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GTP.
3) Mannoproteine: Le mannoproteine e altre proteine sono una piccola porzione dei costituenti di
parete delle ife, sono invece abbondanti nella parete dei lieviti; raggiungono il plasmalemma in
forma attiva, mediante vescicole golgiane e vengono rilasciate all’esterno.
4) Cross-linking e maturazione: I legami cross – linking avvengono tra i diversi componenti, essi si
formando progressivamente allontanandosi dalla zona apicale; le molecole di chitina sono inoltre
connesse tra loro da legami idrogeno, così come fanno quelle di glucano.
5) Enzimi litici che degradano la parete: L’attività di enzimi litici non è ancora chiara, per alcuni
l’attività litica è necessaria per ammorbidire la parete e permettere l’inserimento di nuove
componenti; per altri le componenti citoscheletriche sarebbero sufficienti per rinforzare l’apice,
rendendo inutile la necessità una parete rigida in quella zona e i processi litici. E’ comunque
indispensabile la presenza di questa attività per la formazione di nuove ramificazioni, soprattutto in
zone lontane dall’apice.
Il modello di Wessels riguarda l’accrescimento della parete e dell’apice dei funghi, in cui non è
necessaria la presenza di enzimi litici: la nuova parete apicale sarebbe viscoelastica in modo che i
polimeri della parete fluiscano verso l’esterno e l’interno, allontanandosi dall’apice si formando
legami incrociati che irrigidiscono la struttura (riducono elasticità e viscosità).
La forza motrice dell’accrescimento apicale
La forza che guida l’aumento di estensione è legata alla pressione di turgore; inoltre sono coinvolti:
1) Filamenti: l’actina sarebbe la componente più importante, ci sono vari motivi: nelle cellule
animali l’emissione di pseudopodi è collegata alla polimerizzazione dell’actina, l’actina è coinvolta
nell’individuazione del sito di gemmazione, mediante il trasporto di materiali in associazione alla
miosina.
2) Microtubuli: I microtubuli sono coinvolti in quanto l’effetto di alcune molecole che vi
interagiscono bloccano la crescita fungina, questo perché bloccano il trasporto di vescicole dalle
zone retrostanti verso l’apice.
3) Calcio: La carenza di calcio impedisce l’accrescimento apicale, in quanto è un importante
messaggero secondario e la sua concentrazione cellulare è strettamente controllata; la superficie
del plasmalemma è ricca di canali di calcio attivati dallo stiramento della membrana, l’ingresso di
calcio rappresenta una perturbazione che coinvolge l’interazione con il citoscheletro.
La germinazione delle spore e l’orientamento della crescita dell’apice
Alcuni segnali ambientali inducono la germinazione delle spore fungine e quindi si forma l’ifa e il
relativo apice; sempre a causa di segnali ambientali, gli apici delle ife possono riorientare la loro
crescita, modificando la direzione di sviluppo.
Alcune spore germinano in qualunque punto della superficie, altre germinano solo in un punto
preciso, caratterizzato da parete sottile e detto Poro Germinativo, ad esempio le uredospore che
causano le “ruggini”, le spore flagellate dei chitridiomiceti, oomiceti e plasmodiofori, sono tutti
funghi patogeni e la spora si orienta sulla superficie dell’ospite in modo che l’ifa germinativa sia
rivolta verso l’ospite stesso.
La germinazione delle spore segue alcuni passi costanti:
- rigonfiamento mediante idratazione ed incorporazione di nuovo materiale di parete lungo tutta la
superficie della sporta
- un tubetto germinativo (cioè una giovane ifa) fuoriesce da un punto preciso e da questo momento
la deposizione di materiale di parete si concentra nella zona apicale.
Temperatura: In Aspergillus niger, la germinazione delle spore è controllata dalla temperatura.
Dopo un periodo di stress termico, inibente la germinazione, il ripristino di temperature permissive
è associato alla germinazione, immediatamente seguita dalla formazione di nuove spore: si parla
di sporulazione microciclica per descrivere questi rapidi cicli riproduttivi. È una modalità
osservata frequentemente per funghi che crescono in contesti poveri di nutrienti.
Si definisce tropismo una risposta di crescita direzionale in seguito ad uno stimolo esterno.
Un esempio tra i funghi è quello di Geotrichum candidum, in cui la germinazione si ha
normalmente ai poli della spora, ma non in prossimità o a contatto di altre spore. Questa situazione
può essere modificata dalla disponibilità di ossigeno.
Altro esempio Nel caso di Idriella bolleyi, un fungo mitosporico sfruttato come agente di
biocontrollo di patogeni a livello radicale, si osserva una chiara crescita in direzione delle radici
morte (e in allontanamento da quelle vive). In questo modo il fungo si nutre come saprotrofo del
materiale vegetale morto, evitando che questo possa essere sfruttato come primo nutrimento da
parte di patogeni.
Le spore di molti funghi mostrano risposte di orientamento anche in campi elettrici con forza
adeguata.
Il ciclo cellulare dei lieviti
Le ife fungine crescono continuamente per estensione apicale; le cellule dei lieviti, invece,
gemmano, producendo colonie di singole cellule; la gemma cresce in modo apicale, poi si rigonfia
per deposizione uniforme di materiali di parete. Si ha poi la divisione nucleare e il processo di
chitochinesi che porta alla formazione del setto di divisione costituito da chitina e rivestito da
betaglucani e mannani.
