l’impeachment ma il Presidente può concedere la
grazia agli accusati di crimini federali. I giudici della corte suprema rimangono tali a vita
sempre se hanno un buon atteggiamento nei confronti della legge. Il Congresso può
raccogliere denaro attraverso le tasse e può spenderlo nei programmi governativi.
Nell’attuare le leggi, però, il Presidente e i dipartimenti dell’esecutivo controllano il modo in
cui i fondi sono usati fissando regole che interpretano il linguaggio delle leggi federali. Un
episodio noto di controllo e contrappeso avvenne nel ’99-’00, quando la camera dei
rappresentanti pose sotto accusa il presidente Clinton per “high crimes and
misdemeanors” per il caso Lewinsky.
Modifica costituzionale
Le procedure per modificare la costituzione federale coinvolgono i governi nazionali e il
governo federale. Può essere richiesta la modifica dai due terzi del Congresso e tramite
una convenzione costituzionale richiesta dai due terzi degli stati. Ogni modificazione deve
essere approvata dalle legislature o dalle assemblee in tre quarti degli stati. Ci sono stati
cambiamenti tramite il processo di modifica oppure tramite il cambiamento di abitudini o di
circostanze storica (spesso gli emendamenti hanno aumentato il potere federale a scapito
di quello locale e hanno democratizzato la partecipazione al governo). Tramite il 13°, il 14°
e il 15° emendamento è stata rispettivamente: abolita la schiavitù, attribuita la cittadinanza
agli ex schiavi; e dato loro il diritto di voto (solo per riportare alcuni esempi). Il 14° in
particolare stabilisce implicitamente che lo stato deve tutelare i diritti civili dei suoi cittadini
tramite processi di legge e l’uguaglianza giudiziaria. Tra gli anni ’50 e ’80 questo
emendamento è stato fondamentale per allargare l’accesso all’integrazione delle
minoranze (nonostante negli ultimi anni la corte suprema si sta dimostrando meno
propensa all’estensione dei diritti per le minoranze).
Altri emendamenti che hanno democratizzato la politica americana sono il 17° (senatori
scelti dalla volontà popolare piuttosto che dalla legislatura di stato, 1913); il 19° (diede alle
donne il diritto di voto, 1920); il 26° (che abbassò a 18 l’età minima per il voto, 1971).
I partiti politici
I partiti come visti dai pari fondatori sono dei gruppi d’interesse che perseguono interessi
strettamente personali piuttosto che di bene comune. Essi immaginarono un sistema
costituzionale che fosse efficace nel mantenere le fazioni divise in modo che nessun
possa assumere un potere troppo grande. Il sistema incoraggia due partiti principali. Solo
una persona viene eletta da ogni distretto elettorale e quella persona ha bisogno di una
sola pluralità (più voti rispetto all’altro candidato) per vincere le elezioni. Le coalizioni si
formano prima delle elezioni e si basano su interessi comuni tanto che cercheranno di
strutturare programmi condivisi e piuttosto generici. Dal 1856 ci sono stati due partiti
nazionali: i Democratici e i Repubblicani.
Differenze tra partiti
Malgrado la loro diversità e le ideologie opposte, i due partiti rappresentano orientamenti
politici differenti. I repubblicani spesso si identificano come conservatori. Solitamente i
partiti tendono a raccogliere il favore dell’elettorato a “macchie” (ufficiosamente si può dire
che ad ogni stato corrisponda un partito). Durante la guerra civile, il sud incolpò Lincoln
(repubblicano) per aver scatenato la guerra e votò per i Democratici. Il resto della nazione
rimase di orientamento Repubblicano. Negli ultimi anni dell’800 e nei primi decenni del
‘900 la divisione regionale si acuì. La coalizione di Roosevelt del New Deal creò una
maggioranza attirando le pluralità sia nel sud di supremazia bianca che nel nord est e
medio est multietnico. Dal ’32 al ’68 i Democratici erano conservatori al sud e spesso
liberali nelle altre zone. I Repubblicani erano conservatori nel medio-est rurale e ad ovest
e spesso moderato e liberale nel nord est. Dopo questo periodo le differenze si sono
assottigliate. Nel ’68 i democratici del sud abbandonarono il partito per dare sostegno a
Wallace un candidato indipendente per le elezioni presidenziali, a causa dell’appoggio dei
Democratici alla causa dei movimenti afroamericani. Da allora i Democratici del sud
votarono i Repubblicani anche al Congresso. Ma il sud con la urbanizzazione e la
modernizzazione economica divenne anche democratico in senso stretto anche per la
presenza dei Latinos, dei neri e gruppi etnici vari. L’ideologia repubblicana sostiene il
piccolo governo, il regolamento minimale del commercio, basse tasse e soluzioni private a
problemi sociali e alla povertà. I democratici sono a favore della gestione governativa
dell’economia, della rete di sicurezza sociale pubblica, dei sindacati, del controllo delle
armi e dell’aborto, dell’affirmative action e dei movimenti per i diritti civili.
