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Materiali e progettazione di elementi costruttivi - Le coperture Pag. 1
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orizzontali a livello degli appoggi. Se poi i materiali impiegati sono il legno o l’acciaio, e il sistema viene risolto con

elementi portanti intervallati, che sorreggono le falde, questi elementi strutturali formati di aste, sono detti

incavallature o capriate. Le capriate hanno forma triangolare per costituire, con i lati inclinati, gli elementi di

appoggio alle coperture a tetto. Abbiamo visto che le aste lavorano a solo sforzo assiale. Per tale ragione sono

interamente compresse o interamente tese: nel primo caso sono indicate come puntoni, nel secondo come tiranti o

catene. Le aste che limitano il sistema superiormente e inferiormente sono dette briglie, le altre montanti e

diagonali.

Capriate in legno

Esse variano dal tipo più semplice formato da tre aste poste a triangolo a quelle più complesse come la palladiane

doppie dove si hanno posizioni delle aste. I principali elementi che le costituiscono sono i puntoni, le catene e i

monaci. Questi tre elementi sono sempre presenti e sono uniti tra di loro con incastri particolari del legname e con

staffoni di rinforzo.

Capriate in acciaio

Le capriate in acciaio costituiscono la massima possibilità di copertura per luci anche notevoli. Le varie aste sono

unite tra di loro con chiodatura a caldo, bullonatura o saldatura. In molti casi data la limitata dimensione dei profili,

si distanzia il punto di collegamento tramite l’ausilio di lastre di lamiera dette fazzoletti. Sotto l’aspetto

dell’economicità, la saldatura è il collegamento più economico. Oggi peraltro, l’unione tramite bullonatura con

bulloni ad alta resistenza è uno dei metodi più usati, perché la saldatura rovinerebbe la protezione mediante

zincatura contro l’ossidazione.

Le capriate in cemento armato

Sono di modesto uso perché più pesanti di quelle in acciaio. Presentano solo il vantaggio di non necessitare di

manutenzione. Per questa tipologia le ipotesi strutturali di vincolo a cerniera sono meno attendibili che per gli altri.

Le coperture piane

Uno dei problemi che sorge in tale tipologia è connesso con la deformabilità per dilatazione della struttura. Il manto

di protezione dovrà garantire quella elasticità di comportamento che impedisca che si aprano lesioni nel mano di

copertura. In generale una copertura piana dovrà comunque essere prevista con una camera o intercapedine d’aria

sotto la copertura vera e propria e il soffitto dell’ultimo piano abitabile. Inoltre è sempre opportuno che un ulteriore

strato di materiale coibente sia posto al di sopra della struttura coprente per formare il piano di calpestio che dovrà

avere una pendenza verso i canali di raccolta dello 0.5-2% e che dovrà essere impermeabilizzato con vari

accorgimenti come la posa in opera di strati di fogli di feltri bitumati sovrapposti e collocati fra loro con mastice

bitumoso a caldo o con strati di materiale gommoplastico sempre collato con bitume a caldo o sigillato a fiamma. In

tutti i casi, la preoccupazione maggiore sarà quella di evitare che la degradazione del materiale nel tempo porti alla

crettatura o sollevamento del manto con possibile rottura e all’inevitabile passaggio delle acque all’interno. È

opportuno quindi, per questa ragione, proteggere ulteriormente il manto impermeabilizzante con una

pavimentazione sovrastante che può anche essere leggermente sollevata senza un contatto diretto con lo strato

impermeabile. Uno dei problemi che però si presentano con questa tipologia è quello di garantire la tenuta del

raccordo fra i canali impermeabilizzanti sui margini, ai quali sono convogliate le acque e i pluviali di scarico che le

scaricano verso il basso. Per questi raccordi occorre provvedere con apposite ciabatte metalliche o di plastica che

inserite prima dello strato impermeabile ne vengono poi rivestite e ricoperte in modo da non costituire soluzione di

continuità nella impermeabilizzazione.

Grandi coperture

per alcuni tipi di struttura nascono nuove problematiche relative sia ai materiali che alle tecniche costruttive.

Strutture reticolari spaziali

Tali tipi di strutture permettono di realizzare coperture di vaste dimensioni come per esempio teatri . Caratteristiche

essenziali di queste strutture sono la leggerezza e la possibilità di applicare i moderni criteri della prefabbricazione e

della unificazione. Nella realizzazione uno dei problemi tecnologici più importanti è la concezione e la realizzazione

dei nodi, dalla cui rigidezza dipende la rigidezza globale del complesso, e dalla cui seplicità dipende la praticità del

montaggio dell’intera opera.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
3 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/12 Tecnologia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Elektra1893 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Materiali e progettazione di elementi costitutivi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Bari o del prof Calvano Riccardo.