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1.5 IL FLUSSO CIRCOLARE CON SETTORE PUBBLICO
Essendoci anche il settore pubblico, oltre alle imprese, anch’esso si trova tra gli
operatori in deficit. Esso e un operatore che:
riscuote imposte dalle famiglie, eroga trasferimenti alle famiglie, effettua la
spesa pubblica (produce servizi non destinabili alla vendita, quali
l’istruzione, l’assistenza sanitaria, la viabilita, la difesa, l’ordine pubblico...).
Per imposte (TA) si intende il prelievo, sul reddito delle famiglie da parte del settore
pubblico, ed e la somma di imposte dirette, imposte indirette e contributi sociali. I
trasferimenti (TR) sono erogazioni del settore pubblico alle famiglie, sotto forma di
pensioni, sussidi di disoccupazione, interessi sui titoli di debito pubblico. Il valore
dei consumi pubblici (C ) e dato dalla somma del reddito complessivo dei dipendenti
G
pubblici (Q ) e del valore dei beni intermedi (BI ). Il settore pubblico compie anche
G G
investimenti in opere pubbliche, detti investimenti pubblici (I ). La somma dei
G
consumi ed investimenti pubblici rappresenta la spesa pubblica G = C + I , che si
G G
configura come l’insieme degli impieghi finali originati dal settore pubblico. In
generale, si avra che:
Q=C+I+G
Il saldo di bilancio (BS) del settore pubblico e la differenza fra risparmio del settore
pubblico (S = TA - TR differenza fra le imposte nette), gli investimenti pubblici (I ) e
g g
il consumo pubblico(C ). Avremo quindi:
g
BS = TA – TR - C - I = TA -(TR + C + I ) = TA - (TR + G) Definiamo il reddito
g g g g
disponibile delle famiglie come segue:
Y = Q – TA + TR
d
dove TA e il prelievo tributario e TR i trasferimenti. Sostituendo:
Q – TA + TR = C + S’ dove S’ = y C = Q – TA + TR – C
–
d
Definiamo S = Q - C possiamo scrivere: S = S’ + TA - TR (1) S’ = I + G + TR - TA
(2) ovvero
S=I+G (3)
allora
lOMoARcPSD|2968689
La (1) afferma che il reddito disponibile viene o consumato o risparmiato; la (2)
afferma che il risparmio delle famiglie dopo aver pagato le imposte(S’) e uguale agli
investimenti(I) e al deficit pubblico(G + TR - TA); la (3) afferma che il risparmio al
lordo delle imposte (S), e uguale alla somma degli investimenti (I) e della spesa
pubblica (G).
1.6 IL FLUSSO CIRCOLARE IN ECONOMIA APERTA
Introduciamo ora il Resto del Mondo, definito come un operatore che acquista beni
prodotti dal sistema economico nazionale (esportazioni) e vende beni al sistema
economico nazionale (importazioni). Le esportazioni sono un flusso di beni in uscita
dall’Italia e in entrata nel Resto del Mondo. Il corrispettivo monetario, tuttavia, e un
flusso in entrata per l’Italia e in uscita per il Resto del Mondo. Simmetricamente le
importazioni sono un flusso di beni in entrata per l’Italia e in uscita per il Resto del
Mondo ma il corrispettivo monetario e un flusso in uscita per l’Italia e in entrata per
il Resto del Mondo.
ovvero:
Q = C + I + G + X – Z (4) C + I+ G + X =Q +Z
lOMoARcPSD|2968689
Le esportazioni sono domanda di beni rivolta alle imprese nazionali del Resto del
Mondo (indicheremo con X le esportazioni in termini reali). Le importazioni sono
domanda proveniente dalle famiglie e dalle imprese nazionali e rivolta alle imprese
del Resto del Mondo (la indicheremo con Z)
La differenza fra esportazioni e importazioni, X - Z e detta domanda estera netta o
bilancia commerciale. Quindi:
Quest’ultima espressione e l’identita di base della contabilita nazionale detta conto
economico delle risorse e degli impieghi.