Il ciclo cellulare dei lieviti è stato studiato come modello del ciclo cellulare degli eucarioti e quindi
diviso in varie fasi: G1, S, G2 e M; ad ogni ciclo è formata una gemma.
Il lieviti possono formare gemme o dividersi per scissione binaria o schizogenesi.
Alcuni funghi ifali hanno un ciclo confrontabile con il ciclo cellulare dei lieviti; ad esempio il
Basidiobolus ranarum, è un fungo che si ritrova nello stomaco di alcuni anfibi in forma di cellule
singole, ma in coltura in vitro, cresce formando delle ife che presentano setti completi, senza pori.
L’ifa apicale si accresce e quando ha raggiunto una dimensione critica, il nucleo si divide e si forma
un setto; la cellula apicale neoformata ripete il ciclo, mentre la cellula immediatamente retrostante
produce una ramificazione laterale che a sua volta si accresce apicalmente con le modalità già
viste.
Dopo aver contato il numero di apici e la lunghezza delle ife è possibile calcolare un indice di
lunghezza ifale:
L’indice è costante e caratteristico in ciascuna specie ed è legato al volume delle ife; questi funghi
sono formati da un’unità ifale costituita da un apice e un preciso volume di ife. La crescita delle ife
si adatta alla presenza di nutrienti, dove sono abbondanti le ife sono crescono fitte, dove sono
poco concentrati le ife sono più rade.
Cinetiche di crescita fungina
La crescita è un aumento controllato del numero di cellule o della biomassa; tutte le componenti
sono incrementate in maniera regolare. Se consideriamo un sistema di coltura chiuso in vitro in cui
i nutrienti sono presenti in quantità note all’inizio e misuriamo il peso o il numero di cellule ad
intervalli regolari, i dati possono essere messi in un grafico e si può ottenere una curva che
descrive la crescita.
La curva è suddivisa in porzioni:
- Fase Latenza, lag (a): l’adattamento dei microrganismi alle nuove condizioni, con crescita lenta
- Fase di Crescita, Log (b): crescita rapida, durante la quale le cellule si dividono rapidamente,
raddoppiando il loro numero con frequenza elevata
- Fase di decelerazione c): quando i nutrienti cominciano a scarseggiare o si accumulano dei
metaboliti che inibiscono la crescita, la crescita comincia a ridursi
- Fase stazionaria: la crescita si arresta (d, fase stazionaria)
- Fase morte (e): la biomassa cala a causa dell’esaurimento dei nutrienti e all’accumulo di
composti tossici ed inibenti, il calo della biomassa è associato alla morte.
Nella fase esponenziale, a crescita rapida, si ha il massimo della produttività di biomassa; questa
fase può essere mantenuta rifornendo continuamente la coltura di nutrienti o trasferendo le colture
in terreni nuovi.
µ = Tasso di Crescita Specifico (caratteristico di ogni specie)
No / Nt = numero di cellule presenti (biomassa) al tempo iniziale to e dopo un intervallo di tempo t
g =Tempio di duplicazione (tempo di generazione
[ ]
log Nt No)
( −log
µ= ×2.303 Per calcolare Tasso Crescita Specifico
t−¿
log 2
e
g= µ
Esempio: concentrazione di 103 cellule al tempo zero e 105 cellule dopo un dato intervallo di
tempo
NB: le seguenti equazioni descrivono la crescita dei Lieviti
Alcuni funghi miceliari hanno crescita esponenziale, ma la mantengono con difficoltà perché
quando le ife crescono formano ammassi in cui i nutrienti e l’ossigeno non penetrano in modo
omogeneo; in questo caso si somministrano delle molecole le Paramorfogeni che causano una
crescita più dispersa delle ife.
Le colture batteriche sono usate in campo industriale perché alcuni metaboliti (es. antibiotici) sono
prodotti nella fase di decelerazione o stazionaria.
L’alternativa alle Batch Cultures è data dalle colture in continuo dove vengono continuamente
forniti nutrienti ed eliminate le sostanze di scarto; in questo caso è possibile monitorare il contenuto
di ossigeno, la temperatura ed il pH in modo da mantenere costanti le condizioni ottimali di
crescita.
Chemostat: terreno di coltura in continuo più usato.
Differenziamento e sviluppo (pdf 9)
Differenziamento (animale e vegetale): transizione dallo stato embrionale a quello definitivo,
determinazione del destino cellulare.
Differenziamento (funghi): cambiamento regolato di un organismo da uno stato ad un altro.
Dimorfismo micelio / lievito
I funghi crescono come Ife o come Lieviti a singola cellula; i lieviti sono abbondanti in habitat ricchi
di nutrienti, non sono capaci di degradare i polimeri complessi e non possiedono potere di
penetrazione, mentre i funghi ifali possono superare gli strati superficiali protettivi degli organismi
ospiti.
Alcuni funghi passano dalla forma a lievito a quella di micelio e viceversa:
C. Albicans è presente sottoforma di lievito nelle mucose umane, ma assume forma ifale per
colonizzare tessuti.
Alcuni entomopatogeni superano l’esoscheletro di chitina in forma ifale e poi colonizzano i fluidi
circolanti in forma di lieviti.
Alcuni patogeni del sistema vascolare delle piante, penetrano la superficie dell’ospite come ife e
poi proliferano nel sistema come lieviti.
Diversi patogeni dell’uomo crescono come saprotrofi in forma di micelio su resti di animali e piante
morti, ma diventano