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TASSI DI CAMBIO FISSI O FLESSIBILI?
• Tassi di cambio fissi:
- riduzione della volatilità del cambio;
- riduzione dell’incertezza che favorisce il commercio internazionale e gli investimenti
finanziari;
- rischio di attacchi speculativi volti a costringere la BC a svalutare il cambio.
• Tassi di cambio flessibili:
- La banca centrale mantiene la sua autonomia
- Ci sarà incertezza riguardo il livello del tasso di cambio
- indipendenza della politica monetaria.
Paesi dell’area dell’euro: regime di cambi fissi tra i membri dell’area euro (politica monetaria
unica), regime di cambi flessibili con paesi non dell’area dell’euro (politica monetaria
indipendente), libera circolazione dei capitali. ATTACCO SPECULATIVO
L’attacco speculativo rappresenta la maggior debolezza in un mercato di
cambi fissi, è un’azione condotta da precisi agenti volta a determinare per
loro un profitto dalla svalutazione a cui costringono la banca centrale.
Partiamo dalla situazione in cui il mercato è in equilibrio con tasso di cambio
e , ovvero il tasso obiettivo.
0
L’attacco speculativo è volto a determinare un deprezzamento del tasso di
cambio in modo da costringere la banca a fissare un tasso di cambio
minore rispetto a quello precedente. L’attacco inizia con una persistente
svendita di attività finanziarie e quindi porta la curva di domanda di valuta nazionale a contrarsi in modo
persistente.
L’impatto, a offerta di valuta costante, a fronte della contrazione della domanda, è un deprezzamento del tasso
di cambio, a cambi fissi, la banca tenderà ad accomodare questo deprezzamento contraendo l’offerta e quindi
mantenendo in equilibrio il tasso di cambio al valor obiettivo. La banca centrale può resistere per un certo
periodo all’attacco speculativo sin tanto che è in grado di accomodare la contrazione della domanda con una
pari contrazione dell’offerta e cioè fino a quando è in grado di convertire valuta nazionale in valuta estera e
quindi dispone di riserve di valuta estera.
Gli speculatori mirano a protrarre questa attività di vendita fino al punto che la banca non disporrà più di riserve
e quindi la banca è costretta a svalutare il tasso di cambio e quindi gli speculatori oltre a guadagnare profitti
dalla vendita di attività finanziarie hanno raggiunto il loro obiettivo.
ATTACCO SPECULATIVO
Si verifica una fuga di capitali dal paese la cui valuta è sotto attacco.
Gli speculatori acquistano con i proventi attività finanziarie/valuta estera nell’attesa di poterle
rivendere ad un prezzo più alto in termini di valuta interna (cioè il tasso di cambio) a seguito
dell’avvenuta svalutazione.
La domanda di valuta estera aumenta (la domanda di valuta nazionale diminuisce) e la banca
centrale, al fine di preservare il cambio, deve accomodare tali variazioni vendendo le proprie
riserve in valuta o alzando i tassi di interesse o in ultima istanza svalutando il tasso di cambio.
Gli speculatori traggono un guadagno quasi certo da tale attività:
1. se il cambio non viene svalutato, gli speculatori si ritroveranno con un portafoglio dello stesso valore in
valuta nazionale (al netto dei costi di transazione).
2. se il cambio viene svalutato (es 20%), gli speculatori riacquistando attività finanziare/valuta nazionale dopo
la svalutazione ottengono un guadagno in conto capitale (20% al netto dei costi di transazione).
Lezione 19
FLUTTUAZIONI CICLICHE E IL MODELLO MF (modello IS/LM di economia aperta)
• Il modello MF permette di studiare gli effetti di breve periodo di:
- Politiche economiche:
® Politica fiscale
® Politica monetaria
® Politica commerciale
- shock di domanda aggregata
• in regime di cambi fissi e flessibili
• per il caso di piccola e grande economia aperta
POLITICA FISCALE ESPANSIVA (cambi flessibili): aumento della
spesa pubblica
Partendo da un equilibrio IS-LM E , dato dall’intersezione delle
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curve IS e LM , con l’attuazione della politica fiscale espansiva la
0 0
curva si sposta verso l’alto a destra in IS . Si evidenzia un nuovo
1
equilibrio E caratterizzato dallo stesso livello della produzione Y
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e un livello più alto del tasso di cambio in e , ovvero si manifesta
1
un apprezzamento reale.
La politica fiscale espansiva non ha avuto alcun impatto, in equilibrio, sul livello del reddito,
quindi possiamo concludere che è inefficace!
Sappiamo che, nel caso di economia chiusa, se aumentasse la spesa pubblica dovrebbe aumentare
la spesa programmata, la spesa effettiva e quindi produzione e reddito, ma nel caso di piccola
economia aperta non accade. Questo è dovuto all’apprezzamento del tasso di cambio reale che
porta le esportazioni nette a diminuire in misura tale da neutralizzare l’impulso iniziale della
politica fiscale, ovvero l’aumento della spesa pubblica, e quindi non abbiamo nessuna variazione
del livello della produzione.
