Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La variazione diamesica
La variazione diamesica è la capacità di una lingua di variare sia sul canale grafico-visivo (trasmissione scritta) sia sul canale fonico-acustico (trasmissione orale). Nella gran parte della produzione orale, oltre all'aspetto fonico è fondamentale anche il canale visivo. Si pensi ad esempio alla gestualità, alla mimica e alla prossemica. Entro ciascun canale sono poi distinguibili più varietà. Infatti la variazione diamesica è strettamente legata agli altri fattori di variazione linguistica. La lingua orale può essere trasmessa con mezzi diversi (telefono), ma anche lo scritto può essere trasmesso in vari modi (pagina di quaderno, lastre incise, schermo di un computer). Allo stesso modo, i due canali si differenziano per il livello sociale/di istruzione dell'utente, per la situazione comunicativa e ovviamente per il periodo storico considerato. Quindi allo stesso tempo la diamesia percorre ed
è attraversata dagli altri fattori. La diversa natura semiotica del mezzo utilizzato è fondamentale per stabilire una netta differenziazione fra scrittura e oralità, ma la differenziazione è da riconoscere all’interno dell’architettura stessa, che assegna proprietà specifiche allo scritto e al parlato.
I principali fattori di differenziazione fra scritto e orale sono:
- Il grado di pianificazione del discorso. Nella scrittura (normativa) la capacità di programmare e di organizzare il testo è molto alta; il grado di pianificazione è invece minimo nell’oralità spontanea colloquiale, perché l’organizzazione orale è contemporanea alla sua produzione.
- Il modo pragmatico di organizzazione del testo. Nella scrittura (normativa) la forma è rilevante tanto quanto la sostanza (coesione e coerenza); in un contesto orale le esigenze della semantica sono invece prevalenti su quelle della forma.
logico-sintattiche (coerenza ma non coesione).→ Il legame con il contesto, l’interazione con il partner, la comunicazione non verbale. Undiscorso in forma orale è trasmesso in presenza, in un contesto condiviso con il partner. Questoconsente l’impiego di elementi linguistici che legano l’enunciato al contesto extra linguistico (gesti,avverbi di luogo). Legato a questo aspetto è l’implicitezza, ossia la possibilità di non esprimerealcuni aspetti della comunicazione, che possono essere dedotti grazie al contesto condiviso degli→interlocutori. Il parlato è caratterizzato da vicinanza, lo scritto da lontananza.Si distinguono tre ambiti linguistici che permettono di indagare le differenze fra scritto e parlato:→ Caratteristiche esclusive dell’oralità: gestualità, mimica, prossemica, prosodia (intonazione)→ Caratteristiche esclusive del parlato: segni interpuntivi, maiuscole/minuscole,
- sottolineature→ Fenomeni comuni a scritto e parlato ma che si presentano in forme diverse
- L'insieme dei fenomeni del terzo punto sono fondamentali per studiare le differenze fra scritto e parlato.
DIFFERENZE FRA PARLATO E SCRITTO
Lo scritto è da considerare punto di riferimento (dato che l'italiano è prima di tutto lingua letteraria) per indagare le differenze fra l'oralità e lo scritto stesso.
Premessa→ è da ricordare che l'asse della diamesia, come anche gli altri, si basa sul principio del continuum, che determina il passaggio graduale e sfumato da una variazione all'altra entro lo spazio determinato dai due poli (scritto a sinistra e parlato a destra). Le varietà ai due estremi sono definite parlato-parlato (parlato spontaneo) e scritto-scritto (scritto normativo); fra i due estremi si collocano una serie di varietà intermedie: lungo la sezione sinistra dell'asse il parlato-scritto (chat, mail, lista)
dalla spesa) e nel segmento di destra lo scritto-parlato (copioni teatrali e cinematografici, interventi politici pubblici). Le principali differenze fra parlato e scritto sono: - Testualità. La testualità è l'organizzazione di un testo in maniera organica e costituisce il livello di massima differenziazione fra i due codici. Questa caratteristica è tipica della scrittura tradizionale (capitoli, paragrafi, frasi). La testualità di un discorso parlato spontaneo non è altrettanto precisa. Ciò si può notare attraverso la trascrizione di un testo parlato con nulla o bassa progettazione; si noterà la presenza di: frammentazione sintattica e semantica, segnali discorsivi, segmenti di discorso brevi e sconnessi, cambiamenti di micro-progettazione, pause esitative, parafrasi e ripetizioni, aggiustamenti della formulazione. - Segnali discorsivi. I segnali discorsivi sono elementi linguistici diversi (parole, espressioni, frasi) che,perso il loro significato originario (desemantizzazione), assumono nuove funzioni nel discorso a seconda del contesto, al fine di rimediare alle lacune della sintassi. In più hanno la funzione di gestire l'interazione con l'interlocutore (D'accordo?).
I segnali discorsivi appartengono a più categorie grammaticali e svolgono più funzioni. Spesso non aggiungono nulla alla sostanza del messaggio, ma dal punto di vista pragmatico sono difficilmente eliminabili. Nell'ambito sociolinguistico rileviamo che alcuni segnali discorsivi sono utilizzati maggiormente da alcuni gruppi sociali secondo la loro appartenenza generazionale. Alcuni segnali discorsivi sono in uso principalmente fra i giovani (no vabbè, cioè, tipo, nel senso), mentre altri appartengono ad altre generazioni (voglio dire, come dire).
