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Occhio clinico, Psicologia dell'arte Pag. 1
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Coppia il termine creazione si inizia a utilizzare nell’Umanesimo, arrivando ai nostri giorni sempre

creazione­contemplazione:

più indebolito perché sovra­utilizzato, ha avuto il massimo momento di utilizzo nell’Ottocento. Anche il termine contemplazione è

ampiamente sfruttato, specie nei casi in cui all’opera si dà un alto significato sacrale, più recentemente si è iniziata a definire

fruizione o ricezione. Questo ha a che fare non solo con la psicologia della percezione ma anche con l’estetica sperimentale, materia

Fechner

che ha origine a metà Ottocento con Fechner, fondatore della psicofisica. Chi ha studiato sostiene che egli abbia ribaltato

l’estetica dall’alto al basso: a metà dell’Ottocento inizia a nascere l’interesse di creare una disciplina che non consista in qualcosa

che venga dall’alto, ma partendo dagli stimoli elementari, come piacere e dispiacere estetico. Fechner analizzò 20000 opere

cercandovi una “sezione aurea”, definendo quelle di maggior piacere estetico quelle in cui vi era una sistemazione spaziale che si

estetica orizzontale,

rifacesse alla geometria. Un tipo di non più verticale; da notare che questi sono gli anni in cui a Lipsia si fonda

psicologia moderna, Lipsia, 1879.

il primo laboratorio di psicologia. La quella attuale, ha una data di nascita: Diverso è il concetto

di contemplazione per Freud e seguaci.

La difficoltà di capire quale sia l’oggetto della psicologia dell’arte fa sì che sia altrettanto complicato definirla come materia: è un

campi contigui che fanno mutare di segno

campo del sapere che ha tanti e di obiettivo la psicologia dell’arte stessa.

psicologia applicata.

La psicologia dell’arte più che dare strumenti generali del sapere è un esempio di È facile capire che cosa

faccia la psicologia dell’arte nel momento in cui essa compie determinati studi da cui desumerlo (es: studio sui colori). C’è un

problema di gerarchia nel discorso di psicologia dell’arte, perché esso tende a enfatizzare il concetto di psicologia, di qualsiasi tipo

sia, svilendo il fenomeno artistico.

L’occhio clinico significa occhio esperto, implica l’arguzia di cogliere alcuni dettagli. La medicina ci porta alla mente elementi non per

forza correlati alla psicologia; porta ad un approccio con il fisico, con il corpo. Secondo il pensiero comune la psichiatria cura la

psiche, tutte le altre specialità mediche curano il corpo.

Alcuni studi psicologici però scoprono che vi è molto di fisiologico anche nella psicologia; anche Freud, quanto di meno vicino a un

approccio fisiologistico e biologistico, uomo di tardo Ottocento formatosi in era positivista (forte influenza delle scienze “dure”),

per spiegarne il genio si rifà alla biologia.

parlando anche di artisti come Leonardo da Vinci Per Freud il genio è qualcosa di

inafferrabile, incomprensibile ed irresponsabile: qualcosa che va molto al di là di ciò che si può cogliere, e non necessita di

spiegazioni. Approccio determinista e che si distanzia da ciò che la vulgata psicanalitica ci farebbe pensare.

dell’età dell’artista.

Altro aspetto è l’idea La psicologia dell’arte si è anche occupata di questo argomento. Sappiamo molto bene

che parlando ad esempio di Tintoretto, artista estremamente longevo, sui libri di storia dell’arte si hanno opere del tardo Tintoretto,

meno definito e più cromatico (amato a fine Novecento perché quasi espressionista), dubbio il motivo di tale cambiamento nella sua

pittura. Studiare dal punto di vista della critica d’arte come evolve lo stile di un artista è spesso collegato al suo evolvere psicologico

e biologico.

Freud ha un periodo giovanile nutrito di grandissimi speranze nella spiegazione, approccio entusiasta e positivo; a partire dal 1920

ca. invece l’autore diventa molto più maturo e pessimista. Se nel 1907 da un suo saggio emerge tutto l’ottimismo nei confronti di una

psicologia che ha la speranza scopra quali sono i nessi tra psicologia ed arte, in un altro del 1927 ad esempio assume un

atteggiamento anti­positivista (“…di fronte al problema dello scrittore la psicanalisi deve deporre le armi”), pessimista. Assume

un’idea quasi tautologica sull’arte: ragionamento circolare che viene a spiegarsi da sé, non spiegandosi (es: l’artista è un artista

perché ha talento).

[N.B.: il poeta per Freud è dal greco poieomai, colui che crea, il creatore, l’artista.]

Porfid Benn, nel 1954, tiene la conferenza Invecchiare è un problema per gli artisti. Stila un lungo elenco di pittori, scrittori e musicisti

che avevano felicemente superato i 75 anni di età mantenendo standard elevatissimi nella loro produzione, talvolta per alcuni

essendo pure migliorati.

Said, Sullo stile tardo. Approccio diverso: non è l’artista che avanza con l’età a perdere la sua verve, non vi è proprio variazione. Non

si considera un venire a patti con l’età, utilizza il termine tardività inconciliata: lo stile di questi artisti rimane invariato e cita alcuni

esempi (Strauss, Adorno, Euripide…)

Tutti questi differenti studi evidenziano come noi riusciamo a cogliere elementi a seconda del background culturale che possediamo.

