Norme stesura tesi di laurea
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La coerenza testuale non è che la consequenzialità e l’intellegibilità; la serietà
testuale c’è se ci sono ipotesi verificabili, dunque, un confronto esplicito tra le
fonti con possibile verifica.
Detto ciò, è fondamentale porre le citazioni in maniera efficace ed esaustiva, e
dare al lettore i dati necessari per verificare, ciò significa che la fonte deve
essere chiara e verificabile; non saranno accettati documenti non verificabili e/o
ambigui, che rendono instabile la tesi di laurea.
Generalmente, la struttura tipica della tesi vede un’opinione centrale con
argomentazioni primarie, le quali possiedono ulteriori argomentazioni, quelle
secondarie; le fonti possono essere collocate sia nelle argomentazioni primarie
che secondarie (preferibilmente); fondamentali sono la coerenza e la coesione
tra opinioni e argomentazioni.
La ricostruzione di pareri su un oggetto avviene da un punto di vista diacronico
(storico). cucitura,
Essendo un lavoro di è fondamentale saper estrapolare parole da altri
cucirle
testi e su un discorso personale; preferibilmente la citazione deve essere
cucita nel discorso.
Esempio: …proposizione. ‹‹citazione››. Proposizione…
Le fonti devono essere sempre esplicitate; nelle argomentazioni devono essere
presenti confronti, scontri e rafforzamenti.
L’oggetto di ricerca deve essere sempre discusso col docente.
2. Tipologie di testi e le Letterature.
2.1 La Monografia.
È uno studio approfondito su un particolare oggetto d’indagine, che dà la
possibilità di conoscere la storia e la natura dell’oggetto in modo approfondito;
l’oggetto è unico.
Lo studio monografico può presentare uno o due autori (max. 3), come nel caso
di uno scambio epistolare; la monografia è specifica e solitamente esprime il
punto di vista di uno studioso.
2.2 La Collettanea.
È una raccolta di scritti di più autori; c’è un tema studia da una serie di studiosi,
che danno contributi specifici. Possono essere presenti tante paternità, ma vi è
curatore.
un solo responsabile che scrive, il
Il titolo riassume e definisce l’oggetto di indagine di più studiosi.
Esistono due tipologie di collettanee:
a. Senza curatore: testi composti da più voci, con oggetto di ricerca, ma non
c’è curatore, non è attribuita a nessuno la paternità dell’opera. Si utilizzerà
autori vari,
la dicitura usando Aa. Vv.
b. Atti di convegno: organizzazione di un convegno su un determinato
oggetto; si lascia la testimonianza scritta riguardo il convegno tenuto, con
data, luogo di svolgimento, titolo e partecipanti.
2.3 Raggruppamenti.
I testi citati nella bibliografia e usati durante la ricerca, sono posti in due grandi
gruppi, costituiti dalle letterature primaria e secondaria:
a. La Letteratura Primaria è la letteratura dell’oggetto di indagine, insieme
delle opere attribuite all’oggetto di indagine (opere dell’autore). Nella
bibliografia, è caratterizzata da un ordine cronologico (in caso di
coincidenza, si ricorre all’ordine alfabetico);
b. La Letteratura Secondaria è la letteratura che raccoglie le collettanee, le
monografie, gli atti di convegno e tesi di laurea; sono studi su qualcosa
(saggi, contributi sull’autore). Nella bibliografia, segue un ordine
alfabetico;
c. I Modelli costituiscono una terza sezione di testi non centrali all’oggetto di
ricerca, come modelli ermeneutici o teoretici (testi ulteriori meno
specifici). Nella bibliografia, seguono un ordine alfabetico.
2.4 Le Riviste.
Tra le riviste si ritrovano le riviste scientifiche, che sono gestite da un comitato
scientifico (segnalato sul frontespizio), e posseggono un alto grado di
specializzazione e settorializzazione.
Una rivista ha un titolo, un anno di edizione e un numero seriale e/o fascicolo;
può avere l’indicazione precisa nella sua cadenza (periodicità). È fatta come una
collettanea (ha contributi di vari autori); di solito, l’apparato redazionale e il
direttore propongono la pubblicazione del periodico. Lo studente può/deve
studiare un articolo contenuto in una rivista. macro-
Le riviste non sono schematiche su un oggetto specifico, presentano una
area.
La rivista presenta il carattere di una miscellanea (vari aspetti presenti in un
periodico); alcune di esse possono trasformarsi in monografie (non sempre
avviene), se avviene ciò, essa perde il carattere di miscellanea poiché tutti si
occupano dello stesso argomento.
