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Traccia 1. Nascita Della Sociologia Come Scienza
La sociologia è lo studio della società, composta dagli individui e dalle istituzioni che essi creano per organizzare le proprie vite.
In sociologia le istituzioni sono varie (famiglia, lavoro, stato etc.) ma possono essere intese, in generale, come il corpo di norme che disciplinano la vita sociale degli esseri umani. Quest’ultimi, sono invece concepiti come coloro che progressivamente hanno acquisito consapevolezza della loro razionalità, apprendendo anche una serie di strumenti in grado di permettergli di fronteggiare il mondo e sottometterlo alla loro volontà. Grazie a questo sviluppo, gli individui, con il tempo, non hanno sentito più la necessità di ricorrere a principi astratti che dominassero il creato in loro vece, come potevano essere, ad esempio, per gli antichi, gli dei. Gli individui, come già detto, regolano la loro vita con le istituzioni, nelle quali trovano degli interessi.
dei valori che li accomunano ma una parte della loro vita è dominata anche dalle disuguaglianze che, per la sociologia, sono altrettanto importanti e quindi analogamente studiate. Il rapporto tra individuo e istituzioni è continuamente in uno stato di trasformazione e può essere percepito in base al periodo storico su cui l'osservatore decide di orientare la sua analisi. La società moderna, ad esempio, è caratterizzata da uno squilibrio tra individui e istituzioni, causato dal tentativo di emancipazione dei primi nei confronti delle seconde, considerate come un ostacolo al raggiungimento dei loro obiettivi. In qualche misura, tutte le scienze sono guidate dal senso comune ma la sociologia vi attinge direttamente gli oggetti dei propri studi; non per questo motivo però deve essere confusa con esso. La sociologia infatti è una disciplina e per questo non è tenuta a dare giudizi di valore sul mondo ed è vincolata ad un metodo perPortare avanti le sue indagini. Il metodo proprio della sociologia, inoltre, permette anche di distinguerla da tutte le altre scienze e dalla filosofia. La sociologia intesa come "sensibilità" e "interrogazione continua" è sempre esistita ma la sua genesi come "scienza" con uno specifico linguaggio, metodo, e soggetto risale al XIX secolo. Il termine "sociologia" fu infatti coniato nel 1839 in Francia da Auguste Comte, che lo sostituì a quello di "fisica sociale", durante una lezione del suo corso di filosofia positiva. In questa maniera Comte diede implicitamente l'incarico alla neonata disciplina di individuare le leggi di funzionamento del mondo sociale, proprio come la fisica faceva con quelle del cosmo. Comte era un positivista ed infatti la neonata sociologia ereditò il metodo direttamente dalla rivoluzione scientifica. Le scienze fisico-matematiche dovevano essere il modello a cui aspirare per tutti i
sociologi che volessero ottenere successi analoghi a quelli che le più anziane scienze avevano da sempre ottenuto nel mondo naturale. Per poter essere definita "scienza", la sociologia doveva, oltre che usare il metodo scientifico, spiegare i suoi fenomeni attraverso leggi generali e fare proprio il modello empirico, cioè verificare sul campo le sue teorie. I soggetti protagonisti della disciplina emersero dalle rivoluzioni politiche, principalmente da quella francese e quella americana, grazie alle quali acquisirono una figura di spicco gli individui borghesi e le masse popolari. Entrambe le classi desideravano prendere parte alle decisioni politiche, ma le masse, quasi del tutto analfabete, erano incapaci di farlo e la nuova classe borghese iniziò a gestirle facendo in modo che portassero a compimento i loro scopi. Grazie alle rivoluzioni politiche, la borghesia ottenne quindi i diritti negati dall'assolutismo e conquistò la possibilità di.cambiare classe sociale. Dalla rivoluzione industriale, la sociologia, ereditò invece l’oggetto di studio. Il XIX fu caratterizzato dall’avvento delle fabbriche che sconvolsero i metodi di produzione, l’organizzazione del lavoro e più in generale il modo dei vivere degli individui. Vennero infatti costruite nuove aree urbane dove i contadini emigrarono in cerca di lavoro nelle industrie. Questo passaggio da campagna a città fece si che il potere si trasformasse da un privilegio di nascita ad un obbiettivo da raggiungere attraverso il duro lavoro, passando quindi dalle mani dei signori feudali alla nuova classe borghese. Questa