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MICROECONOMIA NELLO SPECIFICO
La microeconomia si basa su alcuni concetti i cui principali sono: i CONSUMATORI e i PRODUTTORI.
Questi due elementi costituiscono i MERCATI, ossia l’insieme di produttori e consumatori di un servizio o di
un bene (MERCE).
I mercati si possono identificare da un punto di vista geografico o temporale infatti in un mercato rionale si
può delimitare da una zona, il rione, e per farne parte bisogna essere presenti fisicamente; ciò non vale per
un mercato globale come la Borsa di New York il quale non necessita della presenza fisica o temporale.
La prima variabile che influenza i mercati è il PREZZO (numero di unità di conto di un bene) e può essere
NOMINALE, se considerato in modo assoluto, o REALE, se considerato rispetto ai prezzi di tutti gli altri beni.
Nella CURVA DI DOMANDA c’è il prezzo sull’asse delle ordinate e la quantità su quello delle ascisse. La
curva di domanda è una relazione matematica che ci indica la quantità di un bene che i consumatori sono
disposti a comprare per un dato prezzo. La lettura di tale curva può essere per INTERPRETAZIONE
ORIZZONTALE (parto dal costo e vedo la quantità) o VERTICALE (parto dalla quantità e vedo il prezzo).
Ciò che accomuna tutte le curve di domanda è la pendenza negativa (LEGGE DELLA DOMANDA: la
quantità domandata aumenta quando il prezzo diminuisce).
Nella CURVA DI OFFERTA c’è sempre il prezzo P sull’asse delle ordinate e la quantità Q sull’asse delle
ascisse. Ciò che accomuna le curve di offerta è invece la pendenza positiva. All’aumentare del prezzo di un
bene la quantità che i consumatori sono disposti a vendere di quel bene aumenta. Ciò accade perché più
aumentano le entrate più i produttori possono avventurarsi in condizioni di produzione svantaggiose.
Attraverso queste due curve in uno stesso grafico è possibile determinare la QUANTITA E IL PREZZO DI
EQUILIBRIO ossia quella combinazione prezzo-quantità in corrispondenza della quale sono soddisfatti sia i
consumatori sia i produttori. Ogni altra coppia di valori porterebbe svantaggio ad uno dei due gruppi. Se la
coppia di valori si trova sopra l’equilibrio si avrà un ECCESSO DI OFFERTA e quando viceversa si ha un
ECCESSO DI DOMANDA.
Ogni volta che la situazione non è all’equilibrio le pressioni al rialzo o al ribasso conducono all’equilibrio. Se
non chiaro come ciò accada, guardo pagina 36 del libro F.
Eventuali cambiamenti nel mercato portano ad una situazione diversa. Se la variabile che cambia è
ENDOGENA (es. prezzo) lo spostamento si avrà sulla curva, si parla quindi di variazione della quantità
domandata o offerta, mentre se la variabile che varia è ESOGENA si sposta tutta la curva, si parla quindi di
variazione della domanda o offerta.
Ciò che cambia la CURVA DI DOMANDA sono:
- REDDITO = quando diminuisce il reddito cala anche il potere di acquisto per una quantità di bene
quindi la curva si sposta verso sinistra e viceversa quando il reddito aumenta. Ciò vale tuttavia solo
per i BENI NORMALI. Infatti per i BENI MINORI (es Hamburger) quando il reddito diminuisce
aumenta il consumo di questi beni e quindi la curva si sposta verso destra.
- GUSTI = se un certo bene guadagna preferenza aumenterà anche la sua richiesta (curva verso
destra).
- BENI SOSTITUTIVI E COMPLEMENTARI = se il prezzo di un bene aumenta diminuisce il consumo
di quel determinato bene; allo stesso tempo aumenta il consumo di un bene detto SOSTITUTIVO.
Se poi aumenta il costo di un bene, strettamente legato al consumo di un altro bene detto
COMPLEMENTARE, allora anche il consumo di quest’ultimo bene diminuisce.
- ASPETTATIVE = se si prevede un aumento di reddito o un rincaro di prezzi il consumo di beni
aumenta per una futura maggiore disponibilità economica o per un futuro risparmio.
- FATTORI DEMOGRAFICI = Più grande è un mercato maggiore è la domanda di un certo bene.
Ciò che cambia la CURVA DI OFFERTA sono:
- TECNOLOGIA = se migliora la tecnologia allora si abbasseranno i prezzi per la produzione e quindi
la curva di offerta si sposta verso destra in quanto ad uno stesso prezzo si può offrire una maggiore
quantità di merce.
- PREZZO DEI FATTORI = se aumenta il prezzo dei fattori aumentano anche i costi di produzione
quindi la curva si sposta verso sinistra.
- CONCORRENZA O N° PRODUTTORI = maggiore è il numero di imprese che producono uno
stesso bene maggiore sarà la quantità offerta ad un certo prezzo.
- ASPETTATIVE = vedi sopra
- METEO = riguarda soprattutto i beni agricoli.
I CONSUMATORI
Per costruire la CURVA DI DOMANDA DI MERCATO si procede per somma orizzontale: si sommano le
quantità volute dai vari consumatori per un certo prezzo. Si continua così per tutti i prezzi fino a costruire la
curva. La curva di domanda di mercato è la somma orizzontale delle curve di domanda individuali.
Algebricamente si può scrivere: P = a – (b/n) Q
ELASTICITA DELLA DOMANDA RISPETTO AL PREZZO
E’ la variazione percentuale della quantità domandata rispetto a una variazione di prezzo dell’1%.