Esaminiamo gli effetti:
Siamo in E , aumenta la spesa pubblica e si sposta la curva, se manteniamo il tasso di cambio
0
invariato ci spostiamo nel punto A, osserviamo un aumento del livello della produzione in Y ,
1
questo perché è stata attuata una politica fiscale espansiva e quindi è aumentata la spesa
programmata, effettiva e quindi produzione e reddito in modo più che proporzionale perché è
aumentata anche la spesa per consumi privati. (moltiplicatore keynesiano)
Ma il tasso di cambio reale non rimarrà costante perché all’aumentare del reddito aumenta la
domanda di moneta per transazioni e quindi, a offerta di saldi monetari costanti, si osserva una
tendenza al rialzo del tasso d’interesse reale.
Nel caso di piccola economia aperta, con perfetta mobilità di capitali, il tasso d’interesse viene
determinato esogeneamente, ovvero dai mercati finanziari mondiali, quindi a fronte dell’aumento
della domanda di moneta si crea un disallineamento con il tasso d’interesse nazionale rispetto a
quello mondiale. Non appena si presenta questa tendenza al disallineamento, in virtù dell’ipotesi
di perfetta mobilità di capitali, avremo una reazione immediata nei mercati finanziari.
Quando il tasso d’interesse nazionale eccede il tasso d’interesse mondiale le attività finanziarie
denominate in valuta nazionale diventeranno più convenienti e quindi aumenterà la domanda di
titoli in valuta nazionale e quindi aumenterà il prezzo e al contempo una riduzione del loro
rendimento. Di conseguenza aumenterà anche la domanda di valuta nazionale che porta a un
apprezzamento del tasso di cambio reale.
L’aumento del tasso di cambio avrà un effetto negativo sulle esportazioni nette che cominceranno
a diminuire, e di conseguenza diminuiranno anche la spesa programmata, effettiva e quindi
produzione e reddito fino a arrivare al nuovo equilibrio E in corrispondenza del livello della
1
produzione Y , ovvero il livello iniziale.
0
Notiamo che l’aumento della spesa pubblica comporta uno spiazzamento completo che riguarda
le esportazioni nette.
Abbiamo solo effetti di composizione: aumento della quota della spesa pubblica sul PIL e una
riduzione di pari quota delle esportazioni nette sul PIL.
POLITICA MONETARIA ESPANSIVA (cambi flessibili): aumento della
dell’offerta di moneta
Partiamo sempre dalla situazione inziale con equilibrio E , dato
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dall’intersezione della curva IS e LM , ipotizziamo che la banca
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aumenta l’offerta di moneta, politica monetaria espansiva, che
comporta uno spostamento verso destra della curva in LM .
1
Il nuovo equilibrio sarà dato da E caratterizzato da un livello della
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produzione più alto Y e un livello più basso del tasso di cambio in e , ovvero un deprezzamento.
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Nel caso di economia chiusa un aumento dell’offerta di saldi monetari reali determinava una
riduzione del tasso d’interesse reale che faceva aumentare la spesa per investimenti e quindi la
spesa programmata, produzione e reddito.
Nel caso di economia aperta, la politica monetaria espansiva determina un deprezzamento reale
del tasso di cambio che stimola le esportazioni nette e quindi spesa programmata, effettiva,
reddito.
Nel mercato della moneta appena viene applicata la politica monetaria espansiva aumenterà
l’offerta di saldi monetari, a domanda costante, e quindi il tasso d’interesse prevalente tenderà a
diminuire. Appena si manifesta il disallineamento, in virtù della perfetta mobilità dei capitali,
osserveremo un deflusso di capitali che tenderà a compensare il disequilibrio. Avremo una
tendenza del tasso d’interesse nazionale a diminuire rispetto a quello mondiale e quindi le
attività finanziare in valuta nazionale tenderanno a diventare meno conveniente e quindi una
tendenza degli investitori a disinvestire per acquisire attività finanziare estere. Diminuisce la
domanda di valuta nazionale che porta un deprezzamento del tasso di cambio che persiste fin
tanto che persiste la tendenza del tasso d’interesse nazionale a diminuire sotto il livello
determinato da quello mondiale. La riduzione del tasso di cambio reale avrà un effetto espansivo
sul livello della produzione in virtù del suo livello espansivo sulla spesa programmata.
Una politica monetaria espansiva esercita degli effetti non neutrali sul livello di equilibrio della
produzione nel breve periodo e quindi è efficace.
POLITICA PROTEZIONISTICA (quote importazione; cambi flessibili)
La politica protezionistica riguarda gli scambi internazionali. Stiamo
ipotizzando che il saldo commerciale (= esportazioni – importazioni)
non sia ritenuto soddisfacente e quindi il governo vuole attuare una
politica economica che migliori questo saldo.
Partiamo dall’equilibrio E , dato dall’intersezione delle curve IS e LM .
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Per migliorare il saldo commerciale bisogna applicare una politica
protezionistica che riduce le importazioni di alcuni beni e quindi
inizialmente si otterrà l’obiettivo che si sta perseguendo.
Osserviamo che il saldo commerciale inizialmente migliore, quindi la nostra curva IS si sposta in
alto a destra in IS , perché sono aumentate le esportazioni nette e di conseguenza la produzione.
1
A tasso di cambio costante questo intervento si traduce in un aumento del livello di equilibrio di
produzione e reddito più che proporzionale evidenziato dal punto A.
Ma il tasso non rimane costante, subirà un apprezzamento. Notiamo che il nuovo equilibrio E è
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caratterizzato dal un livello della produzione costante pari a Y e un livello più alto del tasso di
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cambio e .
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