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Il regresso del Medioevo
La storiografia del medioevo rappresenta decisamente un regresso. È fatta principalmente di cronache molto specifiche in cui si narrano le vicende di un regno, di un monastero, di una città, di una dinastia, quasi mai ponendosi il problema della veridicità delle fonti e quindi del racconto. Anche in cartografia si vede una regressione nella precisione e veridicità delle carte geografiche prodotte.
Il medioevo è un ponte fra due epoche. Non può essere analizzato in blocco. È anche difficile determinarlo storicamente con precisione, essendo un periodo di mille anni.
Il medioevo produce una grande quantità di documentazione pratica. Alle origini della memoria storica c'è la produzione di documentazioni pratiche di pagamenti, raccolti, tasse, legislazioni.
Non ci sono solo i documenti prodotti come racconti della storia e quindi nati proprio con l'obiettivo di ricordare il passato. Ci sono documenti fondamentali che non si immaginava sarebbero stati utilizzati come fonti storiche, come ad esempio le lettere private.
come disciplina scientifica. La documentazione medievale comprende testi di vario genere, come cronache, registri, contratti, lettere e trattati. Questi documenti sono fondamentali per comprendere la società, l'economia, la politica e la cultura dell'epoca. Tuttavia, è importante tenere presente che la documentazione medievale può essere soggetta a manipolazioni e alterazioni, proprio come quella di epoche precedenti. Pertanto, gli storici devono essere attenti e critici nell'analisi e nell'interpretazione di tali fonti.come disciplina fondata e accettabile e condivisibile.1440Anno importante: nel XV secolo.
Clima dell'umanesimo. Umanesimo ha un atteggiamento nei confronti della storia che comincia ad essere profondamente, se non radicalmente, diverso rispetto a quello di impronta cristiana che avea dominato incontrastato per praticamente tutto il medioevo.
A partire dal XIV secolo soprattutto in Italia si sviluppa un atteggiamento più consapevole e critico nei confronti del passato che parte dalla constatazione da parte della classe intellettuale che c'è stato un lungo intervallo tra l'antichità e i giorni loro, questo intervallo verrà poi definito l'età di mezzo. Il medioevo.
Inizio della riscoperta dei classici che sono sopravvissuti alla massiccia distruzione del sapere classico dell'alto medioevo.
Idea che c'era un passato glorioso della cultura classica in cui si erano raggiunti livelli di sapere e di evoluzione insuperabili. Nasce
idea che iniziando a copiarlo si possa superarlo.
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Siamo dei nani sulle spalle dei giganti = noi abbiamo una cultura più limitata e rudimentale di quella che possedevano i nostri antenati però vediamo più lontano perché siamo sulle loro spalle.
Inizio di progresso. Umanità non gira sempre intorno a se stessa, può fare passi avanti anche giganteschi.
Questo è un passo avanti ulteriore rispetto all'idea già rivoluzionaria di vedere un modello lontano come quello dell'antichità classica e pensare di poterlo ricreare.
Grande passo avanti dopo questa interruzione che era vista male, un passo indietro, secoli dal quale bisogna uscire fuori. Quello che più di tutti ha questa idea è Petrarca.
Petrarca è stato importantissimo, è molto più avanti di Dante che è stato riscoperto a partire dal '700. Dante era un uomo del medioevo mentre Petrarca è il grande
innovatore dal punto di vista del riallacciarsi all'antichità e del proporre l'antichità come modello e della constatazione che c'è questo distacco tra l'antichità e il mondo che si comincia a chiamare moderno. Anche consapevolezza di non prendere come oro colato le documentazioni prodotte nel medioevo ma anche nell'antichità. Anche dal punto di vista della storia dell'arte si nota che c'è stato un intervallo. In generale c'è l'idea che bisogna di dare dei documenti e controllare che siano accettabili.
LORENZO VALLA 1407 - 1457 Umanista, intellettuale italiano del XV secolo che si fa pienamente carico di questa esigenza di riallacciarsi al passato e di andare a ricercare soprattutto nell'antichità classica delle modalità di pensiero e di espressione che devono essere imitate. Perché dopo l'antichità si è caduto nel baratro e adesso bisogna rialzarsi.
Lingua latina. È anche uno di quelli che contribuiscono a definire e codificare le caratteristiche della In particolare del latino di Cicerone, quello appartenente alla cosiddetta età aurea della cultura classica.
La lingua latina era il veicolo culturale che attraversava e accompagnava tutta l'Europa colta. Si ha idea che il latino in quanto proveniente dall'età classica sia più elevato e più degno rispetto alle lingue correnti. Petrarca si considerava soprattutto un latinista. De falso credita et ementita Constantini.
Nel 1440 Lorenzo Valla scrive un'opera che si intitola donatione cioè Sulla donazione di Constantino falsamente attribuita e smentita.
