vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
MALATTIA DI MENIERE
È la seconda malattia più frequente come causa di vertigine [la prima è la
vertigine parossistica posizionale, come vedremo dopo].
DEFINIZIONE:
Parliamo sempre di vertigine periferiche da orecchio, sempre di forme acute,
ma vedremo che è completamente diversa dalla nevrite. Le differenze sono tali
che è possibile discriminarle molto facilmente all'inizio dell'anamnesi.
La malattia è stata scoperta negli anni 30, quando, sempre da studi
istopatologici, si è visto, nei pazienti che in vita avevano sofferto del disturbo,
4 Il nome non si deve allo scopritore, ma allo scienziato che per primo capì
che l'orecchio interno è deputato all'equilibrio.
4
idrope endolinfatico (accumulo di endolinfa) con distensione del labirinto
membranoso.
SINTOMI: Si riscontra ipoacusia recettiva alle basse frequenze e fluttuante,
associata ai fenomeni di vertigine. È l'unica con questo tipo di sintomi.
La vertigine è oggettiva e dura tipicamente una o due ore, per poi scomparire
(il paziente subito dopo va a lavorare, ad esempio).
[La vertigine è acuta, intensa, accompagnata da nausea e vomito, che
costringe il paziente a letto; poi passa rapidamente. È
recidivante: la crisi si
rimanifesta in modo
imprevedibile e a intervalli
non predeterminabili.
Nella maggior parte dei casi la
malattia è unilaterale.
PATOGENESI:
La perilinfa è un filtrato del
liquor: abbiamo un canale,
detto acquedotto cocleare che
porta il liquor nella perilinfa.
L'endolinfa è invece un liquido
prodotto da cellule scure dei canali
pericircolari (cellule che pompano questo liquido all'interno delle membrane
insieme agli ioni positivi) e sembra poi essere riassorbita nel sacco
endolinfatico.
Nel normale abbiamo un equilibrio fra endolinfa e perilinfa. In termini
idrostatici abbiamo una morfologia del labirinto membranoso che è funzione
del rapporto di pressione che c'è tra endolinfa e perilinfa. È necessaria quindi
un'equipressione, che si verifica appunto nel normale, fra i due sistemi perchè
il labirinto mantenga le giuste dimensioni.
Nel normale, nel caso in cui ci sia aumento della pressione della perilinfa (cosa
che succede anche normalmente soffiandosi il naso, starnutendo…), comprimo
il sacco endolinfatico, che è l'unica parte fuori dalla rocca petrosa e sporge
nella cisterna magna dell'angolo pontocerebellare e quindi subisce la pressione
che c'è nel liquor e allora ecco che non ho la vertigine (perchè non si ha una
compressione sulle membrane dell'endolinfatico).
Nel menierico invece si
presenta appunto l'idrope idrolinfatico,
con una dilatazione delle
membrane.
Fig. A) schema anatomico che descrive il normale rapporto tra
spazi perilinfatici (scuro) e endolinfatici (chiaro). B) situazione in
caso di idrope endolinfatico.
5
La membrana di Reissner è una membrana tesa fra l'inserzione della
membrana basilare della parte ossea della lamina spirale e la fine della stria
vascolare.
Secondo molti esperti non è la dilatazione in sé a dare la vertigine, ma la
rottura di questa membrana. Infatti, quando si rompe la membrana, si ha un
mescolamento linfa-perilinfa che tossico per le cellule ciliate.
Fig. A) Posizione anatomica normale della Membrana di reissner. A DESTRA: Rottura della membrana di Reissner
I
FATTORI FAVORENTI:
1. Ridotta capacità di eliminare l'endolinfa
Le cui cause possono essere:
• Ostruzione del dotto endolinfatico, che causa accumulo a monte;
• Disfunzione del sacco endolinfatico (per esempio in rocche petrose
ipopneumatizzate);
• Sacco endolinfatico di dimensioni ridotte (riscontrato nella gran parte dei
menierici) ;
• 5
Disfunzioni del microcircolo possono favorire l'insorgenza della
sindrome;
• Alterazione strutturali dell'endotelio ;
• Fibrosi perisacculare, che limita le possibilità di scambio fra i liquidi alle
due parti della membrana.
!! I primi tre fattori sono considerati i più importanti, gli ultimi godono di meno
attenzione da parte degli esperti.
2. Alterazione strutturale del sistema di riassorbimento
Le cui cause possono essere
• Infezioni: batteriche (lue, borrelia), virali;
• Disturbo immunitario: non è ben spiegato, ma è una evidenza che alcuni menierici
rispondano bene al cortisone;
• Disturbo vascolare (per chi vuol vendere le medicine, che in realtà non funzionano. Vedi
nota5);
• Alterazione genetica: per niente chiara, ma certamente ci sono fattori genetici predisponenti;
• Malformazioni dell'orecchio interno;
5 il professore dice scherzosamente “questo lo citiamo per i malati della
circolazione”, quindi pare essere, almeno per quel che riguarda il suo parere,
una causa minore se non addirittura inventata.
6 • Traumi: i medici legali tendono a negare questa causa, poiché affermano che se fosse il
trauma la causa, la sindrome dovrebbe apparire subito. Si può invece spiegare l'insorgenza
tardiva della sindrome legandola non tanto al trauma in sé, ma alla cicatrizzazione che ne
segue, con conseguente alterazione dell'assorbimento.
