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La logica e le sue accezioni
La logica è intesa come scienza relativa ai processi del ragionamento, e non del linguaggio. In greco antico, però, la parola aveva tre accezioni:
- Discorso, parola, linguaggio intese come attività tipiche dell'uomo;
- Ragione;
- Calcolo (uso speciale e tipico della ragione).
Omonimia e polisemia:
Omonimia: due parole diverse hanno il medesimo significante (es.: fiera = belva / mercato locale periodico)
Polisemia: una parola, in diversi usi, presenta significati diversi, ma imparentati (es.: carta = da bollo, dei diritti umani,...)
I sensi come organi percettivi relativi a dimensioni particolari e la ragione come organo relativo alla realtà nel suo insieme.
Paragoniamo la ragione ai sensi: ognuno dei sensi svolge un ruolo rilevante per il nostro rapporto con la realtà. Possiamo analogamente parlare della ragione come dell'organo che rapporta l'uomo con l'insieme dell'esperienza e della realtà: questo rapporto
è fortemente connesso con il linguaggio. L’uomo è capace di oltrepassare nella sua immaginazione le esperienze fatte; se i dati sono indizi, la loro funzione è quella di alludere a tutto, ma se ci poniamo di fronte ad essi come se fossero essi stessi la totalità, avremmo solo una visione parziale della realtà. La ragione è una dimensione fortemente dinamica, la cui funzione è quella di dirigersi verso un fine estrinseco; la ragione rende l’uomo una realtà consapevolmente particolare all’interno della totalità. Platone e l’intreccio di nomi e verbi Gli antichi vedono la caratteristica del linguaggio umano nell’articolazione, nel senso che ogni atto di comunicazione è considerato come necessariamente articolato in se stesso, complesso, nato da composizione. Per quanto riguarda il lógos inteso come discorso, Platone osserva che esso non è fatto solo da una successione di elementi, maAnche da un legame inferenziale (relativo al processo logico per il quale, data una o più premesse, è possibile trarre una conclusione). Scopre anche la composizionalità: il linguaggio umano non presenta solo singole espressioni linguistico-semiotiche, ma anche da strutture composte ottenute dall'unione di più strutture linguistiche che formano un senso che non coincide con la semplice sommatoria dei sensi delle strutture messe insieme. La lingua ci permette di costruire un numero infinito di messaggi a partire da un numero finito di elementi base: questa capacità viene chiamata creatività linguistica.
Il discorso nasce dalla combinazione significativa di espressioni significative; la combinazione significativa è fondata sulla differenziazione semantica delle parole.
I verbi sono segni che si riferiscono alle azioni in senso lato (dormire non è propriamente un'azione); i nomi sono segni che indicano coloro che compiono.
L'azione; il discorso ha senso solo tutto intero, non semplicemente quando c'è un'agiustapposizione di nomi e verbi (il muro corre), ha senso solo perché è costituito da parti fatte per stare l'una con l'altra: solo se uniamo verbi e nomi otteniamo un testo sensato (il cervo corre). Per produrre senso, cioè per dare vita a un lógos, occorre mettere insieme almeno due elementi, di cui uno dice un modo d'essere e l'altro un essere che può essere in quel modo; parlare sensatamente significa combinare concetti che sono congrui (relazione chiamata nessopredicativo-argomentale). Il lógos elementare afferma cose che esistono, sono accadute o stanno per accadere. La composizionalità è gestita mediante la sintassi, che definisce le combinazioni ammesse e quelle non ammesse; si distinguono due orientamenti di fondo:
Orientamento concatenativo: costruisce un sistema di regole sintattiche che simula
L'intuizione della grammaticalità del parlante nativo ha portato alla costruzione di un modello di lingua come un generatore di frasi, costituito da un vocabolario (= sistema di segni) articolati in classi (nomi, aggettivi, verbi, ...) e da un sistema di regole per combinare i segni in modo da ottenere espressioni linguistiche.
Orientamento categoriale: motiva semanticamente le regole sintattiche.
Composizionalità e virtualità
Composizionalità: combinazione significativa delle parole, cioè una combinazione che produce senso. Studiarla significa chiedersi a quali condizioni la combinazione delle parole dà senso. Studiare l'intreccio possibile di predicati e argomenti significa esplicitare il contenuto delle espressioni che si combinano e le condizioni a cui queste espressioni possono essere sensatamente unite.
La combinazione dà origine alla rappresentazione di una realtà possibile: è costitutiva della virtualità.