In questo flusso vale sempre la seguente espressione: S’ = I + (G + TR - TA) + (X -
Z) in cui sostituisco la (4) ottenendo:
S= I + G+ X- Z
(X-Z) e il surplus di bilancia commerciale del paese considerato che equivale ad un
deficit di bilancia commerciale del Resto del Mondo. Il risparmio delle famiglie
infatti viene trasferito dal sistema finanziario non solo alle imprese per finanziare gli
investimenti e al settore pubblico per finanziare il deficit pubblico ma anche al Resto
del mondo per finanziare l’eccesso delle uscite del Resto del Mondo rispetto alle
entrate del Resto del Mondo.
Il sistema finanziario quindi mette in contatto operatori in surplus(famiglie),con
operatori in deficit(imprese, settore pubblico, Resto del Mondo).
Gli investimenti di un Paese possono essere finanziati con il risparmio privato S’,con
il risparmio pubblico BS, oppure con il risparmio del Resto del Mondo –NX:
I = S’ + TA – TR – G + Z – X = S’ + BS –NX
1.7 FLUSSI E STOCK IN MACROECONOMIA
Per flusso si intende una variabile misurata come un certo ammontare per unita di
tempo e per periodo, ovvero su un certo arco temporale (un anno, un mese...). La
consistenza (stock) e invece una variabile misurata in un determinato istante. Il
capitale e quindi considerato uno stock, mentre gli investimenti sono un flusso.
2 IL MODELLO KEINESIANO: il modello reddito-spesa
2.1 LE IPOTESI DI FONDO
Supponiamo di avere un’economia:
2.2
chiusa e senza settore pubblico; composta da famiglie che risparmiano e da imprese
che investono; le famiglie offrono dunque lavoro alle imprese e le imprese
domandano lavoro nella misura necessaria a produrre l’output programmato che a
sua volta dipende dalla domanda di beni. Il nesso fra output programmato e lavoro
richiesto e questa: Q = Q(L). il livello dei prezzi, l’offerta di lavoro, il salario
nominale sono fissi per ipotesi.
LA DOMANDA AGGREGATA E L’EQUILIBRIO SUL MERCATO DEI BENI
lOMoARcPSD|2968689
In un’economia chiusa e senza settore pubblico: Domanda aggregata: Q = C + I
d
Vediamo ogni singola componente della domanda aggregata. C = C + cQ con C > 0,
0 < c < 1
Il consumo C dipende dal reddito “Q”,”C” e una variabile esogena (anche se il mio
reddito e zero consumo comunque qualcosa per sopravvivere) e “c” e la propensione
marginale al consumo che ci dice quanto cresce il consumo quando il reddito cresce
di una unita. Possiamo definire il parametro s = 1 – c, che e la propensione
marginale al risparmio, cioe la quota di reddito incrementale destinata al risparmio.
Gli investimenti I sono esogeni, I = I. Sostituendo consumi e investimenti nella
domanda aggregata otteniamo:
Q = C + cQ + I = A + cQ con A (spesa autonoma) = C + I
d
La domanda aggregata e funzione lineare crescente del reddito prodotto. A e la
spesa o domanda autonoma (non dipendente dal reddito), che e esogena.
Graficamente e l’intercetta della retta che rappresenta l’equazione della domanda
aggregata; il coefficiente angolare invece, e la propensione marginale al consumo.
Grafico pag. 34
Si ha equilibrio sul mercato dei beni quando il reddito prodotto e uguale al domanda
aggregata: Q = Q
d .
Quindi:
Q = A + cQ A = C +I C + I + cQ – Q = 0 Q (c -1) + C + I = 0 Q = (C + I)/ 1 - c
lOMoARcPSD|2968689
Q*=1A= 1A=αA 1- c s
Questa equazione mi dice che il reddito di equilibrio macroeconomico, Q*, e il α (e
prodotto fra spesa autonoma A e il moltiplicatore del reddito 1/s, che chiamiamo
sempre positivo).