Psicologia dell’arte è quello di cui trattava Aristotele nel trentesimo dei problemi, cioè qualcosa che ha a che fare con l’anima, oppure

ha a che fare con la psicologia sperimentale sorta nel 1879 a Lipsia? In maniera aristotelica è disciplina dell’anima, in maniera

“moderna” è disciplina sperimentale.

La psicologia moderna ha le sue radici nell’età positivista.

Possibilità di considerare il corpo da due differenti punti di vista:

­ Corpo vissuto: quello che la fenomenologia chiamava Quello di cui noi facciamo quotidianamente esperienza.

live.

­ Corpo biologico: quello che la fenomenologia chiamava Oggetto di studio medico.

korper.

Parlando di anatomia, evitando il significato del ‘600, ovvero disamina profonda di un certo tipo di questione (esempio, l’opera

Anatomia della melanconia), si ha a che fare con il korper, rappresentazione del corpo biologico, corpo­oggetto. Come il korper e la

sua maniera di essere rappresentato hanno influito nel modo di rappresentare il corpo nelle arti visive? Si prendono in esame film

medici della fine dell’Ottocento, quando l’idea di vedere il corpo del medico in azione su un altro corpo, del paziente, reso quasi

oggetto: come la medicina ha influenza nel mondo dell’arte? Quanto sono davvero scientifiche le rappresentazioni del corpo? Quali

sono le caratteristiche minime per farci riconoscere un corpo come tale? Quali le unità minime che davanti a una rappresentazione di

korper ce lo fanno riconoscere come parte della nostra quotidiana esperienza? Problema non da poco.

Altro problema: riguardo le immagini della diagnostica contemporanea, più l’immagine rappresenta fedelmente il korper, meno noi la

riconosciamo. Più è dettagliata, meno la riconosciamo, come se il live (corpo vissuto) avesse bisogno di un’immagine più sintetica.

La fedeltà anatomica portata agli eccessi conduce alla mortificazione delle forme più riconoscibili del corpo. Lo scheletro è

ad esempio uno dei primissimi elementi che riconosciamo come parte del nostro corpo. Che cosa è necessario per rinegoziare il

nostro rapporto tra live e korper? Della didascalia che indichi che cosa si rappresenta nell’immagine anatomica, ma anche delle

parole del medico che diano un senso a ciò che vediamo in essa.

Modalità di rappresentazione corporea del ‘900 ha influito anche sui prodotti degli artisti: tantissime le possibilità di avvicinare

tecniche artistico­pittoriche utilizzate nel Novecento alle immagini mediche prodotte ultimamente.

corpo, passepartout ad approcci

Dal 1970 ad oggi l’idea del attraverso un filtro di idea politico­sociale sostenuta, è diventato un

diversissimi:

­ estrema corporeizzazione: sanguinolentamenti come nella Body Art (Gina Pane ad esempio)

­ decorporeizzazione: superamento corporeità tradizionale, avvicinandosi agli anni ’80, allontanamento sempre più forte e

spinto dalla rappresentazione tradizionale del corpo La prima volta che la fotografia è

utilizzata in ambito medico è stata

per celebrare il medico, non per

documentare il paziente: è una

linea che deriva chiaramente dalla

pittura.

Dal 1840 in poi vi sono immagini

fotografiche celebranti medici; i

dipinti dove compaiono medico e

anatomizzato sono anche molto

precedenti, costituiscono il

background del genere fotografico

sopracitato, come testimonia

Rembrandt, Lezione di

anatomia del professor

(1632). Similitudini tra pittura

Tulp

e medicina: Rembrandt,

Autoritratto con tavolozza

(1665­69): messa in relazione del

braccio come arnese del lavoro

come nella precedente opera, qui il braccio sembra composto da strumenti pittorici con i quali si mimetizza.

Christian Schad massimo esponente della Nuova Oggettività, uno di quegli ambiti definibili come ritorno all’ordine (seconda metà

anni ’20 del Novecento). Schad, (1929): qui è Schad ad essere operato, al posto della testa del medico

L’intervento chirurgico

celebrato per la sua fama durante l’intervento ad un paziente (come in fotografie mediche a inizio Novecento) si trova quella

dell’artista stesso, che però subisce l’operazione. In egli si fondono percezione del korper e del live.

Tamara de Lempicka, pittrice quasi da Vogue. Dipinge un medico.

Nel cuore del fantastico

Roger Caillois, (1965).

Tentiamo di chiarire l’idea della definizione di psicologia dell’arte. Definire una disciplina serve a dare indicazioni precise di quelli che

sono gli scopi, a volte le modalità e gli obiettivi che essa si prefigge.

Distinzione tra korper e live. Quando abbiamo a che fare un immagine medico­scientifica, abbiamo la possibilità di dover far

combaciare questi due mondi (korper e live).

Fantastico per partito preso: racconti cha nascono dalla volontà di un autore prestabilita. Il fantastico secondo Caillois ha invece

sempre qualcosa di involontario, il fantastico alla seconda, come lo definisce lui, il fantastico vero e proprio è involontario. Passando

in rassegna alcune immagini dell’anatomia dei secoli d’oro (XVI­XVIII sec. A partire dal 1540 ca. a partire dalle rappresentazioni di

Vesalio, De humani corporis fabrica. Nascita dell’iconografia moderna medica, opera di A. Carlino, La fabbrica del corpo, in cui fa

un’attenta disamina sul ruolo dell’anatomista e sulla maniera di rappresentare le

Dettagli
A.A. 2014-2015
5 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/04 Museologia e critica artistica e del restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher viola.valeriani di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Ferrari Stefano.