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Esperienza estetica e scoperta di luoghi abbandonati
Guardare quindi le immagini di un edificio in condizioni tragiche coincide, a tutti gli effetti, con un’esperienza estetica. Concretamente, la prima esplorazione in un luogo abbandonato, induce ad una passione portando l’individuo a cercare di scoprire altri luoghi dimenticati: tali posti della ricerca, sono nascosti, vanno rintracciati, e il piacere aggiuntivo è nel loro ritrovamento, perché se fossero svelati e divulgati verrebbe meno il fascino esotico e l’emozione della scoperta.
Tanto curioso quanto assurdo è il fatto che vi si riesca sempre a trovare il modo di entrare, e nonostante si tratti di aree deserte, la prima cosa che si comprende è che non si è quasi mai i stati i primi ad esserci addentrati.
2. Paesi fantasma e Archeologia Industriale
Oltre al singolo edificio abbandonato, vi sono interi borghi e città fantasma in tutto il mondo: in Italia ammontano a quasi 6000 i piccoli borghi disabitati. ’70 del secolo Il termine
Paese fantasma, in inglese ghost town, ebbe origine negli anni scorsi quando il giornalista svedese Jan-Olof Bengtsson durante una visita alla città abbandonata di Varosha/Famagosta, a Cipro, lo utilizzò per la città abbandonata in seguito all'invasione turca nel 1974, e diventata il fantasma di sé stessa.
Alcuni stati, come ad esempio la Spagna, hanno bandito concorsi e appalti per riconvertire intere aree in disuso, mentre negli U.S.A. le cosiddette ghost town sono diventate un fenomeno turistico, e se ne contano numerosissime, tra le 10.000 e 15.000.
Ogni centro disabitato racconta la sua storia, e al suo interno si cela il motivo del suo abbandono: cause ambientali e catastrofi naturali, epidemie, ragioni economiche, quali l'industrializzazione in Italia nel secondo Dopoguerra che trasferì i contadini dalle campagne alle città, conflitti bellici, espropriazioni di terreni, fattori antropici, come accadde a Pripyat dopo il disastro nucleare.
Di Chernobyl. Ad interessarsi in particolare dell'abbandono delle fabbriche è l'Archeologia Industriale, una disciplina nata intorno agli anni '50 in Inghilterra. Considerata oggi una scienza a tutti gli effetti con lo stesso approccio metodologico, studia i reperti e le testimonianze dell'epoca della rivoluzione industriale, nei suoi dettagli: edifici, macchinari, tecnologie, disegni d'archivio, progetti, conseguenze sociali. Nonostante la vicinanza nel tempo e l'apparente stabilità delle strutture trattate, la storia industriale è fondata su materiale destinato ad un uso temporaneo e considerato presto obsoleto, precocemente riciclato e smaltito. Una parte di tutto ciò va invece considerata come bene culturale, e secondo la concezione dell'archeologia, va conservata e valorizzata perché parte della storia dell'umanità.