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MA

È contraddittorio, poichè non può essere vantaggioso per un individuo il fatto che tutti gli

altri debbano seguire il proprio vantaggio con tanta assiduità ( no se il bene di ognuno

!

coincidesse con quello degli altri, ma si postulerebbe un’armonia prestabilita nel mondo!)

2. che anche nel dare giudizi morali in seconda persona e terza persona deve farsi guidare da

quanto è vantaggioso per lui stesso

Non possono essere pertinenti dei consigli o giudizi basati su considerazioni egoistiche!

+

3. L’egoismo etico ritiene che il Prudenzialismo esaurisca tutta la vita morale

MA Il Prudenzialismo è non-morale, potrà anche essere una virtù ma non rientra nella

moralità poichè la moralità è disinteressata.

4. L’egoismo etico pone alla base l’argomento dell’Egoismo Psicologico: l’uomo è fatto in

modo tale da ricercare sempre il suo vantaggio o benessere personale quindi bisogna

considerare questo aspetto psicologico nella teorizzazione di una teoria morale e quindi

inferire che il nostro principio etico basilare deve essere quello dell’amore di sé!

MA l’egoismo psicologico è una vera teoria? Abbiamo mai qualche desiderio per il

benessere degli altri?

Butler:

- Il nostro benessere consiste nella soddisfazione di desideri più basilari (cibo, fama etc);

- L’oggetto di questi desideri basilari non è il benessere personale ma il cibo, la fama etc;

il proprio bene è l’oggetto solo di uno di questi desideri, cioè l’amore di sé;

- Ci possono essere anche interessi altruistici;

- Ci può essere il desiderio di fare il giusto in quanto tale;

- A volte i desideri primari possono andare contro il proprio bene (es. sacrificio di sé);

- MA egoista psicologico: quando facciamo le cose per gli altri le facciamo per averne

soddisfazione, il farlo è il mezzo per il nostro bene.

- MA abbiamo sì soddisfazione nel farle, ma abbiamo soddisfazione nel farle perchè

abbiamo voluto farle!

- MA egoista psicologico: ma in ogni caso la soddisfazione è la mia

- MA ≈ Altruismo: facciamo il bene degli altri e siamo fatti in maniera tale da provarne

soddisfazione!

- UNIVERSALISMO ETICO, Utilitarismo, il fine ultimo è la maggior rimanenza possibile

del bene sul male nel mondo nel suo complesso, e implica che il bene e il male sia comparabili

quantitativamente o matematicamente.

1.UTILITARISMO DELL’ATTO: ci si riferisce ad una singola situazione ed un singolo atto

e quindi l’ambito sul giusto e sbagliato rimane particolare, senza poter fare

generalizzazioni. Si deve inoltre considerare tutti gli effetti di un’azione e l’influenza che

potrebbe avere.

Ma bisogna che ci siano norme di qualche tipo per poter agire ( ≈ deontologismo dell'atto /

≠ utilitarismo della norma).

Sonia Della Monica

+

Confutazione dell’Utilitarismo:

Per l’Utilitarismo se calcoliamo un atto A e un atto B che in termini quantitativi danno la

stessa rimanenza del bene sul male, è irrilevante nella scelta tra A e B se A porterebbe a

tradire una promessa o dire una bugia / Se tra A e B, A portasse quantitativamente più

rimanenza di bene sul male di B, ma A comporterebbe il dire una bugia etc, per

l’Utilitarista A sarebbe comunque giusta e B sbagliata!

2.UTILITARISMO GENERALE: si giudica l’atto in modo universale, poichè se è giusto

che una persona agisca in un certo modo allora quell’azione è giusto che sia fatta da

chiunque altro in situazioni simili; ci si chiede quali conseguenze si avrebbero se tutti

dovessero agire in quel modo in casi simili.

Pg. 100-102.

3.UTILITARISMO DELLA NORMA: non ci si chiede quale azione avrà la massima

rimanenza di bene sul male, ma quale norma, quindi ci si chiede quale norma, e non quale

azione, sia più utile; quindi le nostre norme devono essere scelte sempre in base al

principio dell'utilità (es. E' per il maggior bene che diciamo sempre la verità).

Vi sono tre tipi di Utilitarismo della norma, in base a come si concepiscono le norme:

- Utilitarismo della norma primitiva: formula le stesse conclusioni dell'U. Generale →

Confutazione = U. generale!

- Utilitarismo della norma attuale: un'azione è giusta se è conforme alle norme morali

accettate o prevalenti, presupponendo che siano quelle che conducono al maggior bene

generale → Non è detto che le norme prevalenti conducano al maggior bene, inoltre

variano da società a società!

- Utilitarismo della norma ideale: un atto è giusto se è conforme ad un insieme di norme

tali che una generale conformità ad esse massimizzerebbe l'utilità / un atto è giusto se è

conforme ad un insieme di norme tali che una loro generale accettazione massimizzerebbe

l'utilità.

Confutazione dell'Utilitarismo in generale.

Tra due azioni che quantitativamente producono la stessa rimanenza di bene sul male

un'Utilitarista deve dire che il loro punteggio morale è lo stesso. Ma può capitare che le

due azioni distribuiscano la rimanenza di bene sul male in modi diversi, tutta in un piccolo

gruppo non meritevole o invece in modo eguale tra la popolazione. In questo caso è ovvio

che la prima sarebbe sbagliata rispetto alla seconda!