Organizzazione dei partiti
I partiti di stato e locali sono affiliati ma non controllati dai partiti nazionali (non
interferiscono ma si limitano a offrire fondi e servizi). Questi partiti organizzano comitati su
ogni livello con i comitati nazionali dei Rep e dei Dem. Mentre i partiti locali e di stato sono
sempre in azione, le organizzazioni nazionali sono attive solo nelle elezioni presidenziali. Il
partito che perde le elezioni presidenziali può far valere il proprio potere al Congresso e
nei governi statali. I partiti sono in genere deboli rispetto a quelli europei. Quasi tutti i
candidati si etichettano come Dem o Reb, ma il partito non controlla loro nelle campagne
elettorali né in ciò per cui si battono.
Candidati indipendenti e i terzi partiti
I candidati indipendenti e i partiti terzi o fazioni hanno una lunga storia. Vincono di rado
alle elezioni per la fedeltà degli elettori che preferiscono i partiti maggiori. Essi hanno la
meglio in contesti locali o statali in cui le circostanze “eccezionali” giocano un ruolo più
importante. Ci sono diversi tipi di partiti terzi. Nelle elezioni nazionali in genere i partiti terzi
attirano i voti di coloro che sono scontenti dei partiti più ampi e del governo in generale.
Altri, come quello socialista e libertario rappresentano ideologie che hanno poco seguito in
USA. Altri ancora si basano su singole questioni e sono simili ad organizzazioni o
movimenti come quelli sul proibizionismo, delle donne, del diritto alla vita e dell’ambiente.
Il ramo legislativo
Durante gli anni di crisi della guerra fredda, il presidente sembrava avere più potere
rispetto al Congresso per la necessità dell’esecutivo di prendere decisioni immediate.
Dagli anni ’70 il Congresso ha cercato di limitare il suo potere al livello legislativo, militare
e commerciale. Ha il potere di legiferare (principalmente sulle questioni sollevate
dall’agenda del presidente), creare strutture e programmi per migliorare la politica,
supervisionare la burocrazia che ne risulta, chiedere e piazzare i fondi governativi,
consigliare il presidente sugli affari esteri e sulle nomine.
Differenze tra le camere
Mentre sul piano teorico le due camere hanno lo stesso potere, ci sono delle differenze
per quanto riguarda i loro membri, l’organizzazione interna e le pratiche. La Camera dei
Rappresentanti risponde più velocemente rispetto al senato alle richieste dell’elettorato
poiché ogni due anni, nelle unità geografiche più piccole, avvengono le elezioni e ciò
consente ai rappresentanti di portare in parlamento i bisogni più immediati. Ciò non
avviene con i senatori, il cui mandato è di sei anni. Essi rappresentano perlopiù i singoli
stati. I membri delle due camere sono solitamente bianchi di mezz’età e avvocati. Mentre
però al senato abbiamo gruppi meno variegati, tra i rappresentanti ci sono gruppi misti.
Per concorrere al senato bisogna avere 30 anni, essere cittadini da 9 anni ed essere
residente dello stato in cui si viene eletti. I rappresentanti devono avere 25 anni, avere 7
anni di cittadinanza e risiedere nel distretto per cui si candidano. I progetti di legge
finanziari devono essere iniziati nella Camera, sebbene poi siano spesso modificati dal
Senato. Gli accordi e le nomine presidenziali devono essere approvati dal Senato. Nella
camera, lo speaker e il comitato legislativo organizzano programmi di lavoro e limitano i
dibattiti accesi. Lo speaker influenza il compito dei membri e decide quali progetti di legge
portare a votazione. Egli è scelto dal partito di maggioranza e sceglie a sua volta i membri
del suo partito da eleggere al comitato legislativo. Il partito di maggioranza sceglie anche
(a maggioranza) il leader che affianca lo speaker e un capogruppo. L’altro partito si sceglie
il suo leader e capogruppo di opposizione. Il senato ha procedura più blande e nessuno ha
un potere simile allo speaker (per il minor numero di membri presenti in senato). I progetti
vengono discussi senza un ordine preciso. Ci sono leader alla maggioranza e
all’opposizione. Il vice-presidente presiede le sedute del Senato e richiede ai senatori di
eleggere un presidente pro tempore (che presiede in sua assenza). Il vice è però spesso
assente e ha pressoché un valore di rappresentanza o cerimoniale. Se si presenta una
situazione di parità di voto, la costituzione dà al presidente il potere di rompere lo stallo.
Tuttavia possiamo considerare come vero capo il leader della maggioranza che però non
ha potere di limitare il dibattito. Così i membri possono attuare ostruzionismo fino al ritiro di
un progetto. Solo se 60 membri di una camera votano per la “chiusura” (closure), che
limita i dibattiti per un’ora, l’ostruzionismo può essere interrotto. Il mezzo
dell’ostruzionismo è molto usato e avviene spesso per segnalare una questione (o per una
nomina presidenziale) così urgente che i senatori non sono disposti a scendere a
compromessi.
Organizzazione del Congresso
I membri del Congresso si organizzano in base al partito. Ogni partito ottiene un numero di
membri del comitato uguale alla percentuale di posti vint