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Sono ascrivibili a tale categoria: il B. anthracis, C. botulinum, Y. pestis, V. major, F. Tularensis,
ebola, marburg, lassa, machupo…
Categoria B
Comprende organismi moderatamente pericolosi per:
la loro diffusibilità su scala ridotta;
la capacità di provocare malattie potenzialmente meno letali;
la necessità di misure di monitoraggio della salute pubblica meno intensive rispetto alla
categoria A
Facenti parte della categoria: B. species, C. perfrigens, E. coli O157:H7, Shigella, Burkhodelia
mallei…
Categoria C
Comprende organismi patogeni emergenti, potenzialmente modificabili attraverso l'ingegneria
genetica per essere trasformati in armi biologiche. Questi agenti presentano:
facile disponibilità nell'ambiente
facile produzione
alto potenziale in termini di virulenza e di impatto sulla salute pubblica.
Batteri principali
Gram negativi
Campylobacterales
Campylobacter
-
È un microrganismo microaerofilo, termofilo (si adatta bene a temperature comprese tra i 30 °C e i
47 °C con un optimum di 42 °C), di forma spirillata gram negativo, flagellato (quindi mobile) e
ciliato. È un batterio termo-sensibile (sensibile all'essiccazione) e resistente al congelamento
(sopravvive meglio in condizioni di refrigerazione che a temperatura ambiente). La trasmissione
nell'uomo è dovuta all'ingestione di alimenti infetti e provoca una condizione patologica nota
come campylobatteriosi, caratterizzata da: diarrea, febbre, nausea, crampi addominali e brividi di
freddo. È trasmissimile attraverso derrate alimentari contaminate ed in particolar modo le carni
crude non trattate, in particolare quella di pollo. Le persone più colpite sono i bambini e
gli immunodepressi. L'incubazione dura, in genere, dai 2 ai 5 giorni. Nel caso si presentino i
sintomi, è necessario consultare subito un medico poiché il trattamento terapeutico richiede cure
specifiche.
Helicobacter
-
Le specie degli Helicobacter comprendono tutti batteri correlati a patologie gastriche, gastroenteriti
e adenocarcinomi gastrici. Il piu’ studiato e’ l’H. pylori che vive nel muco gastrico dello stomaco
umano. Tale resistenza a un pH di 1 o 2 gli è conferita dalla produzione dell'enzima ureasi, che
scinde l’urea in anidride carbonica e ammoniaca (che neutralizza gli acidi gastrici), il quale crea
intorno al batterio un microambiente compatibile con la sua esistenza. La maggior parte delle
persone ne è portatrice, ma un buon equilibrio fra potere patogeno del microrganismo e difese
immunitarie del soggetto normalmente garantisce un'adeguata protezione; per questo motivo i
soggetti con una marcata immunodeficienza sono particolarmente esposti a tale agente.
Il batterio vive soltanto in ambiente acido protetto da uno strato di muco; per questo motivo si trova
solo nello stomaco. Una volta insediatosi nello stomaco, non fa altro che sottoporre la mucosa ai
metaboliti tossici da esso prodotti. Il batterio può produrre sostanze che causano danni
alle cellule e con il tempo possono sopraggiungere gastrite e ulcera.
Vibrionaceae
- Vibrio
I vibrioni aerobi-anaerobi facoltativi, asporigeni e privi di capsula, la cui cellula presenta una
curvatura lungo l'asse maggiore in modo da far loro assumere la tipica forma a virgola o a C. Tutti i
vibrioni possiedono un unico flagello polare, che ne assicura la mobilità. Non hanno particolari
esigenze nutrizionali e crescono bene nei terreni di coltura più utilizzati: la loro particolare
predilezione per i terreni a pH alcalino, tuttavia, può essere sfruttata per allestire colture selettive
per la coltivazione di questo batterio. Possono fermentare alcuni zuccheri, ma questa
fermentazione non comporta la produzione di gas.
La maggior parte dei vibrioni è costituita da batteri saprofiti, cioè che si nutrono di materia in
decomposizione, e che soltanto occasionalmente possono essere ritrovati
come parassiti commensali di alcuni animali. Alcuni di essi sono tuttavia in grado di giocare un
ruolo importante nella patologia umana, e tra di essi il più rilevante è sicuramente Vibrio cholerae,
agente etiologico del colera.
Il V. cholerae, diffuso in acque dolci e salate, una volta ingerito tramite cibi o bevande contaminati
produce un’esotossina enterotossica che agisce attivando l’enzima adenilato ciclasi alterando i
meccanismi di regloazione degli scambi idro-elettrolitici e si manifesta come perdita d’acqua
dall’intestino con diarrea e grave disidratazione.
Bacilli e cocchi
- Pseudomonas
Sono bacilli Gram-negativi, aerobi obbligati, ossidasi positivi, catalasi positivi ed hanno flagelli
polari che permettono loro di muoversi. Si trovano nel terreno e nelle acque ma anche sulle piante.
Producono pigmenti come la piocianina che permette di alterare la funzione ciliare, stimolare
la risposta infiammatoria e provocare danno ai tessuti. Alcuni ceppi sono capsulati. Il principale
fattore di virulenza è la exotoxina A oltre alla endotoxina (lipide A del lipopolisaccaride). Hanno
inoltre un exopolisaccaride mucoide che permette una maggiore adesione alle cellule dell'ospite,
formare biopellicole, inibire la fagocitosi e ridurre l'attività antibiotica. Sono batteri che colonizzano
l'essere umano in zone umide come le piscine. La specie Pseudomonas aeruginosa è una delle
più diffuse tanto da essere presente in molti campioni di feci umane e più raramente anche in zone
di epidermide più umide come ascelle ed inguine. È causa, in ospedali dove non sono seguite
correttamente le norme di igiene, di vere e proprie piccole epidemie con conseguenze a volta
anche gravi. Generalmente provoca infezioni osteoarticolari, otite esterna, polmonite. È anche
responsabile di follicoliti cutanee, infezioni oculari come congiuntivite ed endocardite.
