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16.4 NEUROFISIOLOGIA DEI NEURONI DEI NUCLEI DELLA BASE
I nuclei della base sono coinvolti in funzioni motorie,
cognitive e motivazionali. Tra le varie funzioni
ricordiamo l’apprendiamento e la pianificazione
motoria, l’inibizione dei movimenti involontari, la
preparazione al movimento, l’esecuzione automatica
dei movimenti appresi, la facilitazione dei movimenti
finalizzati, la memoria di lavoro e procedurale e la
regolazione del tono muscolare e del riflesso
miotatico.
16.4.1 Striato
Il 95% dei neuroni dello striato proiettano al globo
pallido e alla sostanza nera. Essi sono caratterizzati
dalla presenza di spine dendritiche e quindi vengono
chiamati neuroni spinosi.
Quelli che proiettano alla sostanza nera contengono
sostanza P e dinorfina e su di essi la dopamina ha
effetto eccitatorio tramite recettori D1 (circuito diretto).
Quelli che proiettano al segmento esterno del globo
pallido invece contengono GABA e encefalina e su di
esse la dopamina ha funzione inibitoria (recettori D2,
circuito indiretto).
Il restante 5% dei neuroni striatali è costituito da interneuroni, privi di spine dendritiche e
quini chiamati aspinosi. Tra questi sono importanti i grossi neuroni contenenti acetilcolina.
Entrambi i neuroni ricevono un potente ingresso eccitatorio corticali che utilizza come
neurotrasmettitore il glutammato e agisce su NMDA e AMPA.
La stimolazione ripetitiva delle fibre corticostriatali può indurre plasticità delle sinapsi
striatali tramite depressione a lungo termine (LTD) o potenziamento a lungo termine (LTP),
coinvolgendo interneuroni colinergici e interneuroni contenenti NOS.
I neuroni spinosi di proiezione ricevono segnali in ingresso da corteccia, talamo e
sostanza nera; mentre vengono modulati da interneuroni colinergici e GABAergici
contenenti parvalbumina. Una delle caratteristiche è rappresentata dai collaterali del loro
assone che, terminando su neuroni spinosi adiacenti e su interneuroni colinergici, possono
consentire un meccanismo di inibizione laterale e retroattiva degli stessi neuroni
colinergici.
I neuroni di proiezione talamici e nigrali, dopo aver integrato i segnali corticali, potrebbero
inviare impulsi verso la sostanza nera e il globo pallido, modulando la propria attività di
scarica attraverso i collaterali diretti sugli interneuroni colinergici da cui ricevono un
ingresso eccitatorio, inibendo al tempo stesso i neuroni spinosi vicini.
Si ritiene che la funzione degli interneuroni GABAergici (in particolare quelli con
parvalbumina) possa essere di inibire, attraverso un meccanismo a feedforward, l’azione
della corteccia sui neuroni spinosi sia sugli interneuroni colinergici. È possibile che nello
striato venga focalizzata l’azione di una determinata area corticale, mentre l’ingresso di
segnali da altre regioni corticali può essere soppresso o inibito tramite interneuroni
GABAergici. Questo è possibile perché nonostante l’esiguo numero di neuroni, essi hanno
ampie arborizzazioni
dendritiche e assonali.
Nello striato esiste un circuito
interno che modula l’attività dei
neuroni spinosi GABAergici
che proiettano sui segmenti del
GP e sulla SNpr. Il neurone
spinoso di proiezione invia un
collaterale che inibisce gli
interneuroni aspinosi
colinergici, che su esso hanno
funzione eccitatoria. In questo
modo la scarica del neurone
spinoso può essere soppressa,
mentre il neurone aspinoso
riceve informazioni dalla
corteccia, dal talamo e dalla
SN.
Questo microcircuito
servirebbe a focalizzare
l’attività dei neuroni striatali
tramite un meccanismo di
inibizione laterale sui neuroni
di proiezione vicini.
Neuroni del Putamen
I neuroni spinosi sono silenti in un animale sveglio e a riposo. Il putamen è inserito nel
circuito motorio, e se viene stimolato determina movimenti degli arti controlaterali e
bilaterali assiali e orofacciali. È presente una rappresentazione topografica del corpo: l’arto
inferiore nella regione esterna, l’arto superiore nella zona intermedia e il territorio
trigeminale in quello più interno. Se distruggo selettivamente i corpi neuronali, pur
lasciando integre le fibre, non ho più l’effetto della microstimolazione, e ciò indica il ruolo
attivo del putamen nei movimenti.
I neuroni legati al movimento hanno una frequenza di scarica spontanea molto bassa
(<1Hz) e sono stati identificati come neuroni di proiezione al globo pallido. Tra questi vi è
una popolazione con proprietà visuomotorie, coinvolti cioè sia nella preparazione sia
nell’esecuzione di movimenti saccadici.
Segnali che provengono da strutture profonde fanno parte di un feedback propriocettivo
importante nel controllo dell’esecuzione del movimento.
Neuroni del Nucleo Caudato
I neuroni del nucleo caudato rispondono a stimoli visivi o uditivi di significato
comportamentale, stimoli cioè che possono attirare l’attenzione del soggetto. Molti neuroni
caudatali infatti modificano la propria attività se gli stimoli vengono presentati in un
contesto comportamentale ben definito. Non rispondono alla semplice presentazione di
oggetti privi di significato, ma diventano attivi quando stimoli meccanici sono diretti verso
la faccia dell’animale.