Si ritrovano periodici, riviste scientifiche e accademiche, ma anche riviste
militanti (prendono posizione sui fatti sociali e hanno cadenze diverse, es.
mensile). Bisogna saper scegliere il materiale che non appartiene a riviste
scientifiche/accademiche (es. riviste e/o quotidiani); Possono essere usate delle
abbreviazioni (casi rari):
a. S.d. ovvero senza data;
b. S.e. ovvero senza edizione;
c. S.l. ovvero senza luogo.
Una rivista è più articolata e definita se è presente un sottotitolo di autorità, che,
però, non viene aggiunto nella bibliografia.
Esempi. Il nichilismo,
Michele Borrello, in ‹‹Topologik››, n.13, 2013, pp. 23-27.
Non è presente il luogo d’edizione e l’editore, poiché sono sempre gli stessi,
salvo casi particolari. È possibile trovare l’annata e/o il volume (numero romano,
maiuscoletto), che può corrispondere a uno o due anni. Il raggruppamento
avviene con l’indicazione del volume; possono esserci il numero e/o il fascicolo.
Quando si include la data si indica sia il mese che l’anno.
Esempi. Il nichilismo,
Michele Borrello, in ‹‹Topologik››, anno , f. 2, febbraio 2016, pp.
XV
23-27. Il Trauma Storico,
Mario Pezzella, in ‹‹Il Ponte››, anno , n. 2, febbraio 2016, pp.
LXXI
112-119.
Il Quotidiano presenta giorno, mese, anno e pagine, ma non l’annata, il volume e
il fascicolo.
Esempio. Il nichilismo,
Michele Borrello, in ‹‹La Repubblica››, 12 marzo 1986, p. 5.
3. La Bibliografia.
Fondamentale, per la tesi, è la ricerca, che può avvenire via web, consultando il
www.sbn.it;
catalogo online all’indirizzo il sito è utile per ricercare i testi
d’informazione che trattano l’oggetto d’indagine, ed è un materiale riconosciuto,
poiché i testi presentano i codici ISBN/ISSN (necessari per la catalogazione), in
assenza di essi il materiale non è legittimato.
I contenuti che interessano lo studente possono essere ritrovati mediante lo
spoglio di riviste; in assenza di ciò si può ricorrere all’indirizzo www.italianemo.it,
che permette di accedere allo spoglio di riviste italianistiche degli ultimi anni.
Esistono ulteriori cataloghi online come www.acnp.unibo.it.
In precedenza, la ricerca avveniva solo tramite repertori scritti, consultando le
biblioteche; oggi si accede alle Banche Dati, dove si trovano materiali attraverso
una serie di ricerche (es: JSTOR, concede materiale internazionale in PDF).
Il repertorio bibliografico è, dunque, importante poiché mostra tutti i testi
consultati e citati nella tesi, e viene posto nella parte finale della tesi.
3.1 Come citare i singoli contributi.
In ordine verrà citata prima la Letteratura Primaria (in ordine cronologico,
riportando la data di 1° edizione dell’opera), la Letteratura Secondaria (in ordine
alfabetico, presenza di diversi autori) e i Modelli (in ordine alfabetico).
Esempi: Le Operette Morali
a. Citare la Letteratura Primaria: di Giacomo Leopardi
edite da Vallecchi a Firenze nel 1904.
Le Operette Morali,
1. Giacomo Leopardi, Firenze, Vallecchi, 1904.
Opera,
Nome e Cognome, Luogo d’edizione, Editore, Anno
d’edizione. N.B. Questa tipologia viene usata per le note a piè di pagina.
2. Il nome non si ripete mai, così come l’opera (se è la stessa).
Canti,
Idem, Firenze, Vallecchi, 1911.
Eadem se si tratta di un’autrice.
3. Un modo ulteriore è quello di unire luogo e anno di edizione:
Idem, Vallecchi, Firenze 1904.
Se non è presente il nome dell’editore, luogo e data sono spezzati
da una virgola.
b. Tesi di laurea su un autore straniero con edizione straniera e traduzione
italiana. Cuore di Tenebra,
4. Joseph Conrad, Milano, Mondadori, 1984 (ed. or.,
Heart of Darkness, London, Merlin, 1972).
5. Se si vuole aggiungere la data della prima pubblicazione: Joseph
Cuore di Tenebra
Conrad, [1902], Milano, Mondadori, 1984 (ed. or.,
Heart of Darkness, London, Merlin, 1972).
