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Segnali nella comunicazione tramite lingua dei segni
Segnare, finire, no…). Segnali per l'ottenimento del turno. Prospettiva dell'interlocutore: sollevamento delle mani in modo deliberato, contatto fisico con il segnante.
Segnali di ritorno (backchannel): cenni con la testa, scuotimento del capo, espressioni facciali affettive, commenti brevi (BENE, OK, NO…).
Riparazioni. In caso di errore o discorso poco chiaro il segnante o l'interlocutore può intervenire a fini riparativi con correzioni o sostituzioni, completamenti, ricerca di un segno.
Segnali durante gli scambi. Gli scambi in un'interazione comunicativa sono regolati attraverso due elementi principali: direzione dello sguardo e posizione delle mani.
Segnali per attirare l'attenzione sono: agitare la mano nel campo visivo dell'altro, toccare l'altra persona, mostrare un indice, segnare direttamente nel campo visivo dell'altro, accendere/spegnere la luce, provocare una vibrazione (sul pavimento/sul tavolo).
Un caso: la
La lingua orale non è meno strutturata della lingua scritta. È lessicalmente dispersa. Nella lingua orale non si parla di frase ma di clausola. La frase ha un'accezione grammaticale (predicato + argomenti, chiusa). Nella lingua orale possono anche non esserci predicati e può essere chiusa comunque. Si organizzano in base al significato, hanno valore semantico e non grammaticale. Le lingue dei segni non sono lingue alfabetiche poiché non possiedono una forma scritta e condivisa. Le lingue dei segni condividono più caratteristiche con le lingue con una tradizione orale: prevalenza dell'uso di strutture coordinate anziché subordinate, uso di ripetizioni e reduplicazioni, più enfatiche e coinvolgenti piuttosto che oggettive e fredde (uso di pronomi logoforici, discorso diretto e indiretto, interrogative), uso della frase interrogativa per introdurre la nuova informazione nel discorso. Ciò significa che il focus è
Introdotto da una interrogativa. Quest'ultimo è un fenomeno tipico dei dialetti e della narrazione. In tal senso dialetti e lingue dei segni rispetto al testo scritto vengono visti più colloquiali e meno formali.
I pronomi clitici hanno una durata irrisoria, possono essere co-articolati o assenti. Poi esistono anche i pronomi forti e deboli.
Lezione 7
La variazione diastratica
Le variazioni linguistiche sono diverse, possono essere: variazioni diatopiche, diastratiche (sociali), diafasiche (relative al contesto, all'argomento e al rapporto fra gli interlocutori), diamesiche (mezzo di comunicazione) o diacroniche.
Nella LIS possono essere registrate tutte, tuttavia gli studi effettuati fino ad oggi si limitano ad alcune variazioni diacroniche e diastratiche. Le lingue cambiano nel corso del tempo a distanza di tempo, parlando dello stesso argomento, due persone si esprimono in modo diverso anche se: si sono formate linguisticamente nella stessa area geografica, la
situazione comunicativa è simile, il mezzo di comunicazione è lo stesso, lo strato sociale è lo stesso. Variazione diacronica di tipo fonologico. Si intende la minima trasformazione che riguarda anche solo un parametro fonologico della LIS (configurazione, movimento…). In ogni caso vale il principio di economia (semplificazione visiva: i segni tendono a rientrare nello spazio segnico o diventano più visibili sul volto, e semplificazione articolatoria). Esempi di semplificazione. Visiva: - i segni realizzati molto in basso tendono a salire (scarpe, pantaloni); - quelli in alto ad abbassarsi (pioggia, nuvole). Lo scopo è quello di entrare nel campo visivo. Si tratta di mutamento di luogo di articolazione. Articolatoria: - l’uso di una sola mano con i segni originariamente a due mani; - assimilazione della configurazione della mano non dominante rispetto alla configurazione della mano dominante, nei segni a due mani asimmetrici. I segni tendono adessenzializzarsi nella coordinazione e nell'articolazione. Le variazioni riguarderanno soprattutto la configurazione.
La variazione diastratica nella LSGeraci e Toffali evidenziano che i giovani tendono ad usare la variante dei segni ad una mano rispetto a quella a due mani (ISTITUTO, RIPOSO, CARTA). Altri fenomeni studiati sono: la mutazione del luogo di articolazione e l'assimilazione della configurazione (come per la variazione diacronica). Fenomeni meno incisivi nella variazione diastratica rispetto alla variazione diacronica.
In particolare, l'assimilazione della configurazione non si manifesta come evoluzione nei segni più giovani. Sarebbe necessario approfondire questi studi.
Fattori della variazione diafasica:
- Il campo, determinato dalla natura dell'attività locutoria e comprende anche l'argomento del discorso.
- Tenore: rapporto tra i partecipanti. Si manifesta nel
grado di distanza sociale e comunicativa fra i partecipanti, è connesso con le finalità che questi hanno e comprende anche le manifestazioni linguistiche della cortesia.
Canale: mezzo di comunicazione (scritto, orale, TV), determinato in variazione di amesica.
La formalità è determinata da fattori sociali e culturali. Il grado di formalità si manifesta nel controllo e nell'accuratezza porti nel parlare e nello scrivere. Lo scritto in genere ha un controllo più elevato fatte salve alcune eccezioni: social, tipologie testuali tipo il diario.
