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VIA VENTRALE E VIA DORSALE
Via ventrale o del cos’è
Cellule gangliari Y o P della retina Porzione parvo-cellulare del nucleo del corpo genicolato lat. Area 19
(riconosce i volti, la forma ed il colore degli oggetti) Circonvoluzione inf. del lobo temporale (riconoscimento
specifico) e Polo ant. del lobo temporale (riconoscimenti di espressioni aggressive; proietta all’amigdala).
Via dorsale o del dov’è
Cellule gangliari X o M della retina Porzione magno-cellulare del nucleo del corpo genicolato lat. Aree 17,
18, 19 Area visiva temporale mediale o MT (discerne gli oggetti in movimento in una direzione specifica)
Lobo parietale post. (senso della profondità o stereopsi). A livello del solco intra-parietale (divide il lobulo
parietale inf. dal lobulo parietale sup.) si riconoscono diverse aree che si connettono bidirezionalmente con
le regioni motorie della corteccia.
CAMPO VISIVO, CAMPO RETINICO E VISIONE BINOCULARE
Il bulbo oculare viene diviso da 2 assi di simmetria (uno verticale ed uno orizzontale) in 4 quadranti. Il campo
visivo è ciò che può essere percepito mantenendo lo sguardo fisso su un unico punto. Il CV normale, di forma
Il campo retinico è l’immagine
ovoidale, si estende oltre 90° temporalmente, 60° nasalmente e sup., 70° inf.
capovolta ed invertita che viene proiettata sulla retina: ciò che appare nel quadrante sup. dx del campo
visivo, si trova nel quadrante inf. sn retinico. L’uomo è dotato di una visione binoculare, perciò le parti lat. del
campo visivo vengono proiettate solo su una retina (zone monoculari), mentre le zone centrali vengono
proiettate su entrambe le retine (zone binoculari).
La visione binoculare, in cui gli occhi costituiscono due diversi punti di osservazione, garantisce la visione
stereoscopia (=tridimensionale). Per via della papilla del n. ottico, esiste un’area cieca del campo visivo
(scotoma negativo).
SEMEIOTICA-CLINICA
ESAME ACUITA’ VISIVA: si chiede al pz di leggere una serie di numeri/lettere progressivamente più piccoli
con un occhio alla volta. Si utilizza un ottotipo da vicino (Jaeger’s test) o da lontano (Snellen chart).
La valutazione dell’acuità visiva è competenza prevalentemente oculistica.
ESAME CAMPO VISIVO: qualsiasi alterazione della forma del campo visivo è detta difetto campimetrico.
Il capo visivo può essere testato manualmente per confronto: l’esaminatore si pone davanti al pz (a circa 90-
60cm, in modo che il suo CV coincida con quello dell’esaminato), chiedendogli di fissare il proprio naso e di
indicare quale mano muove; i movimenti devono essere realizzati singolarmente e contemporaneamente nei
diversi quadranti.
È possibile eseguire anche una perimetria manuale: il medico si pone alle spalle del pz, gli chiede di
guardare davanti a sé e di indicare quando un oggetto (es. una penna) entra nel suo campo visivo.
Indagini aggiuntive: potenziali evocati visivi e valutazione del riflesso fotomotore.
Le alterazioni del campo visivo possono essere determinate da lesioni a qualsiasi livello delle vie ottiche
(retina, n. ottico, tratti ottici, corpo genicolato, radiazioni ottiche, lobo occipitale). È possibile stabilire una
corrispondenza tra sede della lesione ed alterazione di CV. Lesioni che compromettono il CV di un solo
occhio sono prevalentemente pre-chiasmatiche, mentre le lesioni che compromettono entrambi i CV sono
retro-chiasmatiche.
