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FONTI:
“Il pecorone” di Ser Giovanni Fiorentino
“Barham e l’eremita”
“I mille e un giorno” ATTO 2. SCENA 7
PORZIA Andate ad aprire le tende e mostrate i vari scrigni a questo nobile principe. Ora fate la vostra
scelta.
L’uomo può compiere la sua scelta per interagire con il destino e la fortuna. Azzardo: nome di origine
araba. L’uomo deve azzardare e mettere in gioco se stesso.
MAROCCO Questo primo, d'oro, porta questa iscrizione, "Chi sceglie me, otterrà ciò che desiderano
molti".Il secondo, d'argento, reca questa promessa, "Chi sceglie me, avrà quanto si merita". Questo
terzo, d'ottuso piombo, ha un avviso altrettanto cupo, "Chi sceglie me, dovrà dare e azzardare tutto
quello che ha". Come saprò se scelgo quello giusto?
… MAROCCO
Per l'inferno! Che c'è qui? La Morte carogna, con un rotolo di carta nella vuota occhiaia. Leggerò quel
che c'è scritto. Non è oro tutto quel che luce, il proverbio te lo dice. Molti han perso l'esistenza mirando
all'apparenza.
Racchiude vermi il dorato legno. Fossi tu stato, oltre che audace, degno, giovin di membra, vecchio di
intelletto, tale responso non avresti letto. Addio, la tua domanda ebbe freddo effetto.
Freddo in verità, e lavoro perduto; addio allora, calore, gelo benvenuto.
Porzia, addio! Ho il cuore troppo afflitto per un tedioso congedo. Così parte chi è sconfitto.
Poi proverà anche Aragona e sceglierà lo scrigno argento sbagliando.
ATTO 3. SCENA 2
PORZIA Vi prego, indugiate, aspettate un giorno o due prima di azzardare, ché se scegliete male perdo la vostra
compagnia. Perciò pazientate un poco. C'è qualcosa che mi dice, ma non è amore, che non vorrei perdervi; e sapete
da voi stesso che l'odio non dà consigli di tal sorta. Ma perché non abbiate a fraintendermi - anche se una fanciulla non
deve dire ciò che pensa - io vorrei trattenervi qui un mese o due prima che per me tentiate la fortuna. Io potrei
insegnarvi come scegliere giusto, ma allora sarei spergiura; così non sarò mai; così voi potreste perdermi.
Ma se mi perdete, mi farete rimpiangere un peccato: se avessi spergiurato! Che dannati occhi! Essi mi hanno
ammaliata e spaccata: una metà di me è vostra, l'altra metà vostra, mia, volevo dire; ma se mia, allora vostra, e così
son tutta vostra. Oh, questi tempi malvagi che metton barriere fra chi possiede e i suoi diritti! E così, benché vostra,
non vostra. Se andrà così, che all'inferno ci vada la fortuna, non io.
Parlo troppo, ma è per metter pesi al tempo, aumentarlo, tirarlo in lungo, e trattenervi dalla scelta.
Lei è già innamorata di lui…dice che non è amore, ma nega 2 volte: 2 negazioni affermano.
“Terry”=aspetta un attimo. Anche il concetto di azzardo è un concetto nuovo: è un termine arabo che
colloca l’aspetto della matematica finanziaria al concetto del gioco dei dadi. Lei vorrebbe un po’ forzare
la volontà del padre, magari consigliare, insegnare a Bassanio come scegliere. Lui invece vorrebbe
sposarla solo per i soldi, solo per estinguere i suoi debiti. Il matrimonio è un punto di incontro tra
sfera privata e sfera pubblica. Lei per farsi amare dovrà dimostrare le sue virtù con l’inganno in
tribunale.
BASSANIO Lasciatemi scegliere, perché, così, son torturato sulla ruota.
Una canzone mentre Bassanio fa commenti tra sé e sé sugli scrigni.
Qui Bassanio e Porzia non dialogano ancora, lei segue le idee dell’amore, lui quelle dell’interesse e
della “fortuna”. Il riferimento alla musica: la musica è molto importante per S. la scelta è accompagnata
da musica. Lo stesso Bassanio canta per ragionare e partecipare sentimentalmente alla scelta. Prima
della canzone lei fa un riferimento a Ercole, paragona Bassanio a Ercole e lei a ?
PORZIA Avanti, allora! Io sono rinchiusa in uno di essi; se mi amate davvero, voi mi troverete.
Nerissa e gli altri, state tutti lontano.
Che la musica suoni, mentre egli fa la sua scelta; così, se fallisce, farà la fine del cigno, che si spegne
nella musica. Perché il paragone sia più appropriato, il mio occhio sarà per lui il fiume e l'acquoreo letto di
morte. Egli può vincere, e che sarà la musica allora? La musica sarà come la fanfara, quando s'inchinano i
sudditi fedeli al monarca appena incoronato. Allora sarà come quei melodiosi suoni allo spuntar del giorno
che s'insinuano nell'orecchio del sognante sposo e lo chiamano alle nozze. Eccolo che va, con non meno
nobiltà, ma con molto più amore, del giovane Alcide, quando liberò la vergine offerta dalla gemente Troia
come tributo al mostro marino: io rappresento la vittima, gli altri, in disparte, sono le mogli troiane,
accorse con volti lacrimosi per assistere all'esito dell'impresa. Va', Ercole!
Vivi, e io vivo. Con molto, molto più sgomento assisto io allo scontro di te che ti cimenti.
