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IL DETERIORAMENTO MENTALE

Il deter mentale o “demenza” è una patologia che si sviluppa in età adulta, caratterizzata da 3 elementi: disturbi

della memoria, disordini di funzioni mentali e ripercussioni sulle attività socio professionali. Gli aspetti

fondamentali della sindrome demenziale sono l’andamento progressivo, la compromissione cognitiva e

l’inadeguatezza nelle situazioni quotidiane.

I fattori che aumentano la possibilità di un deterior mentale sono : l’età (per questo le donne vivendo più a lungo

sono più soggette a demenza), patologie vascolari, tumori, traumi, alcolismo e malattie endocrine; non è chiarito

il ruolo genetico. Le demenze si dividono in “degenerative” (non curabili come l’Alzheimer -> e la malattia

memoria

di Pick-> ) e “non degenerative”.

ansia

-Nella demenza caratterizzata da amnesia progressiva l’unico sintomo per i primi anni è l’amnesia, poi compaiono

deficit linguistici come anomie e deficit di denominazione, in seguito ci sono afasie accompagnate da difficoltà di

comprensione uditiva, dislessia e disgrafia.

- In casi di afasia progressiva l’esordio presenta disordini linguistici e sono l’unico deficit per i primi 3 anni, poi il

deterior colpisce le capacità linguistiche più che quelle mnemoniche o spaziali.

- Se c’è per lo più deficit visuo-spaziale c’è una graduale comparsa di disturbi visivi senza amnesie per i primi due

anni, poi compaiono deficit di campo visivo, Sindrome di Balint, problemi di abbigliamento, seguono difficoltà nel

riconoscere ogg e volti e alessia.

- La demenza con progressiva disfunzione comportamentale è caratterizzata da disturbi comport con

compromissione di funzioni di controllo come l’attenzione, senza però disturbi di memoria o linguaggio; c’è

iperattività, impulsività o abulia e depressione. Ci possono ess cambiamenti nell’igiene personale e nel cibo

assunto con conseguenti aumenti di peso (al contrario di ciò che avviene nell’Alzheimer). Di solito è causata da

un’atrofia focale dei lobi frontali.

- L’Alzheimer è una malattia degenerativa caratterizzata da una diminuzione di peso del cervello associato ad

un’atrofia corticale che appiattisce le circonvoluzioni cerebrali; l’atrofia può ess “globale” o “localizzata” a

determinate regioni come i lobi e le altre regioni. Tale demenza è caratterizzata da disordini della memo a cui

spesso si accompagnano disturbi psichiatrici, porta alla morte da 3 a 15 anni. E’ impo operare una distinzione tra

“funzioni strumentali” cioè quegli aspetti specifici dell’attività cognitiva (linguaggio, prassie, ecc…) e “funzioni di

controllo” quindi componenti del sist cognitivo (attenzione e intelligenza): qui la memo non ha una collocaz certa.

Il disordine iniziale di memo dei malati di Alz è come un disturbo episodico anterogrado (dimentica ciò che ha

fatto durante il giorno), memo chiamata “on going memory”; anche la memo prospettica è disturbata, col tempo

la memo peggiora fino a comprendere i ricordi del passato interessando la memo episodica retrograda (memo

autobiografica si perde precocemente), inoltre si aggiunge un problema di memo per eventi pubblici e semantica.

C’è “titubanza cognitiva” (incertezza nelle risposte), ma la memo procedurale è abbastanza preservata sia nella

componente antero che retro; frequente il disturbo del linguaggio (più o meno come in un’afasia di Wernicke),

parlato ma anche scritto. Frequenti forme di aprassia ideomot e ideativa oltre che riconoscimento visivo di ogg;

impo sono disturbi di compromissione dell’emisf dx (disorientamento, prosopagnosia e incapacità di esplorare lo

spazio).

- Le demenze sottocorticali sono state considerate paralisi sopranucleari progressive, poi si sono estese fino a

comprendere altre malattie degenerative come il “morbo di Parkinson” (però qui non tutti anno incontro a

deterioramento) e la “Corea di Huntington” (probl di coordinazione) o altre patologie non degenerative. Queste

demenze rallentano i proc cognitivi, portano disturbi della memo ma assenza di disturbi “corticali” come afasia,

aprassia e agnosia; ci sono disordini affettivi come depre e apatia.

SISTEMI DI CONTROLLO

I Lobi frontali hanno la funzione di coordinare processi intenzionali e l’organizzazione del comportamento, quindi

coordinano e controllano l’attività motoria. Si trovano anteriormente alla scissura centrale e si dividono in 4

porzioni principali: area motoria (4 Brod), area premotoria (davanti alla motoria, 6-8 Brod), area prefrontale

(9,10,45,46) e porzione basomediale (dalla 9 alla 13,24,32); le ultime due sono definite “regione prefrontale”.

Un’ipotesi molto seguita anche se non universalmente accettata, associa ai lobi frontali (specialmente le

prefrontali) le funzioni intellettive superiori: infatti nell’uomo questa regione è molto più sviluppata rispetto alla

altre aree corticali, è estremamente ricca di connessioni efferenti ed afferenti che la collegano a tutti i sistemi

funzionali del cervello, una delle strutture più recenti e che maturano più lentamente, MA nonostante ciò lesioni

ai lobi frontali non producono deficit intellettivi evidenti (lesioni anteriori non portano prestazioni diverse da paz

con lesioni posteriori).