Cosa si intende per registro linguistico: una varietà di lingua utilizzata in una situazione comunicativa particolare. La scelta del tipo di registro può avere conseguenze su tutti i domini linguistici (fonologia, lessico, morfologia, sintassi). Gli aspetti che possono influire sulla scelta del tipo di registro sono l'interlocutore, il contesto, il mezzo e la finalità.
Le differenze di
registro si distribuiscono su tutti i livelli di analisi della lingua e riguardano pronuncia, morfosintassi, lessico, l'articolazione testuale e la pragmatica. Nella LIS ciò corrisponde all'uso di spazio articolatorio più ristretto. Esempio: l'uso di classificatori al posto dell'impersonamento nei testi espositivi, piuttosto che l'impersonamento riservato alla narrazione.
Gli elementi di logoforicità forte, debole, media e non logoforicità mettono in luce l'evidenzialità del discorso: tanto più c'è impersonamento tanto più è vero, perché provato in prima persona. Tantomeno c'è logoforocità tanto più il discorso si fa distaccato e formale (l'uso della nostra terza persona). L'animatezza data dall'impersonificazione rende il discorso più intrigante.
Elementi di differenze di registro:
- L'uso dei sinonimi (legati a variazione
diafasica e diastratica). Ad esempio in una ricetta di cucina: mettere, posare, collocare, sistemare, depositare, accomodare. Dal generico allo specifico e quindi da registro basso a elevato.
Registri aulici, molto alti, sono spesso caratterizzati come tali anche dalla scelta e presenza di termini arcaici. Ma la permanenza di una parola nel tempo è determinata dal fatto che può essere scritta. In LIS, in questo momento, si può supporre ad un incremento dei linguaggi settoriali.
Registri in LIS
In LIS esistono soprattutto registri bassi e pochi alti. Perché è una lingua legata alla cultura orale.
Tipi di registri: solenne (cerimonie), formale (lessico e sintassi fortemente controllati), informale, intimo.
Pro-drop in LIS: si può omettere il soggetto che l'oggetto, quando il topic è chiaro e il verbo non viene flesso. Quindi le LS sono più lingue pro-topic.
Forma di cortesia. L'area prossemica è ridotta rispetto a
quello dei parlanti. Il contatto fisico è ammesso, soprattutto come segnale per richiamare l'attenzione. Il grado di confidenza tra i segnanti determina il tipo di contatto fisico (spalla, braccio, gamba). Non esistono forme pronominali di cortesia. Gli elementi discorsivi della forma di cortesia sono i mitigatori discorsivi a inizio frase. Si fanno scelte lessicali come POTERE, PER_FAVORE, GRAZIE, SCUSA. Gli elementi non manuali di questa forma sono il busto inclinato lateralmente, le labbra serrate e la protrusione del labbro. Comportamenti scortesi sono bloccare o trattenere le mani di chi segna, voltare le spalle o distogliere lo sguardo dall'interlocutore, interrompere la conversazione per segnare con altre persone, passare lentamente o fermarsi tra due persone impegnate in una conversazione. "Sussurrato" e "urlato" in LIS. Il volume sonoro è sostituito dal concetto di volume visivo/visibilità. Il sussurrato si utilizza in un
Contesto in cui non si vuole essere visti da qualcuno, non si vuole fare rumore visivo. La strategia: si usa un indumento, un tavolo, la mano non dominante, il busto per coprire la mano dominante. L'urlo si utilizza in un contesto in cui si vuole essere visti a distanza e/o da più persone. Strategie: si usa uno sgabello, una pedana, si rimuovono ostacoli visivi. Se si segna velocemente significa che si è arrabbiati, si sta "urlando". L'espressione del volto cambia.
Lo slang. È un tipo particolare di registro sviluppato da un sottogruppo della comunità linguistica per affermare la propria identità, aumentare la coesione di gruppo, non farsi capire dal resto della comunità. Lo slang utilizzato dai giovani segnanti consiste soprattutto in innovazioni lessicali ottenute attraverso particolari significati figurati, come metafora, metonimia, iperbole, ecc. Le principali aree tematiche sono: scuola, sesso, droga, sport, apprezzamenti.
E insulti (INSALATA permarjuana).
Lezione 8 Ironia in LIS. Studio di Mantovan (2019). L'ironia è un fenomeno che comporta un contrasto tra il significato letterale e il significato inteso. Si applica alle frasi contenenti una valutazione e determina un rovesciamento di valutazione.
La frase ironica in lingua dei segni comporta un'espressione del volto molto più marcata, l'enunciato non è in sintonia col contesto. Il complimento letterale viene espresso insieme a labbra che sorridono. La critica ironica invece viene accompagnata da aggettivo positivo con riga labiale verso il basso.
Nel caso del complimento ironico, la valutazione non è adeguata al contesto. Al contrario di prima, la critica letterale accompagna la valutazione negativa a labbra verso il basso, mentre il complimento ironico accompagna aggettivo negativo e labbra verso insù.
Altri marcatori di ironia sono:
- Articolazione prolungata delle frasi;
- ...
- Marcatore di mano che ruota
- Articolazione esagerata del segno valutativo
- Testa inclinata