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Washington per lavoro e libertà”, all’epoca la più grande manifestazione negli USA. Per l’occasione

King tenne il celebre discorso in cui parlava dei diritti civili tramite l’idealismo cristiano e

appellandosi ai principi americani di equità e libertà.

When Washington steps in

Nel ’60 il senatore Kennedy aveva di poco sconfitto il vice presidente Nixon. La recessione aveva

dato un duro colpo ai repubblicani e i bianchi del sud confermarono il tradizionale appoggio ai

democratici. Fu il primo presidente cattolico e non fu un fervente liberale, ma voleva incoraggiare

l’economia e contenere il comunismo all’estero. Kennedy vedeva i problemi dei diritti civili

controversi e imbarazzanti soprattutto perché i movimenti mostravano all’estero un’immagine

razzista dell’America e davano ai sovietici i mezzi per accattivarsi il favore internazionale e

rovinavano la piazza all’America che corteggiava gli stati africani o asiatici recentemente resisi

indipendenti. Al congresso ebbe bisogno dei democratici del sud che avevano quasi un diritto di

veto su tutta la legislazione. Sebbene Kennedy sostenne l’integrazione, cercò anche la stabilità

politica collaborando col fratello Robert. Durante le Freedom Rides i Kennedy intimarono ai

governatori di bloccare la violenza dei bianchi, ma allo stesso tempo ordinarono al CORE e al

SNCC di smettere i tour e di focalizzare le energie sulla partecipazione politica e sulla registrazione

elettorale. Con l’amministrazione Kennedy si concretizzò la desegregazione soprattutto

all’indomani dei fatti di Birmingham (dopo la quale la desegregazione fu presentata come un dovere

morale). Nel 64 in Mississippi, SNCC e CORE portarono centinaia di studenti bianchi nelle “scuole

della libertà” per insegnare e per informare la comunità nera sulla registrazione elettorale. Nello

stesso anno membri del Klan e la polizia del Mississippi rapirono tre attivisti e li massacrarono con

catene e mazze. Alla convention democratica quell’estate, i democratici dei movimenti sfidarono i

democratici bianchi segregazionisti che facevano parte della delegazione di stato. Il Mississippi

Freedom Democratic Party perse la battaglia ma vinse una vittoria morale ben pubblicizzata.

The liberal hour

Con questi movimenti ricominciò in America la spinta riformista, spinta che aveva subito una

battuta d’arresto dagli anni della grande depressione. L’alleanza conservatrice tra bianchi del sud e

imprese del nord resistettero alla legislazione social liberale di Roosevelt. Quando poi i movimenti

isolarono i conservatori del sud si ebbe un ampio respiro per i liberal-socialisti che avevano

appoggiato Roosevelt una generazione prima.

Lyndon Johnson and reform politics

Con Johnson si ebbe la cosiddetta ora liberale. Quando fu eletto al Congresso negli anni 30 fu un

New Dealer, quando divenne senatore e leader dei Democratici, negli anni 50, divenne più cauto.

Anche per questo Kennedy scelse Johnson (nato in Texas) come vicepresidente: per mantenere il

Texas all’interno della democrazia (ricerca) e per rassicurare i conservatori del sud. Johnson

presentò giuramento all’interno dell’Air Force One, proprio alcune ore dopo la morte di Kennedy,

alla fine del ’63. Le motivazioni dell’assassinio rimasero un mistero, Lee Harvey Oswald fu, infatti,

assassinato a sua volta qualche giorno dopo. La morte del presidente portò la popolazione a dubitare

sulla legittimità delle istituzioni. Sebbene l’assassino venne dichiarato dalla Corte Suprema come

non facente parte di una cospirazione, l’opinione diffusa si convinse del contrario. Il mitico Camelot

che infondeva speranza era adesso un oscuro punto di domanda in mezzo a scompigli sociali,

violenza e instabilità politica. Johnson, in questo quadro, sostenne l’impulso riformista per

legittimare la sua ascesa inaspettata e per placare le pressioni che provenivano dalla comunità

afroamericana. Voleva dimostrare ai fedeli di Kennedy e agli scettici liberali che aveva superato le

sue radici texano-conservatrici. Nel ’64 indisse una “lotta incondizionata contro la povertà” durante

il suo discorso sullo stato dell’Unione e accelerò le procedure legislative del Civil Rights Act di

Kennedy dando forma alla sua “Grande Società”. Questi eventi lo riconfermarono ampiamente

durante le elezioni con il 61% dei voti e i democratici ebbero larga maggioranza in entrambe le

camere.

The great society

La grande società si basava su una rivoluzione legale e legislativa. Per la prima volta il governo

federale usò pieni poteri per smantellare le gerarchie razziali che le élite bianche locali gestivano

nell’istruzione, nel commercio e nella politica. Le élite dovevano conformarsi al nuovo standard

fatto di equità per le minoranze e le donne. Nel ’64 il Civil Rights Act pose fine alla segregazione

pubblica incluse teatri, piscine e ristoranti. L’articolo VII istituiva una commissione che assicurava

equità nelle assunzioni e nelle promozioni. Le proposte di lavoro sui giornali che portavano la

dicitura “bianco”, “nero”, “uomo”, “donna”, furono abolite. Il Voting Rights Act del ’65 dà al

procuratore generale il diritto di intervenire nelle province in cui sono registrati meno della metà

degli aventi diritto di voto. In un decennio due milioni di afroamericani soprattutto provenienti dalla

