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Il monopolio e le politiche pubbliche
Il monopolio è causa di inefficienza: le perdite inflitte ai consumatori dal
comportamento del monopolista sono maggiori dei benefici che questi ne trae. Dal
momento che il monopolio causa una perdita netta all’economia, i governi cercano
spesso di impedire l’emergere di monopoli.
La somma del profitto e del surplus del consumatore è minore in regime di monopolio
che in concorrenza perfetta.
I provvedimenti impiegati dal governo per impedire o eliminare i monopoli sono noti
come politica antitrust.
Smantellare un monopolio non naturale è auspicabile: i guadagni dei consumatori
superano la perdita del monopolista. Non è chiaro però se un monopolio naturale
debba essere smantellato, perché aumenterebbe il costo totale di produzione.
Anche nel caso di un monopolio naturale, un monopolista che massimizzi il profitto
potrebbe agire in modo da causare inefficienze, facendo pagare ai consumatori un
prezzo maggiore del costo marginale.
È possibile rimediare con l’intervento pubblico?
La proprietà pubblica = il governo crea aziende pubbliche che forniscono il bene
e proteggono gli interessi dei consumatori. Un monopolio naturale controllato
dallo Sato può fissare i prezzi sulla base del criterio di efficienza e non sulla
massimizzazione del profitto. Tuttavia la proprietà pubblica non è sempre una
buona soluzione perché le imprese statali sono meno disposte a tenere sotto
controllo i costi o a offrire prodotti di qualità elevata e inoltre le imprese
pubbliche finiscono spesso per servire interessi politici
La regolamentazione = lasciare il settore in mani private, ma sottoporlo a
regolamentazione, in particolare dei prezzi, ponendo un limite alle tariffe che
possono essere praticate. Un monopolista quindi produce di più ma a un prezzo
inferiore; il prezzo massimo consentito deve essere sufficiente da permettere
all’impresa di coprire il costo medio totale. La regolamentazione accresce il
surplus del consumatore (più benessere complessivo e profitto passa in parte
dal monopolista al consumatore)
La discriminazione dei prezzi
Molti monopolisti sanno di poter realizzare maggiori profitti facendo pagare, per lo
stesso bene, prezzi diversi a consumatori diversi, praticando la discriminazione dei
prezzi.
Discriminazione dei prezzi perfetta = si ha se il monopolista riesce ad applicare ad
ogni consumatore un prezzo esattamente uguale alla sua disponibilità a pagare,
ovvero il prezzo massimo che ciascuno è disposto a pagare. Non causa inefficienza
perché cattura tutti i compratori. Accresce il surplus totale.
Quanti più prezzi diversi il monopolista riesce ad applicare, tanto minore è il
prezzo più basso: alcuni consumatori pagheranno prezzi molto prossimi al costo
marginale
Quanti più prezzi diversi il monopolista riesce ad applicare, tanto maggiore è la
somma che riesce ad incassare dai consumatori
Il monopolista può avvicinarsi alla discriminazione dei prezzi perfetta attraverso delle
strategie di prezzo:
Restrizioni sull’acquisto anticipato = prezzi più bassi per chi acquista con un
certo anticipo
Sconti sulla quantità = il prezzo è più basso se si acquistano grandi quantità del
bene
Tariffa in due parti = consumatore paga immediatamente un importo fisso,
indipendente dalla quantità
Quando entrano in gioco questioni di equità, è probabile che la discriminazione dei
prezzi venga proibita.
Capitolo 14 – L’oligopolio
La prevalenza dell’oligopolio
Oligopolio = è un settore con un piccolo numero di venditori e un’impresa che vi opera
è detta oligopolista. Non è costituito necessariamente da grandi imprese; le
dimensioni non sono importanti, ciò che conta è il numero di concorrenti.
Concorrenza imperfetta = situazione in cui le imprese competono (nessuna ha il
monopolio), ma hanno anche un potere di mercato che permette loro di influire sul
prezzo.
La principale fonte di oligopolio è l’esistenza di rendimenti di scala crescenti, che
conferiscono ai produttori di maggiori dimensioni un vantaggio su quelli più piccoli;
quando questo effetto è marcato porta alla creazione di un monopolio.
Capire l’oligopolio
Duopolio = settore in cui operano solo due imprese produttrici, ciascuna delle quali è
detta duopolista.
La decisione di espandere la produzione in un duopolio spinge al ribasso il prezzo di
mercato; perciò le imprese dovranno accordarsi o no su quanto produrre.
Una possibilità è che le due imprese pratichino la collusione, accordandosi per
cartello,
mantenere alti i profitti. La forma più forte di collusione è il un accordo che
stabilisce la quantità che ciascuna impresa può produrre. Anche se le due imprese
raggiungessero un accordo, ciascuna impresa avrebbe un incentivo a infrangere
l’accordo e a produrre una quantità maggiore di quella concordata.
