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TEMPERATURA STERILIZZAZIONE IN
SOVRAPRESSIONE CON
VAPORE ED ARIA
Si genera una sovrapressione,
rispetto alla temperatura di
trattamento, che serve per
controbilanciare la pressione
generata dall’espansione del
prodotto caldo in pack non rigidi.
Per evitare stratificazioni di vapore ed aria si utilizzano dei ventilatori
(fan) e sistemi di orientamento del flusso della miscela di aria/vapore 38
8. riscaldamento a temperatura di processo
L’autoclave deve essere portata a temperatura di processo. Il tempo (come up time) che passa
dall’inizio del riscaldamento al raggiungimento della temperatura di processo deve essere il più
breve possibile per accelerare il processo.
La distribuzione del fluido e quindi della temperatura nell’autoclave deve essere omogenea per
avere uguale scambio di calore in tutte le zone; l’effettiva distribuzione della temperatura va
misurata.
9. curva termica di sterilizzazione CURVA DI STERILIZZAZIONE
A. COME UP TIME
B. TEMP. COSTANTE DEL FLUIDO DI
SERVIZIO
C. COOLING
C
A B
Temperatura del prodotto durante il processo di sterilizzazione. La temperatura del prodotto a
riscaldamento aumenta più lentamente rispetto a quella del fluido di servizio, viceversa anche la
fase di cooling sarà più lenta.
La durata del trattamento termico in autoclave è comunemente indicativa considerando la T max
del fluido di servizio ed il tempo in cui il fluido di servizio permane a T .
max
Se durante il processo si avessero fluttuazioni di temperatura che riducono il valore atteso
di F è possibile attraverso software allungare il tempo di permanenza del prodotto a T
0 max
del fluido di servizio per permettere di avere F previsto ritardando l’inizio del
0
raffreddamento. CURVA ESATTA à
CURVA SBAGLIATA Si ha abbassamento al
di sotto dell’intervallo massimo di oscillazione
della temperatura. In questo caso si aumenta
di 5 minuti il trattamento garantendo che
tutto il lotto abbia raggiunto F
0 39
10-11. raffreddamento
Il raffreddamento deve essere il più veloce e graduale possibile per evitare eccessi di trattamento
che potrebbero portare ad un aumento di C . La maggior parte dei processi di raffreddamento
0
avviene:
ü AD ACQUA: di rete o per recupero di condense; è più efficiente rispetto a quella ad aria,
infatti ha un coefficiente convettivo certamente migliore.
ü A PRESSIONE ATMOSFERICA
ü IN PRESSIONE: per addizione contemporanea di vapore ed aria compressa per evitare la
rottura dei contenitori.
MEMO DELLE VARIABILI DA CONSIDERARE PER LA
DETERMINAZIONE DEL TEMPO DI PROCESSO PER IL
RAGGIUNGIMENTO DI F
0
A. TEMPERATURA INIZIALE DEL PRODOTTO T 0
B. TIPO DI FLUIDO RISCALDANTE
C. VOLUME DI SPAZIO DI TESTA NEI PROCESSI DI AGITAZIONE
D. DENSITA’ DEL PRODOTTO
E. PROPORZIONE DEL LIQUIDO E DELLE PARTICELLE SOLIDE NEL PRODOTTO
F. MODIFICAZIONI DEL PRODOTTO DURANTE IL RISCALDAMENTO
G. TIPO, DIMENSIONE, E DISTRIBUZIONE DELLE PARTICELLE
H. FORMA E DIMENSIONE DEL CONTENITORE
I. POSIZIONE DEI CONTENITORI NELL’AUTOCLAVE
Schema base di una autoclave a vapore
il vapore è generato da una sorgente
esterna, nelle autoclavi più piccole può
essere generato anche per vaporizzazione
dell’acqua caricata sul fondo dell’autoclave
grazie ad una resistenza elettrica. 40
Vapore iniettato nella parte
inferiore dell’autoclave per una
Autoclave a nebulizzazione rapida fase di avviamento. La
di vapore o acqua vapore miscela di acqua ed aria viene
nebulizzata su tutte le pareti
dell’autoclave, creando una
distribuzione omogenea della
temperatura.