La donazione di Costantino: documento che giustifica la donazione di tantissimi beni alla Chiesa romana. Documento con cui il papato giustifica le sue pretese di potere temporale e spirituale sull'umanità cattolica (ricordiamo che c'è già stato lo scisma e...
che gli ortodossi non riconoscevano il potere del papa). Circola sempre di più, non da subito, questo documento in cui si legge che Costantino, che aveva reso liberi i cristiani di praticare il loro credo, piano piano si impadronisce in un modo o nell'altro della religione Cristiana utilizzando la chiesa per i suoi scopi, facendosi capo della chiesa, convocando il concilio di Nicea perché si stabiliscano le verità di fede. Ha capito che la religione Cristiana e la chiesa sono potenti forze che possono tornare utili al suo potere. Viene detto in questo documento, tardivo rispetto a Costantino, che essendosi ammalato di peste ha chiesto l'Intercessione del papa Silvestro I il quale lo guarisce e in segno di riconoscimento Costantino dona al papa e ai suoi successori il dominio temporale praticamente su tutte le terre che in quel momento erano governate dall'imperatore stesso. È chiaro che una concessione del genere non puòAverla mai fatta, era inimmaginabile che Costantino si togliesse da solo il potere. Pare che questo documento risalga alla fine del X secolo e viene usato dai pontefici ogni volta che entrano in contatto o in conflitto con imperatori e sovrani. Il Papa vuole che tutti i poteri, nuovi e vecchi, siano subordinati a lui e alla chiesa di Roma e che gli riconoscano superiorità e ubbidienza perché lui è il sovrano spirituale e temporale di tutta l'umanità in virtù di questa concessione fatta dal più grande degli imperatori nonché dal primo imperatore cristiano a Papa Silvestro I e ai suoi successori. Ovviamente ci sono sempre stati dubbi sulla veridicità di questo documento. Anche Dante pensava che fosse alterato, artefatto, falso. Però fra il dire che probabilmente è falso e dimostrarlo c'è molta differenza. Bisogna fare un lavoro molto approfondito di natura filologica. Primo lavoro di filologia: studio dei testi.
interpretazione della lingua, dello stile e della storia dei testi. Noi sappiamo di tanti documenti che ci arrivano dal passato che non corrispondono alla forma originale nel quale sono stati scritti. L'insinuazione del dubbio è una grandissima novità. Questo studio va fatto su qualsiasi documento. È un lavoro fondamentale che lo storico deve fare per stabilire la veridicità di un documento. Chiedersi: lo ha scritto davvero questa persona? È stato scritto davvero in questa data? Stesse domande che si fa il filologo. Filologia e storiografia sono intimamente connesse. Attraverso la filologia si fa strada l'idea che bisogna storicizzare, contestualizzare. Uno dei primi, se non il primo, a porsi questi interrogativi e che passa dal dubbio, che da solo non basta, all'elaborazione di strumenti di una Metodologia per dissipare il dubbio è LORENZO VALLA. L'esame estrinseco e intrinseco. Non esiste una documentazione originale delladocumentazione di Costantino attribuibile senza ombra di dubbio al momento e all'autore a cui viene attribuita. Ci sono varie versioni nel corso del tempo. Si può quindi fare un'operazione di natura intrinseca cioè vedere se le parole che si usano, i fatti a cui si allude, l'universo mentale che viene proposto e da cui dipendono le cose che si dicono sono verosimili, sono credibili, sono databili esattamente al tempo a cui si dice che risalgono. Questo è ciò che dovrebbe fare chiunque noi confronti di ciò che gli viene propinato. Valla riscontra che nella donazione di Costantino normalmente usata ci sono degli svarioni storici inammissibili, spropositati. Si usano dei termini che non erano quelli in uso nel latino dell'età di Costantino. Perché se la donazione è stata fatta nel IV secolo d.C. il latino utilizzato nel documento deve essere quello in uso in quel periodo. Non ci possono essere riferimenti a luoghi, eventi.Fatti che sono avvenuti dopo. Il latino deve essere quello tipico di quell'epoca. Si arriva quindi alla conclusione che questo documento non risale a Costantino ma se non risale a lui e ai suoi tempi evidentemente non l'ha scritto lui o comunque non l'ha fatta scrivere lui ergo ciò che viene detto nel testo non ha validità giuridica. Non è quindi vero che il Papa è titolare ultimo della sovranità.
Questa presunzione quindi si basava su un documento forgiato in un epoca in cui lo stato pontificio c'era già. Da tanti elementi interni di natura soprattutto linguistica si conclude che è stato elaborato alla fine del X secolo, nell'età ottoniana. Valla spiega bene in base a quali motivi. La lingua ha un enorme importanza anche per capire il passato perché ne fa parte. Il metodo logico di ricostruzione dei testi scritti è storicistico. E come se a noi fornissero un documento
Risalente al 1970 in cui si parla di computer. Fino a metà '800 nel centro Italia.