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[A
nel ferro, in relazione a temperatura e struttura cristallina di
quest’ultimo]. )
(N
AZOTO 2
La sua presenza promuove l'invecchiamento (dopo defor-
mazione) dell'acciaio al carbonio: gli atomi di alcuni ele-
menti interstiziali, in particolare carbonio e azoto, in solu-
zione nel ferro, diffondono in modo preferenziale verso le
zone della matrice deformata nelle quali si sono prodotte
dislocazioni. Gli effetti di tale invecchiamento sono l'aumento di durezza, la diminuzione della tenacità, lo sposta-
mento verso temperature più elevate della transizione tra frattura tenace e frattura fragile, l'alterazione delle ca-
ratteristiche magnetiche ed elettriche, ecc. Per attenuare il fenomeno sono stati messi a punto acciai antinvec-
chianti a basso contenuto di azoto e sottoposti a calmatura con alluminio.
pitting
Negli acciai inossidabili esso aumenta la resistenza al corrosione alveolare), ovvero il fenomeno della com-
(
parsa sulla superficie di un materiale di piccoli danneggiamenti dalla morfologia caratteristica, per cause differenti
dovute a: un attacco corrosivo localizzato o a cavitazione. Oltre a questo, l’azoto ha il fattore positivo di incremen-
tare la resistenza meccanica e di stabilizzare l'austenite.
FRAGILITÀ DA RINVENIMENTO
Un infragilimento che si manifesta nell’intervallo 450-550°C in acciai da bonifica, soprattutto se contenenti Cr, Mn,
Ni e impurezze quali P, Sn, Sb, As (noto in passato anche come malattia di Krupp).
e durezza di un acciaio bonificato (con rinveni-
[Resilienza
mento a 600°C) e successivamente rinvenuto una seconda
volta alle temperature indicate solo per evidenziare l’intervallo
di infragilimento].
La sensibilità si manifesta per rinvenimenti eseguiti entro l’in-
tervallo critico (450-550°C) oppure quando, al raffreddamento
dopo rinvenimento a temperatura superiore, il metallo transita
lentamente all’interno dell’intervallo critico. L’infragilimento è
imputabile alla formazione di precipitati degli elementi nocivi
al bordo grano che porteranno ad una rottura marcatamente
intergranulare (solitamente i bordi grano sono più duri).
METALLURGIA – SECONDO PARZIALE 43 Gabriele Grezzana
L’infragilimento si genera nel caso in cui il manufatto abbia dimensioni notevoli ed il suo raffreddamento sufficien-
range di T alla quale si ha questo effetto.
temente lento: in questo modo è inevitabile il suo ingresso nel
25 b). DESIGNAZIONE DEGLI ACCIAI
Acciai classificati in base a diversi criteri: alla microstruttura, alla composizione chimica, all’impiego, alle caratteristi-
che (ad es. meccaniche), al tipo di prodotto, al tipo di processo, altro.
Esistono numerose normative per la classificazione (il più delle volte in base all’impiego), spesso traduzioni di
quella europea (inglese) nella lingua del paese corrente:
• Norme nazionali: UNI (Italia)
DIN (Germania)
BS (Regno Unito)
AFNOR (Francia)
• Norme Europee: EN/ISO
• Norme nazionali dei paesi non comunitari:
JIS (Giappone)
• Specifiche tecniche emanate da associazioni varie e prese come riferimento dal mercato:
SAE (Stati Uniti)
AISI (Stati Uniti)
Secondo UNI EN 10027 (2006) si hanno due possibilità di designazione: solo numerica oppure alfanumerica
NUMERICA del tipo: 1.XXYY (YY), di più difficile interpretazione diretta (criptica):
DESIGNAZIONE
1 Indica che si tratta di un acciaio
XX Indica il gruppo dell’acciaio (es 51 per acciaio con Mn-Cr)
YY(YY) Indica il gruppo sequenziale dell’acciaio
METALLURGIA – SECONDO PARZIALE 44 Gabriele Grezzana
ALFANUMERICA con sigle basate sulle proprietà di impiego o sulla composizione chimica
DESIGNAZIONE
Per entrambi i gruppi, quando si tratta di un acciaio per getti si antepone alla sigla la lettera G.
