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SINGOLARE PLURALE
(L')Ancilla Ancillae
(Dell')Ancillae Ancillarum
(All')Ancillae Ancillis
(Ogg. L')Ancillam Ancillas
(Oh,)Ancilla Ancillae
(Con/per...)Ancilla Ancillis
Es.: Sedulae Ancillae lanam tractant et domum servant.
(Le ancelle operose lavorano la lana e badano alla casa.)
I lavori tipicamente femminili eseguiti dalle ancelle erano appunto lavorare la lana e la manutenzione della
casa. Esse erano sotto il costante controllo della matrona: la nobile padrona di casa (nonostante il ruolo della
padrona di casa, la donna era subordinata al prototipo della "casta mulier" rispettante i buoni costumi
del "mos maiorum"). Di solito, i servi venivano puniti se pelandroni o lodati se bravi e diligenti (es.: erano
ricercati gli schiavi nubiani perché erano resistenti per portare le lettighe): l'obbedienza e l'operosità della
servitù erano considerati valori imprescindibili e allo stesso tempo costituivano la sopravvivenza degli
schiavi, i quali potevano subire pene severe tra cui anche la morte. Bisognerà attendere Seneca per avere
una maggiore sensibilità alle condizioni servili: egli dirà che gli schiavi sono così non per loro natura ma per il
caso, perciò la schiavitù non esiste in natura ma è una conseguenza, in particolare, delle guerre.
Un sostantivo esemplare della II declinazione è Legatus (=ambasciatore):
SINGOLARE PLURALE
(Il)Legatus Legati
(Del)Legati Legatorum
(Al)Legato Legatis
(Ogg. Il)Legatum Legatos
(Oh,)Legatae Legati
(Con/per...)Legato Legatis
Es.: Dux legatos (acc. Plu.) ad castra mittit.
(Il comandante manda gli ambasciatori all'accampamento.)
N.B.: Dux deriva da "ducere", quindi indica "colui che guida i soldati".
Gli ambasciatori erano coloro che andavano a trattare con la parte rivale (se l'azione diplomatica non
otteneva nessun effetto si passava all'azione), erano persone portatrici di una grande dote d'esperienza e
doti spirituali (es.: Carneade aveva confutato l'idea romana di "iustitia", in quanto aveva capito che dietro alla
guerra giusta c'era l'espansione a danno delle popolazioni "aiutate").
In particolare, l'accampamento romano aveva una struttura quadrata tagliata dalle due direttrici cardo e
decumano, presentava una porta per lato, una tenda grande detta "pretorium" per i comandanti e delle tende
più piccole per i soldati disposti a coppie.
La struttura della città romana era analoga a quella dell'accampamento, ma all'incrocio delle direttrici era
posto il foro. C'erano 3 termini per indicare la città:
• "urbs, urbis" (della III declinazione) indicava un insieme di edifici, monumenti e strade. All'infuori di
essa era posto il "pomerium", cioè un'area sacra non edificabile;
• "oppidum" (della II declinazione) indicava la città fortificata presso gli alleati che non
presentava pomerium;
• "civitas, civitatis" indicava la cittadinanza, l'insieme dei cittadini.
Un sostantivo esemplare della III declinazione è Orator (=oratore):
SINGOLARE PLURALE
(L')Orator Oratores
(Dell')Oratoris Oratorum
(All')Oratori Oratoribus
(Ogg. L')Oratorem Oratores
(Oh,)Orator Oratores
(Con/per...)Oratore Oratoribus
Es.: Orator est vir bonus dicendi peritus.
(L'oratore è un uomo per bene esperto nell'arte del parlare.)
Catone
Per fare l'oratore, cioè l'avvocato, occorreva essere nobili e ricchi e seguire le lezioni di un maestro
di retorica: questo costituiva un trampolino di lancio, un pre-requisito fondamentale per la politica e quindi, se
un oratore voleva diventare un politico doveva essere un uomo per bene, di specchiata condotta morale con
rispetto per le regole condivise (es.: Cicerone, Cesare, Sallustio avevano seguito questa strada).
Della IV declinazione fanno parte pochi sostantivi ed è presente la caratteristica vocale "U". Un sostantivo
esemplare della IV declinazione è Manus (=mano):
SINGOLARE PLURALE
(La)Manus Manus
(Della)Manus Manuum
(Alla)Manui Manibus
(Ogg. La)Manum Manus
(Oh,)Manus Manus
(Con/per...)Manu Manibus
Es.: Mater (III declinazione) filiae manus tendit.
(La madre tende le mani alla figlia.)
Il sostantivo "mater" è spesso accompagnato da "familias" ("-as" è l'antica terminazione del genitivo
singolare poi diventato "-ae", un arcaismo dal greco), come anche "pater". Il "pater familias" era il capo della
propria famiglia, cioè delle persone che abitavano la casa (compresa la servitù con le loro famiglie):
• Aveva il diritto di vita o di morte dei membri famigliari;
• Era un capo spirituale;
• Si occupava dell'economia della casa;
• Controllava gli schiavi (Roma, in quanto metropoli, possedeva una moltitudine di stranieri in cerca di
lavoro, perciò gli schiavi risultavano di più degli uomini liberi e quindi venivano controllati).