Il termine per indicare l’amore non è love, ma “fancy” (aspetto della fantasia più sbrigliata che nasce
dall’innamoramento, mentre il termine “immagination” è più ordinato). Cerca di chiarire la natura e
l’origine dell’amore. riprende la poetica stilnovista, ma parla anche della morte dell’amore se l’amore
rimane superficiale come in Romeo e Giulietta.
Dimmi dove nasce amore,
nella testa oppur nel cuore?
Come esso vien creato,
come è poi alimentato?
Rispondi, rispondi.
Dentro gli occhi è generato,
e di sguardi vien nutrito;
e così l'amore muore
nella culla dove è nato.
Per l'amor si suoni a morto.
Din don dan, qui suonate la campana.
Questo concetto dell’amore che passa attraverso gli occhi è ripreso da Cavalcanti con la sua
idealizzazione stilnovistica dell’amore che appunto passa attraverso gli occhi. Bassanio sceglierà lo
scrigno giusto. E però sarà interrotto dalla notizia di dover partire. È il pretendente più intelligente e
furbo.
BASSANIO
…Considerate la bellezza e vedrete che la si acquista a peso, e in ciò si compie un miracolo di natura,
perché quelle che più se ne coprono più si fan leggere: così quei serpenteschi riccioli dorati, che fanno al
vento tali capricciose capriole in una bellezza finta, sono spesso riconosciuti come il lascito di un'altra
testa, essendo nel sepolcro il cranio che li nutrì.
Così l'ornamento non è che l'insidiosa riva di un mare pericoloso, la bella sciarpa che vela una bellezza
indiana; in una parola, l'apparente verità di cui si vestono le epoche astute per intrappolare anche i più
saggi. Perciò, tu, oro sfarzoso, duro cibo per Mida, non fai per me; e neanche tu, pallido e volgare
mezzano tra uomo e uomo. Ma tu, misero piombo, che non prometti nulla e, piuttosto, minacci, il tuo
pallore mi muove più dell'eloquenza, e qui io scelgo - la mia gioia ne sia la conseguenza!
Idea tipicamente barocca della presenza di un teschio, dietro l’apparenza si cela la morte. (“spavento
della bellezza” Ungaretti) Bassanio per questo rifugge anche dall’oro e dall’argento, questo ci riporta
all’Utopia di Thomas More, l’oro e argento diventano inutili. C’è un atteggiamento simile, la presa di
distanza da oro e argento. C’è qualcosa di più umile e più pesante che protegge la sua bellezza. S. ha
anche collaborato a una commedia per Thomas More, quindi di sicuro ci sono influenze, come detto.
PORZIA (a parte) Come svanisce nell'aria ogni altra passione: dubbiosi pensieri, e precipitosa
disperazione, e tremante timore, e gelosia dagli occhi verdi. Oh amore, sii moderato, calma la tua estasi,
misura e frena la tua gioia, trattieni questo eccesso, troppo io sento la tua felicità, diminuiscila, che non
mi venga a sazietà.
Lei comincia già ad essere contenta. C’è un invocazione all’amore ad essere moderato, ma come in altri
testi si ribadisce che l’amore non può esserlo, infatti usa termini come estasi e eccitazione.
NB: lui si innamora prima del ritratto che di lei, sempre nella novella di Turandoht succede così, anche
nell’Idiota di Dostoevskij il principe si innamora di Anastasia vedendone il ritratto. Riproduzione come
forma migliore della realtà>arte come risonanza. Distorce, ma esalta.
Lui vede meglio lei e se ne innamora, lei dice di che vorrebbe moltiplicare la sua bellezza e le sue
ricchezze, è troppo contenta.
PORZIA
Voi mi vedete, signor Bassanio, dove io sto, tale e quale sono. Quantunque per mio conto non avrei
alcuna ambizione di desiderare me stessa molto migliore, tuttavia per voi, vorrei triplicare venti volte me
stessa, essere mille volte più bella, diecimila volte più ricca; e solo per potermi elevare ai vostri occhi
vorrei, in virtù, bellezza, beni, amici, superare ogni stima; ma la somma totale di me è una somma da
poco; diciamo, all'ingrosso, è una ragazza senza istruzione, senza cultura, né esperienza, fortunata in
questo, di non essere ancora così vecchia da non poter imparare; e più fortunata ancora di non essere
così sciocca da non saper imparare; e fortunatissima, perché il suo docile spirito si affida al vostro per
esserne diretto, come dal suo signore, governatore e re.
Ora io stessa, e ciò che è mio, a voi e a ciò che è vostro ci consegnamo. Finora ero io il signore di questa
bella dimora, il padrone dei miei servi, la regina di me stessa; e ora, proprio ora, questa casa, questi
servi, e questa mia stessa persona sono vostri: del mio signore. Ve li do con quest'anello; se mai ve ne
separate, o lo perdete, o regalate, ciò sia presagio della rovina del vostro amore e dia a me il diritto di
vituperarvi.
ARCHETIPO DELL’ANELLO
“chi sceglie me deve azzardare tutto se stesso.” Infatti Bassanio sarà esposto a numerose prove. Una è
quella dell’anello, che all’inizio fallirà, ma poi riparerà al danno.
Alla fine della scena lei da a lui l’anello. L’anello collega la sfera privata alla sfera sociale, è simbolo di
matrimonio. Collega anche il fiabesco (fiaba) al sociale. (anello come simbolo di potere…) sul fantastico
Tevetan Todorov dice che introdurre un elemento fantastico in un concetto sociale significa portare in
luce un fantasma sociale, la società è impregnata di fantastico. In questo dramma i rapporti sono tutti
ridiscussi, ma questo anello non si chiude perfet