Il luogo dove sono presenti tutti i possibili frammenti di mondo capaci di avere luogo; ad essa si contrappone l'attualità, cioè l'essere effettivo. La composizionalità può non trovare corrispondenza con la realtà (X mangia una carota: l'enunciato ha senso, ma se non ha riscontro con la realtà è una bugia); la possibilità di dire cose false nasce dalla virtualità delle rappresentazioni semantiche generate dal linguaggio si pone come fondamento del linguaggio umano. La ragione non coincide totalmente col linguaggio: il suo punto principale è il rapporto con l'esperienza.
La realtà virtuale
Con 'realtà virtuale' si intende una grande varietà di costruzioni semiotiche su base informatica (simulazioni di guida, di visite tridimensionali a musei, gallerie, ...), è la simulazione di esperienze reali. Il virtuale offre una serie di vantaggi rispetto al reale.
(risparmio di tempo, soldi, fatica, …) ed è uno strumento prezioso per gran parte delle attività conoscitive e pratiche, ma non bisogna abusarne per non perdere il riscontro con l’esperienza diretta nel mondo reale.
Grammaticalità, congruità e coerenza
Per ottenere la struttura comunicativa elementare bisogna intrecciare parole che dicono azioni con parole che dicono quelli che fanno le azioni, gli agenti. Dobbiamo chiederci se per la composizionalità basti legare un predicato qualsiasi a un argomento qualsiasi o si deva legare ciascun predicato a una precisa classe di argomenti. Per camminare, ad esempio, posso avere una serie di argomenti come Socrate, il bambino, … ma non argomenti come l’aria, la gioia, ….
Se in Socrate cammina sostituisco Socrate con purché, si avverte una lesione delle strutture del discorso che introducendo un argomento come la gioia, davanti alla quale potremmo dare un’interpretazione.
metaforica. Nella buona formazione di un discorso dobbiamo distinguere il livello della grammaticalità e il livello di congruità; la congruità condiziona la sensatezza, che non va confusa con la verità: un discorso falso è in effetti un discorso congruo e sensato, una costruzione è congrua anche se è contraddittoria, il senso contraddittorio è comunque un senso, che riesce a manifestare la sua inconsistenza (es.: questo numero è pari e dispari). Testi evidentemente contraddittori hanno comunque senso; testi grammaticalmente giusti possono non avere senso, non essere congrui (es.: questa montagna è intelligente).
La natura del significato
La struttura grammaticale minima è di natura predicativo-argomentale e richiede la combinazione di parole-predicato con parole-argomento;
Un predicato è un modo d'essere; un argomento è un'entità;
La congruità non è garantita dalla
combinazione di un predicato qualsiasi con qualsiasi argomento: ogni predicato seleziona certi argomenti. Bisogna approfondire la natura del significato; molto importante per la caratterizzazione dei predicati è il numero dei loro argomenti:
- Monadico: P x è un predicato che prevede un solo posto argomentale; es.: passeggiare: X passeggia, Y passeggia
- Diatico: P (x1, x2) è un predicato che prevede due posti argomentali; vi fanno parte molti verbi transitivi es.: litigare: X litiga con Y
- Triatico: P (x1, x2, x3) è un predicato che prevede tre posti argomentali; es.: dare: X (x1) dà (P) un libro (x2) a Y (x3)
- Tetradico: P (x1, x2, x3, x4) è un predicato che prevede quattro posti argomentali; es.: vendere: X (x1) ha venduto (P) la casa (x2) a Y (x3) per TOT Euro (x4)
- Pentadico: P (x1,x2,x3,x4,x5) è un predicato che prevede cinque posti argomentali; es.: affittare: X (x1) affitta (P) la casa (x2) a Y (x3) per un anno (x4) a TOT Euro mensili
(x5)Non sono solo i verbi ad essere soggetti a questa classificazione, ma anche avverbi, congiunzioni e aggettivi.
Oltre al numero è molto importante anche la qualità degli argomenti: ciascun posto argomentale ammette certi argomenti e ne esclude altri; intelligente ammette ragazza, libro, cane, ..., ma non montagna, muro, ...; il predicato costruire esige che in x2 compaia un argomento indicante un oggetto (casa, nave, auto, ...) che attualmente non esiste; distruggere esige che un oggetto sia già esistente.
Anche gli argomenti nascondono dei predicati, che hanno la funzione di caratterizzare gli argomenti, cioè di stabilire a che condizioni un'entità è di quel certo tipo.
Qualche, un, due, alcuni, pochi, parecchi, ... raccolgono dati indefiniti; si caratterizzano per contenere il significato dell'aggettivo indefinito 'qualche'; dicono dell'esistenza di almeno una x che ha le caratteristiche che il
dà a X un libro.Riceve da X un libro. Dare e ricevere, vendere e comprare, sotto e sopra, … sono detti conversivi. Il tema del campo d'azione del predicato è importante per definire il contributo di ciascun predicato al senso del testo.