Nel caso dell’oligopolio, quando consideriamo l’effetto di un aumento della produzione,
l’impresa è interessata solo all’effetto di prezzo sulle proprie unità prodotte, non su
quelle di altri oligopolisti. Perciò rispetto a un monopolista, un aumento della
produzione ha per la singola impresa oligopolistica un minore effetto di prezzo, dunque
il ricavo marginale calcolato per tale impresa è maggiore. Pertanto l’impresa
oligopolistica trova redditizio espandere la produzione, anche se così facendo si
riducono i profitti del settore nel suo complesso. Quando è legale le imprese hanno un
incentivo a colludere perché è più redditizio. Quando è illegale le imprese trovano il
modo di colludere senza accordi formali.
I giochi degli oligopolisti
Se le decisioni di un’impresa hanno influenza significativa sul profitto di un’altra e
interdipendenza.
viceversa, le imprese si trovano in una situazione di
Teoria dei giochi = disciplina che studia il comportamento in situazioni di
interdipendenza. Questa teoria si occupa di tutte le situazioni in cui il risultato per un
giocare – payoff – dipende non solo dalle proprie azioni, ma anche da quelle di altri
partecipanti al gioco. Per l’impresa oligopolistica il payoff è il profitto dell’impresa.
Quando ci sono solo due giocatori, l’interdipendenza tra i giocatori può essere
rappresentata attraverso una matrice dei payoff: ogni riga corrisponde a una possibile
azione di un giocatore e ogni colonna a una possibile azione dell’altro giocatore. La
matrice contiene 4 riquadri, ognuno diviso in due triangoli. Ogni riquadro mostra il
payoff che ciascuna impresa ottiene dalla corrispondente combinazione di scelte.
Dilemma del prigioniero = ogni giocatore ha un incentivo a tradire il compagno e a
intraprendere un’azione che lo avvantaggia a spese dell’altro; se entrambi tradiscono
il compagno, entrambi si trovano in una condizione peggiore di quella in cui si
troverebbero se nessuno dei due lo facesse. In un dilemma del prigioniero ogni
giocatore ha un chiaro incentivo a comportarsi in modo da danneggiare l’altro; ma
quando entrambi compiono quella scelta, la condizione di entrambi peggiora.
Strategia dominante = è la migliore azione possibile che un giocatore può
intraprendere, a prescindere dal comportamento dell’altro giocatore.
Equilibrio di Nash = risultato che si ottiene in un gioco quando ciascun giocatore
sceglie l’azione che massimizza il proprio payoff, date le decisioni degli altri giocatori,
ignorandogli effetti di questa sua decisione sul payoff degli altri giocatori.
Un oligopolista prevede generalmente di restare in attività per diversi anni perciò
comportamento strategico,
adotta un tenendo conto degli effetti delle sue azioni di
oggi sulle azioni future degli altri giocatori.
Strategia occhio per occhio = consiste nell’adottare inizialmente un comportamento
cooperativo, per poi comportarsi come ha fatto l’avversario nel periodo precedente. È
una forma di comportamento strategico.
Morale : quando gli oligopolisti devono competere gli uni con gli altri per un tempo
abbastanza lungo, si rendono conto che gli conviene collaborare tra loro. Così ogni
impresa limita la propria produzione in modo da accrescere i profitti delle altre
imprese, aspettandosi che le altre ricambino la cortesia. Se le imprese non possono
stipulare un accordo vincolante intraprendono allora una collusione tacita.
L’oligopolio nella realtà
Pur essendo legali i cartelli, non erano vincolanti perciò i membri di un cartello non
potevano intraprendere un’azione giudiziaria contro un’impresa che violasse l’accordo
di limitare la propria produzione.
Trust = gli azionisti di tutte le principali società di un settore conferiscono le loro azioni
nelle mani di un consiglio di amministratori che controlla la società. In tal modo le
singole società si fondono in un’unica impresa, che può praticare prezzi di monopolio.
Politica antitrust = insieme di provvedimenti e iniziative intraprese dal governo per
impedire alle imprese nei settori oligopolistici di colludere o comportarsi come
monopolisti.
Pur essendo molto diffusa, la collusione tacita non consente quasi mai alle imprese di
spingere il prezzo fino al livello di monopolio; questo è dovuto a molteplici fattori:
a. Bassa concentrazione del settore = in un settore poco concentrato l’impresa tipo
controlla una quota di mercato minore di quanto non farebbe se il settore fosse
caratterizzato da un’elevata concentrazione. Ciò spinge l’impresa a tenere un
comportamento non cooperativo, perché un piccolo produttore, violando gli accordi
ed espandendo la produzione, si appropria di tutti i profitti derivanti dalla maggiore
quantità prodotta. E se i concorrenti reagiscono incrementando a loro volta la
produzione, le perdite dell’impresa sono limitate perché ha una piccola quota di
mercato. Le barriere all’entrata sono deboli.
b. Prodotti complessi e strategie di prezzo = gli oligopolisti vendono migliaia di
prodotti differenti e tenere sotto controllo le decisioni di produzione e di prezzo
delle altre imprese è difficile e lo è anche capire se un’impresa stia o meno
tradendo il patto implicito di collusione.
c. Interessi divergenti = le imprese hanno spesso opinioni diverse su cosa sia giusto e
risponde ai propri veri interessi.
d. Potere negoziale degli acquirenti = spesso gli oligopolisti vendono i loro prodotti
non a singoli individui, ma a grandi acquirenti che sono in grado di negoziare con
gli oligopolisti e ottenere prezzi più bas