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PRODUZIONE NETTA DELLA COMUNITÀ

1) Facendo la differenza tra PPN e RE (respirazione eterotrofa)

2) Facendo la differenza tra PPL e RC (respirazione dell'intera comunità)

La PNC (Produzione Netta della Comunità) rappresenta la produzione dell'intero ecosistema destinata ad accrescimento in massa e numero delle varie popolazioni che ne fanno parte, quindi della comunità. La PNC consiste quindi nel residuo della produzione che non viene consumato dall'ecosistema ma che rimane al suo interno andando a costituire nuova biomassa.

Se il bilancio è NEGATIVO sarebbe una contrazione dell'ecosistema, se è POSITIVO sarebbe un arricchimento dell'ecosistema.

Nella produttività primaria dipende dalla LUCE, UMIDITÀ, TEMPERATURA e dai NUTRIENTI:

AMBIENTI TERRESTRI: l'energia è sfruttata dalla pianta per la fissazione dell'anidride carbonica.

LUMINOSA: le piante devono rimanere in un certo range

affinché possa avvenire il processo fotosintetico (le temperature dipendono direttamente dalla radiazione solare. La produttività dipende in terzo luogo dall'umidità: per assumere la pianta deve mantenere gli stomi aperti e le radici devono assorbire molta acqua cosicché da poter rimpiazzare quella evaporata. Maggiori saranno le precipitazioni e maggiori saranno le riserve idriche del suolo e quindi l'acqua disponibile alla pianta. Nei ecosistemi terrestri il suolo si arricchisce di nutrienti inorganici, facilmente reperibili da vegetali, grazie alla decomposizione della materia organica. I nutrienti rappresentano invece un fattore limitante dal momento che si trovano soprattutto sul fondale, dove avviene la decomposizione della materia organica. I nutrienti accumulati negli strati più bassi, devono tornare in superficie e nello strato fotico (=luogo dove avviene la fotosintesi e si ha produttività).

per poter essere disponibili ai produttori. Negli specchi d'acqua poco profondi i nutrienti risalgono grazie al moto ondoso mentre nelle zone vicine alle foci fluviali la materia organica è particolarmente abbondante, disponibile alla decomposizione: la concentrazione di nutrienti in queste zone, quindi, è relativamente buona (rispetto agli ecosistemi terrestri).

Invece, i nutrienti vengono invece trasportati grazie alle correnti di risalita (=UPWELLING).

AMBIENTI PELAGICI, Alle ESTATE la combinazione di questi fattori risulta ottimale per l'attività fotosintetica (la MEDIE LATITUDINI in produzione primaria risulta infatti concentrata nel periodo estivo) in INVERNO le temperature si abbassano dal momento che la direzione delle radiazioni solari non è più perpendicolare ma obliqua (oltre ad essere meno intensa si disperde in un'area maggiore): le piante, dunque, entrano in una fase di QUIESCENZA nella quale smettono di fare

Questo può essere confermato da alcuni studi sull'anidride carbonica atmosferica che aumenta in inverno, proprio quando la fotosintesi non mostra l'aumento della quantità di CO2 viene effettuata mentre si ha appunto una diminuzione durante il periodo estivo.

ଶ㨸 ϑ㨬㨹㨹㨺Detto ciò, si può concludere dicendo che in una catena trofica parte dell'energia si dissipa (viene infatti dispersa attraverso a respirazione) oppure non può essere usata dai consumatori ma sì dai decompositori (energia escreta e non utilizzata). Inoltre, alla base della catena trofica l'energia è maggiore rispetto agli ultimi livelli e quindi la lunghezza della catena è limitata.

• RELAZIONI TROFICHE NEGLI ECOSISTEMI: MODELLI DI RIFERIMENTO (10)

Il complesso delle relazioni trofiche di un ecosistema è ben spiegato dalle RETI ALIMENTARI, le quali rappresentano in modo preciso i rapporti di produttività che si creano all'interno di un ecosistema.

L'energia fissata dalle piante nei carboidrati è alla base della catena trofica: Tale energia, sotto forma di biomassa, fluisce dalle prede ai predatori. Le RELAZIONI ALIMENTARI all'interno della catena sono indicate come LIVELLI

TROFICI

Tutti gli organismi che ricavano energia attraverso lo stesso numero di passaggi a partire dai produttori primari OCCUPANO LO STESSO LIVELLO TROFICO.