Il principio di utilità non può dirci quale tipo di distribuzione scegliere: solo un principio di

giustizia può! + Pg. 107-109.

2. Teorie Deontologiche

Vi sono norme che determinano cosa sia giusto e sbagliato, non basate su ciò che è nonmorale; è

inoltre possibile che vi sia una azione moralmente giusta anche se non promuove la maggior

rimanenza di bene sul male.

Sonia Della Monica

- DEONTOLOGISMO DELL’ATTO, i giudizi basilari sono solamente particolari;

Confutazione del Deontologismo dell’atto.

Non vi sono norme generali, vi è solo una sorta di metodo per determinare cosa è giusto, cioè

aver ben chiari i fatti del caso e poi formulare un giudizio tramite

1. Intuizione → MA le prove antropologiche e psicologiche sono contro l’esistenza di una

facoltà intuitiva!

2. Decisione, i giudizi in questo modo sono fluttuanti e l’unica guida è la situazione in cui ci

si trova, cioè l’individuo deve analizzare la situazione e poi decidere che cosa fare,

rendendo giusta l’azione per mezzo della scelta → MA il guardare semplicemente i fatti

non ci dice cosa fare se non si ha una qualche meta o norma da seguire!

+

3. Ogni situazione è differente e unica e quindi nessuna norma generale, tranne quelle di

prammatica, può essere utile → MA ogni situazione ha sempre qualcosa di simile negli

aspetti principali ad altre altrimenti non si potrebbero fare neanche affermazioni di tipo

fattuale!

4. Le sole norme di cui si ha bisogno sono quelle di prammatica → MA non si può vivere

senza norme (anche nel processo educativo) + alle norme di prammatica si arriva per

intuizione o decisione ma sono dubbie generalizzazione conseguite in questo modo! (1-2)

5. I giudizi morali sono solo particolari → MA non sono semplicemente particolari ma sono

implicitamente generali, poichè i principi morali sono tali se appartengono ad una

situazione e a qualsiasi altra ad essa simile (Principio di Universalità) + I giudizi morali

implicano delle ragioni, le quali non possono essere applicate solo ad un caso particolare.

- DEONTOLOGISMO DELLA NORMA, vi è un codice di norme che determina cosa è

giusto; norme valide indipendentemente dal fatto che promuovano io no il bene, sono basilari

e non derivate per induzione da casi particolari.

MA non vi può essere una norma che non ammetta eccezioni o conflitti tra norme stesse

Per non avere contrasti si potrebbero organizzare gerarchicamente le norme, o incorporare le

eccezioni relative.

Es. Ross: Dovere attuale, quel che si deve effettivamente fare in una situazione e le norme

hanno sempre delle eccezioni / Dovere prima facie, quando si ha un dovere a parità di

condizioni, le norme non hanno eccezioni; quindi si potrebbero formulare norme morali che

valgono senza eccezioni come norme prima facie, anche se non come attuali

MA non abbiamo una graduatoria che ci dice quale dovere prima facie abbia la precedenza su

un altro!

MA secondo Ross i doveri prima facie sono auto-evidenti (o secondo altri, decise arbitrariamente,

divinamente rivelate, deducibili dalla metafisica).

- COMANDO DIVINO, tipo monistico di deontologismo della norma, Volontarismo

Teologico secondo il quale il canone del giusto è la volontà o la legge di Dio. Giusto e

sbagliato significato comandato e vietato da Dio.

MA una cosa è giusta perchè l’ha comandata Dio o l’ha comandata Dio perchè è giusta?

Un Volontaristo Etico dovrebbe rispondere che una cosa è giusta in quanto comandata da Dio

MA se Dio comandasse la crudeltà allora sarebbe giusta!

Sonia Della Monica

Ma il volontaristo etico direbbe che Dio non comanderebbe la crudeltà poichè è benevolo

MA come facciamo a sapere che Dio è benevolo indipendentemente dalla conoscenza di

quanto Egli comanda e dal fatto che Egli comandi o meno la crudeltà?

Etc.

- KANT, tipo monistico di deontologismo della norma.

Imperativo categorico ‘Agisci soltanto secondo quella massima che puoi volere allo stesso

tempo come legge universale’. Questo principio è sì necessario ma anche sufficiente?

Es. False promesse: se questa fosse una massima universale, essa si auto-vanificherebbe,

poichè non esisterebbe più neanche il concetto di promessa → MA non è sufficiente poichè

non esclude tutte le massime immorali, poichè molto dipende dal punto di vista da cui si vuole

che le proprie massime siano universalmente seguite!

3. L’Etica dell’Amore

Agapismo, specialmente negli ambiti giudeo-cristiani: vi è un solo imperativo, l’amore, e tutti gli

altri devono essere derivati da esso (Amerai il Signore Dio tuo; amerai il prossimo tuo come te

stesso).

- Utilitarismo? Solo se si identifica l’amore per Dio con l’amore per le sue creature e quest’amore

per esse con la promozione della maggior rimanenza di bene sul male.

- Deontologia? Ma quei moralisti cristiani che lo sono stati non sono stati agapisti puri perchè

sostenevano che oltre alla benevolenza vi sono altri principi morali validi come la giustizia e la

veracità / oppure sostenevano di dover amare Dio e il prossimo perchè Dio ce lo comanda.

- A

Dettagli
A.A. 2014-2015
24 pagine
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SSD Scienze mediche MED/02 Storia della medicina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher DellaFilosofia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Bioetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Mori Maurizio.