Della V declinazione fanno parte pochi sostantivi. Un sostantivo esemplare della V declinazione
è Res (=cosa):
SINGOLARE PLURALE
(La)Res Res
(Della)Rei Rerum
(Alla)Rei Rebus
(Ogg. La)Rem Res
(Oh,)Res Res
(Con/per...)Re Rebus
Questo sostantivo può assumere un significato più preciso se insieme ad altri aggettivi:
• "res publica" significa "cosa pubblica", quindi stato, governo;
• "rerum natura" indica la natura (in cui siamo immersi);
• "res rustica" significa "cosa di campagna", quindi agricoltura;
• "res gestas" indica le imprese militari.
Es.: Sapines semper res adversas fert.
(Il saggio sopporta sempre le avversità, le situazioni avverse, le cose contrarie, le situazioni
sfavorevoli.)
N.B.: il contrario di "res adversas" è "res secundae", cioè le cose favorevoli.
Con "saggio" si voleva indicare colui che ha la capacità di sopportare le avversità, le disgrazie (es.: Seneca
scrive nel "De Providentia" che le divinità mettono i saggi alla prova attraverso le sofferenze, che quindi sono
considerate come esercizi di virtù). La saggezza era considerata come un cammino, un'acquisizione
continua, un divenire, non era né assoluta né definitiva.
Un altro sostantivo esemplare della V declinazione è Dies (=giorno):
SINGOLARE PLURALE
(Il)Dies Dies
(Del)Diei Dierum
(Al)Diei Diebus
(Ogg. Il)Diem Dies
(Oh,)Dies Dies
(Con/per...)Die Diebus
N.B.: -"illo die"= quel giorno;
-di norma questo sostantivo è maschile. E' femminile quando indica un giorno fisso/prestabilito, la
data di una lettera, il tempo in senso generico.
Es.: Die (femminile) constituta in foro te videbo (futuro).
(Ti vedrò nel foro nel giorno stabilito.)
Il caso ablativo presenta 19 complementi. I più importanti sono 4:
• Lo stato in luogo è espresso da in+ablativo (es.: Lupus in silva vivit.=Il lupo vive nella foresta.);
• Il moto da luogo (quando avviene un'uscita) è espresso
da ex/e+ablativo (es.: E castris Caesar milites educit.=Cesare porta fuori i soldati dall'accampamento.);
• Un allontanamento generico è espresso da a/ab+ablativo;
• Un movimento dall'alto al basso è espresso da de+ablativo.
Il paradigma verbale è comune a tutti i verbi e costituisce un modello che si ripete sempre uguale:
Prima persona singolare dell'indicativo presente
+
Seconda persona singolare dell'indicativo presente
+
Prima persona singolare del perfetto indicativo
Il perfetto corrisponde al passato remoto e al passato prossimo ed indica un'azione conclusa nel passato
("perfectum" indica una cosa finita riferibile al tempo passato, al contrario "infectum" indica qualcosa che ha
a che vedere con il presente). Si compone di:
Radice + vocale tematica + suffisso + desinenza
Es.: par-a-v-i.
Invece il presente si compone di:
Radice + desinenza
Es.: par-o.
Es.: paro, para, paravi, paratum, parare = preparare, procurando.
Il caso ablativo
Ci sono molti modi per tradurre l'ablativo ma i più usati sono 13:
• Lo stato in luogo si ottiene da in + ablativo.
Es.: Lupus in silva vivit.
• Il moto da luogo si ottiene da e/ex + ablativo.
Es.: E castris Caesar milites educit. = Cesare porta fuori dall'accampamento i soldati.
N.B.: un allontanamento generale è indicato con a/ab + ablativo e un movimento da un punto più alto a uno
più basso è indicato con de + ablativo.
• Il complemento di mezzo si ottiene con l'ablativo semplice.
Es.: Sagittis milites hostes fugabant. = I soldati mettevano in fuga i nemici con le frecce.
N.B.: "Fugabant" è un imperfetto caratterizzato dal suffisso "-ba-" che si ottiene con:
Radice + vocale tematica + suffisso temporale + desinenza della persona.
• Il complemento di modo si ottiene da cum + ablativo.
Es.: Magna cum laetitia te videbo. = Ti vedrò con grande gioia.
N.B.: "Magna cum laetitia" è un'anastrofe, cioè una figura retorica di posizione in cui l'ordine delle parole è
invertito.
• I complementi di compagnia e unione si ottengono da cum + ablativo.
Es.: Cum discipulis magister in schola ambulabat. = Il maestro passeggiava nella scuola con gli allievi.
• Il complemento di causa si ottiene con l'ablativo semplice (se la causa è interna al
soggetto), prae + ablativo (se si tratta di una causa impediente) o do/propter + accusativo (se la causa
è esterna).
Es.: -Invidia irascor. = Mi arrabbio per invidia. (Causa interna)
-Propter avaritiam homine necant. = A causa dell'avisità gli uomini uccidono. (Causa esterna)
-Prae nebula viam non video. = A causa della nebbia non vedo la strada. (Causa impediente)
• Il complemento di argomento (solamente in riferimento alle opere letterarie) si ottiene da de +
ablativo.
Es.: -"De Amicitia" (Cicerone, "Laelius, de amicitia")
-"De Senectute" (Cicerone, "Cato maior, de senectute")
-"De Rerum Natura" (Lucrezio parla della filosofia di Epicuro)
-"De Bello Gallico" (Cesare parla del suo mandato preconsolare in Gallia)
• Il complemento di limitazione si ottiene con l'ablativo semplice.
Es.: -Litteris latinis grecisque peritus sum. = Sono esperto di letteratura latina e greca.
-Eloquentia doctus. = Sono competente nell'eloquenza.
N.B.: "Doctus" deriva da "doceo", cioè insegnare.
• Il complemento di qualità fisica si ottiene con l'ablativo semplice.
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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