Nella fonte di energia è la biomassa attiva

CATENA DEL PASCOLO

1° livello = livello dei produttori autotrofi

2° livello = livello degli erbivori

3° livello = livello dei carnivori, i quali si cibano degli erbivori

alcuni individui, come gli ONNIVORI, occupano più di un livello trofico, dal momento che sono caratterizzati da una dieta diversificata.

energia Nella utilizzata = sostanza organica morta

CATENA DEL DETRITO

1° livello trofico = detritivori (scarafaggi, millepiedi e lombrichi, capaci di spezzare meccanicamente il detrito) e decompositori (decompongono chimicamente la sostanza organica, mineralizzandola)

2° livello = consumatori secondari (si cibano dei decompositori e che dunque sono carnivori) quando i decompositori secondari dei decompositori muoiono, vengono decomposti dai

decompositori Negli piante rappresentano la BASE di una CATENA TROFICA PLURI-CANALIZZATA ECOSISTEMI TERRESTRI Questo significa che le varie parti della pianta costituiscono la biomassa disponibile per specie diverse di erbivori. In primo luogo i tessuti vivi sono assunti da molluschi (polmonati) come cavallette, coleotteri e lepidotteri; i semi sono assunti invece dai granivori; gli organi riproduttori da ditteri, apoidei e scarabei; la linfa rappresenta il nutrimento per quegli insetti capaci di estrarla (gli osmotrofi). I tessuti morti entrano invece nella catena del detrito e gli essudati diventano parte della materia organica disciolta (DOM). Da ciò si evince che ogni gruppo di questi erbivori possiede delle specializzazioni che agevolano il mangiare quella particolare parte dell'organismo vegetale. Ad esempio, la cavalletta possiede un organo boccale specializzato nella masticazione e nella triturazione. Le cimici possiedono un apparato boccale capace di perforare il fusto di.

Le piante erbacee sono in grado di assorbire la linfa elaborata. I consumatori primari sono predati dai consumatori secondari, i quali sono predati a loro volta dai consumatori terziari e così via (ricordiamo che però il numero di livelli trofici non può essere illimitato).

Negli ecosistemi acquatici (laghi) abbastanza omogenei che non costituiscono una catena pluri-canalizzata ma che forniscono la base dell'energia per lo zooplancton erbivoro (2° liv). E' costituito da piccoli organismi tra cui i rotiferi, protozoi e piccoli crostacei (=microcrostacei).

Il 3° livello trofico è costituito invece dallo zooplancton carnivoro (consumatori secondari) che comprende crostacei di dimensioni un po' più grandi rispetto ai microcrostacei. Questo livello comprende anche pesci zooplantofagi che possono nutrirsi di zooplancton carnivoro ed erbivoro.

indistintamente (questi pesci occupano anche in piccola parte il 4°livello). Il 4° livello è presente solitamente negli ambienti lacustri e comprende pesci che si cibano di altri pesci e uccelli ittiofagi. (Gli anfibi solitamente non colonizzano i laghi ma tendono a preferire gli stagni, dove la fauna ittica, che si nutre delle loro uova, tende ad essere di minor numero.) Tutta la sostanza organica morta entra a far parte della catena del detrito: tutto ciò che vive nella colonna d'acqua, al momento della morte, si sedimenta sul fondo dove vivono i decompositori. Negli ecosistemi acquatici oceanici e marini, il krill è costituito da banchi enormi ad elevata densità (ڵڴڴڴڴ-ڷڴڴڴڴ- ଷ ڼ-ڻ㨸㨸) individui/㨸) di piccoli crostacei della specie Euphasia superba, molto importanti per la catena alimentare. Possono infatti nutrirsi di fitoplancton e zooplancton erbivori mentrepossono essere predati da zooplancton carnivoro, pescizooplanctonfagi, pinguini, foche e mammiferi, balenotteracomune…Hanno un grandissimo valore ecologico e le loro rotte, che seguono quelle del- fitoplancton, e quindi dei nutrienti, sono seguite da molte specie di cetacei. 3°livello trofico=tutti i predatori 4°livello= calamari (si nutrono dello zooplancton carnivoro) 5°livello= foca imperatore, elefante marino e capodoglio (predano calamari) 6°livello= foca leopardo (preda il 5°liv) nonostante le sue dimensioni si nutre di calamari: infatti, in natura,gli animali di grandi dimensioni richiedono una grande spesa Livello intermedio occupato da animali come energetica per muoversi velocemente e quindi tendono a nutrirsi dil'orca, la quale si trova appunto in una organismi molto piccoli (es. caso della balena) o a sfruttare la lorosituazione intermedia poiché preda sia la foca forza (es. caso capodoglio).leopardo che l'elefante marino. La E'composta dai decompositori, che si nutrono di sostanza organica e che possono essere quindi definiti consumatori (ma che a differenza di questi utilizzano sostanza organica morta). Una volta che gli organismi muoiono, che siano indistintamente vegetali o animali, cadono sulla lettiera dove i DETRITIVORI agiscono fisicamente sulla materia organica triturandola in parti più piccole. I DECOMPOSITORI poi agiscono sui resti attraverso reazioni chimiche che permettono loro di trasformare la sostanza organica in composti inorganici. es. Consideriamo un albero morto e caduto al suolo: molti organismi agiscono su di esso. Troviamo detritivori (numerosi insetti, lombrichi e miriapodi) che trasformano la materia in poltiglia. Essa, poi, diventa parte della lettiera dove avviene il processo di decomposizione da parte di batteri (decompongono resti animali) e funghi (decompongono resti vegetali). In ambiente acquatico la decomposizione è un pro
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
72 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/07 Ecologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher b.t di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ecologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Tremolada Paolo.