“Black Belt” furono registrati e con loro altri due milioni di bianchi. La più grande trasformazione

politica dalla fine della Ricostruzione. Dal ’70 emergerà un sistema partitico birazziale dal

momento che i neri votarono migliaia di funzionari neri nel sud, sindaci, sceriffi, deputati e

legislatori. La maggioranza liberale al congresso concesse a Johnson l’approvazione di un ampio

programma di riforma sociale, “La Grande Società”. I benefici del New Deal di Roosevelt erano

destinati soprattutto ai salariati bianchi di città. Per costoro la previdenza sociale, le indennità e

sussidi erano tutti cuciti su misura. La grande società di Johnson invece creava un nuovo senso di

cittadinanza che includeva tutte le fasce sociali. Medicare fu il programma più importante di questo

periodo. Forniva assicurazione medica ai poveri e agli anziani oltre i 65 anni e fu attuato nel ’65.

L’anno seguente il Congresso ampliò la previdenza sociale con Medicaid, che forniva assistenza a

tutti gli individui con basso reddito di tutte le età. Senza un controllo effettivo sui costi però, questi

programmi sociali portarono all’inflazione che gravò su coloro che erano esclusi da questi sistemi.

Il Congresso, superato l’impasse raziale e religiosa, poté occuparsi dei programmi di aiuto per le

scuole. Il presidente concesse aiuti alle scuole non in base al bisogno delle scuole in sé ma alla

povertà degli studenti. Infine l’Immigration Act del ’65 eliminava il sistema di quote che aveva

favorito sin dagli anni ’20 l’immigrazione nordeuropea. Si liberalizzarono così le immigrazioni

dall’Asia, Medio Oriente e Africa.

The War on Poverty

Sebbene tali programmi raddoppiassero le spese federali, furono ampiamente approvate perché sia i

ceti bassi che i medi potevano beneficiarne. La lotta alla povertà diede sostegno economico ai

poveri, ma la maggior parte dei fondi andò a finanziare programmi strutturati per assicurare la loro

istruzione e lavoro. L’Head Start forniva alimenti e stimoli ai bambini in età prescolare. L’Upward

Bound aiutava gli adolescenti in difficoltà. Il Job Corps istruiva adulti non qualificati e coloro che

avevano interrotto il corso di studi. Ciò costò molto meno del New Deal e le spese federali

antipovertà non superò l’1% del budget federale. Nonostante ciò, tale battaglia si dimostrò

controversa perché collegata a una mobilitazione di carattere ideologico: poveri erano pienamente

consci dei loro diritti. Per stimolare l’attitudine di autoaiuto tra i poveri, si fondò il Community

Action Program per incoraggiare la “massima partecipazione possibile” dei residenti delle aree

bisognose in programmi che riguardavano le loro comunità. Nel giro di qualche anno migliaia di

Comunity Action Agencies spuntarono in tutta la nazione, molte contagiate dallo spirito dei

movimenti per i diritti civili. Le agency sfidarono il modo in cui i funzionari locali gestivano i fondi

antipovertà e appoggiarono le proteste in strada. Questo attivismo fece indignare i sindaci e i

governatori che avevano da sempre controllato i fondi. Quando i funzionari cercarono di ribellarsi

la Casa Bianca incoraggiò l’azione delle agency. Dopo il ’66 però, l’esperimento finì e i funzionari

tornarono ad assumere il loro potere. La battaglia non fu un completo fallimento: all’inizio degli

anni ’70 il tasso di povertà si dimezzò negli USA, si registrò il 30% in meno di mortalità infantile,

l’aspettativa di vita aumentò di tre anni e la presenza di afroamericani e spagnoli, e bianchi dal

reddito basso nelle scuole aumentò. Dall’altra parte però la disoccupazione dei neri rimase il doppio

più alta rispetto a quella dei bianchi; nei quartieri giovani, crimine, povertà e disoccupazione

crebbero di tre volte rispetto ai quartieri bianchi. Ciò peggiorò con la crisi degli anni ’70.

L’amministrazione Johnson ignorò i cambiamenti strutturali dell’economia che resero difficile per i

poveri guadagnare un salario decente: nel sud la meccanizzazione del cotone tolse posti di lavoro ai

neri, le industrie cominciarono a spostarsi verso le periferie strappando alle città più di un milione

di operai. Quindi, questa battaglia oltre ad alcuni cambiamenti positivi portò ad un mercato del

lavoro secondario caratterizzato da un alto ricambio di personale e una bassa paga.

Racial Violence and Black Power

Dalla metà degli anni ’60, alcuni attivisti per i diritti civili contestarono i compromessi politici e le

alleanze con i liberali bianchi che avevano creato i leader dei movimenti di massa. Nel ’63, anno

della marcia su Washington, i movimenti sembravano al culmine dell’affermazione di una fede

liberale nella perfezione armoniosa delle istituzioni americane. Negli anni successivi però, la lotta

contro le ingiustizie raziali prese un tono amaro. Ovunque nel nord ci furono rivolte, razzie, fuochi

e spari. Ci furono centinaia i morti, migliaia di feriti e milioni di dollari di danno alle proprietà. I

giornalisti incolparono gli agitatori radicali e i cecchini neri. Le investigazioni posteriori invece

rivelaron

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
15 pagine
3 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher NDR di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cultura dei Paesi anglofoni I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Internazionali di Roma - UNINT o del prof Vizzaccaro Massimo.