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Otorinolaringoiatria - disordini del linguaggio nel bambino Pag. 1
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2) ACQUISIZIONE della lingua madre, che quindi non si impara né si insegna ma si

acquisisce.

3) INNESCO della funzione linguistica nel bambino, che dopo le prime due fasi inizia quindi

a parlare.

La prima domanda da porsi di fronte a un bambino con un disturbo nel linguaggio è: quanto

capisce rispetto a quanto dice? Infatti il linguaggio dipende da funzioni neuropsicologiche, corticali

e talamiche (intenzionalità nel parlare), che devono essere sviluppate, e in secondo luogo

dall’assistenza pedagogica. Un soggetto con sindrome di Down non potrà mai sviluppare abilità

linguistiche normali, anche se ci possono essere vari gradi di acquisizione del linguaggio a seconda

della gravità del ritardo mentale e dell’assistenza che riceverà. In realtà molto spesso la patologia

non è evidente come nella sindrome di Down, molti disordini del linguaggio sono infatti

conseguenti a quadri di sofferenza cerebrale connatale che spesso sfuggono alla diagnosi.

Una delle condizioni più frequenti riportate ai servizi è un ritardo nel linguaggio in soggetti di circa

3 anni. Se un bambino a questa età non conosce 50 parole ha un disordine molto grave, in quanto

poche parole non consentono di organizzare frasi complete. E’ molto diverso il farsi capire

indicando oggetti o piangendo rispetto al pronunciare vere e proprie parole.

La progressione nell’acquisizione del linguaggio segue tappe ben definite:

1) A 12 mesi si pronunciano tra 1e 10 parole;

2) A 18 mesi si pronunciano tra le 10 e le 20 parole;

3) A 36 mesi si pronunciano tra le 400 e le 1000 parole (bagaglio minimo di parole di un

adulto con scarsa istruzione).

I paramenti nel valutare la padronanza del linguaggio sono:

• il numero di parole note;

• la capacità di comporre frasi.

Dai 6 mesi inizia l’intenzionalità nel parlare. Nel caso dei bambini sordi si inseriscono protesi ai sei

mesi e inizia subito la rieducazione linguistica; un problema collaterale è l’ingestione di parti delle

protesi nei bambini piccoli, durante la fase orale dello sviluppo.

A 9-12 mesi le funzioni comunicative sono molto espresse e intorno ai 2 anni le frasi diventano di

molti termini e inizia la combinazione delle parole. Dai 36 mesi in poi si pronunciano frasi

complete e tendenzialmente corrette.

I disordini del linguaggio si manifestano spesso come una dissociazione tra le componenti del

linguaggio. Tra i disordini del linguaggio secondari ad altre patologie sono molto frequenti la

sindrome di Down e l’asfissia neonatale (molto difficile da evidenziare).

Ad allarmare non è soltanto la non acquisizione del linguaggio, ma anche un profilo di evoluzione

linguistica carente in modo disomogeneo. Per esempio ci sono bambini che riescono, seppur con

qualche difficoltà, a leggere un testo scritto, ma non riescono a comprenderne il contenuto.

EZIOLOGIA

L’eziologia dei disordini del linguaggio è su base:

A) genetica;

B) acquisita: molto frequenti i traumi cranici oppure per cause vascolari.

Infine è importante valutare il profilo comunicativo e linguistico confrontandolo con il profilo

evolutivo, ovvero quelle abilità che dovrebbero essere acquisite a specifiche età. Se c’è una

discrepanza maggiore di un anno tra le competenze acquisite e quelle che dovrebbe aver acquisito:

c’è qualche problema. Fino ai sei anni non è facile accorgersene a meno che non ci sia un deficit

marcato. Il gap diventa molto evidente con l’avvio alla scuola elementare, in cui inizia un

apprendimento a tappe molto scandite e definite.

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Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
3 pagine
SSD Scienze mediche MED/31 Otorinolaringoiatria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher micik di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Otorinolaringoiatria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Albera Roberto.