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Fonetica
- Scarsa sensibilità alla distinzione tra timbro aperto e chiuso di 'e' ed 'o'. Le 7 vocali sono facilmente riconosciute ad esempio da un toscano che le percepisce come parole diverse, in settentrione diventa molto difficile da fare.
- Difficoltà alla realizzazione di consonanti forti, soggette a semplificazione ['gato], ['fano], [ka'valo] -> la consonante intervocalica è pronunciata in maniera meno intensa rispetto ad alcune altre regioni. Questo minor tasso di intensità genera dei fenomeni conseguenti: 'a te' o 'a Milano' in toscana ad esempio viene pronunciata 'a-tte' o 'a Mmilano' per applicanola regola della consonante intervocalica forte.
- Pronuncia sistematicamente sonora della -s- intervocalica: ['kaza], ['koza'] -> in italiano standard dovrebbe essere sorda e quindi pronunciata con la s morbida.
Morfosintassi
- Passato prossimo vs passato remoto:
si preferisce il passato prossimo al passato remoto;
Impiego dell'articolo determinativo davanti a nomi propri (es: la Francesca) anche se non di tutto il territorio settentrionale;
Formazione della frase negativa con mica (es: mica ti ho sentito, mica sono sordo...);
Frequente ricorso a verbo sintagmatico: verbo più preposizione (es: quelli visti nella varietà torinese).
2. Toscana:
Fonetica:
- La gorgia: indebolimento delle consonanti occlusive soprattutto in posizione intervocalica, sono 6 le consonanti occlusive. Questo fenomeno, quando porta all'estremo (es: Pisa) porta alla completa caduta della consonante: ca-a per 'casa';
- Mantenimento delle aperture e chiusure vocaliche (vedi prima);
- Realizzazione fricativa delle affricate palatali;
- Monottongamento;
- Anaptissi sillabica dopo consonate finale: barre (per bar), busse (per bus).
Morfosintassi:
- Passato vs passato remoto: le distinguono correttamente.
MANCA UNA PARTE
Centrale e romana: adeguatamente dopo il sacco di Roma; per molti anni è stata la varietà più rappresentata in televisione e al cinema, quindi è la varietà che siamo più abituati ad ascoltare
Fonetica:
- Affricamento di [s] preceduto da I e n
- Rafforzamento di [b] intervocaliche
- [s] intervocalica sempre sorda
- Rotacizzazione di [I] davanti a consonante: dato il nesso consonantico 'l' seguito da un'altra consonante, allora 'l' diventa una 'r'
- Scempiamento di r intensa: ossia la 'r' non viene pronunciata come una doppia, ma quasi sempre come una vocale singola, da 'guerra' a 'guera'
Elementi morfologici e morfosintattici:
- Stare per essere: "dove sta la bottiglia?"
- Stare + a + infinito: "lo stanno a menà" [valore di simultaneità, in corso di svolgimento]
- 'che' enfatico interrogativo: "Che,...
cambo; il centro di utilizzo principalmente la Puglia (ma non il Salento)- Sonorizzazione di [ts] dopo [I]: da alzare a aldzare sempre principalmente in Puglia- Vocale atona indistinta finale: non pane ma pan’; non fine ma fin’; la vocale non cade ma si indebolisce notevolmente; questo fenomeno si trova anche in qualche zona del meridione estremo
Elementi morfologici e morfosintattici:
- Accusativo preposizionale: “ho visto a Davide”; si marca il complemento oggetto quando questo è animato (es persona), se il complemento oggetto non è animato (es libro) allora non lo metto. È tipico del parlante popolare, quello poco istruito. L’uso della vocale ‘a’ possiede delle ragioni storiche ben precise: dal passaggio dal latino al volgare da SOV si è passati a SVO, e la perdita delle desinenze finali non si era più in grado(spesso) di distinguere il soggetto da oggetto, allora per marcare il complemento oggetto ed evitare le
Dopo la 2° Guerra Mondiale (1956) Hugo Ruegg per fare la propria tesi ddottorato si recò in Italia per fare una ricerca chiedendo alle persone di diverseregioni come chiamassero una determinata cosa (242 referenti spesso inerentealla famiglia, casa, corpo ecc…) -> scoprì che l’unica cosa (dei 242 referenti)che venne chiamata ugualmente da tutti: è il caffè espresso
Tanti anni dopo Ruegg, sempre in Germania, è stato fatto il progetto Aliquot.
Le parole geosinonime (=regionalismi): parole di uso regionale che nelle varieparti del territorio italiano, designando uno stesso oggetto; tanti modi di dire(significanti) per un unico significato (o referente). Però rispetto ai sinonimi, iregionalismi hanno una diffusione areale limitata.
27/11/19
Criteri di classificazione dei geosinonimi
Classificazione 1
Ci sono state delle proposte per la classificazione
di questi termini:
- Criterio di rango o della forza espansiva: la capacità di un termine di diffusione. La parola 'papà' ad esempio partendo dal sud si è diffuso in tutta l'Italia (ad esclusione della Toscana dove viene chiamato 'babbo' - rango nazionale perché hanno un'area di diffusione pan italiana).
- Geosinonimi di rango regionale: sono le parole che non raggiungono una diffusione nazionale e quindi rimangono nell'area circostante a dove nascono. C'è spesso un adattamento fonomorfologico dal dialetto all'italiano. Questi geosinonimi possono essere di due tipi:
- Parole sovraregionali: nascono in una regione ma poi riescono a diffondersi anche in altre regioni ma non a livello nazionale (es: 'stracco' per stanco; 'abbuffarsi' per mangiare smodatamente, 'faticare' per lavorare).
- Parole propriamente regionali: rimangono circoscritte a una sola regione (es: ...).
‘bagnetto’ per salsa, ‘brocco’ per scarso/incapace,‘caciara’ per frastuono, ‘caruso’ per ragazzo, ‘conca’ per testa, ecc.…- Geosinonimi di rango dialettale: sono limitate ad una sola regione e rappresentano le parole del dialetto di quella regione e che possono essere adattate o meno all’italiano (es ‘piola’ per osteria, ‘ramazza’ per scopa, ‘babbiare’ per scherzare). Sono diverse da quelle precedenti perché generalmente un parlante le riconosce come dialettali e non come italiane
Classificazione 2
La classificazione venne fatta dal confronto con il toscano (Sobrero, 1988), da questo confronto individua 4 punti:
- Geosinonimi toscani forti con buona capacità espansiva nel resto d’Italia: parole italiane che nascono dalla toscana
- Geosinonimi non toscani forti, concorrenziali rispetto ai tipi toscani corrispondenti (es ‘insipido, scipito, insulso’ termini
non toscani vs‘sciocco’ (inizialmente doveva significare privo di sale, e che ora significa persona stupida – priva di sale in zucca) che è termine toscano e che faufficialmente parte dell’italiano ma sicuramente prevale la parola nontoscana ‘insipido’)
3. Geosinonimi che coesistono alla pari, ognuno in un ambito geografico (es‘babbo’ toscano, ‘papà’ nel resto dell’Italia; ‘ciotola’ toscana vs ‘scodella’ settentrionale vs ‘tazza’ meridionale)
4. Geosinonimi deboli che sono stati assorbiti dal toscano (la parola toscana ‘padrino’ in veneto veniva usato ‘santolo’ ed è stato assorbito dal toscano; anche ‘compare’ meridionale venne assorbito dal ‘padrino’ anche)