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PARETE PERIMETRALE VERTICALE: REQUISITI ED ELEMENTI
Classificazione
La parete perimetrale verticale può essere classificata in base all’impiego strutturale, alla complessità morfologica,
alla funzione caratteristica, alla sua posizione rispetto alla struttura portante dell’edificio e alla morfologia degli
elementi.
Classificazione relativa all’impiego strutturale: questa classificazione differenzia le PPV che svolgono una
o funzione strutturale da quelle che si limitano a chiudere l’edificio. La parete portante è una soluzione
costruttiva che prevede lo svolgimento della funzione strutturale nei confronti della struttura di elevazione
orizzontale. La parete non portante è una soluzione costruttiva che non prevede lo svolgimento di alcuna
funzione strutturale.
Classificazione relativa alla complessità morfologica: classificazione in base al livello di integrazione con le
o PPV, cioè alla capacità di queste ultime di svolgere le loro funzioni caratteristiche attraverso un elemento
tecnico integrato. Si distinguono perciò le parete integrate, le pareti complesse e le pareti semplici. Le pareti
complesse sono quelle in cui l’elemento tecnico, prefabbricato, comprende tutti i componenti necessari allo
svolgimento delle loro funzioni. Possono essere servite (ovvero dotate di una struttura di supporto fissata a
quella dell’edificio) o autonome (cioè direttamente collegate alla struttura portante dell’edificio). Nel caso
delle pareti servite i pannelli di tamponamento sono compatibili con la struttura di supporto sulla qual
vengono montati. Nel caso delle pareti autonome i pannelli vengono uniti fra loro realizzando così la
chiusura dell’edificio. Nelle pareti integrate la differenza formale e funzionale fra pareti e infissi è debole.
Infatti , in seguito all’aumento del carico funzionale degli impianti tecnologici, i dispositivi di apertura degli
infissi vengono azionati raramente. Le pareti complesse sono quelle formate dall’unione di più elementi
tecnici che vengono generalmente uniti e realizzati in opera. La loro varietà è ampia e dipende dalla
stratificazione adottata. Le pareti semplici sono quelle in cui l’elemento tecnico è costituito da uno strato
principale realizzato con un solo materiale.
Classificazione funzionale: questa classificazione evidenzia la funzione caratteristica della parete. La sua
o progettazione partirà dal requisito caratteristico e ne verificherà la compatibilità con gli altri requisiti. – la
parete opaca è un elemento tecnico che impedisce il passaggio della luce e perciò dell’energia radiante,
dall’esterno all’interno. – la parete trasparente è un elemento tecnico che consente il passaggio della luce e
perciò dell’energia radiante, dall’esterno all’interno. – la parete doppia è una soluzione costruttiva
caratterizzata dalla camera d’aria che separa gli strati interni da quelli esterni. – la parete ventilata è una
soluzione caratterizzata dalla presenza di uno strato di ventilazione. – la parete isolata è una soluzione
costruttiva caratterizzata dalla presenza di strati specifici di isolamento termico e acustico.
Classificazione relazionale: differenzia le pareti verticali in base alla loro relazione con la struttura portante
o orizzontale e verticale dell’edificio. . la parete inserita è collocata all’interno del piano verticale determinato
dalla struttura portante orizzontale e verticale. – la parete seminserita presenta alcuni strati funzionali
esterni e altri interni al piano verticale determinato dalla struttura portante orizzontale e verticale. – la
parete a cortina si trova all’esterno del piano verticale determinato dalla struttura portante orizzontale e
verticale.
Classificazione relativa alla morfologia degli elementi: questa differenzia le PPV evidenziando la forma dei
o principali elementi che le compongono, cioè quegli elementi che caratterizzano la parete. – la PPV composta
da piccoli elementi definiti è realizzata assemblando piccoli elementi definiti (blocchi di laterizi). – la PPV
composta da pannelli autoportanti è realizzata assemblando pannelli prefabbricati di calcestruzzo o altri
materiali alti circa un piano. – la PPV gettata è realizzata attraverso il ceto in opera di calcestruzzo armato o
di terra cruda; può essere omogeneo o composto da strati differenziati. – la PPV a struttura ausiliaria è
realizzata montando una struttura nella quale si inseriscono i componenti di tamponamento costituiti da
pannelli multistrato leggeri e da lastre di vetro.
Requisiti connotanti
La lista dei requisiti relativi a ogni classe di esigenza è molto articolata. Benché ciascuno dei requisiti sia riferito alla
PPV considerata nel suo complesso, può esistere uno strato specifico incaricato di rispondere a uno o più requisiti. I
requisiti sono individuati in base alle rispettive classi di esigenza elencate:
• Sicurezza . Nel soddisfacimento di questa classe di esigenze rientrano i requisiti attivati da agenti che
mettono in causa la stabilità della parete perimetrale: resistenza meccanica ai carichi statici, resistenza
meccanica ai carichi sospesi, resistenza ai carichi dinamici, resistenza ali urti, comportamento in caso di
incendio, resistenza alle deformazioni, resistenza alle intrusioni, sicurezza alle esplosioni, sicurezza al
contatto.
