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STRATEGIE DI INTERNAZIONALIZZAZIONE:
una volta che si è stabilito di entrare nel mercato globale, l’impresa deve identificare una strategia
d’ingresso per entrare con successo nel mercato obbiettivo. Un’azienda ha la possibilità di elaborare
quattro tipi di strategie:
- Esportazioni
- Licesing
- Jjoint venture
- Investimenti diretti.
ESPORTAZIONI:
questa strategie consente di apportare minime o zero modifiche a prodotti, o all’organizzazione, o agli
obbiettivi aziendali, anche se l’azienda decide di destinare parte dei suoi prodotti ad un mercato estero.
Esistono due tipi di esportazioni, le esportazioni indirette che consentono all’azienda di esportare, con
l’aiuto di intermediari. Comportano minori rischi e minori sforzi dal punto di vista economico. Tuttavia
possono essere anche meno vantaggiose. La strategia di esportazione indiretta è adatta alle aziende
che non hanno conoscenze sufficienti del mercato obbiettivo, o che non hanno i contatti giusti per
entrarci. Quindi i nostri prodotti vengono affidati a un intermediario, che può essere un distributore, che
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con le sue conoscenze e risorse che ha sul nostrio mercato obbiettivo, metterà in commercio i nostri
prodotti.
Tuttavia per le aziende che ne hanno le possibilità esiste anche l’opzione delle esportazioni dirette.
Questa strategia è adatta alle aziende che hanno già raggiunto un volume di vendita in un mercato
estero consistente e quindi sentono la possibilità di costruire una propria rete commerciale in quel
mercato, o paese. Quindi un’azienda che vuole esportare prima è meglio che inizi in maniera indiretta, e
poi se va bene, costruire una modalità diretta di vendita. La vendita diretta di prodotti all’estero
comporta maggiori sforzi commerciali e maggiori rischi, tuttavia comporta anche maggiori profitti.
LICENSING:
il licensing è la concessione del proprio marchio aziendale, o di un brevetto proprio, o di un segreto
industriale, o qualsiasi altro elemento comperto DA PROPRIETà INTELLETTUALE, che viene ceduto
ad un'altra azienda dietro un PAGAMENTO. Di solito il pagamento avviene in ROYALTY. Il licenziante
ovvero chi concede il suo elemento coperto da proprietà industriale,ha dei vantaggi in quanto le royalty,
generamente portano milioni di dolllari, tuttavia può avere danni d’imagine, derivati dal fatto che non è
piu l’unico ad avere una determinata tecologia, e di conseguenza danni economici o erosione dei
profitti. Inoltre il rischio piu grosso proviene dal licenziatario ovvero quell’azienda chee ha acquisto il mio
elemento di proprietà intellettuale. Infatti si supponga che il licenziatario, può riuscire a trovare un modo
di migliorare la tencolgoai o il brevetto che gli ho concesso, e cosi non mi deve piu pagare le royalty, e
creerà un vantaggio competitivo, facendo diminuire vertiginosamente i miei profitti. Per evitare questo
l’impresa licenziante, ovvero quella che concede il brevetto, si deve sottoporre ad uno stato di
innovazione continua, cosi da non poter far prendere vantaggio competitiivo al licenzatario. Se io
concedo il marchio ad un licenziatario, quest’ultimo va sottoposto a un controllo della qualità. infatti se io
sono un brand di lusso, non potrò presentare sul mercato prodotti di qualità scarsa, appunto prodotti dal
mio licenziatario.
Per concludere sul licensing, possiamo dire che esitono due tipi di licensing. Licensing di produzione e
licensing di assemblaggio. Nel primo caso si affida tutto il processo di produzione all’azoienda
licenziataria ovvero un’azienda esterna. Tuttavia dobbiamo dargli standard di qualità uguali a quelli a cui
sono abituati i nostri cosnsumatori che consumano il nostro marchio. Il secondo caso invece affida
all’azienda licenziataria solo l’assemblaggio dei nostri prodotti. Per entrare in altri mercati oltre al
licensing possiamo usare anche il franchising, che è molto utilizzato per sfondare in mercati
internazionali. Per le caratteristiche del franchising si rimanda al capitolo 16.
JOINT VENTURE:
quando un’azienda straniera, e un’azienda che opera solo sul mercato nazionale, investono per far
partire una nuova attività sul territorio nazionale, costituiscono una joint venture. Ovvero le due aziende
sono proprietarie dell’attività, quindi ne detengono il controllo, e i profitti che si genereranno da
quest’attività. I vantaggi di una joint venture sono essenzialmente due:
- Se un’azienda non ha molte competenze o risorse i un determinato settore, collegato a quello in
cui opera, farà una joint venture con un’azienda che opera proprio in quel settore. Ad esempio
se io sono un azienda americana e voglio investire in italia nel settore del lusso, mi converrà fare
una joint venture con un’azienda italiana operante in tale settore, così da sfruttare le risorse
finanziare della multinazionale americana, e le competenze dell’azienda italiana operante nel
settore del lusso.
- Il secondo vantaggio delle joint venture, può essere che l’azienda che opera su mercati
internazionali, secondo il nostro esempio l’azienda americana, può investire in italia partendo
obbligatoriamente da una joint venture. Questo per consentire al mercato interno di lavorare, 57
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grazie anche ad investimenti esteri. Successivamente l’azienda americana potrà distaccarsi e
debuttare direttamente sul mercato italiano, ma prima, deve per forza fare una joint venture.