I FATTORI SCATENANTI
Abbiamo visto i fattori predisponenti. Volendo usare una metafora potremmo
paragonare il menierico ad una diga difettosa: quando l'affluenza dal fiume è
comunque poca la situazione resta normale, quando arriva troppa acqua la
diga non tiene e straripa.
Fuor di metafora è l'aumentata produzione di endolinfa il fattore scatenante la
crisi.
Dobbiamo quindi considerare quali sono le cause di aumentata produzione di
endolinfa:
• Forme idiopatiche: per la maggior parte delle sindromi menieriche la causa scatenante è
ignota;
• Iperassunzione idrica: su questo punto è in corso una diatriba. Fino agli anni '90 era
convizione comune che il menierico dovesse bere poco. Il professore stesso ha pubblicato un
articolo con più di 70 casi in cui un'iperassunzione idrica causava la crisi menierica. Negli
anni 2000 uno studio ha però dimostrato che l'ADH regola non solo la produzione di urine
ma anche quella di endolinfa, quindi una iperassunzione idrica causerebbe in realtà una
ridotta produzione di endolinfa. La moda attuale è quindi quella di suggerire al menierico di
bere tanto. Personalmente il professore è un po' scettico e preoccupato, perchè, come
riportato sopra, ha invece esperienza diretta di crisi correlabili all'iperidratazione.
• Stress: le prove invece qui sono certe e concordi il paziente peggiora quando stressato o
arrabbiato;
• 6
Condizioni climatiche: l'orecchio interno è molto sensibile alle pressioni ;
• Traumi;
• Interventi chirurgici sull'orecchio.
DIAGNOSI
Sull'etiologia abbiamo quindi visto che non abbiamo grosse certezza, solo molto ipotesi.
Diverso è il discorso per la diagnosi, che è facilissima: vertigine acuta oggettiva che si ripete nel
tempo con durata di 24 ore seguita da rapido benessere.
Come viene fatta la diagnosi iniziale?
La malattia viene definita:
• Possibile [30% dei casi]: se abbiamo una sintomatologia vertiginosa tipica (più di 20 min) a
rapida regressione (Meniere vestibolare) o se abbiamo un'ipoacusia alle basse frequenze
(Meniere cocleare) possiamo dire che è una meniere al 50%;
• Probabile [5% dei casi] : un solo caso di vertigine caratteristica e ipoacusia;
• Definita [65% dei casi]: è presente sia la vertigine tipica che l'ipoacusia tipica e le crisi si
ripetono (almeno due).
• Certa: si ottiene solo con l'esame istologico, che è però praticabile solo sul cadavere.
6 In giappone è stato fatto uno studio: in primavera, quando comincia un temporale, con
conseguente abbassamento molto rapido della pressione, aumentano di molto i ricorsi al pronto
soccorso.
7
C'è una tendenza tipica di questa malattia: comincia come possibile e nel giro di un periodo
compreso tra 1 e 48 mesi diventa definita. Questa è la tendenza generale, ma ci sono casi invece
che rimangono per sempre monosintomatici (passati i 5 anni dalla prima crisi si può dire con
sufficiente certezza che la crisi non si ripeterà).
Esame audiometrico
Vediamo un esempio tipico di esame
audiometrico nella malattia di meniere.
Vediamo che si presenta come un deficit
neurosensoriale che interessa
prevalentemente le basse frequenze.
Questo tipo di considerazioni ci può essere
utile nella diagnosi e per valutare i danni
che la malattia ha portato all'udito del
paziente.
DISABILITÀ
Il carattere invalidante della malattia di Meniere non è,
come abbiamo capito, il dolore o il trauma permanente
(che giocano comunque un ruolo), ma la paura che il
paziente ha di esperire la vertigine fuori di casa.
Infatti la sua gravità viene valutata sulla base delle
attività quotidiane che il paziente può permettersi di fare
(vedi tabella a fianco).
È bene notare che la vertigine è preavvisata, quindi non
ci sono problemi ad esempio nel mettersi alla guida,
perchè prima della crisi si comincia a sentire l'orecchio
7
tappato, il paziente non si sente più a suo agio.
Il problema vero risiede invece nella frequenza ed
intensità degli attacchi.
ALCUNE FORME CLINICHE MENIERICHE
PARTICOLARI
• Sindrome di Lermoyez [1% dei casi]: piccola variante del Meniere
invece di avere sordità seguita da vertigine, ho prima sordità, ripresa
della funzione uditiva e quindi vertigine.
• Idrope linfatico ritardato ipsi o controlaterale: è definito ritardato
perchè viene dopo la sordità. Il paziente perde la funzionalità
dell'orecchio per motivi non idropici e a distanza di qualche anno arriva la
Meniere. È tollerabile la meniere ipsilaterale, ma provate ad immaginare
lo stato d'animo del paziente con Meniere controlaterale: è sordo da un
7 Anche se fermarsi a vomitare quattro ore in autostrada non è un'esperienza piacevole
8 orecchio e comincia a diventare sordo dall'altro. Le forme bilaterali sono
poco frequenti (5-10%).
• Sindrome premestruale di Ohresser [2% dei casi]: viene qualche
giorno prima del ciclo perchè la fase progestinica è una fase di ritenzione
idrica.
• Vertigine otolitica di Tumarkin [1% dei casi]: è la forma peggiore di
Meniere, soprattutto perchè è l'unica forma di meniere improvvisa. È una
crisi vertiginosa legata alle mac