• Benessere. Concorrono al soddisfacimento di questa classe di esigenze i requisiti relativi al benessere
igrotermico, acustico e alla non emissione di sostanze nocive. Le PPV devono permette lo svolgimento
dell’attività interna nelle specifiche condizioni igrotermiche e di benessere acustico richieste. I requisiti
riportati in seguito sono riferiti in generale agli edifici di abitazione: permeabilità all’aria, tenuta all’acqua,
isolamento termico e controllo delle condensazioni superficiali, controllo dell’inerzia termica, controllo delle
condensazioni interstiziali, isolamento acustico, non rumorosità, assorbimento acustico, non emissione di
sostanze nocive.
• Aspetto. La traduzione di questo tipo di esigenze è strettamente legata alla concezione architettonica, alla
scelta dei materiali e al tipo di finitura superficiale della parete: regolarità di aspetto.
• Fruibilità. Rientrano in questa classe i requisiti legati all’organizzazione degli spazi interni ed esterni
dell’edificio: attrezzabilità.
• Gestione. Sono comprese in questa classe le esigenze di risparmio dell’energia di climatizzazione e di
economia delle spese di gestione che si presentano nel corso della durata della vita e di esercizio della
parete: contenimento dei consumi energetici, durabilità e manutenzione.
Analisi degli strati funzionali
L’analisi funzionale della parete permette una corrispondente scomposizione di elementi o strati che in fase di
progettazione saranno organizzati e strutturati in modo da costituire la parete perimetrale verticale in base ai
requisiti che la connotano. Gli strati sono entità funzionali distinte; si possono trovare sette famiglie funzionali in cui
è possibile far rientrare i diversi elementi componenti la parete:
• Strati di tenuta: barriera al vapore, tenuta all’acqua, tenuta all’aria;
• Strati di isolamento: isolamenti termico; isolamento acustico;
• Strati di ventilazione: ventilazione, diffusione del vapore;
• Strati di rivestimento: rivestimento esterno, rivestimento interno;
• Strati resistenti: elemento resistente portato, elemento resistente portante, irrigidimento;
• Strati di collegamento: regolamento, regolarizzazione;
• Strato di protezione al fuoco.
TETTI AD ENERGIA
Il tetto di un edificio costituisce una superficie disperdente di cospicua entità e come tale può essere responsabile di
“fughe” di calore anche notevoli. Un buon isolamento ed una corretta concezione del tetto possono nel corso degli
ani risparmi ben superiori alle spese iniziali. La copertura di un edificio, quale elemento di separazione tra lo spazio
esterno e lo spazio interno, assolve inoltre, le importantissime di respingere gli influssi climatici indesiderati, di
attutire gli apporti di calore durante la stagione estiva e di impedire le fughe di calore durante l’inverno.
Il controllo dei flussi termici assume diversi aspetti:
• Un aspetto fisiologico: garantire il benessere e la salute degli utenti, garantendo un livello sufficiente di
comfort termoigrometrico;
• Un aspetto economico: ridurre i consumi energetici dell’impianto di riscaldamento e di condizionamento
attraverso una drastica riduzione delle fughe di calore;
• Un aspetto conservativo: impedire la formazione di condensa e limitare le sollecitazioni termiche che
possono causare danni alle costruzioni.
PROTEZIONE DALL’ UMIDITà DEL SUOLO
L’umidità è il peggiore degli inconvenienti che possono determinare fatiscenza e deterioramento nelle costruzioni.
Essa si può manifestare in varie maniere, fra queste la più pericolosa è quella della risalita del terreno.
L’acqua del terreno
I terreni su cui poggiano le costruzioni sono di varia origine geologica. Sono , per la maggior parte, costituite da rocce
di natura eterogenea fra le quali, le più comuni appartengono al gruppo delle sedimentarie. Fra queste, le argille
sono impermeabili, mentre le ghiaie, le sabbie e tutti i sedimenti formati da frammenti litici sono di solito
permeabili. In questi ultimi si depositano e scorrono le acque di penetrazione che formano le falde freatiche. Queste
falde acquifere possono trovarsi a varie profondità. Nei periodi piovosi si può arrivare ad avere la saturazione della
capienza degli strati permeabili e l’acqua, che talvolta si trova costretta fra strati impermeabili, venga a determinare
una pressione idrostatica nel terreno circostante la falda. Sotto questa spinta, e per fenomeni di capillarità essa si
propaga e, risalente nel terreno, può arrivare a contatto con le membrature murarie che vi affondano.
Conseguenze dell’umidità nelle strutture murarie
L’acqua assorbita dal suolo penetra lentamente nella massa muraria o nella membratura che si trova a contatto col
terreno umido. Se il flusso di penetrazione non viene interrotto, a lungo andare, per la presenza continua dell’acqua
si determinano nelle murature altri fenomeni di natura chimica che incrementano la penetrazione dovuta
all’assorbimento capillare. Questa trasformazione incrementa così la degradazione delle malte e dei calcestruzzi.
Successivamente a questo fenomeno si possono avere sulle superfici esposte all’aria anche sviluppi di
microorganismi vegetali, quali muffe che completano il decorso del processo distruttivo. Ne consegue che,