MODALITÀ DI PRESENTAZIONE A = amaurosi completa da lesione del n. ottico
B = scotoma centrale da lesione di fibre maculari
• Amaurosi: perdita totale monolaterale del CV C = emianopsia eteronima bitemporale da lesione del
• Emianopsia: perdita di metà del CV chiasma
• D = emianopsia omonima dx da lesione del tratto ottico
Emianopsia eteronima: le aree cieche si sn
collocano da lati diversi; interessa entrambi i E = quadrantopsia omonima sup. dx da lesione parziale
CV nasali o temporali. Caratteristica delle (temporale) della radiazione ottica sn
lesioni del chiasma. F = quadrantopsia omonima inf. dx da lesione parziale
(parietale) della radiazione ottica sn
• Emianopsia omonima: le aree cieche si G =emianopsia omonima dx da lesione totale della
collocano dallo stesso lato; interessa la radiazione ottica sn
porzione nasale di un occhio e la porzione
temporale dell’altro occhio. Caratteristica delle
lesioni retro-chiasmatiche.
• Emianopsia altitudinale: difetto monolaterale
del CV confinato alla metà sup. o inf.
Caratteristica delle lesioni oftalmologiche o
secondaria a lesioni del lobo occipitale o a
neuropatia ottica ischemica (es. stroke dell’a.
centro retinica limitato alla branca sup. o alla
branca inf.)
• Quadrantopsia: interessa un solo quadrante
sup. o inf.
• Scotoma: isola di deficit visivo circondato da
un’area di acuità visiva normale. Definito in
base alla posizione (centrale, centro-ciecale) o
alla forma (anello, arco).
DD tra cause neurologiche e oftalmologiche
(scotoma mobile = lesioni del vitreo e
glaucoma)
• Contrazione tubulare: CV a tubo, frequente
nell’isterismo (non è considerato di origine
organica)
• Restringimento concentrico: CV a tubo
causato da retinite pigmentosa, glaucoma,
processi meningei (sifilide, criptococcosi,
sarcoidosi, linfoma)
1. LESIONI PRE-CHIASMATICHE
Le lesioni pre-chiasmatiche riguardano macula, retina o nervo ottico. Si presentano prevalentemente come
difetto monoculare del campo visivo scotomi o ambliopia. Sono le lesioni in cui più facilmente si rende
necessaria una DD tra forme di interesse neurologico ed oftalmologico. Possono essere distinte in acute,
subacute, croniche e transitorie. A. LESIONI PRE-CHIASMATICHE RETINICHE
Ischemia: secondaria a occlusione dell’a. centrale della retina, occlusione dell’a. oftalmica o di un suo
• ramo.
Occlusione dell’arteria centrale della retina: brusca perdita della vista, edema della papilla che evolve
verso l’atrofia, emianopsia altitudinale in caso di interessamento della sola branca superiore o inferiore.
L’ischemia transitoria (dovuta a migrazione embolica a partenza da un focolaio stenotico o a
meccanismo angiospastico) dà un quadro di amaurosi fugace (cecità monolaterale transitoria).
DD: emicrania, forme secondarie a policitemia, iperglobulia, anemia falciforme.
Trombosi venose retiniche, trombosi venosa centrale
• TIA nei distretti dell’arteria oftalmica
• Retinopatia diabetica, retinopatia ipertensiva
• Retinite pigmentosa: emeralopia, restringimento concentrico CV (scotoma anulare), visione centrale
• conservata
Degenerazione maculare: scotoma centrale, mantenuta la visione periferica (frequente nell’anziano)
• Altro: Neoplasie; Stati tossici (fenitoina); Stati infiammatori
• B. LESIONI PRE-CHIASMATICHE DEL NERVO OTTICO
Sono spesso associate ad atrofia ottica con pallore di tutta la papilla.
Se la lesione del n. ottico è completa si associano midriasi pupillare e scomparsa del riflesso fotomotore.
COMPRESSIVE (per lo più monolaterali): aneurisma comunicante anteriore, glioma, meningioma,
• malattia acuta del seno cavernoso e dei seni paranasali, oftalmopatia tiroidea.