I codici alfanumerici contengono informazioni dirette sulle caratteristiche generali dell’acciaio; le sigle sono riferite
categoria di impiego (lettera) + caratteristica importante per l’impiego (carico di snervamento, di rottura, ecc.).
alla
Se non è riportato nulla di particolare viene sottointesa la produzione per deformazione plastica.
GRUPPO 1: acciai designati in base all’impiego e alle caratteristiche meccaniche/fisiche (di solito non legati); sono
di uso comune, non trattati termicamente, con prestazioni sufficienti per progettazioni senza specifiche necessità.
Lettera Numero Indicazioni opzionali
Legate all’im- Per indicare una caratteristica legata al par- Sul grado qualitativo ed altro fornite dalla norma
piego ticolare impiego mediante lettere
Per questi acciai non è rilevante la composizione chimica o la storia di produzione, l’unica necessità è la certifica-
zione della ditta produttrice che confermi una resistenza meccanica pari a quanto richiesto dal progettista.
Le indicazioni opzionali, come esplica il nome stesso, non sono obbligatorie ma forniscono proprietà degne di
essere riportate relativamente a quella lega.
Il numero caratteristico di impiego risulta invece essere fondamentale per la catalogazione tramite impiego.
Gli acciai non legati, appartenenti a questa categoria, sono quelli in cui non gli elementi di lega presenti non sono
stati aggiunti per modificare le proprietà meccaniche e/o chimiche (acciai legati), ma sono inevitabilmente conte-
nuti a basse concentrazioni nell’acciaio.
Essi derivano dal tipo di trattamento, dall’ambiente, dai rottami impiegati nella fusione e dai minerali di partenza.
S = acciai per impieghi strutturali seguito da un numero pari al carico unitario di snerva-
2
mento minimo prescritto, in N/mm ;
P = acciai per impieghi sotto pressione seguito da un numero pari al carico unitario di snerva-
2
mento minimo prescritto, in N/mm ;
L = acciai per tubi di conduzione seguito da un numero pari al carico unitario di snerva-
2
mento minimo prescritto, in N/mm ;
METALLURGIA – SECONDO PARZIALE 45 Gabriele Grezzana
E = acciai per costruzioni meccaniche seguito da un numero pari al carico unitario di snerva-
2
mento minimo prescritto, in N/mm ;
B = acciai per cemento armato seguito da un numero pari al carico unitario di snerva-
2
mento caratteristico, in N/mm ;
Y = acciai per cemento armato precompresso seguito da un numero pari al carico unitario di rottura
2
minimo prescritto, in N/mm
R = acciai per o sotto forma di rotaie seguito da un numero pari al carico unitario di rottura
2
minimo prescritto, in N/mm ;
H = prodotti piani laminati a freddo di acciaio ad alta seguito da un numero pari al carico unitario di snerva-
2
resistenza, per imbutitura a freddo mento minimo prescritto, in N/mm ;
D = prodotti piani per formatura a freddo
T = banda nera, stagnata e cromata (prodotti di ac-
ciaio per imballaggio)
M = acciai magnetici
GRUPPO 2: acciai designati in base alla composizione chimica (suddivisi in quattro sottogruppi).
La sigla non deve contenere tutti gli elementi di lega aggiunti al ferro, ma solamente quelli principali con le rela-
tive concentrazioni: in questo modo è possibile distinguere univocamente l’acciaio in meno caratteri possibili.