Autoclave a completa I contenitori sono sempre immersi in acqua, sia
immersione in H O
2 durante la sterilizzazione che durante il
riscaldata raffreddamento. Avviene generalmente con rotazione
end over end. Presenza di cestelli rotanti.
Autoclavi ad immersione in
acqua senza cestelli
L’autoclave ha due aperture, A inferiore
e B superiore per l’entrata e l’uscita dei
contenitori, che non sono organizzati in cestelli, ma “nuotano” nell’acqua che fa da cuscino. Il
fondo dell’autoclave è immerso nel canale di scarico pieno di acqua per il raffreddamento.
Possono realizzare anche un ciclo continuo se si opera in serie con più autoclavi.
AUTOCLAVI CON FUNZIONAMENTO IN CONTINUO
Un’autoclave è un sistema in pressione. IN ed OUT dei contenitori è regolato da valvole che
isolano il sistema. Le fasi di COME UP e COOLING avvengono in sezioni diverse ed a diverse
pressioni.
Il tempo di contatto tra contenitore e
fluido riscaldante è dato dalla velocità di
avanzamento dei contenitori.
Sterilizzatore continuo
a tamburo rotante
Il movimento continuo della bobina
lungo la spirale e la rotazione assiale
del barattolo consentono di avere un
trattamento termico meno
disomogeneo di ogni lattina, rispetto
alle autoclavi statiche 41
il nome
Sterilizzatori idrostatici “idrostatico”
deriva dal fatto
che la pressione nella volta del vapore è contro-bilanciata
dall’acqua nell’entrata ed in uscita delle braccia della
colonna. La velocità di trasporto dei contenitori caricati
sul nastro di trasporto e la lunghezza del percorso
determinano la capacità dell’impianto ed il valore di F .
0
hydrolock Sistema in continuo multi-contenitore, con rotazione
assiale del prodotto. I contenitori sono all’interno di cilindri forati che fanno
avanzare il prodotto lungo l’impianto e trasmettono il movimento di
rotazione in quanto essi stessi ruotano. 42
07. TRATTAMENTI STERILIZZANTI DI ALIMENTI IN MASSA E
CONFEZIONAMENTO ASETTICO
Come sempre fino ad ora, prima di attuare il trattamento occorre definire gli obiettivi di:
ü Sicurezza
ü Stabilità
ü Shelf life
Il questo caso, il trattamento termico avviene in continuo ed in massa, ed il punto più freddo è
rappresentato dalla particella di fluido che scorre più velocemente. Il confezionamento avviene
successivamente in ambiente asettico (per fluidi sterilizzati) o in ambiente igienicamente
controllato (per alimenti pastorizzati). Occorre quindi trattare la materia prima separatamente
dal contenitore per avere una adeguata riduzione o eliminazione della carica microbica.
Ricordiamo che: à
una volta progettato il trattamento da attuare è bene non modificare le condizioni di processo
onde avere il mancato raggiungimento di F ed un eccesso di C .