Algebricamente la formula per calcolare l’elasticità è:
ε = (ΔQ / Q) / (ΔP / P) o ε = (ΔQ / ΔP) x (P / Q) = (P / Q) x (1 /
pendenza)
Nella prima formula il numeratore è la variazione percentuale della quantità mentre il denominatore è la
variazione percentuale del prezzo. La seconda formula invece è utile solamente quando la curva di domanda
è lineare, infatti il secondo rapporto è la pendenza della curva mentre il primo rapporto è il reciproco della
pendenza della curva di domanda. L’elasticità in un punto è quindi il rapporto tra prezzo-quantità in quel
punto x il reciproco della pendenza.
Pertanto si possono notare alcune proprietà come:
- L’elasticità al prezzo è diversa in ogni punto della curva di domanda in quanto il reciproco è sempre
lo stesso ma cambia il valore del rapporto della coppia prezzo – quantità.
- L’elasticità è sempre negativa come si può osservare nella seconda formula sottolineata. Possiamo
infatti notare che mentre il primo rapporto è sempre positivo, il secondo, poiché c’è la pendenza (che
è sempre negativa), sarà negativo; pertanto l’elasticità sarà sempre negativa.
- L’elasticità è relazionata con la pendenza per proporzionalità inversa: maggiore è la pendenza,
minore è l’elasticità pertanto maggiore è l’inclinazione meno influirà sulla domanda una
variazione di prezzo.
Ci sono poi anche curve di domanda particolari (solo teoriche) come quella orizzontale (PERFETTAMENTE
ELASTICA), in cui una variazione di prezzo può portare a nessun consumatore o infiniti, e quella verticale
(PERFETTAMENTE INELASTICA o RIGIDA), in cui una variazione di prezzo non comporta nessuna
variazione di domanda.
L’elasticità è utile per notare quali vantaggi o svantaggi porterà una variazione del prezzo partendo dal
presupposto che nel punto in cui l’elasticità vale 1 (in valore assoluto) abbiamo la situazione di maggior
profitto. Se invece l’elasticità è maggiore di 1, in valore assoluto, una diminuzione del prezzo ci porterà nuovi
guadagni e viceversa quando l’elasticità è minore di 1 in valore assoluto.
Le determinanti dell’elasticità, ossia i fattori che influiscono sull’elasticità, sono:
- PRESENZA DI BENI SOSTITUTI = il valore assoluto di elasticità aumenterà con la disponibilità di
beni sostitutivi.
- SPESA TOTALE = in generale minore è la quota di spesa totale assorbita da un bene, minore è
l’elasticità della domanda. Quindi per i beni di tutti i giorni (sale, frutta, ecc) un rincaro di prezzi non
fa variare la richiesta.
- EFFETTO REDDITO = i beni normali tendono ad avere un elasticità più elevata rispetto quelli
inferiori.
- TEMPO = nel breve periodo possono non esserci sostituti mentre nel lungo periodo si.
Va anche ricordato che la curva di domanda di mercato è creata dai vari individui è quindi dai singolari
redditi. Per questo motivo quando i redditi degli individui differiscono in maniera evidente, non ha senso
mantenere il reddito costante e sommare orizzontalmente. E’ utile quindi calcolare l’ELASTICITÀ DELLA
DOMANDA RISPETTO AL REDDITO, il quale indica la variazione percentuale della quantità domandata di
un bene rispetto a una variazione dell’1 % del reddito. In formula:
η = (ΔQ / Q) / (ΔY / Y) dove Y = reddito
In base al valore di η possiamo capire se il bene trattato è un bene di prima necessità (0 < η < 1), un bene di
lusso (η > 1) o un bene inferiore (η < 0). Per disegnare la curva di domanda rispetto al reddito si ricorre alla
curva di Engel che pone sull’asse delle ordinate il reddito.
Inoltre attraverso uno studio incrociato dei vari beni, grazie all’ELASTICITA INCROCIATA DELLA
DOMANDA RISPETTO AL PREZZO si può calcolare la variazione percentuale della quantità domandata di
un bene dopo una variazione dell’1 % del prezzo di un altro bene. In formula:
ε = (ΔQ / Q ) / (ΔP / P ) dove X e Z sono due beni diversi
xz x x z z
ε ε
A seconda che < 0 si hanno beni complementari mentre se > 0 si hanno bene sostituti. Se è uguale a
xz xz
zero si dirà invece che i beni sono indipendenti.
Vi sono poi CURVE DI DOMANDA A ELASTICITA COSTANTE, ossia delle curve per cui l’elasticità al
prezzo rimane costante o addirittura aumentare. In formula:
1/ε
P = k / Q dove k e ε sono numeri positivi
In questo tipo di curve, con ε > 1 le diminuzioni di prezzo porteranno ad un aumento della spesa totale e
viceversa quando ε < 1. La curva P = k / Q viene definita curva di domanda a spesa costante in quanto il
prodotto PQ = k vale sempre. In una curva di domanda a elasticità costante, lineare, un altro modo per
calcolare ε è ε = CE / AC (vedi p.140)
IL SURPLUS DEL CONSUMATORE
È una misura monetaria del beneficio che un consumatore riceve da una transazione. Il surplus è utile nella
valutazione di programmi pubblici.
Per misurare il surplus si utilizzano le curve di domanda. Esse ci indicano la cifra massima che un
consumatore è disposto a spendere per ottenere un’unità aggiuntiva di quel bene. (Per esempi vedo p.151)
Esistono anche alcune tecniche dei produttori in modo da assorbire pa