Gldstein affermava che i test per misurare il QI non erano idonei per i deficit cognitivi di lesioni frontali perché per

quei test servivano info già acquisite. Numerosi studi hanno mostrato in seguito come questi pazienti non

presentino deficit intellettivi quando i proc cognitivi operano su info già acquisite da tempo, mentre ci sono

prestazioni deficitarie quando il compito richiede di analizzare nuove info o rielaborare vecchie conoscenze,

dunque i problemi sono sulla formazione di nuovi schemi di comportamento.

Le lesioni prefrontali sono state associate anche a disturbi nei proc decisionali e intenzionali oltre che nel

concentrarsi su compiti specifici: mostrano poca attenzione e difficoltà a comprendere una serie complicata di

eventi perché ciò richiede notevole impegno mentale.

I Deficit di lesioni frontali provocano diversi tipi di incapacità:

- Incapacità di pianificare e programmare strategie per l’esecuzione di un compito = evidente in compiti che

richiedono pianificaz di azioni coordinate e comprendere cause di errori nella scelta di strategie; i pazienti con

lesioni frontali presentano un deficit specifico nella formulazione ed esecuzione di un programma adeguato al

problema, quindi non sa costruire “strategie di apprendimento”. Uno studio venne fatto per verificare ciò: lo

studio di Incisa della Rocchetta-> veniva chiesto di ricordare 36 figure comuni presentate singolarmente

appartenenti a 3 diverse categorie semantiche e il difetto di apprendimento (ricordo) risultò in relaz all’incapacità

di organizzare il materiale in categorie ( ).

non si elaborano strategie distinguendo le classi

L’organizzazione categoriale richiede capacità di astrarre l’info che vada “oltre le proprietà fisiche” degli stimoli e

di analizzare i rapporti tra proprietà specifiche di stimoli diversi; un test usato per valutare la capacità di

astrazione è quello della definizione dei proverbi-> paz con lesione frontale quando analizza il proverbio “ meglio un

” si limita a constatare che le galline fanno le uova. Non c’è un disturbo di memo

uovo oggi che una gallina domani

vero e proprio ma una difficoltà nell’uso di strategie di accesso al materiale mnestico ( ).

che cmnq rimane conservato

Un’altra difficoltà sull’esecuzione di un compito è l’incapacità di “collocare temporalmente gli eventi”, infatti non

si riesce a riprodurre la successione di eventi e a valutare la frequenza con cui li hanno esperiti.

Inoltre ci sono problemi nel discriminare il tempo passato da quello futuro-> la carenza di organizzazione che

tenga conto della giusta “collocazione temporale degli eventi” per eseguire un compito può spiegare anche le

difficoltà nella pianificazione.

Un deficit spiegabile in base a un disturbo di pianificazione e programmazione è quello relativo alla fluidità

verbale-> Milner chiese di scrivere in 5 min il maggior num di parole che iniziavano con una determ lettera

alfabetica, i paz con lesioni prefrontali lateromediali offrirono prestazioni nettamente inferiori a quelle di pazienti

con lesioni circoscritte ad altri distretti corticali. Bentos confermò questi risultati con la prova orale; ma il difetto

verbale non compare in compiti che comprendono stimoli semantici (nomi ogg o animali= ) ma

categoria comune

solo in quelli fonetici (dire parole con una lettera in comune) perché le categorie sono più naturali per l’individ.

Chi ha lesioni frontali infine non sa risolvere problemi aritmetici o pensieri astratti che richiedono immaginazione

per risolvere un problema ( ).

quanto è lunga la spina dorsale?

Un test molto usato per lo studio della pianificazione e programmaz di strategie è quello della Torre di Londra->

muovere palline forate per raggiungere una configuraz bersaglio rimanendo sui proprio pioli, qui i paz con lesioni

front non riuscivano a formare la configur perché non riuscivano a capire che per raggiungere il bersaglio

servivano configuraz intermedie.

- Incapacità di passare da un concetto all’altro e da uno specifico comportamento all’altro = i paz non riescono a

cambiare strategia fisandosi su una che non da risultati (“perseverazioni”) ma che per loro sono adeguate. Trai

test più noti per evidenziare questi problemi ci sono i labirinti di Porteus-> si mostra un labirinto e si chiede di

trovare l’unica uscita dunque bisogna pianificare una serie di azioni per raggiungere la meta, infatti i lesi non

riescono a trovar l’uscita perché seguono sempre il primo percorso sbagliato. Ma c’è anche il test di categorizzaz

con criteri variabili, il Wisconsing Card-Sorting Test-> si mostrano ai paz dei cartoncini con disegni che differiscono

per numero, forma e colore si chiede di metterli in file secondo un criterio da scoprire per prove ed errori, e qui i

lesionati al lobo front si adattano al primo criterio appreso per impilarli, perseverando e fallendo i compiti

successivi.

- Incapacità di inibire risposte comportamentali automatiche = è definita “sindrome da dipendenza ambientale”

caratterizzata da il comportamento d’uso e il comportamento di imitazione: il comportamento d’uso porta a

manipolare ogg

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
23 pagine
6 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher eddyilgranata di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Neuropsicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Berti Anna Maria.