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LE TRE ETA’ DI ZAPPA
1) ’66-’69 = Conceptual Comedian : satira concettuale, straniamento, assurdism (parodia, si pone
come uno strambo, criticando implicitamente).
2) ’69-’84 = Social Commentator : critica la società in maniera esplicita (Plastic People, Catholic
Girl)
3) ’84-’93 = Perverse Politician : politico alterato, distorto. Zappa si è persino candidato come
presidente degli U.s.a. , unica candidatura di un artista, con ovvio scopo satirico. E’ una mossa
ovviamente assurda, ma che fa capire che la satira di Zappa è diretta, ma non ha una predica
morale finale, perché egli non vuole apparire pedante ma pieno di humour.
!
La critica di Zappa si rivolge a chiunque, egli preferiva la scorrettezza e faceva satira sul politically
correct, e aggrediva sia le donne che gli uomini, sia i gay che i machi, le groupies, persino le
canzoni d’amore.
I testi delle sue canzoni vantano una grande libertà lingustica, mai autocensurata, e un grande
utilizzo del turpiloquio creativamente elaborato. La libertà linguistica assoluta è una critica agli
Stati Uniti che censurano le canzoni pur garantendo la libertà d’espressione.
Il campo di critica principale di Zappa è la morale sessuale, la sua musica si pone contro la
posizione dominante.
Non seguendo le logiche di marketing, Frank Zappa fu molto prolifico nei primi anni. Il 1° brano
del suo disco “Uncle Meat” del 1969, che dovrebbe costituire il cavallo di battaglia, è un brano
scritto come musica classica, ma eseguita da un gruppo rock, pur non essendo ne rock ne pop, ma
solo un’allegra melodia strumentale senza voce.
Molti brani sono scritti, rientrano nella tradizione della musica classica (serius music,ovvero
accademica, istituzionale) euroamericana.
Il tono espressivo di Zappa è istintivo, anche nei brani scritti. Zappa produce con Uncle Meat un
modello fastidioso, che si oppone a quello dominante americano. L’arte dovrebbe opporsi alla
visione di una società massificata: i capolavori sono spesso critici.
Alcune canzoni, durano pochissimo, anche soli 50 secondi.
Uncle Meat non è un disco di un genere unico, così come Frank Zappa nella sua intera
produzione, mentre Zappa non ha un’identità personale, ma una di contrasto.
Zappa è un post-modernista (non c’è più progresso, ma solo una riformulazione delle scoperte
precedenti), ma anche moderno perché inventa cose nuove, sa imitare e sa fare tutto, domina tutti
gli stili e l’intera identità americana. 4
Barbara Somma
Appunti Linguaggi Musicali
! 4° Lezione
!
Cecil Taylor
E’ un pianista afroamericano più anziano di Zappa, in quanto ha iniziato a suonare negli anni ’60
mentre Zappa negli anni ’70. Negli anni in cui cantava Taylor era normale chiamare i neri nigger
oppure black per essere meno offensivi.
Gli stati uniti si sono formati fin dal principio con una molteplicità di etnie differenti anche a
causa della deportazione di schiavi africani che è cominciata contemporaneamente con la nascita
degli U.S.A. . Fu invitato in Italia negli anni ’70 a suonare per un evento, e disse che avrebbe
accettato di venire in Italia solo se fosse stato accolto con una limousine bianca, guidata da un
autista bianco vestito tutto di bianco.
Taylor nasce e vive in un epoca dove vi è l’ apartheid, e quindi non aveva pari diritti ai bianchi.
Nel jazz che è il suo ambito espressivo, il genere musicale dove lui trova la sua voce stilistica, vi
sono esponenti principalmente neri.
Ascolto di “Sweet and Lovely” : il punto di partenza del suo jazz è relativamente tradizionale, che
si sente che ha una “certa normalità”. Successivamente però Taylor si distaccherà da questo stile.
Fare free jazz negli anni ‘60’70, che è una musica libera (perché improvvisata), era un modo per
identificare la libertà dello stile con la libertà personale sognata dagli afroamericani. Di fatto
Taylor è diventato famoso per il free jazz, e non per il jazz che produceva all’inizio.
Il jazz tradizionale e anche quello che si fa oggi più comunemente è un jazz TONALE (così come
una canzone di laura pausini ecc); la musica tonale è il sistema dominante in occidente dal 1600,
che è stato preceduto dal sistema modale. Il sistema tonale è dato da varie convenzioni che
fungono da regole per far star insieme i suoni: es, il fatto che le note sono 7, e hanno una
determinata distanza tra loro. Il sistema tonale, è considerato normale, naturale perché appreso
fin dal principio, viene introiettato fin dai 2-3 anni di vita. Per andare al di là del sistema tonale
quindi bisogna fare uno sforzo di apprendimento per introiettare un altro sistema.
Quali sono le convenzioni del sistema tonale? Le possiamo osservare in particolare in una
dimensione del suono perché è quella in cui la tonalità lascia la sua impronta più chiara anche se
in realtà il sistema tonale investe tutta la costruzione della musica, però voi sapete che le
dimensioni del suono e della musica sono più d’una, sono 5:
la dimensione in cui la tonalità è più decisa è L’altezza, ovvero le note che in realtà sono infinite
• perché la natura ci divide i suono solo in gravi e acuti, ma l’uomo tende a segmentare,
categorizzare, sintetizzare, radunare in scale le note (come anche i colori, i numeri ecc). Il
sistema tonale organizza le note in scale.
