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FIGURA:

-Grafici di destra: (SPETTRI)

In questo caso, invece di avere un grafico

con un asse delle x che misura il tempo t,

si ha un asse delle x che misura la

frequenza F [sull’asse delle y sono

riportate l’intensità delle diverse

componenti frequenziali].

Le immagini stanno a indicare un

momento preciso: si è davanti a una

fotografia delle onde in un preciso

momento.

-Graficidi sinistra:

Nella prima immagine si tratta di una

forma d’onda sinusoidale con una certa intensità.

Nella seconda immagine si ha sempre un tono puro, ma con una frequenza più acuta, caratterizzato

da più cicli.

Nella terza immagine non si ha più un tono puro, che in ogni caso può essere scomposto nelle sue

armoniche.

Particolare è l’immagine 4: questa forma quadra non ha un aspetto sinusoidale, ma è costituita da

una serie di sinusoidi.

Che cos’è un rumore?

Il rumore è un suono non periodico, che può anch’esso essere scomposto.

[I suoni propriamenti detti sono invece periodici perché costituiti da una frequenza fondamentale (la

più bassa) e da frequenze armoniche, che sono multipli interi di quella fondamentale]

Il suonogramma è uno strumento che permette la registrazione di un rumore.

Sull’asse delle y viene riportata la lunghezza d’onda.

Sull’asse delle x il tempo.

• INTENSITA’

L’intensità indica quanto si comprimono e

quanto si decomprimono le onde.

Se si comprimono troppo abbiamo un

suono forte, se si comprimono poco

avremmo un suono piano.

Si può misurare in termini di:

• POTENZA

• Intensità (che tralasceremo)

• PRESSIONE

La potenza si misura in Watt ed esprime la

capacità assoluta che ha una certa sorgente

a produrre rumore; la pressione si misura in

Pascal ed esprime quanto rumore c’è in un

determinato punto.

In ambito medico sarà importante valutare l’intensità in termini di pressione.

A questo proposito si parla di decibel, inteso come “l’unità di misura della pressione acustica

riferita alla minima pressione acustica che l’orecchio umano è in grado percepire (0 dB)”. A

differenza del Pascal che è una misura reale, il decibel è una misura psicofisica, che varia da -10 a

200 dB [Anche se noi prenderemo in considerazioni solo valori <120dB] . Difficilmente si riesce a

sopportare una intensità di 120 dB, oltre la cui soglia si può avvertire dolore.

[L'orecchio umano percepisce la pressione sonora in maniera logaritmica, anziché

lineare, quindi risulta conveniente esprimere le grandezze legate all'ampiezza del suono in un'unità

di misura logaritmica come il decibel]

Il decibel è una misura logaritmica molto complessa.

Tra il minimo suono che siamo in grado di percepire e la soglia del

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dolore di 120 dB, c’è una diversità, in termini di intensità, pari a 10

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di volte . Il nostro range acustico va da 0 a 10 .

La percezione acustica, quindi, è una percezione logaritmica. Come

per tutti gli organi di senso vale la “legge di Weber-Fechner” , una

relazione logaritmica tra input e sensazione. Questo vuol dire che

piccole variazioni di intensità acustica sono percepite a bassa

intensità di stimolazione, ma per avere la stessa variazione acustica a

intensità più elevate devo aumentare di molto.

[ad esempio un aumento di soli 3 dB equivale al raddoppio dell’intensità della sensazione acustica]

-5

-Il silenzio non esiste: è difficile che in un ambiente ci siano 0 dB [= 2 x 10 Pascal]

-Una normale conversazione si aggira attorno ai 45 dB.

-Oltre 85 dB, per 8 ore per 5 giorni alla settimana, il 10% della popolazione rischia di diventare

sordo.

-Oltre 120 dB, anche dopo solo un’ora, si diventa sordi al 100 %.

Il livello di minima soglia percepibile non è uguale per tutte le frequenze. L’ottimale è 500-4000

Hz frequenza della voce.

L’area bianca (quella al di sotto della voce di conversazione) identifica la zona entro cui sentiamo.

La voce di conversazione si colloca in un range di frequenza che va da 200 a 4/5000 Hz, in un range

di intensità che va dai 40 ai 70 dB.

La nostra sensibilità non è uguale per tutte le frequenze. Ci sono dei suoni che non percepiamo

(ultrasuoni).

EMBRIOLOGIA DELL’ORECCHIO

L’orecchio interno nasce dall’ectoderma: si verifica una invaginazione e si va a creare una vescicola

che costituisce un abbozzo di quello che sarà l’orecchio interno.

L’orecchio medio nasce dalla prima tasca branchiale. È una propagazione dell’intestino cefalico, il

cui residuo è la tuba di Eustachio.

Con il progredire dello sviluppo l’orecchio interno si avvicina all’orecchio medio.

Le due strutture, quindi, nascono separatamente e raramente sono danneggiate entrambe: Es si

avranno bambini che nascono senza padiglione auricolare con un orecchio interno perfettamente

funzionante e bambini completamente sordi, ma perfettamente conformati all’esterno.

ANATOMO-FISIOLOGIA DELL’ORECCHIO

L’orecchio è l’unica struttura dell’organismo che non cresce

dopo la nascita, ad eccezione del sacco endolinfatico. Il

sacco endolinfatico è un prolungamento del labirinto

membranoso nella fossa cranica media.