Tuttavia in Italia, questo non è possibile per via della scarsa attrattività del mercato italiano per le
multinazionali. Ma in Cina questo è obbligatorio.
Lo svantaggio principale che può avvenire dalla creazione di una joint venture, è che le due aziende che
si fondono potrebbero avere delle visioni o una cultura d’impresa molto divergenti, e questo potrebbe
portare non poche difficoltà. Per cui è buona cosa conoscere bene il partner con cui si andrà a fondare
una joint venture.
INVESTIMENTI DIRETTI:
gli investimenti diretti, sono investimenti che permettono a grandi aziende, come Fiat, Pirelli, Barilla, e
altre di investire su mercati stranieri per costruire una propria filiale all’estero. In questo modo si creano
stabilimenti di produzione, rete distributiva, rete commerciale, e altri apparati che sono di proprietà
dell’azienda, e non vanno di mezzo intermediari. L’investimento diretto solitamente si fa dopo aver fatto
o la joint venture, o esportazioni(quindi produrre negli stabilimenti italiani e distribuire all’estero), o
facendo attività di licensing produttiva (outsourcing). Ad esempio McDonald’s ha acquisito i punti vendita
e tutta la catena distributiva di Burgy, ovvero il suo diretto concorrente in Italia. L’investimento diretto,
permette di risparmiare sui costi di mediazione, e ci consente di conoscere molto meglio il mercato nel
cui ci affacciamo. Questi sono tutti vantaggi che vanno a compensare il grande investimento necessario
per sfondare su tali mercati.
COSTRUIRE UN PROGRAMMA DI MARKETING GLOBALE:
dopo aver deciso come sfondare su quel mercato, dobbiamo costruire una campagna marketing
adeguata. Per ragioni di coerenza ed economicità (economie di scala), le aziende cercano di unificare il
piu possibile i piani di merketing dei diversi paesi in cui opera. Tuttavia, è quasi sempre impossibile
standardizzare al 100% un programma di merketing, per via dei valori e piu in generale dell’ambiente in
cui ogni programma di marketing sarà immerso. Infatti ogni paese ha delle sue peculiarità, e noi
dobbiamo sfruttarle.
STRATEGIE DI PRODOTTO E DI PROMOZIONE:
per affacciarci su un nuovo mercato internazionale, dobbiamo sfruttare due delle leve di marketing: il
prodotto e la promozione o comunicazione. Come vediamo nella figura 8.6 di pagina 202, dobbiamo
decidere se adattare la comunicazone ad ogni paese in cui opereremo oppure lasciare invariati i
messaggi promozionali.
Focalizzandoci sul prodotto, l’impresa ha a disposizione tre opzioni quando decide di entrare nel
mercato globale, ovvero:
- Estensione del prodotto, lo lascia identico a quello che viene commercializzato nel paese dove
ha la sede l’azienda: quindi la vendita dello stesso prodotto in altri paesei è una strategia di
estensione del prodotto. una strategia del genere va bene per coca cola, gillette, levi’s, sony,
barilla o nokia. L’estensione del prodotto funziona quando i gusti e i bisogni dei consumatori
sono molto simili nei vari paesi di commercializzazione del prodotto.
- Può adattarlo alle normative, o ai gusti dei consumatori che ci sono in quel paese: l’adattamento
del prodotto, è la miglior soluzione quando i consumatori hanno esigenze sia uguali, ma anche
diverse rispetto ai consumatori che ci sono nel paese di origine del prodotto. una strategia di
questo tipo è consigliabile per i grandi stilisti italiani, che pur mantenendo il loro posizionamento
e i loro valori di marca, modificano alcuni dettagli dei propri capi, per rispondere meglio ai gusti
dei consumatori facenti parte del mercato in cui andranno ad operare. Ad esempio per i vestiti da
sera, Armani, in Russia andrà a fare delle scollature molto pronunciate, mentre se lo stesso 58
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vestito lo devono vendere nei paesi arabi, allungheranno la lughezza del vestito e diminuiranno
la scollatura.
- Può rifarlo ex novo: questa strategia può funzionare se l’azienda rileva che i gusti e le esigene di
un mercato sono diverse dalle esigenze dei consumatori che sono già presenti nei mercati in cui
opera attualmente l’azienda. In pratica se io devo debuttare su un nuovo mercat ma rilevo che il
mio prodotto, non soddisfa le esigenze e i gusti dei consumatori di quel mercato dovrò
reinventarmelo. Ad esempio Whirpool, ha commercializzato una piccola lavatrice per i paesi che
sono in via di sviluppo. Questa lavatrice è stata proposta in vari colori, perché in questi paesi, la
maggior parte delle famiglie hanno redditi che non superano i 2000E l’anno e quindi non hanno
una cas con una stanza apposta per fare il bucato. Costruendola in vari colori, le famiglie quindi
possono piazzare la lavatrice in vari angoli della casa, come in camera o in cucina. Questa
lavatrice che negli altri mercati avrebbe fatto un flop, in mercati come Brasile, Cina, e India ha
venduto tantissimo addirittura oltre le previsioni.
Ora passiamo ad analizzare l’altra leva del marketing mix, ovvero la comunicazione o Promotion. Si
deve sapere che l’ideale per un’azienda è il mantenere invariata la comunicazione in tutti i paesi in cui
commercializza la sua merce. in questo modo si ottimizzano i costi, sfruttando elevate economie di
scala, e si rende coerente la comuni