6. Si può fare riferimento anche ad un’edizione fatta da un curatore,
che mette insieme le diverse edizioni. In questo caso potrebbero
esserci le note esplicative:
Cuore di Tenebra
Joseph Conrad, [1902], a cura di Giorgio Ficara,
Heart of Darkness,
Milano, Mondadori, 1984 (ed. or., London, Merlin,
1972).
c. Molte volte si può utilizzare il nome abbreviato.
Le Operette Morali,
7. G. Leopardi, Parma, Vallardi, 2001.
Il Romanzo senza Idillio
d. Citare la Letteratura Secondaria: con saggio sui
Promessi Sposi di Ezio Raimondi, edito da Einaudi a Torino nel 1983. In
questo caso vi è un sottotitolo, dunque si procederà nel seguente modo.
Il Romanzo senza Idillio. Saggio sui “Promessi Sposi”
8. Ezio Raimondi, ,
Torino, Einaudi, 1983.
Titolo. Sottotitolo,
Nome e Cognome, Luogo, Editore, Anno. 2
È possibile trovare un apice sulla data d’edizione (es. 1983 ), ciò
indica il numero di ristampe nello stesso anno.
Se nel sottotitolo c’è un altro titolo, o si usano le virgolette e il
corsivo (vedi sopra) oppure si eliminano le virgolette e si usa il
Il Romanzo senza Idillio. Saggio
tondo (non corsivo): Ezio Raimondi,
sui Promessi Sposi, Torino, Einaudi, 1983. Il punto che precede il
sottotitolo è sempre in corsivo. Saggio su Manzoni
e. Citare la Letteratura Secondaria, curatela (per intero): a
cura di Carlo Rossi, edito a Torino nel 2003 da Einaudi.
Saggio su Manzoni,
9. Carlo Rossi (a cura di), Torino, Einaudi, 2003.
Titolo,
Nome e Cognome (a cura di), Luogo, Editore, Anno.
Se si vuole citare un intervento di un solo scritto, contenuto in
quest’opera: Manzoni Romanziere, Saggi
Gianni Verdi, in Carlo Rossi (a cura di),
su Manzoni, Torino, Einaudi, 2003, pp. 13-27.
Titolo, Titolo Curatela,
Nome e Cognome, in Curatore (a cura di),
Luogo, Editore, Anno, Intervallo pagine (pp. x-y).
Deve essere necessariamente indicato l’intervallo di pagine, il
trattino “- “indica continuità, se invece fosse stato indicato 13 e 27,
si avrebbe fatto riferimento alle singole pagine indicate.
L’indicazione dell’intervallo di pagine avviene solo nella bibliografia.
In caso di più curatori (max. 3), si indicheranno inomi intervallandoli
con un trattino incidentale lungo: nome – nome.
Nelle letterature anglosassoni al posto di “(a cura di)”, vengono
utilizzate le forme (ed) e (eds) per indicare le curatele (il primo fa
riferimento al singolare, l’altro al plurale).
10.Se all’interno della curatela c’è un(a)
intervento/introduzione/premessa di un altro autore:
Saggio ed epigrammi,
Franco Fortini, a cura di Luca Lenzini, con uno
scritto a cura di Rossana Rossandra, Milano, Mondadori, 2003.
La presenza dello scritto di R. Rossandra non è obbligatoria.
f. Citare la Letteratura Secondaria, atti di convegno: L’atto di convegno
riporta le relazioni di coloro che intervennero in un convegno, c’è un
curatore (o più di uno), che coincide con chi ha organizzato il convegno;
egli viene indicato all’inizio, il titolo degli atti viene prima del titolo del
convegno. Il Vocabolario: atti del X convegno ASLI
11.Lucia Tomasin (a cura di),
“La Grammatica” (Padova, 29-30 novembre), Firenze, Cesati, 2013.
DESCRIZIONE APPUNTO
Il documento presenta le caratteristiche fondamentali per stendere una tesi di laurea, esaminando le varie modalità di citazione e stesura della bibliografia. Il file è legato solo al Secondo Laboratorio di Linguistica Italiano (3 CFU).
Il seguente file si basa su ricerche effettuate in internet o altre fonti, appunti presi a lezione e studio autonomo.
Questo file non deve essere inteso come materiale ufficiale dell'UNICAL o del Prof. Gatto.
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher poisondehaine di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio di Linguistica Italiana II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Calabria - Unical o del prof Gatto Marco.
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