Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 2
Mucoadesione e bee Pag. 1
1 su 2
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

MUCOADESIONE

La mucoadesione è il processo di interazione tra la forma farmaceutica e lo strato di muco della mucosa (buccale, sublinguale, vaginale, rettale, nasale, gastrointestinale). Per far sì che la forma farmaceutica abbia il tempo di rilasciare gradualmente il principio attivo, deve rimanere nel sito d'azione per un tempo prolungato, per questo bisogna farla aderire alla mucosa. Il muco serve per mantenere umida la mucosa e proteggerla ed è una fase semisolida acquosa, formata principalmente da acqua e glicoproteine che formano la mucina, da glicolipidi che viscosizzano la fase acquosa e da sali minerali. Ha uno spessore e una composizione che varia in base al tipo di mucosa, e questi fattori rallentano la diffusione attraverso lo strato mucoso da parte del principio attivo. Affinché avvenga la mucoadesione si deve verificare una compenetrazione tra mucina e forma farmaceutica, e quindi quest'ultima deve essere un gel acquoso, in modo tale che la mucina possa diffondere.

Nell'acqua del gel e i polimeri del gel nella mucina. Comunque il muco si rinnova ogni circa due giorni e quindi la forma farmaceutica si stacca insieme a questo dalla mucosa.

COMPRESSA MUCOADESIVA

Innanzitutto non deve disgregare. Per aderire alla mucosa potrebbe avere ad esempio un rivestimento filmogeno polimerico solubile in acqua (HPMC), ma quando la compressa entra in contatto coi fluidi biologici, il film tende ad essere eroso e nell'acqua che si trova all'interfaccia aumenta la viscosità. Essendo però questo rivestimento filmogeno molto sottile, la mucoadesione dura poco, circa 30 minuti. Quindi potrei pensare alla formulazione di un sistema matriciale, con il p.a. e la matrice erodibile di HPMC, e in questo modo l'erosione è molto più lenta perché c'è una maggior percentuale di HPMC nella compressa matriciale rispetto a quella filmogena. Potrebbe essere sufficiente un rapporto 1:1 tra concentrazione di p.a. e polimero.

La capacità mucoadesiva della compressa sarà più elevata quanto maggiore sarà l’effetto viscosizzante del polimero, il tempo impiegato a solvatarsi invece dipende dal PM e dalla quantità di acqua a disposizione. Ad esempio se ho a disposizione tanta acqua sulla superficie della mucosa potrei usare l’HPMC che viscosizza di più, invece se in queste condizioni usassi il carbopol verrebbe eroso troppo rapidamente. Per capire se un sistema è mucoadesivo si possono fare dei test in vitro con un dinamometro, un braccio tensile a cui è attaccata la cella da carico che visualizza la forza; sul supporto inferiore si fa aderire la mucosa, su quello superiore la forma farmaceutica da testare e viene abbassato facendolo rimanere in contatto per un certo tempo e poi una volta sollevato posso visualizzare lo sforzo sulla cella da carico esercitato per staccarlo. Oppure si possono fare dei test in vivo caricando un tracciante nella.

La formafarmaceutica viene valutata verificando se il farmaco rimane nella mucosa bersaglio attraverso una scintigrafia. Inoltre, è possibile misurare l'interazione tra il polimero e la mucina tramite test reologici, creando un gel misto di polimero e mucina. I polimeri mucoadesivi più comuni sono i derivati della cellulosa, il carbopol e la gomma guar.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
2 pagine
1 download
SSD Scienze chimiche CHIM/09 Farmaceutico tecnologico applicativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giorgia197 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecnologie farmaceutiche industriali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Palmieri Filippo.