I segnali discorsivi, a seconda della posizione che occupano, possono essere di natura diversa:
- i demarcativi hanno la funzione di individuare i
limiti iniziale o finale di una porzione di testo (allora, comunque, praticamente, niente, bene, beh, insomma, ecco, quest'ultimo sia all'inizio che alla fine ma anche per sottolineare) - i segnali di attenuazione sono determinati dalla presenza dell'interlocutore e hanno funzione di cortesia (diciamo, in realtà) - i fatti sono elementi linguistici o impiegati soprattutto all'inizio o alla fine di un'unità linguistica per gestire il rapporto con l'interlocutore e per avere un feedback (Capito? Vero? No? D'accordo? Ok? alla fine; guarda, dai, ehi, ascoltate all'inizio). Presso i più giovani alcuni fatti sono forestierismi. - altri connettivi pragmatici o i "marchingegni linguistici prendi-tempo" costituiscono delle pause piene, dei "riempitivi" utili a prendere tempo e cercare la parola giusta (cioè, nel senso, come dire, tipo, vabbè, boh). [- le particelle modali sono costituite
Da avverbi di modo con uscita in -mente e svolgono diverse funzioni a seconda del contesto in cui compaiono.
In alcuni casi singoli individui tendono ad utilizzare con frequenza molto alta alcuni segnali discorsivi. In questo caso il loro livello di desemantizzazione è massimo e diventano intercalari.
L'intercalare è una sequenza di varia natura che uno specifico parlante inserisce nel discorso, NON come segnale discorsivo, ma come abitudine linguistica ("tic linguistico") che si ripete costantemente in maniera inconsapevole, istintiva. Un esempio di intercalare presso i giovani è "nel senso" (mentre in italiano esiste solo "nel senso che"), spesso preceduto da "cioè", abbreviato però a "ce" (forse percepito come qualcos'altro rispetto a "cioè"). Si assiste inoltre ad un "cumulo" di segnali discorsivi, utilizzati uno di seguito all'altro "Ce,
nel senso”.→ Sintassi. Nell’ambito della sintassi troviamo tre specifici luoghi diversi che determinano differenze fra i due codici: la sintassi del periodo, l’ordine dei costituenti frasali e la coesione sintattica.
Dal punto di vista della sintassi del periodo, nel parlato prevale la paratassi (equivalenza sintattica, coordinazione) rispetto all’ipotassi (dipendenza sintattica, subordinazione). La coordinazione può essere gestita da una serie di connettivi coordinanti (e, ma, però), mentre la subordinazione (perché, mentre, se come).
Nell’ambito della paratassi, però, due frasi possono essere collegate senza alcun nesso congiuntivo, e in questo caso si parla di giustapposizione o di coordinazione per asindeto (Piove, prendo l’ombrello; Non vengo, non ho tempo).
L’ordine dei costituenti frasali è strettamente collegato alla sintassi marcata, che ha la funzione di porre in rilievo per ragioni di enfasi un
Dal punto di vista della coesione sintattica, un testo orale (a prescindere dalla situazione comunicativa) è caratterizzato da una minore coesione sintattica (frasi incomplete, cambiamenti di micro-progettazione). Nella minore coesione sintattica del parlato rispetto allo scritto rientrano gli anacoluti o temi sospesi, in cui viene isolato un elemento all'inizio della frase, ma poi non viene accordato al seguito della frase ("Io il vino mi fa male").
Morfologia. Come anche per la sintassi, anche per la morfologia buona parte dei tratti caratteristici del parlato sono entrati nell'italiano dell'uso medio. Notiamo una generale semplificazione morfologica nell'oralità, soprattutto per quanto riguarda i pronomi e i tempi verbali (vedi morfologia nella sezione "L'italiano neo-standard o dell'uso medio").
Lessico. Dal punto di vista lessicale, un prodotto dell'oralità
Il testo si caratterizza per una minor ricchezza lessicale. Ciò significa insistenza sulle stesse poche parole. A ciò si collega la maggiore presenza nell'oralità di genericismi (cosa, affare, roba, tizio) e di verbi generici (fare, venire, andare). Per quanto riguarda gli aggettivi, nell'oralità ricorrono aggettivi con significato elativo (con significato superlativo): importante, mitico, allucinante, assurdo. Per lo stesso motivo abbondano i superlativi assoluti e i diminutivi morfologici in -ino.
Con frequenza martellante ricorrono i tormentoni. I tormentoni sono parole, espressioni o interefrasi non ammesse dalla norma, che acquisiscono immediata popolarità grazie alla loro ripetizione attraverso i mezzi di comunicazione di massa (viralità linguistica). I tormentoni vengono usati dai parlanti senza la minima riflessione linguistica, sono una sorta di "frasi fatte pronte all'uso", che rientrano nella cosiddetta sfera della
"lingua di plastica. Tuttavia, proprio per questo motivo, rischiano di diventare una sorta di
gabbia comunicativanel discorso del singolo, che non riesce così ad"