Un’altra dimensione del suono è la durata (quanto dura una data musica) che è fondamentale
• in musica più che in altri campi perché è importante la durata in una canzone, melodia ecc.
L’Intensità del suono che può essere forte, delicato ecc.
• Un’altra dimensione è lo spazio, una definizione spaziale del suono che cambia se si usa un
• microfono, non lo si usa ecc.. Lo spazio in realtà si può quasi non menzionare perché qualsiasi
fenomeno fisico ha uno spazio, (anche la durata ma la durata in musica è molto più
importante). Bisogna ammettere che la collocazione del suono nello spazio ha pertinenza
perché per esempio se un chitarrista si allontana troppo, il pubblico non sente più.
L’ultima dimensione è il timbro che si può definire metaforicamente come il colore del suono
• perché è una categoria prima, ovvero non lo si può spiegare se non in termini evidenti per chi lo
conosce già. L’esperienza umana è divisa in cose che sono prime e cose che non sono prime, le
prime sono diverse dal punto di vista della spiegazione perché possono essere spiegate solo
attraverso metafore, oppure esempi così da spiegarlo per differenza. Noi possiamo cantare tutti
la stessa canzone, ma la voce è riconoscibile perché ognuno ha un timbro diverso.
Tutti i suoni hanno queste 5 dimensioni, sono ineliminabili da qualsiasi suono. 5
Barbara Somma
Appunti Linguaggi Musicali
Il sistema tonale, organizza in modo speciale sopratutto le dimensioni della durata e dell’altezza:
è una musica in gran parte prevedibile, spesso si continuare la musica che sentiamo. Quello che
caratterizza la musica tonale è questa alternanza di arsi e tesi, ovvero sospensione e appoggio,
tensione e rilassamento. Nella musica tonale grazie alle aspettative che ci sono rispetto ad alcune
note c’è una continua alternanza che investe sia i rapporti tra poche note quindi a breve termine,
sia l’intero brano e quindi a lungo termine.
Il fraseggio consiste nel gestire in modo simmetrico questi allontanamenti e avvicinamenti
all’appoggio, alla nota di distensione, quella che sentiamo come quella di conclusione, anche se
ovviamente non è obbligatorio chiudere sulla distensione ma si può anche chiudere in un
momento di tensione.
Cecil Taylor ai suoi inizi parte sempre con un modello sospensione-appoggio tonale anche se
abbastanza complesso, ma pur sempre fraseggiato e coerente. (sempre ascolto Sweet and Lovely)
Questo jazz è semplice abbastanza da essere subito riconosciuto nello stile jazz, ma è abbastanza
complicato da analizzare nel suo fraseggio.
Ascolto Algonquin pt.1 e Live in Bologna (durata 70 min di improvvisazione ininterrotta) e Olim:
il primo sintomo che qualcosa si sta svolgendo in un sistema tonale è che si può prevedere quello
che verrà dopo, invece qui in questi brani non si può assolutamente prevedere nulla di quello che
avverrà ed è sintomo che non siamo nel sistema tonale. La scala cromatica è più complicata
rispetto alla scala diatonica, mentre Cicil Taylor utilizza la scala cromatica tranquillamente
passando da una nota all’altra con naturalezza e questo rende la sua musica imprevedibile alle
nostre orecchie. Possiamo cogliere delle costanti nei brani nonostante siano imprevedibili perché
già il fatto di riconoscere delle differenza tra una parte o l’altra di un brano che sono diverse,
significa cogliere delle costanti, dei punti di riferimento. L’uguale e il diverso rimangono quindi
delle categorie sempre fisse anche per gli ascoltatori più in difficoltà.
Se bene molti di voi abbiano risposto che non ci siano punti di riferimento, sebbene manchino le
prevedibilità e sia impossibile battere il tempo, ci sono comunque delle cose che riconosciamo,
come l’uguale e il diverso.
C’è una coerenza anche nel senso corporeo e gestuale della musica di Cecil Taylor, questa musica
ha un forte senso fisico, perché si sa già tramite empatia i movimenti che lui compie con le mani,
se la musica è agitata, rilassata ecc.
Giampiero Cane, parlando di Taylor dice che il principio creativo di Cecil Taylor è la danza: non
nel senso che fa una musica da danzare, (volendo anche) è essa stessa prodotta attraverso una
danza. Invece di rispondere solo a dei criteri fondamentalmente sonori, nel caso di Taylor lui
vuole rispondere anche ad un principio di una certa gestualità sul pianoforte, come se le sue dita
danzassero, e dunque lui suona perché vuole muovere le sue dita in un certo modo.
Sul discorso dell’identità questo discorso della danza è molto importante perché anche la musica
africana originaria deriva dalla danza, dal gesto dal movimento delle mani sui tamburi, e quindi
si collega perfettamente al metodo di Taylor. Alcuni ritmi non possono essere fatti sulla base
dell’immaginazione sonora del ritmo, mentre attraverso i gesti vengono fuori ritmi
complicatissimi quasi impossibili da trascrivere che derivano da piccoli gesti semplici. Un
pianista come Cecil Taylor queste