Generalmente le varie specie di Pseudomonas sono resistenti alla maggior parte degli antibiotici,
in quanto sono scarsamente permeabili, producono enzimi capaci di inattivare penicilline ed
aminoglicosidi e sono dotate di meccanismi di espulsione di molti antibiotici. È consigliato usare
antibiotici in combinazione come Ceftazidima o aminoglicosidi.
P. aeruginosa, come detto in precedenza, popola le zone umide come il fondo delle piscine su cui
rimane inerte poiche’ bloccato da fattori come il cloro e l’acido solforico. Tale microrganismo, in
seguito, puo’ internarsi nell’orecchio umano causando l’otite, successivamente al lavaggio sotto la
doccia dagli agenti chimici presenti nell’acqua della piscina. E’ un batterio molto virulento ed
ubiquitario, ma non riesce a sostenere seri quadri patologici in soggetti immunocompetenti. A volte
tuttavia se infetta il meato urinario può provocare infezioni estese, che possono causare la morte
dei tessuti e il decesso per setticemia. I suoi principali fattori di virulenza risultano essere: le
adesine piliari; la capsula, che lo protegge dagli aminoglicosidi e media l’adesione; l’endotossina,
data dall’LPS superficiale che richiama e risposte infiammatorie; la piocianina, che catalizza la
formazione dei radicali liberi dell’ossigeno; l’esotossina A, che provoca il blocco della traduzione
mediante il legame con il fattore di elongazione EF-2; il sistema di secrezione di tipo III, con cui si
internalizza nei polimorfonucleati per continuare il suo ciclo infettivo.
- Legionella
Le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: si riscontrano
nelle sorgenti, comprese quelle termali, nei fiumi, laghi, vapori, terreni. Da questi ambienti esse
risalgono a quelli artificiali come le condotte cittadine e gli impianti idrici degli edifici, come i
serbatoi, le tubature, le fontane e le piscine (sono state rilevate anche in fanghi di fiume o torrente,
o argilla per manufatti in terracotta). Le condizioni più favorevoli alla proliferazione sono: condizioni
di stagnazione; presenza di incrostazioni e sedimenti; biofilm; presenza di amebe. I batteri, inoltre,
possono sopravvivere con una temperatura dell'acqua compresa tra i 5,7 e i 55 °C, mentre hanno
il massimo sviluppo con una temperatura dell’acqua compresa tra i 25 e i 42 °C. Da evidenziare la
loro capacità di sopravvivenza in ambienti sia acidi, sia alcalini, sopportando valori di pH compresi
tra 5,5 e 8,1. Quella più pericolosa, a cui sono stati collegati circa il 90% dei casi di legionellosi,
è L. pneumophila. La legionella deve il nome all'epidemia acuta che nell'estate del 1976 colpì un
gruppo di veterani della American Legion riuniti in un albergo di Filadelfia, causando ben 34 morti
su 221 contagiati (oltre 4.000 erano i veterani presenti): solo in seguito si scoprì che la malattia era
stata causata da un "nuovo" batterio, denominato legionella, che fu isolato nell'impianto di
condizionamento dell'hotel dove i veterani avevano soggiornato.
L’uomo contrae l’infezione attraverso aerosol, cioè quando inala acqua in piccole goccioline (1-5
micron) contaminata da una sufficiente quantità di batteri; quando questa entra a contatto con
i polmoni di soggetti a rischio, insorge l'infezione polmonare. L’infezione da legionella può dare
luogo a due distinti quadri clinici: la febbre, che ha un periodo di incubazione di 24-48 ore e si
risolve in 2-5 giorni. È accompagnata da malessere generale e cefalee. La legionellosi ha un
periodo di incubazione medio di 5-6 giorni ed è molto più grave: oltre a malessere, cefalee e tosse,
possono essere presenti sintomi gastrointestinali, neurologici e cardiaci e complicanze varie; nei
casi più gravi può addirittura essere letale. I principali fattori di rischio che favoriscono
l’acquisizione della legionellosi sono: età avanzata, il fumo, immunodeficienza, sesso maschile,
patologie cronico-degenerative.
La L. pneumophila è un batterio non alcool-acido resistente, asporigeno, e non capsulato. Aerobio,
non è in grado di idrolizzare la gelatina, produrre ureasi o fermentare sostanze. Il batterio inoltre
non è pigmentato o autofluorescente ed è ossidasi e catalasi positivo; produttore di beta
lattamasi. Sulla catena laterale dell' LPS è posizionato il residuo che da specificità antigenica a
questo organismo. La composizione chimica di queste catene laterali è data dall'unione di diversi
residui glucidici che assieme determinano la natura dell'antigene somatico (detto per convenzione:
"O"). La L. pneumophila è un parassita intracellulare facoltativo che può invadere le amebe o
i macrofagi nell'uomo e usarli per replicarsi. L'internalizzazione dei batteri è favorita dalla presenza
di anticorpi e componenti del complemento ma non è obbligatoria. Il ciclo replica