0 0
SUPERFICIE E SPESSORE DELLA CORRENTE DI
Oltre ai fattori che influenzano il FLUIDO ALIMENTARE (dati dalla dimensione del
trasporto di calore tra fluido di canale di scorrimento nel caso di processo in
servizio ed alimento visti fino ad batch o dal tipo di iniettore nel caso del continuo)
ora, troviamo anche: LOCALIZZAZIONE DEL PUNTO PIU’ FREDDO
(punto in cui deve essere raggiunto il minimo F )
0
Per avere il migliore equilibrio tra F e C occorre ricordare il regime di moto dei fluidi:
0 0
• V = 2 x V
à
LAMINARE max media
• V = 1,2 x V
à
TURBOLENTO max media
Occorre poi sempre ricordare e prendere in considerazione il:
• Comportamento reologico dell’alimento
• ∆T tra fluido di servizio e fluido alimentare
à il TEMPO DI PERMANENZA a T dipende dalla velocità del fluido e dalla lunghezza della
max
zona di sosta
à la PERMANENZA a temperature superiori ad una data soglia contribuiscono ad aumentare F e
0
C 0
à la VELOCITA’ dipende dalla portata, la quale:
• Deve essere costante lungo il percorso
• È erogata da pompe 43
Occorre tenere sempre monitorati, registrando, temperatura di processo, portata del fluido
(flussimetri) e pressione (per evitare miscelazione tra fluido sterilizzato e fluido da sterilizzare).
In questo caso, prima di essere utilizzato per la sterilizzazione, l’impianto deve essere
deterso e sterilizzato per evitare che vi sia accumulo di microorganismi a valle, quando
il fluido è già stato sterilizzato.
La verifica della correttezza RICORDARE L’ASSENZA DI UFC IN 5
del trattamento sterilizzante UNITA’ CAMPIONARIE.
viene fatta in fase di
progettazione
ESEMPIO: STERILIZZAIZONE UHT PER SCAMBIO DIRETTO
STERILIZZAZIONE UHT PER SCAMBIO
INDIRETTO 44
Sia per trattamenti in batch che per quelli diretti (più per quelli in batch) occorre prestare
attenzione alla formazione di FOULING, con: È un fenomeno irreversibile,
àaumento della resistenza al trasporto di calore c’è la necessità di cleanning
con detergenti a reazione
àaumento rugosità acida e/o alcalina in funzione
àaumento della natura del deposito.
della velocità per il restringimento della sezione
AL TRATTAMENTO STERILIZZANTE OCCORRE FAR SEGUIRE UN CONFEZIONAMENTO CHE
NE PRESERVI LE CARATTERISTICHE MICROBIOLOGICHE DEL SISTEMA, ATTRAVERSO
L’ELIMINAZIONE DEL RISCHIO DI POST-CONTAMINAZIONE DEL PRODOTTO DURANTE LA
FASE DI RIEMPIMENTO.
COME? ATTRAVERSO IL CONFEZIONAMENTO ASETTICO
l’alimento trattato e confezionato in asettico potrà poi così essere conservato a temperatura
ambiente, perché continua ad essere privo di forme microbiche in grado di riprodursi nel tempo
stabilito di shelf life.
REQUISITI DI BASE:
a. Deve essere creato e mantenuto un ambiente di confezionamento sterile, con aria
sterilizzata, in cui l’alimento è introdotto in una confezione sterile in quanto sottoposta a
trattamenti termici che garantiscono l’assenza di m.o.
b. Anche la superficie della confezione esterna deve essere sterile
c. L’impianto di riempimento di un contenitore deve essere sterilizzabile e sterilizzato
d. I contenitori, una volta riempiti, devono essere ermeticamente chiusi.
e. I punti critici del processo devono essere tenuti sotto controllo per correggere eventuali
deviazioni dal previsto. Una carenza in ognuno dei blocchi fa
venire a meno la sterilità del prodotto
confezionato. Ogni blocco avrà quindi
specifici obiettivi di riduzione della
carica microbica.
CONTENITORI
Talvolta in pre-forme (ad esempio le
bottiglie di plastica) 45
Sterilizzazione dei contenitori
I metodi devono essere compatibili con il materiale del pack (plastica, metallo, poliaccoppiati, …).
Si basano essenzialmente su:
• Applicazione di calore
• Azione combinata di disinfettanti (più vapore o raggi UV). Occorre in questo caso
preoccuparsi dell’eliminazione dei residui.
• E-beam, basati sul viraggio di fasci di el