L’orecchio interno è un organo delicatissimo attorno al quale

si è generata una capsula ossea ( deriva dall’ossificazione

della cartilagine embrionale):si tratta di un osso bianco,

durissimo, che non ha nulla a che vedere con le altre ossa

dell’organismo; è talmente fisso e immobile che non

permette la crescita dell’orecchio interno.

Vi è, poi, la capsula labirintica, una struttura estremamente

fragile: una volta danneggiata, non torna più come all’origine.

Didatticamente si può suddividere l’orecchio in:

• Esterno

• Medio

• Interno

Vi è il padiglione auricolare, il condotto uditivo, delimitato dal timpano; all’interno del timpano vi è

la catena degli ossicini (martello, incudine, staffa), poi il labirinto membranoso.

ORECCHIO ESTERNO

[Formato dal padiglione auricolare e dal condotto uditivo esterno]

Il condotto uditivo è un canale lungo 2,5 cm, largo 0.8-1,2 cm. La sua funzione è enfatizzare le

frequenze intermedie: se si manda un suono all’orecchio esterno, c’è una enfatizzazione di 15 dB

delle frequenze intermedie. L’orecchio umano ha tutti i sistemi di risonanza centrati intorno a

1000-2000 Hz, proprio per aiutare la comprensione delle parole.

ORECCHIO MEDIO È costituito da:

• 

tuba di Eustachio

propagazione della

rinofaringe

• cassa del timpano

• apparato mastoideo

La separazione tra orecchio

esterno e orecchio interno è

sancita dalla presenza della

membrana timpanica.

NB: La pelle riveste tutto

l’orecchio, quindi il condotto

uditivo esterno e la membrana

timpanica sono ricoperti di cute. È possibile vedere questo in otoscopia : si riescono a distinguere

il timpano, il martello, una parte traslucida divisa in 4 quadranti.

La cassa del timpano (figura a fianco) è un sistema

molto complesso: davanti vi è la carotide interna,

sotto la giugulare, dietro si apre la cavità mastoidea,

poi il passaggio del nervo faciale. (non è da

ricordare)

E’ importante ricordare che al di sopra della cassa

timpanica vi è il cervello, quindi le infezioni

giungono lì facilmente.

Catena ossiculare:

• martello

• incudine

• staffa

Essi sono sospesi con dei legamenti: il martello si lega al timpano, mentre la staffa si inserisce in

una membrana da cui parte un legamento che fa vibrare la staffa.

La staffa è l’osso più piccolo dell’organismo.

Funzioni orecchio medio

L’orecchio medio è “un adattatore di impedenza che consente di ridurre al massimo la perdita di

pressione sonora che si verifica al passaggio dell’onda acustica tra un mezzo gassoso e un mezzo

liquido”.

L’onda sonora che arriva dall’aria deve far vibrare il liquido endolabirintico.

Es. quando si mette la testa sott’acqua l’onda sonora arriva a contatto con la superficie dell’acqua

e viene riflessa: riesce a penetrare soltato 1/1000 dell’onda sonora perdere 1000 volte di pressione

sonora vuol dire perdere 60 dB, che in un range da 0 a 120 dB vuol dire perdere circa metà

dell’udito. Quindi se si nasce senza orecchio medio, si perde al massimo la metà dell’udito.

Funzione della Tuba

• Funzione Aerodinamica

• Funzione Difensiva

• Funzione di Drenaggio

La tuba è un canale chiuso di natura cartilaginea/fibrosa che protegge

l’orecchio. Essa si apre per via dell’attacco di alcuni muscoli (mm.

tensore ed elevatore del velo del palato), che si uniscono a livello

della linea mediana sul palato molle. Quando si contraggono, i

muscoli si accorciano, determinando l’apertura del canale della tuba.

Il passaggio di aria in questo canale è possibile solo durante:

- deglutizione

- sbadiglio

- masticazione

- starnuto

- soffiare il naso.

 

Es. Sindrome tuba pervia: apertura del canale dalla faringe all’orecchio il suono è fastidioso si

buca il timpano

La vibrazione sonora arriva al condotto uditivo fino a raggiungere il timpano, che vibra in modo

adeguato a condizione che non ci sia resistenza dall’altra parte. Perché si verifichi questa

condizione ci deve essere la stessa pressione sia a livello dell’orecchio medio sia a livello dell’

orecchio esterno.

Es. nell’otite sierosa l’onda sbatte contro il timpano e viene riflessa, poiché, per la presenza di

liquido sieroso, si viene a creare una differenza della pressione; se invece la pressione nell’orecchio

medio è uguale a quella che presente nell’orecchio esterno il timpano vibra perfettamente.

La tuba assicura che la pressione sia uguale sia nell’orecchio

medio sia nell’orecchio esterno. Nel momento in cui essa si

dilata, se si ha pressione negativa, l’aria entra, se si ha pressione

positiva l’aria esce, ma c’è sempre una equiparazione perché in

fondo al naso c’è la stessa pressione che c’è fuori dall’orecchio

esterno (pressione atmosferica).

[FIGURA: 1) cassa timpanica, 3)

membrana del timpano, 4) parte

ossea della tuba, 5) parte

carilagi

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
12 pagine
SSD Scienze mediche MED/31 Otorinolaringoiatria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher micik di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Otorinolaringoiatria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Albera Roberto.