Poiche 0<s<1, il moltiplicatore e un numero superiore a 1 ma finito; cio significa
che il reddito di equilibrio e un multiplo della domanda autonoma.
L’occupazione corrispondente al reddito di equilibrio per il mercato dei beni sara:
L* = Q*
Q
Generalmente si suppone che L* L, ossia si ipotizza che vi sia eccesso di offerta
sul mercato del lavoro, di modo che si genera disoccupazione involontaria. Cio
significa che il reddito di equilibrio del mercato dei beni e inferiore al reddito di
pieno impiego: Q* Q = Q (L)
2.1 IL MECCANISMO DI AGGIUSTAMENTO
Per verificare se l’equilibrio sul mercato dei beni e stabile o instabile: Si dice
stabile se, nel caso in cui il sistema economico si trovi in una posizione
di disequilibrio, si mettono in moto delle forze o un meccanismo di aggiustamento,
che tendono a riportare il sistema in equilibrio.
lOMoARcPSD|2968689 Si dice instabile se, partendo da una situazione di disequilibrio, il sistema tende
ad allontanarsi sempre di piu dall’equilibrio.
Occorre interrogarsi, quindi, sul meccanismo d’aggiustamento fuori dall’equilibrio.
Ad esempio: se si verifica un eccesso di domanda , ossia Q > Q, si verifica un
d
decumulo involontario di scorte (quindi si produce meno di quanto potremmo
produrre) e le aziende incrementano la produzione; simmetricamente, se si verifica
un eccesso di offerta, ossia se Q < Q, si verifica un accumulo involontario di
d
scorte(si produce di piu di quanto dovremmo) e le imprese producono quindi di
meno.
Grafico pag. 36
Supponiamo che Q < Q*. Al livello iniziale del reddito si manifesta un eccesso della
0
domanda sull’offerta di beni.
Q = C + cQ + I = A + cQ > Q
0d 0 0 0
L’eccesso di domanda altro non e che una discrepanza tra il reddito iniziale prodotto
e i piani di spesa della collettivita, generati da quel reddito. La discrepanza si
manifesta sotto forma di un decumulo involontario di scorte di prodotti finiti. Gli
imprenditori allora adegueranno le loro previsioni, accrescendole, e produrranno Q 1
= Q 0d
Tuttavia anche in Q c’e eccesso di domanda, infatti Q > Q . Tuttavia l’eccesso di
1 1d 1
domanda si e ridotto: Q - Q < Q Q Man mano che il reddito prodotto aumenta,
–
1d 1 0d 0
l’eccesso di domanda dei beni si riduce perche la domanda aggregata cresce meno
che proporzionalmente rispetto al reddito. Il processo si fermera in corrispondenza
dell’equilibrio del mercato dei beni.
Se supponiamo invece che Q > Q*, al livello iniziale del reddito si manifesta un
’
0
eccesso di offerta sul mercato dei beni. Con un ragionamento simmetrico a quello di
prima, questo disequilibrio porta ad una diminuzione del reddito che si arresta solo
in corrispondenza dell’equilibrio (verificandosi un accumulo involontario di risorse).
Se Q = Q*, non abbiamo disequilibri e si parla di equilibrio stabile. La stabilita
dipende quindi dall’ipotesi 0 < c < 1. All’aumentare del reddito, l’eccesso di
domanda si riduce.
Il meccanismo di aggiustamento comunque si mette in moto ogni volta che la
domanda di beni e diversa dall’offerta.
2.2 LA POLITICA DI BILANCIO NEL MODELLO REDDITO-SPESA
Consideriamo adesso, oltre alle famiglie e alle imprese, anche il settore pubblico tra
gli agenti del sistema economico, ricordante che preleva le imposte (TA), effettua
spesa pubblica (G) e trasferimenti (TR).
In primis, ridefiniamo la domanda aggregata: Q = C + I + G
d
Poi la funzione di consumo: C = C + cY = C + c(Q + TR - TA)
d
Secondo tale formula, il consumo e un