Nella terza sottocategoria (facilmente riconoscibile dalla X iniziale della sigla) non si usa il coefficiente moltiplica-
high speed .
tivo impiegato invece nella prima e nella seconda; nella quarta sottocategoria HS è l’acronimo di
2.1 Non legati (Mn<1%) C + tenore di carbonio x 100 (Es: C45)
2.2 Debolmente legati (Mn>1% Tenore di carbonio x 100 + simboli dei primi elementi in lega che caratteriz-
e/o altri elementi < 5%) zano l’acciaio + numeri indicanti i tenori medi moltiplicati per coefficienti di
comodo (*) (Es:36 CrNiMo4)
2.3 Legati (Mn e con te- X + tenore di carbonio x 100 + simboli degli elementi in lega che caratteriz-
≥1%
nore di almeno 1 elemento zano l’acciaio + tenori degli elementi non moltiplicati (Es: X5CrNi18-10)
> %5)
2.4 Rapidi HS + tenore di W + tenore di Mo + tenore di V + tenore di Co (Es HS 6525)
(*) Tabella dei coefficienti
Elemento Fattore
Cr-Ni-Mn-Si-W-Co 4 I tenori degli elementi di lega non sono espressi in semplici punti
Mo-Al-V-Be-Cu-Nb-Pb-Ta-Ti-Zr 10 percentuali, ma bensì tramite la loro % moltiplicata per il rispettivo
N-S-P-Ce 100 fattore di comodo dell’elemento. Questo principalmente per evitare
B 1000 di avere virgole nella sigla, che deve risultare più corta possibile, e
riportare numeri interi.
Gli acciai definiti “rapidi” sono una categoria particolare (da utensili) che potrebbe tranquillamente rientrare nel
primo gruppo: la loro composizione si distingue dagli altri per la presenza di elementi specifici
DIVISIONE IN BASE ALL’IMPIEGO
Classificazione generalmente adottata e seguita anche dalle norme per gli acciai, suddivisa in famiglie tramite l’im-
piego o la struttura:
• Acciai comuni da costruzione di uso generale (gruppo I)
• Acciai speciali da costruzione (gruppo II):
- da bonifica; - per molle; - da cementazione; - da nitrurazione.
METALLURGIA – SECONDO PARZIALE 46 Gabriele Grezzana
• Acciai inossidabili: duplex
- austenitici; - ferritici; - martensitici; - (bifasici).
• Acciai per utensili:
- per lavorazioni a caldo; - per lavorazioni a freddo; - rapidi e super rapidi (asportazione di truciolo).
26. ACCIAI DA COSTRUZIONE PER USO GENERALE
Acciai designati in base al primo gruppo, dai quali si ottengono prodotti semilavorati ottenuti per deformazione
plastica a caldo. Secondo le norme UNI EN 10027 e EN 10025:
- simbolo S: acciai per impieghi strutturali;
- simbolo E: acciai meccanici; 2
o R (prescritto per spessori 16 mm, in N/mm );
- carico unitario di snervamento minimo R h p
- J, K, L: resilienza rispettivamente di 27, 40, 60 joule;
- lettera o numero indicante la temperatura della prova di resilienza: R = temperatura +23 °C ± 5 °C; 0 = tempe-
ratura 0 °C, 2 = temperatura – 20 °C;
- G3 e G4 = stato di fornitura (a discrezione del produttore).
Per leggere le tabelle si tenga a mente che rispetto alle colonne si ha la designazione vera e propria mentre ri-
spetto la riga di una lega è riportata la composizione chimica: per questo aspetto le restrizioni sono molto blande
in quanto è indicato solamente il valore massimo del tenore degli elementi di lega.
METALLURGIA – SECONDO PARZIALE 47 Gabriele Grezzana
Questo perché per gli acciai del primo gruppo non è importante la composizione, ma solamente il rispetto di va-
lori minimi di carichi di snervamento e/o rottura (ricerca della lega più economica a parità di prestazioni).
Informazioni sulla qualità di base o disossidazione (calmato: quando l’ossigeno è stato riposso durante il processo
reagisce con il carbonio producendo effervescenza):
di affinazione; e