Nel nucleo caudato posteriore si trovano neuroni che mostrano quadri di risposte legati
alla presentazione di stimoli visivi complessi. È legato a funzioni di tipo anticipativo e
attentivo ed è ormai chiaro che il funzionamento dei neuroni caudatali è condizionale per
risposte motorie alla presentazione di stimoli comportamentali.
Nel nucleo caudato è stata identificata una popoazione di neuroni detta TAN (neuroni
tonicamente attivi), con una frequenza di scarica spontanea più alta. Si pensa che
possano corrispondere agli interneuroni colinergici che, pur essendo solo l’1-2% di tutta la
popolazione dello striato, sono di estrema importanza per il riconoscimento di stimoli legati
all’acquisizione della ricompensa. La modulazione della loro attività di scarica (una fase di
silenzio di 100-200ms) avviene solo se gli stimoli legati alla ricompensa vengono
presentati in un preciso contesto comportamentale. Man mano che l’animale apprende il
paradigma comportamentale legato alla ricompensa, la percentuale di TAN responsivi
aumenta dal 10-20% al 60-70% ad apprendimento consolidato. Nello striato si verificano
perciò fenomeni di plasticità sinaptica durante l’apprendimento e l’insieme delle risposte
striatali contribuisce alla formazione di tracce mnesiche.
La responsività dei TAN è comunque controllata
dalle afferenze che giungono dai neuroni
dopaminergici nigrali e da quelle glutammatergiche
dalla corteccia cerebrale (area sensimotoria e aree
associative) e dal talamo.
Tali interazioni avvengono in compartimenti
particolari:
- STRIOSOMI: 20% del volume dello striato.
Esse sono povere in colinesterasi e ricevono
dalla corteccia prefrontale e sono in rapporto
con strutture del sistema limbico (amigdala).
Sono inoltre in rapporto con i neuroni
dopaminergici della parte compatta della
sostanza nera.
- MATRICE: 80% del volume, in essa
terminano gli assoni della corteccia
somatomoria, associativa e del giro cingolato.
Le fibre in uscita originano dai mosuli
neuronali presenti nei MATRISOMI. Essi
hanno una forte presenza di colinesterasi e
da essi origina la via indiretta al globo pallido
esterno (neuroni GABAergici con encefalina,
recettori D2) e la via diretta alla SNpr e GP
interno (neuroni con sostanza P e dinorfina, recettori D1).
Neuroni dello striato ventrale
I neuroni posti nelle regioni medioventrali presentano risposte legate a funzioni
motivazionali e appetitive. Queste regioni sono più abbondanti nelle regioni ventrali del
putamen, che costituiscono, insieme al nucleo accumbens, una zona che spesso viene
indicata come striato ventrale. Sono stati indicati neuroni che incrementano fasicamente la
loro attività all’arrivo della ricompensa e neuroni che aumentano progressivamente la
propria attività durante l’attesa della stessa.
Alterazioni dello striato: Corea di Huntington
È la principale malattia neurodegenrativa che colpisce lo striato, è ereditaria poiché si
trasmette tramite un gene dominante. Essa è caratterizzata da degenerazione neuronale e
gliosi dello striato e dei neuroni degli strati III, IV e VI della corteccia frontale e prefrontale.
Neuroni di proiezione GABAergici sono particolarmente interessati dalla degenerazione,
mentre sono meno colpiti quelli colinergici e alcuni con NADPH e NO.
In genere è interessato sia il nucleo caudato sia il putamen e lo striato ventrale, con
comparsa di disordini motori e psichici che riflettono le funzioni di tali strutture:
- disordini motori: tipicamente ipercinetici, come la comparsa di movimenti involontari
brevi, improvvisi, violenti e irregolari che possono interessare tutti i segmenti
corporei. In alcuni casi i movimenti coreici diventano diffusi e grossolani, rendendo
impossibile la stazione eretta e la posizione seduta.
- disturbi psichici: comparsa progressiva di uno stato demenziale, alterazioni
caratteriali con irritabilità, suscettibilità, improprietà di linguaggio. Compaiono anche
deficit di memoria, disattenzione e apatia. È plausibile che tali disturbi siano dovuti
alla degenerazione dei nuclei caudato e striato ventrale legati alla corteccia
prefrontale dorsolaterale, alla corteccia orbitofrontale e alla corteccia cingolata
anteriore.
16.4.2 Sostanza nera
La sostanza nera è costituita da due parti, parte compatta con neuroni dopaminergici e la
sottostante parte reticolata con neuroni GABAergici. Il numero di neuroni dopaminergici
sono circa 400.000-500.000 alla nascita, e il loro numero decresce progressivamente con
l’età per ridursi di quasi la metà intorno ai 70 anni. Se con l’invecchiamento si raggiunge
una perdita di circa il 70%, le funzioni dipendenti dalla dopamina nigrostriatale vengono
perse e iniziano a manifestarsi disturbi del movimento di tipo parkinsoniano.
Neuroni della parte compatta
I neuroni dopaminergici della parte compatta hanno una frequenza di scarica spontanea
piuttosto bassa, intorno ai 2-4 impulsi per secondo. Non mostrano variazioni significative
dell’attività elettrica durante il movimento, nonostante i gravi disturbi del movimento
provocati dalla loro degenerazione. Dimostrano invece una funzione primaria nei
meccanismi di ricompensa. La caratteristica saliente è che 80-100 ms dopo la
presentazione di stimoli visivi o acustici legati alla ricompensa, i neuroni della parte
compatta della sostanza nera possono presentare un’attivazione fasica della durata di
100-2