INFIAMMATORIE: neurite ottica retro-bulbare (fundus normale) o papillite ottica (edema di papilla).
• Neurite ottica retro bulbare: infiammazione del n. ottico nella porzione post. che si manifesta con rapida
riduzione dell’acuità visiva (poche ore) talvolta fino a completa cecità, alterazione della percezione dei
colori, scotoma centrale precoce dolori retro-bulbari. Non si notano alterazioni al fundus, eccetto pallore
,
temporale In genere è monoculare
. .
La causa più frequente sono malattie demielinizzanti (es. SM); altre cause: neurosifilide, sarcoidosi,
LES, TBC, AIDS, S. di Guillan Barrè, cause tossiche/toxoplasmosi. La terapia prevede
metilprednisolone 1 g EV per 5 giorni.
Papilla da stasi (papilledema): è un edema non infiammatorio della papilla ottica, originato da
endocranica, che con meccanismi discussi (es. ostacolo al deflusso venoso dalla v. centrale
↑pressione
della retina) causa rallentamento del flusso asso-plasmatico, dissociando i fasci di fibre ottiche fino alla
papilla.
Le sue caratteristiche sono: 1. Rigonfiamento del n. ottico con perdita del margine del disco ottico;
2. Perdita della cavità fisiologica; 3. Perdita di pulsazioni venose; 4. Turgore venoso; 5. Iperemia del
disco;
6. Curva a gomito dei vasi retinici presso i margini rialzati (segno del salto); 7. Emorragie a fiamma.
2
Se l’edema papillare permane nel tempo, evolve verso un quadro di atrofia ottica secondaria (papilla
pallida e grigiastra, a margini molto sfumati, con arterie filiformi). Il quadro clinico è caratterizzato da
alterazioni binoculari del CV e secondarie a ipertensione endocranica: restringimento e annebbiamento
del CV, ingrandimento della macchia cieca Spesso è associata a
(di cui il pz può accorgersi tardivamente).
cefalea, mentre l’acuità visiva è normale.
DD: neuropatia ischemica anteriore, papillite (=edema infiammatorio del disco ottico), neurite ottica
TOSSICHE (alcolica, clorochina, contraccettivi orali) e CARENZIALI (B1,B12): compromettono la
• trasmissione, causando deficit più spesso bilaterali, con scotoma centrale e alterazione della visione dei
colori.
FORME EREDITARIE: atrofia ottica di Leber (bilaterale e tipica dell’età giovane-adulta)
• Neuropatia ottica ereditaria di Leber (LHON): malattia neurodegenerativa mitocondriale del n. ottico,
che si caratterizza per una perdita subacuta (settimane) della vista bilat. nei giovani adulti. È dovuta a
mutazioni nel DNA mitocondriale che provocano difetti dei geni delle subunità del complesso I della
catena respiratoria.
ISCHEMICHE: aterosclerosi, arterite di Horton, infarto ischemico. Causano deficit per lo più
• monolaterale
Infarto ischemico del n. ottico: deficit campimetrico altitudinale coinvolgente la fovea (marcata riduzione
del visus), alterazione della percezione dei colori. È la più comune causa di calo di visus persistente nei
soggetti >50aa
Arterite di Horton: vasculite delle arterie di medio calibro. Causa amaurosi fugace/diplopia associate a
cefalea intensa; l’a. temporale è tesa e dolente e viene biopsiata per la diagnosi. La terapia è cortisonica
ad alte dosi.
2. LESIONI CHIASMATICHE
Il chiasma è la sede in cui si determinano 3 quadri differenti di emianopsie:
• Emianopsia eteronima bitemporale deriva dall’interruzione delle fibre che provengono dai quadranti
nasali dei campi retinici. Causa più frequente: neoplasie a livello dell’area sellare-ipofisari