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Terzo principio:
Alcune decisioni comportano una scelta quantitativa (cosa guadagno e cosa perdo?) e non una scelta discreta (faccio o non faccio?). È una scelta in cui si decide se aumentare o diminuire la quantità di una certa attività. Aumentando, aumentano sia i benefici che i costi. Si genera un beneficio marginale, associato ad una variazione marginale e ad un costo marginale (marginale=cambiare di poco, di un'unità). L'aumento mi conviene solo se il beneficio marginale è maggiore del costo marginale. Per essere fatto un confronto è necessario che il beneficio e il costo si presentino nella stessa unità di misura.
Quarto principio:
Un incentivo è tutto ciò che offre una ricompensa all'individuo per cambiare il suo atteggiamento per rispondere all'incentivo (es. Aumenta il prezzo della benzina, l'incentivo del consumatore è spendere anche un po' di più per un'auto efficiente che consumi meno).
Gli incentivi
Sono importanti perché sono non solo monetari ma anche ad esempio riconoscenze pubbliche (ex. nell'impiegato del mese non c'è uno sborso monetario). Accanto a loro ci sono anche i disincentivi, qualsiasi cosa comporti un cambiamento del comportamento attraverso non un premio, bensì una punizione data a chi non modi chi il comportamento (ex. Le multe rendono certi atteggiamenti meno attraenti).
LE INTERAZIONI TRA INDIVIDUI E MERCATI:
L'economia è particolarmente interessata alle scelte individuali perché queste influenzano direttamente quelle dei mercati. Virtù positiva dello scambio: lo scambio porta benefici. Gli individui rispondono agli incentivi => i mercati tendono a ciò che chiamiamo un equilibrio. Il giudizio di valore sull'esito di questa interazione avviene in termini di due nozioni, scienza ed equità. Dato il punto 5 (soprattutto) e 6, l'interazione tende a generare esiti efficienti nei mercati.
Quando l'interazione non è efficiente, c'è spazio per l'intervento pubblico per migliorare la situazione.
Spiegazioni:
Quinto principio:
In generale, entrambe le parti se decidono di fare uno scambio, ritengono di poter migliorare la loro situazione grazie a quest'ultimo. In altri casi c'è incertezza e si fanno stime oppure all'inizio sembra ragionevole e poi invece non risulta tale.
Lo scambio inoltre genera benessere perché spinge l'individuo a specializzarsi (ciò è socialmente ed individualmente desiderabile).
"Nella ricchezza delle nazioni" Adam Smith: dedica una sezione a descrivere una fabbrica di spilli e l'estrema specializzazione dei suoi lavoratori - si tratta di un bene molto semplice e lo specializzarsi di ognuno in una piccola mansione, porta molti benefici.
Sesto principio:
L'equilibrio è una situazione, non solo economica, in cui nessun individuo coinvolto può
migliorare la situazione, comportandosi diversamente da come già fa. Se ci fossero opportunità di ottenere bene cambiando (incentivi) non sarebbe equilibrio (ex. scegliendo la coda più vuota al supermercato contribuisco alla creazione di un equilibrio con le altre code più lunghe) (ex. Se si apre una nuova cassa, tutti gli ultimi di ogni la ci andranno, facendola diventare più lunga delle altre. Quindi alcuni ritorneranno al loro posto che risulterà più conveniente) Dopo un momento di turbamento si può tornare a ciò che si faceva prima, attuando un processo di aggiustamento verso l'equilibrio. Questo non significa che in ogni istante, ogni sistema sia in equilibrio, bensì che ci sia una tendenza ad assorbire le forme di disequilibrio. Ci si può spostare dall'equilibrio per vari motivi, ad esempio la casualità oppure l'innovazione tecnologica (ex. Un'impresa introduce un nuovo
prodotto/processo che scombussola l'equilibrio ma i mercati hanno in loro una forza che li spinge a ritrovarlo.
Settimo principio: fifi fi ffi ff fi ffi fi fi fi fi ffi fi fi fl fi ffi