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Tra le lamelle però esistono sempre porzioni di catene disposte in
modo irregolare il polimero non può essere completamente
cristallino.
Le lamelle si possono aggregare in strutture più complesse
SFERULITI
Grado di cristallinità: il grado di cristallinità
ha significativa influenza sulle proprietà
meccaniche visto che riguarda l’estensione
dei legami intermolecolari (numerosità dei
legami secondari tra catene adiacenti).
Esso può variare da zero (completamente
amorfo), fino alla stato quasi
completamente cristallino (circa il 95%). Il
grado di cristallinità può variare in funzione
della: temperatura
- delle condizioni di raffreddamento
- della configurazione assunta
-
I polimeri cristallini sono di norma più forti e resistenti alla temperatura, ossia alla fusione e
al rammollimento.
Cristallizzazione: le ramificazioni interferiscono nel processo di cristallizzazione, per cui più
un materiale è ramificato, minore sarà il suo grado di cristallinità.
Densità: un polimero cristallino ha maggior densità dello stesso polimero in forma amorfa.,
dal momento che in una struttura cristallina le catene sono raggruppate in maniera più
compatta.
Classificazione 2 dei polimeri
Sulla base delle loro strutture, i polimeri vengono tradizionalmente divisi in:
Polimeri termoplastici: struttura formata da lunghe catene
- aggrovigliate ma senza reticolazioni.
tra le catene possono esistere legami deboli
le catene polimeriche sono, almeno in parte, aggrovigliate
Possono presentarsi In forma amorfa o parzialmente
cristallina (in alcune regioni le catene sono disposte in modo
ordinato - cristallino)
Polimeri termoindurenti: struttura formata da catene con un
- numero elevato di reticolazioni.
Caratteristiche macroscopiche: comportamento fragile,
o bassa duttilità, bassa resistenza a impatto, elevata
resistenza a trazione, elevata rigidezza e durezza
Elastomeri e gomme: struttura formata da catene aggrovigliate con poche
- reticolazioni.
Curva sforzo-deformazione
A: comportamento sforzo-deformazione polimero fragile; si rompe
pur essendo ancora in campo elastico
B: comportamento di un materiale plastico: all’inizio si ha
deformazione elastica, seguita dallo snervamento e da una
regione a comportamento plastico
C: deformazione completamente elastica, elasticità tipica degli
elastomeri.
Questo grafico è utile anche per evidenziare l’effetto della
temperatura su curve σ-ε, infatti:
A: T<<Tg
B: T < Tg
C: T > Tg
Per i polimeri a comportamento plastico si assume:
σ : sforzo di snervamento
s
σ :sorzo dirottura
R
Oltre alla temperatura, anche la velocità di deformazione può
avere effetti significativi sul comportamento meccanico. In generale, al diminuire della
velocità di deformazione, il materiale diventa più tenero e duttile (=aumento di
temperatura).
Deformazione macroscopica:
curva σ-ε di un materiale semicristallino/amorfo: nel punto di
snervamento si inizia a formare nella zona centrale del provino
una piccola strizione. In questa zona le catene polimeriche
assumono una direzione
di orientamento
preferenziale,
corrispondente alla
direzione dello sforzo. In
questo punto si sviluppa
una maggior resistenza
alla deformazione, la quale può continuare solo nelle
direzioni limitrofe del provino estensione della
strizione. Così procedendo si arriva alla rottura.
Temperature di interesse per termoplastici
(amorfi)
Nelle condizioni tipiche di applicazione
(Temperatura ambiente), il modulo elastico è
decisamente inferiore a quello dei materiali
metallici.
Sotto la zona a comportamento gommoso il
materiale è già considerato liquido.